Erri De Luca - Sulla traccia di Nives

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Messaggioda pietrodp » lun nov 28, 2005 17:03 pm

Luca A. ha scritto:
Buzz ha scritto:
la letteratura di montagna è la letteratura di alpinismo
mentre la letteratura di mare è letteratura di uomini sul mare



Ma esiste la "letteratura di uomini in montagna" (per parafrasare ciò che tu definisci "letteratura di uomini sul mare", sperando di aver compreso bene cosa intendevi): chessò, un Rigoni Stern. O il Buzzati di "Bàrnabo delle montagne".
Che ne pensi?


Io credo che il fatto che siano esistiti dei grandi autori che abbiano cantato il mare e non altrettanti che abbiano cantato la montagna sia soprattutto una questione di puri numeri: molti più uomini hanno abitato e abitano le sponde dei mari rispetto a quelli che vivono nelle vallate.
Eppure ci sono anche i secondi, e i nomi eccellenti che porta Luca A. ne sono un esempio: letterati che hanno avuto come tema la montagna, prima che l'alpinismo.
mandi
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Messaggioda cozza » lun nov 28, 2005 19:01 pm

Luca A. ha scritto:
Buzz ha scritto:
la letteratura di montagna è la letteratura di alpinismo
mentre la letteratura di mare è letteratura di uomini sul mare



Ma esiste la "letteratura di uomini in montagna" (per parafrasare ciò che tu definisci "letteratura di uomini sul mare", sperando di aver compreso bene cosa intendevi): chessò, un Rigoni Stern. O il Buzzati di "Bàrnabo delle montagne".
Che ne pensi?


mah,
io credo che ci siano due ordini di problemi.
Il primo e' implicito in quello che diceva Buzz "il mare è per secoli il luogo ospitale/inospitale...". Di mare si parla dall'inizio delle civilta', di mare sono fatte le nostre culture, l'esplorazione "funzionale", cioe' quella mercantile e imperialistica, lo ha sempre percorso e di conseguenza la letteratura - e la filosofia - hanno imparato a farci i conti da qualche decina di secoli.
Con la montagna l'uomo ha deciso di avere a che fare da molto meno tempo: sono solo un paio di secoli che qualcuno ha osato affrontare gli orridi mostri e spiriti delle montagne.
Quindi c'e' stato meno tempo per sedimentare una cultura letteraria della montagna.

L'altro punto e' che mentre l'analogia cielo-mare e' abbastanza naturale per l'uomo (orizzonti per lo sguardo e per i sogni, grandi aperture), la montagna e' ostacolo allo sguardo, chiusura e barriera.
Ma su questo devo riflettere ancora...
Lo lascio come spunto
Oggi la vita è bella. Oggi mi sono alzata di buon umore. Oggi è un buon giorno.
Domani ci penserò.
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Messaggioda virgy » mar dic 13, 2005 16:43 pm

Ho appena finito il libro. Anche questo, come del resto tutti gli altri di Erri, mi ha preso, mi ha stregato. I suoi libri li leggo in poche ore perchè, quando inizio, non riesco a staccarmi dal fascino, dalla profondità e dall'umiltà delle sue parole. E' un poeta, un poeta dell'autenticità e della semplicità.
Vorrei tanto vederlo mentre scala. Immagino i suoi passi sulla parete: poetici, leggeri, estranei, soprattutto originali come la sua penna, come il suo essere, anche se non lo conosco. O forse si può conoscere un pochino uno scrittore attraverso la scelta delle virgole, dei punti, degli aggettivi. Attraverso il suo respiro tra un capoverso e l'altro. Attraverso l' umiltà del suo cuore tra una pagina e l'altra.
Bravo Erri!
Al prossimo libro.
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Messaggioda ffrizzy » lun gen 02, 2006 22:21 pm

Ho finito sulle tracce di Nives questa mattina (era un regalo di natale) mi e piaciuto molto infatti l'ho letto in poche ore. E' il primo libro di Erri che leggo e non mi sono fatto un idea precisa ma visto i commenti agli altri ne leggerò ancora. Ma volevo sapere quanto della parte "N" sia frutto della Meroi e quanto di De luca.
Qualcuno di voi ha mai visto una conferenza della Meroi? Com'è dal vivo
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Messaggioda giudirel » lun gen 09, 2006 14:57 pm

