da lucasignorelli » dom set 18, 2005 22:28 pm
Ho ormai la nuova guida di Damilano, "Neige, Glace et Mixte - Le Topo du massif du Mont-Blanc" da un mesetto, e dopo averla letta, straletta ed in qualche modo metabolizzata, ecco alcune considerazioni:
Il volume è una revisione totale di quello fatto uscire nove anni fa dallo stesso Damilano e da Godfrey Perroux. Il libro del ?96, che copriva l'intero massiccio, a suo tempo fece scalpore, in quando rappresentava il primo tentativo di rivedere le classificazioni delle salite su ghiaccio del Bianco secondo l'ottica moderna introdotta in America e in Scozia con la cosiddetta scala a due valori (impegno / difficoltà tecnica) e le quotazioni M per il misto. In questo senso, la versione ?96 funzionava un po' da completamento (ma anche parzialmente in contrasto!) con la guida Buscaini CAI / TCI del 94.
Laddove Buscaini aveva puntato tutto sulla precisione degli itinerari e il dettaglio delle informazioni in senso tradizionale (e da questo punto, mi sia permesso, il primato di "Monte Bianco I" non si tocca!), Damilano e Perroux avevano tentato di fare una "guida da campo" in cui l'attenzione era maggiormente sulla scelta degli itinerari e sulla precisione delle valutazioni tecniche. Inoltre, la guida di Damilano copriva l'intero massiccio, andando quindi a toccare i santuari dell'arrampicata su ghiaccio, primo fra tutti il bacino di Argentiére.
Per anni era stata promessa una nuova edizione, e finalmente questa è arrivata (mentre stiamo ancora pazientemente aspettando il vol. 2 della guida CAI/TCI del Bianco!). Quando il nuovo volume era stato annunciato, molta trepidazione era stata generata dalla voce (i soliti bene informati...) secondo cui Damilano non solo avrebbe espanso il ventaglio degli itinerari in modo considerevole - ed ecco quindi la suddivisione i due volumi), ma ci sarebbe stata una totale revisione delle quotazioni di difficoltà, unificate secondo la scala a due valori di cui sopra. Aggiungete a questo il fatto che il volume esce dopo un periodo in cui molti dei grandi itinerari misti degli anni 70 erano stati finalmente ripetuti dopo anni d?oblio, e potete vedere che tutto il potenziale per un libro "importante" - in un certo modo definitivo sull'argomento.
Attese rispettate? Vediamo un po' in dettaglio com'è organizzato questo "Tome 1°". Il libro copre l'area che va dal bacino del Trient al bacino del Gigante, la parte nord del massiccio che include il Trient, Dolent, Argentiere, Talefre, Dru/Verte, Leschaux, Jorasses, Rochefort e creste satelliti. Un volume futuro andrà a dettagliare le Aiguilles, Tacul, Bianco e satelliti, Trelatete/Glacier etc. L'organizzazione è per "ghiacciai", usando il rifugio di partenza come unità di suddivisione. E' un sistema che funziona bene in relazione al tipo di funzione che la guida vuole avere, anche se, personalmente, ritengo la divisione "per cime" più intuitiva. Ogni bacino (e quindi ogni rifugio) ha una piccola mappa e la descrizione degli avvicinamenti, più le foto dei rifugi (non avevo mai visto quello della Maye - sembra una lavatrice!). Ciascun itinerario è suddiviso in numero, nome (spesso, quotazione, lunghezza, beve nota storica, descrizione e (qualche volta) note sulla discesa. Non ci sono indicazioni sugli orari.
Il libro (evviva evviva) ha topo fotografici, e non semplici disegni (a differenza di qualcun altro - vero CDA/Vivalda?). Diciamolo chiaro - per il terreno di questo tipo la fotografica è insostituibile, qualsiasi altra soluzione è totalmente insufficiente. Damilano ha investito molto su questi topo: sono tutti a colori, alcuni di dettaglio veramente notevole. La scelta del colore è stata probabilmente dettata da motivi estetici e commerciali, ma mi trova un po' in disaccordo - di nuovo, su questo tipo di terreno, il bianco e nero è sempre superiore, almeno in termini di leggibilità. Alcune delle foto poi molto belle, ma troppo scure, e qualcuna è leggermente sfocata (vedi quella della Talefre), e quindi la visibilità del terreno ne risente.
