da pf » gio gen 14, 2010 13:58 pm
Finito Suttree, di Mc Carthy.
Stile come in Meridiano di sangue e Oltre il confine. Ovvero, ecco un esempio
"una muraglia d'alloro verde e vacillante e gli alberi che si ergevano spogli. Articolando nella leggera portanza del vento un muto alfabeto arboricolo. Dalle pietre scaturivano spilli di luce quasi azzurra"
Si ride, anche, parecchio, in certe situazioni di ubriacaggine. Ma ovviamente, come per tutti i suoi libri, c'è poco da ridere, verrebbe da dire. Suttree è un benestante che decide di vivere da barbone, in uno egli ultimi gironi sociali. Periferia suburbana, su una casa galleggiante, più o meno sotto un ponte. Fantastico il personaggio del Ratto di città, un ragazzino pescato a sodomizzare delle angurie...
Insomma, sul linguaggio e sulla sintassi, forse solo Wallace, fra i contemporanei, è ricco quanto lui. Sul contenuto...che dire, già il finale si presta a più interpretazioni, come sempre.
Nell'ultimo mese ho letto Il codice da Vinci ( orrendo...), Alla scoperta del cielo ( Mulisch. Deludente), Il bestiario ( Cortazar. racconti di classe) e Mc Carthy mi sembra sempre appartenere ad un altro mondo.
Fabio
La vita---le convinzioni---vestiti troppo stretti---questione di taglia---e non la vogliono capire.