Non ho letto la strada di Nives ma seguo e amo Erri da molti anni da quando lessi "In alto a sinistra".
Ogni nuovo libro mi è piaciuto più del precedente...
Stranamente l'ho sempre considerato il contraltare di Baricco, che dopo l'iniziale entusiasmo per oceano mare ad ogni libro mi è sembrato più vuoto e vano...
Se vi capita leggete "Una nuvola come tappeto": qualcosa di interessante sul tema della religione... interessante anche per un non credente come io sono.
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Messaggioda marinoroma » mar feb 28, 2006 20:43 pm

l'ho finito giusto ieri sera
mi ha lasciato un gusto strano, quasi metallico, tipo quando ti mordi un labbro

da un lato tutto il fascino e la potenza delle sue visioni intrecciate ai suoi ricordi

e ancora

l'umiltà dei temi, la vicinanza con cio' che dice (bellissimo la parte sui piedi dei portatori)

e ancora
un personaggio come Nives, a me quasi sconosciuta (mea culpa), di una compattezza granitica eppure capace di tratteggiare l'amore per il suo uomo con la passione piu' piena (bellissima l'immagine di lui "chiuso come un pugno" che sa "guardare negli occhi un orso, intendersi al volo e prendere ciascuno la sua strada senza profferire parola" , me lo sono veramente immaginato cosi'....)

e ancora
la ferrea disciplina alpinistica di Nives &co é ammirevole

eppure
la formula del dialogo non regge assolutamente, la trovo pesante e pretestuosa. gli agganci tra soggetti sono da funamboli della parola che niente hanno a che vedere con le intimità di un dialogo da tenda ed il ritmo é quasi assente

eppure
una sottile vena di autocompiacimento regna su tutto, allontanandomi un po' da tutti e due

eppure
mi ha appesantito la continua girandola di segni e simboli da interpretare(sarà che mia madre fa spesso cosi'.....), una ridondanza di sensazioni che scaturiscono da ogni minimo atto, una mancanza di naturalezza

insomma sono solo pareri ma mi sembrava di ascoltare assoli di chitarra bellissimi accompagnati da una base di basso scordato
....no, non ora, non qui, questa pingue immane frana....
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Messaggioda Gianbo » mar feb 28, 2006 22:46 pm

in parte, marinoroma hai ragione

ma è un libro che ti fa riflettere, da assaporare, che dopo che lo hai chiuso ti rivedi i pensieri e ti chiedi come mai non fossero stati prima tuoi...

è un bel libro...
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Messaggioda pf » mer mar 01, 2006 10:03 am

Ciao Frizzy.
Fino a due anni fa Nives era molto a disagio nelle serate, direi che proprio non era quello che desiderava fare...ora non so. A livello personale è invece una donna molto intelligente e riflessiva, a me piacque moltissimo nella prefazione a Chantal Mauduit, una donna completamente diversa da lei che fece fatica ad accettare perfino nelle righe di una biografia postuma.
Lottò proprio contro se stessa, e alla fine se ne uscì con alcune righe, a mio parere, splendide. Ecco perchè credo alla parte di libro che è sua, io del libro ho letto solo alcuni capitoli e di fretta ( in libreria...) travolto, in questo periodo, da altre letture e cose di penna. Di quanto ho letto ho avuto la stessa sensazione raccontata da chi ha postato un'opinione...a 360 gradi. Ci sono libri di montagna, anche recenti, che mi hanno dato già al primo colpo molto di più, ma penso sia un bene, al di là del risultato, che un autore affermato si sia cimentato in questa nicchia che è la letteratura di montagna. All'estero un fuoriclasse come Roger Hubank ha scritto un vero e proprio capolavoro ( Hazard's way), certamente, io dico e spero, la montagna e la scalata possono generare pagine altrettanto spesse quanto quanto quelle che sgorgano da una città, una pianura, cose così, in fondo piatte...
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Messaggioda ffrizzy » sab mar 04, 2006 22:45 pm

