da pf » sab dic 04, 2010 9:21 am
Dunque, c'è un uomo che descrive due donne, la propria moglie, e l'amante, e gli sta crollando il mondo addosso. Mondo fatto di amici, figli, suocera, amico della suocera, etc. Non una storia nuova, evidentemente, solo che, per esempio, il tipo la scrive così
Questo è il tipo: una ragazza del colore della luce sporca, con gli occhi di un bianco ben bollito e i capelli come liquore, scintillanti e fumosi; seni appuntiti con precisione che danzano quando tira in dentro il petto, quando tira dentro il petto e una mano sventola preoccupata davanti allo sterno, per le risate. Che sono costanti. Si tratta di una ragazza allegra. risponde con una risata a qualunque stimolo non macabro o politico, evitando le discussioni sull'aborto; ma a parte questo, bel tempo stabile, un buonumore che la porta con sè dappertutto piuttosto che viceversa, una risata di tipo penetrante che assomiglia ad uno stato di possessione, impotente, tutta raggomitolata intorno alla sua percezione di anomalia o imbarazzo, arma disarmata destinata a colpire chiunque a questo mondo che è solo un violento cartone animato, e poi gli occhi umidi che sfrecciano qua e là in cerca di aiuto, un qualche invito alla serietà, la detumescenza di un capezzolo sfregato contro il cotone nel suo danzare, una qualche distrazione per farla smettere di contorcersi. Un'allegria che è quasi sull'orlo del dolore.(...)Vent'anni, adorabile, chiara e scura, capelli appiccicosi di gin, nostra signora dei cerchi di bagnato sulle copertine di album, accento spagnolo e stivali a punta, con una patina burrosa sulla pelle rossamente bianca, e labbra che risplendono, mandano luce-risplendono senza l'aiuto della lingua: producono da sole la propria umidità.
Fate il confronto-vi prego, non si vuole qui nè offendere nè giustificare-fate il confronto con una solida trentaquattrenne dl sedere largo e pallida come chi non vede mai la luce. una donna nota in ogni milliscopico dettaglio. un grosso neo a forma di zucca sul braccio sinistro adorno di un festone di peli neri. Capezzoli come le gomme per cancellare le matite, duri e punitivi contro i seni larghi e poco profondi, di cui ormai conosco le ampie curve tanto bene quanto la stanca distesa del lago. Una donna perennemente armata di un cuscino antiemorroidi al primo di due soli livelli di gonfiaggio, un'oscena ciambella rosa di plastica indurita che attutisce con i propri diossidi l'eredità lasciata alla donna dal lungo e travagliato parto. Una donna le cui labbra sono cronicamente secche ( difficoltà nel flusso sebaceo) e raccolgono una pasta bianca agli angoli. la cui postura, lo confesso, è stata un pò troppo corretta per la mia piena serenità. E la cui sommessa risata statica non è mai fuori luogo, sempre consapevole, complicata da un'automatica e sofisticata preoccupazione per la particolare sensibilità dei presenti- Ossia, Bonnie ride solo con; carlina è stata concepita e costruita per ridere di.
Da "La ragazza dai capelli strani", di David Foster Wallace
Del quale ho trovato la seguente recensione, che copio e incollo. recensione di uno che ha letto DAVVERO il libro, non una di quelle recensioni fatte sotto pagamento ( poi vi racconterò...)
Un genio è un genio. Fa con le parole quello che vuole, e fa lo scrittore. A questo qui gli mancavano delle rotelle, questo è poco ma sicuro, per me. Zadie Smith ne parla come uno dall'intelligenza generosa...a me pare uno a cui trabocca l'intelligenza, fino a diventare schizofrenia. Qui ho letto tutto. In questo libro, io ho letto tutto. Lo avvicino a Calvino, per come mi ha lasciato inebetito e sfibrato, già al primo round. Mi ha tenuto all'angolo dall'inizio alla fine. Le ho prese da tutte le angolazioni, in tutti i modi: una gragnuola di parole, emozioni, idee, risate, metafore, parafrasi, allitterazioni, concetti, giochi di parole, citazioni, rimandi, sottintesi, sotterfugi, elenchi, paradossi, esempi, storie, storielle, drammi, psicodrammi, commedie, racconti, raccontini, storie. Non sono uscito dall'angolo nemmeno per un attimo, nemmeno quando Wallace sembrava riprendere fiato con un racconto che mi pareva un pò più sgangherato degli altri, o più "ostico". Mi colpiva anche da lontano, anche senza guardarmi. Uno cosi, non poteva che suicidarsi per andare a vedere cosa c'è di nuovo da un'altra parte. Non v'è dubbio.
Fabio
La vita---le convinzioni---vestiti troppo stretti---questione di taglia---e non la vogliono capire.