da arteriolupin » mar nov 23, 2010 14:37 pm
Libro ricevuto.
La dimensione dello stesso è volutamente "artigianale" e corrisponde a molte pubblicazioni dell'area "antroposofica". Ovvero volutamente minimaliste per quanto riguarda alcuni aspetti tecnici ed altrettanto volutamente dichiarative per quanto attiene i contenuti.
Ad una prima lettura non dare i assolutamente un giudizio negativo alla pubblicazione. Non è assolutamente una dichiarazione d'intenti e tanto meno una pubblicazioncella propagandistica di una corrente di pensiero.
A livello iconografico sono presenti fotografie e simbologie che esplicano e rendono palese, senza forzature, il pensiero dell'Autore.
Le poche righe che accompagnano le foto (o sono le foto ad accompagnare le righe? Al lettore l'ardua sentenza...) sono chiare, semplici e basilari. Non prevedono l'uso di una terminologia particolarmente tecnica o complicata.
Il possibile lettore non si deve aspettar,e comunque, l'esplicitazione delle teorie del Grill, anzi. Ciò che viene proposto è solo un possibile viaggio nei colori offerti dai volti e dalle pareti delle Montagne, assieme alla percezione che ne può ricavare chi sale.
In sintesi, se una persona conosce già le teorie di Heinz Grill è un piacevole percorso testuale ed iconografico, sempre degno di essere conosciuto, anche da chi non lo condivide (parzialmente o totalmente, poco importa, la conoscenza diretta è sempre cosa buona).
Se, invece, non conosce le idee e la Weltanschauung grilliana, può essere piacevole ed interessante andare ad approfondire la simbologia antroposofico-steineriana applicata all'ascesi spirituale e fisica di chi sale sul verticale.
Mi riservo di scriverne più approfonditamente in seguito, in altra sede.
Per il momento, per quanto sufficientemente distante dall'approccio di Heinz Grill, sono contento di averlo ricevuto e letto. E' un libro che fa le veci di una sorta di conferenza in cui, per ogni diapositiva mostrata, l'Autore aggiunge poche parole, lasciando spazio all'immaginazione ed alla meditazione del singolo. Non è poca cosa.
Avrei forse evitato la parte "musicale" che chiude il libro con l'inno alla Marmolada, ma è una questione di sensibilità e di gusto che sono solo miei.
...Se tuti i bechi gavesse un lampion... Gesummaria che iluminasiòn!
Canto popolare veneto