da pf » ven set 22, 2006 10:21 am
Solito intervento molto, molto acuto...anche perchè scevro da qualsiasi considerazione sul personale!
Come fece notare Roberto, non è una rivista di gruppo, anche perchè sarebbe un lavoro insensato se destinato al solo gruppo dei Ragni, visto che in tutto i soci superano di poco il numero di 100. Per dir la verità, anche lo scopo iniziale per cui fu fondata ( incitare i giovani di Lecco e dintorni a praticare alpinismo) sarà eventualmente sfiorato o raggiunto fra qualche anno, chi lo sa. Peraltro, chissà se noi siamo le persone giuste per scrivere a dei giovani, ci DICIAMO che siamo giovani nello Spirito ma l'età è quella che è...Invece, una frase detta in una delle pochissime riunioni sulla rivista ( ne facciamo al max due per ogni numero, e sono già troppe! La velocità è la nostra prima forza, e la seconda è la totale assenza di condizionamenti editoriali, visto che il Presidente dei Ragni ci ha solo chiesto, all'inizio: parlate anche di quello che facciamo noi...), e cioè che sarebbe bello che SA diventasse una rivista europea di riferimento ( una Alpinist europea, insomma), è un obiettivo ambizioso e riconosciuto da tutti gli stranieri che stanno scrivendo per noi.
Sai, nel bistrattato "City" di Baricco, c'è una apologia della storia di un'idea ( come nasce, come si evolve, cosa diventa, quando realizzata, rispetto a quello che era appena nata) che rileggo spesso, e che è un invito a stare ben attenti a dove va a virare un'idea. Ricordo quel post sul confronto forum-riviste in circolazione, e sono assolutamente convinto del patrimonio di competenza e passione che sussiste in questo forum. Per questo ho cominciato a contattare alcuni forumisti che già dal prossimo numero saranno collaboratori in primissima linea. E forse una buona prevenzione al rischio di autocelebrazione che tu giustamente metti sul piatto potrebbe essere quello di avere, a partire dall'editoriale, una "personalizzazione rotante". Per esempio, uno dei ragazzi della banda di Alessio R. potrebbe scrivere un editoriale, oppure l'editoriale potrebbe scriverlo un Leo Houlding o un Tommy Caldwell o un Dean Porter...ci sto pensando, non l'ha mai fatto nessuno e potrebbe essere una cosa grande o un grosso errore. Così come la grafica potrebbe diventare sperimentale, far capolino contenuti audio-visivi ( ma mica come recensioni di dischi o video, qualcosa di veramente musicale e visivo nella rivista...), rintracciare basi comuni tra l'alpinismo e altre discipline ( cosa che nella pratica già avviene, e non da oggi: il volo, per esempio. Ma penso più in là, discipline in cui si "palleggia con la vita e la passione" ).
E che dire della letteratura, basta vedere il topic sui libri di questo forum per capire che la nostra volontà di inserire la letteratura in una rivista di Alpinismo è stata un'idea vincente e anzi da fertilizzare anche di più. Perchè non chiedere a uno scrittore contemporaneo di scrivere una storia di alpinismo, per esempio?
E così via...le idee sono tante, come vedi, e vanno verso la direzione di rendere sempre più SA un laboratorio aperto. Per questo, ahimè, vedo molto, molto difficile inglobarlo in una realtà editoriale corrente ( fra l'altro, è chiaro che uscite vecchie e nuove sono la ragione per cui SA esiste: avessimo avuto in Italia una Alpinist o fosse comparsa in questo due anni non ci saremmo, senza problemi), che ha altri tempi, modalità, visioni...
Fabio
La vita---le convinzioni---vestiti troppo stretti---questione di taglia---e non la vogliono capire.