Molto bello, anche meglio del primo. Belle interviste a Desmaison (che sta vivendo un periodo mediatico fortunato), Gabarrou, Michael Darbellay (per voi ignari, guida della Val ferret svizzera che fece la prima solitaria dell'Eiger), articoli di Manera sull Greuvetta-Triolet, Bassanini su Piola (da leggere cercando di capire i "fra le righe"), Stefano Ardito su Whymper alla Verte, Damilano su... Damilano (e figuriamoci

Tutto bello e positivo - tranne che per un dettaglio. Signor Enrico Camanni, ma è mai possibile che TUTTE le volte che si parla di Giancarlo Grassi bisogna ritrarlo come un pirlotto ben intenzionato? (Brutta mania che temo risalga al necrologio di Grassi scritto dallo stesso Camanni su uno degli ultimi numeri della rivista inglese <i>Mountain</i>, dove l'impressione che il mondo alpinistico anglosassose ne ricavò fu che Giancarlo Grassi era un poveretto che arrampicava molto .).
Non è ora di incominciare a dire le cose come stanno (anche a costo di offendere qualcuno) e sottolineare una volta per tutte che Grassi era un corretto ed un onesto di grande talento in un mondo (quello dell'alpinismo europeo anni '80) dove onestà e correttezza ad un certo punto finirono un pochino nel dimenticatoio?
Eh? :=)