vediamo chi riconosce per primo questi due baldi giovanotti...
scusate per la qualità ma è stata un impresa ardua recuperare il video....
[youtube]http://www.youtube.com/v/LjOLnLC_5gs[/youtube]
a presto il seguito....

da rocciaforever » gio apr 19, 2012 15:23 pm
da sergio-ex63-ora36 » gio apr 19, 2012 21:19 pm
da Piero26 » gio apr 19, 2012 22:29 pm
sergio-ex63-ora36 ha scritto:...alla fine anche felice spellini di molveno (gestiva il rifugio altissimo) morto purtroppo pochi anni fa...
da Danilo » gio apr 19, 2012 23:37 pm
da rocciaforever » ven apr 20, 2012 12:22 pm
sergio-ex63-ora36 ha scritto:giuliano stenghel e franco vidi...alla fine anche felice spellini di molveno (gestiva il rifugio altissimo) morto purtroppo pochi anni fa...
da rocciaforever » ven apr 20, 2012 12:28 pm
Danilo ha scritto:..che musica,ragazzi!!
Non fermarti..butta anche la seconda parte,sbav,sbav...
da sergio-ex63-ora36 » ven apr 20, 2012 13:39 pm
rocciaforever ha scritto:sergio-ex63-ora36 ha scritto:giuliano stenghel e franco vidi...alla fine anche felice spellini di molveno (gestiva il rifugio altissimo) morto purtroppo pochi anni fa...
di Stenghel ero certa ma l'altro non è Franco "Franz" Nicolini? boh...![]()
beh, comunque sia è davvero impressionante come sia cambiata velocemente l'attrezzatura![]()
immagino che il tipo abbia fatto sicura a Stenghel sul masso per non precipitare di sotto in caso di caduta visto che le protezioni messe lungo il primo tiro sono pressoché nulle...
da crodaiolo » ven apr 20, 2012 14:09 pm
da rocciaforever » lun apr 23, 2012 11:00 am
da Piero26 » lun apr 23, 2012 11:35 am
da rocciaforever » lun apr 23, 2012 12:17 pm
da rocciaforever » lun apr 23, 2012 13:22 pm
rocciaforever ha scritto:eh, l'è dura...
ma tutti gli interventi sono benvenuti...![]()
dai che appena fa caldo si va in avanscoperta!![]()
io però voglio il borsalino uguale a quello di Sten!
da Pié » lun apr 23, 2012 14:03 pm
da rocciaforever » lun apr 23, 2012 18:26 pm
Piero26 ha scritto:sì sì l'èl franz..
appena si sistema il tempo vado a darci un occhio..
daidai roccia cerca altro ormai sei pratica e noi ci vizziamo in fretta
visto che il Gabbiano è di sfondo.. da "Lasciami Volare"
IL GRIDO DEL GABBIANO
Quel giorno arrivo a Campione quasi per caso. Per la prima volta attraverso il paese, una sensazione di pace totale s?impadronisce di me: l?aria è ferma, frizzante.
Mi guardo attorno ma non sono attratto dall?azzurro intenso del cielo che si specchia nel lago di Garda, ma dallo strapiombo impressionante sopra di me. Non riesco a staccarmi da quelle pareti e, come per incanto, mi sale dal cuore un anelito di ebbrezza.
Seguo con lo sguardo il volo dei gabbiani, già alti sull?acqua, contro il sole, li vedo entrare nelle ?gole?, oppure riposare negli anfratti rocciosi ed immagino la loro gioia nel volare in quel paradiso: è un insieme di luci e di colori, un anfiteatro di pareti che sembrano soffocarti nella loro maestosità.
Mai, sul lago, avevo visto sculture simili e ne sono abbagliato.
Un uomo, non più giovane, mi si avvicina e dice: ?Bella, vero, la nostra montagna??.
?Sì ? rispondo ? molto bella, mi piacerebbe scalarla?.
Con queste poche parole, scambiate senza staccare gli occhi dalle pareti, inizia la mia avventura in quella lingua di terra isolata dalla potenza della natura.
Passano alcune settimane e ritorno a Campione. In questo luogo c?è una atmosfera diversa, unica e non solo per l?esplosione della natura: ma c?è anche qualche cosa di eterno, di magico.
Anche d?estate la quiete non è mai in pericolo. Infatti, non ci sono né ville, né pizzerie, né discoteche come nelle altre località del lago.
C?è invece il volo solitario ed il grido romantico dei gabbiani, c?è il vento che lavora la roccia, c?è una natura praticamente intatta e, infine, c?è l?acqua che scende fra le pareti formando grotte e gole di rara bellezza.
Così, come d?incanto, io e Walter ci troviamo su quella muraglia dall?aspetto così affascinante. In quel momento non potevo sapere che poche volte nella mia vita di alpinista avrei avuto tanta soddisfazione e gioia nel giungere in vetta.
Le difficoltà sono, a tratti, strenue.
Non mi sono mai arrampicato su una roccia così strana; dal basso sembrava tutto più difficile; ero convinto di dover far uso di ?ferraglia?, ma una volta sulla parete, tutto diviene più accessibile, e tiro di corda dopo tiro di corda saliamo la gialla e strapiombante montagna solo con le nostre mani.
Guardando in basso vedo i tetti delle grandi vecchie case e la fabbrica: è un paese, Campione, che è stato costruito per la fabbrica tanto che se questa muore, (come è morta) sembra che tutto lì debba morire. Ma la gente vive ancora ed ama quella fetta di terra. In piazza ci sono i miei amici che mi chiamano e gli abitanti del paese col naso all?insù. Ho la sensazione di arrampicare per loro.
Continuo a salire ed è come se ci fosse tutta la forza degli abitanti di Campione nelle mie braccia e sul ?Salto delle streghe? l?arrampicata comincia ad acquistare una dimensione diversa; mi pare che tutti mi vogliano bene.
Superiamo alcuni strapiombi, un diedrino poi un canale. Sento tutti i miei tendini, la mia mente, tutta la mia essenza rivolta in alto: un gabbiano mi vola vicino, il vento del lago mi colpisce ed è la cima.
Poi, in paese tutti ci attorniano e ci festeggiano. Conosco il ?grigio?, un uomo erculeo e brizzolato che ama la montagna, poi il ?baffo?, proprietario del piccolo bar ristorante, il barbiere ed altri.
Il Livido, che è anche il presidente della Pro loco, ci offre da bere e da mangiare: è ancora vero che la semplicità e l?amicizia sincera contano qualche cosa. Ne ho la prova, in pochi attimi, in quell?angolo di mondo.
Giunse l?estate, cominciai a vagabondare in quota, sulle montagne più alte pur avendo di tanto in tanto lo strano desiderio di tornare a Campione. E vi tornai. La piccola spiaggia, l più bella del Lago, è addormentata. Ci sono vele di surf al Largo e la piazza del paese sembra essersi risvegliata: il negozio di Giovanni con i souvenirs, le cartoline, ed altre cento cose risplende di mille colori.
Giunse poi l?autunno; torno ancora su quelle pareti che mantengono lo stesso fascino ammaliante che mi aveva stregato. Mi sento parte integrante di quei picchi rocciosi che forse ho già visto solo nelle fantasie della mia infanzia. Salgo per altre volte la strapiombante parete e tuttora sento il bisogno di ritornarci: è la maledizione o la magia delle streghe che vivono tra quelle rocce, misteriose e pericolose, ma sempre immensamente affascinanti!
da Piero26 » ven ott 19, 2012 13:10 pm
da PIEDENERO » ven ott 19, 2012 13:27 pm
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