AlpineMan® ha scritto:piu che solita minestra direi che e' pure riscaldata..
vabbe qualcosa di positivo si dovrebbe trovare sulla dolomitia..
ma non possso svuotare il salvadanaio per cosi poco..
...inutile,gli editori moderni non la vogliono capire che alla gente dell'alpe non interessa l0ultima picozza da gara..o l'8c con gia i rinvii in luogo...e fatto di assedi di mesi alla parete..
quando si saliva noi all'alpe ogni volta vi era da scrive un libro..
...gli sgarri nella notte alla cordata avversaria...il passarsi tra cordate la grappa in parete..ritirate dalle pareti senza aiuti esterni..e poi al ritorno in valle un sacco di gnocca ruspante a rianimarci,..
gia altri tempi..altro alpinismo..altre cronache per riempir pagine..

beh certo, alpine man, come non darti ragione?

Però è difficile trovare quelli come te che raccontino qualcosa, nessuno ha voglia di raccontare. Tutti fanno i preziosi, dicono che non sono mediatici...per cui alla fine rimangono le solite cose già lette e rilette su Cassin, Bonatti, Maestri e soci. Anche le cose sulla Hasse si sapevano già, eppure quelli come te le vorrebbero leggere ogni numero, come fosse un'omelia. Più che leggere e rileggere le stesse cose e cieca adulazione verso i grandi del passato, la minestra che propone Lo Scarpone, libri di Spiro e similia che a te dovrebbero piacere, farebbe piacere leggere qualcosa di nuovo, no? A prescindere dalla minestra, caro collega dell'alpe, si cerca di mettervi un po' di sale più che di riscaldarla (ho usato il termine minestra apposta, sapevo che saresti arrivato!:wink: ). Io non sono prevenuto verso i grandi di oggi, mi va anche bene parlare dell'ultimo big già intervistato n volte dalle altre riviste. Occorre vedere se riesci a tirargli via qualcosa dal lato umano e non parlare solo di numeri e di diete. Anche se hanno i rinvii già messi sul 9a e usano le piccozze all'ultima moda, sono uomini anche loro, che hanno vissuto un'avventura, diversa dalla tua, ma pur sempre una sfida di passione. Non è detto che non abbiano niente da raccontare a priori, perchè sono giovani. La sfida di UP è proprio questa. deve necessariamente parlare di quelli che le imprese le fanno oggi, nell'anno passato, ma tirare fuori da queste il loro lato umano, non mediatico. Poi se ci si riesce o meno sarete voi a dirlo.
Tu a priori dici che non lo compri, quindi che cosa vuoi saperne?

Scusami, ma mi sembri superficiale nei tuoi giudizi.
Se avessi scritto che vi era la storia del Freney 1961, l'avresti comprato? Eppure l'abbiamo letta e riletta un milione di volte! Io ho grande rispetto per gli uomini del passato, ma la storia va avanti, e non credo necessariamente che chi faceva alpinismo una volta era migliore, sempre. Ognuno è figlio del suo tempo, salvo eccezioni e schegge impazzite, e UP racconta ciò che succede oggi. Ben vengano alpinisti di oggi, anche quelli sensibili al fascino di un alpinismo retrò, che abbiano voglia di raccontare le loro salite. Solo che non vengono...come ti dicevo prima...