I tracciati di per se stessi sono generalmente molto buoni - e qui va un particolare plauso a quello bellissimo della risalita alla Punta Young (cresta O delle Jorasses) e la discesa sul colle dalla Calotte del Rochefort (con l'indicazione delle doppie!) Per contro, altri tracciati sono solo approssimativi, e alcuni (di solito quelli di maggiore difficoltà e minore percorrenza) hanno qua e la degli errori anche marchiani, e ingiustificati, considerato la mole di informazioni di prima mano a cui Damilano ha avuto accesso
E poi arriviamo alla valutazione delle difficoltà...
Damilano, molto onestamente, mette le mani in avanti nell'introduzione, chiarendo (e ci mancherebbe altro) che le valutazioni sono soggettive e variano secondo le condizioni. Rimane il punto che questa è una guida con un orientamento quantitativo, non qualitativo. Pensata come è per un pubblico "sportivo" e un più o meno competitivo, cerca di fare un'enorme lavoro di standardizzazione sulle valutazioni numeriche. E qui, in parte riesce, ed in parte fallisce.
Come giù accennato, dove possibile Damilano ha adottato la gradazione impegno / difficoltà tecnica. Il primo numero (quello che esprime "l'impegno") è un numerale romano da I (via corta e poco impegnativa con discesa facile) a VI (grande via molto lunga, pericolosa, difficile e dalla discesa difficoltosa). Sul secondo termine Francois ha fatto un misto, usando una scala che fa da F (senza difficoltà tecnica) a D (itinerario con pendio sostenuto a 50°) e poi da 1 (itinerario con passaggio a 60°) a 7 (tecnicamente al limite). La scala va quindi da F a 7. In più, per le zone di misto moderno è usata la scala M. Ovviamente, in itinerari con significative difficoltà su roccia, viene indicato anche il passaggio in libera o artif obbligatorio più difficile.
I problema di questo approccio numerico è la poca consistenza. Finché siamo su vie di ghiaccio moderne omogenee e di media difficoltà, l'insieme regge perché sono possibili dei termini di paragone oggettivi. E secondo me è al pubblico che intende fare queste vie che la guida si rivolge. Ma appena usciamo da questo ambiente, l'insieme non regge più. Tanto per fare esempi:
Cresta Ovest delle Jorasses (dalla Young alla Walker): III D
Cresta delle Hirondelles: III 5c/A1
Via Cassin Sperone Walker: III 5c/6a
Cresta di Rochefort (fino al colle delle Jorasse) III AD
Normale della Verte (couloir Whymper): IV AD
Se uno dovesse prendere queste valutazioni fuori dal contesto finirebbe per credere che la Cassin alle Jorasses è più o meno impegnativa come la Cresta Ovesta e la Rochefort, praticamente paragonabile come difficoltà alla Hirondelles, e meno impegnativa della normale alla Verte! Adesso, Damilano è una guida di grande esperienza (e il sottoscritto ha solo fatto tre delle vie qui indicate - e quindi non dovrebbe banfare), ma siamo proprio sicuri che la Cassin (e tante altre "grandes courses") sia diventata tanto "nazional-popolare"? Chi fra i miei amici la conosce bene (anche dal punto di vista "professionale") mi dice di no - la discussione è aperta.
Anche perché, a fronte di tanta severità nelle valutazioni di alcune vie di grande impegno, corrispondono alcune bizzarrie - tanto per dirne una, il couloir Cecchinel-Jaeger ai Drus ha un bel VI 5, mentre la Ginat alle Droites è valutata IV 5! Cioè, parità di difficoltà tecnica, ma Ginat nettamente meno impegnativa (e qui, di nuovo qualche mio amico che ha frequentato quelle vie ha un po' strabuzzato gli occhi...)
Dove Damilano mi sembra sia stato veramente superlativo è la parte "infrastrutturale", in altre parole la descrizione degli accessi, delle normali, delle discese e delle grandi vie classiche. Da questo punto di vista questa guida sicuramente è da avere a tutti i costi se frequentate il massiccio - tanto per dirne una, penso sia la prima guida in assoluto del Bianco dove è indicato con precisione il sentiero di collegamento Couvercle-Charpoua
Ho trovato invece il materiale relativo alle "super vie" un po' riempitivo, disomogeneo, a volte gratuitamente polemico, confuso per i novellini come il sottoscritto e tutto sommato inutile per gli alpinisti "veri" che possono affrontate quelle vie con sicurezza. Ma qui, vorrei sentire ulteriori lumi dagli alpinisti "veri" che frequentano il forum.
Valutazione finale - da avere, ma certo non la guida definitiva. Aspettiamo sempre con ansia "Monte Bianco II"....
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lucasignorelli il gio set 22, 2005 20:57 pm, modificato 1 volta in totale.