...effettivamente Nives parla del suo imbarazzo con il pubblico nel libro
..." Raccontare è un lusso e io non sono neanche tanto brava a dire quello che è stato. Forzare l'immaginazione di una persona che ti ascolta, forzarla fino a metterla anche per un minuto nei tuoi panni là sopra, farle sentire il vento, li rumore della neve schiacciata dai tuoi ramponi che la rosicano a meno quaranta, l'alba che scassa l'orizonte dell'est con lo strappo di chi apre una lettera, riuscire con un colpo di tensione, di fortuna a far condividere un pezzo di questo con uno che ti ascolta: è un gran lusso.
Tu sei uno scrittore (De Luca), a te sembra naturale, sei nella tua corrente, ma io solo per sbaglio, per caso, riesco a mettere una persona accanto a me mentre racconto il viaggio.
E poi per me pesa pure il pensiero di essere un resto di parole di altri ...
...e cosi penso che le mie sono pure storie loro... mi piglia la vertiggine a raccontare , soffro di nuovo sotto le parole, non ce la faccio a dire."


....è un piacere ascoltare qualcuno che riesce a trasportarti "nella" storia che ti sta raccontando, farti vivere le "sue"emozioni.
A me sono piaciuti i passaggi in cui la Meroi descriveva le tracce dei suoi passi; contenta di averne da seguire in discesa ma altrettanto contenta di sapere che sarebbero sparite presto come se non volesse "sporcare" la montagna lascandola a chi verra dopo come se non fosse passato nessuno

e poi mi è piaciuto il capilo ammore dove parla della sua cordata a due con il marito Renato; ci leggo una grande ammirazione e la consapevolezza della fortuna di poter dividere con lui le sue esperienze.
In questo caso il"dividere" diventa "moltiplicare"









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Messaggioda powder » mar mar 14, 2006 14:17 pm

io l'ho letto in 2 giorni, mi ha preso un casino.
veramente scritto bene, era la prima volta che leggevo Erri De Luca e ne sono rimasto affascinato.
Specie dal modo con il quale riesce a far trasparire dalle sue parole le emozioni.
E' molto bello vedere come Nives si apre a lui e si racconta con genuità e semplicità che ti prendono.
Lo consiglio a tutti.
Andrea
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Messaggioda virgy » mar mar 14, 2006 16:20 pm

E io, Powder, ti consiglio di leggere anche gli altri di Erri. Non fermarti a questo!!
:lol:
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Messaggioda powder » mer mar 15, 2006 4:42 am

E si, penso proprio che non sarà l'ultimo che leggerò di Erri De Luca!!!
ma mi sa che per i prossimi dovrò aspettare l'estate, adesso devo leggere solo libri di studio che per giugno devo finire gli esami :wink: :oops:
hola e buone letture a tutti
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Messaggioda Topocane » gio mag 04, 2006 11:58 am

Erri, un'Uomo contro.
sempre! :wink:

il «cardo» dell'itas De Luca rifiuta il premio al libro su Nives Meroi

E' «Sulla traccia di Nives» di Erri De Luca - edito dalla Arnoldo Mondadori e incentrato sulla figura dell'alpinista tarvisiana Nives Meroi - il libro di montagna dell'anno. Il verdetto è della giuria del Premio Itas, ma è un verdetto che diventa anche un caso perché ieri a Trento lo scrittore napoletano non si è presentato alla premiazione, rendendo esplicita la scelta di ricusare ogni forma di riconoscimento del suo lavoro di là da quella del pubblico. Una decisione che ha preso in contropiede la giuria. Il presidente Mario Rigoni Stern ha espresso il suo rammarico ma ha anche aggiunto, parlando di De Luca: «Rispettiamo questo suo principio e gli confermiamo la nostra stima come scrittore». Gli altri riconoscimenti dell'Itas (i Cardi d'argento) sono andati a «Le Alpi» di Werner Batzing (Bollati Boringhieri) e ad «Appeso a un filo di seta - Il K2 e altre esperienze estreme», di Hans Kammerlander edito da Corbaccio.

da; http://www.laprovinciadilecco.it/online ... ia=1939152

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Messaggioda Nix » lun set 03, 2007 15:12 pm

L'ho letto ad agosto, in montagna, tra una gita e l'altra.
Mi è piaciuto, anche se a tratti Erri De Luca "tracima" un po' e sommerge la più riservata Nives Meroi, che comunque è molto diretta ed intensa nelle sue descrizioni.
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Messaggioda duca-re » lun ott 29, 2007 3:18 am

Letto e ed apprezzato. Da buon Napoleta mi piace molto come scrive De Luca ed onestamete non conoscevo il suo amore per la montagna.
NO PAIN NO GAIN
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