Questa è una recensione che ho postato in un'altra mailing list quando Ponyo fu presentato a Venezia, non ho tempo di scriverne un'altra, ma il film (che è ora nelle sale italiane) vale veramente la pena!
LA CATASTROFE PATATOSA (Ponyo Sulla Scogliera -- 2008 -- reg. di Hayao Miyazaki)
IN BREVE:
"La Maschera di Innsmouth" riscritto dalla Pimpa, oppure "La Sirenetta" riscritto da JG Ballard (nel 1964). Fate un po' voi.
LA TRAMA:
Sasuke, un ragazzino che vive in cima ad una scogliera assieme ad una madre significativamente gnokka e un padre comandante di peschereccio (significativamente assente) trova un giorno Ponyo, una principessina-pesce rosso che fisicamente è una via di mezzo fra Eric Cartman (quello di South Park) e... un pesce rosso - e adora il prosciutto. Ponyo (che è "figlia" di Fujimoto, un tizio dai capelli lunghi e le camicie a righe che agli inizi del Novecento è sceso in fondo al mare in spregio all'umanità) ha deciso di visitare la terraferma nonostante l'opposizione paterna, e, a differenza della Sirenetta disneyana, non spacca i coglioni per metà del film cantando la sua frustrazione, ma sulla terraferma ci va ancora prima dei titoli di testa!
Da qui prende il via una storia che comprende: catastrofi, maremoti, feste, barche, divinità marine, granchi, balene, prosciutto, sedie a rotelle, e soprattutto, la cavalcata dei merluzzi! (no, non sto scherzando)
IL COMMENTO:
Dopo tre film epici tout court, Myiazaki (che dovrebbe esser fatto santo mentre è ancora vivo!) cambia registro, e fa un film epico sì, ma con gli occhi fermamente puntati verso i suoi vecchi successi dedicati al pubblico infantile, cioè "Totoro" e "Majo no Takkyubin" (ovvero "Kiki, Consegne a Domicilio). Ne viene fuori un'ennesimo capolavoro, che tra l'altro verrà presentata a Venezia a settembre (se potete, andate a vederla!)
L'aspetto tecnico è quello di cui si è parlato di più durante la preparazione del film, in quanto non solo questo è un film sfacciatamente in 2D (alla faccia di Dreamworks e Pixar), ma è anche fatto tutto a manina, centinaia di migliaia di "cells" disegnati da un esercito di artisti e rivisti personalmente dal Grand'Uomo. Sia detto immediatamente che l'animazione "a mano" c'è, e si vede lontana un chilometro. La tecnologia attuale, per quanto sofisticata, non permette ancora di simulare perfettamente la mano umana -- punto. " "Ponyo Sulla Scogliera" è un lavoro che solo una potenza industriale come la Ghibli poteva permettersi di produrre (visti i costi mostruosi) ma soprattutto di distribuire senza patemi d'animo sulla riuscita commerciale (la Ghibli potrebbe fare un cartone animato basato sulle istruzioni di funzionamento di un microonde, e in Giappone sarebbe un hit).
Ma funziona? Funziona, e naturalmente c'è il trucco. Il character design di "Ponyo" è realistico (ma di nuovo, molto più simile a quello di Totoro che a quello di "Howl"), ma gli sfondi alternano momenti realistici (tipo l'interno della casa di Sasuke) ad altri totalmente irreali (soprattutto il disegno del mare). Questo tipo di contrasto NON funziona con l'animazione computerizzata, la quale, per quanto incredibilmente sofisticata, tende ad appiattire lo stile di un film su un registro visivo. Qui, invece, ci sono le sfumature e (trema il dito a scriverlo) le IMPERFEZIONI, quelle meravigliose imperfezioni umane che tanto fanno bene ai film.
Se si trattasse solo di tecnica, la recensioni finirebbe qui, ma il cuore del film è -- appunto -- il fatto che ha un cuore. E questo cuore è la relazione fra Sasuke (un ragazzino di cinque anni caratterizzato in modo sublime, con tutta una serie di manierismi che solo Miyazaki riesce a mettere in un personaggio) e Ponyo, la principessa-pesce rosso, poi inevitabilmente sorella-amichetta di Sasuke. Ponyo è (per forza di cose) meno "profonda" della sua controparte maschile (dopo tutto è un personaggio irreale), ma ha tutta quell'energia esplosiva di certi memorabili caratteri Ghibli (che secondo me derivano dall'eterno rimpianto del duo Miyazaki-Takahata del non aver mai potuto fare un film su Pippi Calzelunghe, loro vecchio sogno).
A Sasuke e Ponyo ne succedono di tutti i colori, ma qui non voglio andare troppo in profondità per non rovinarvi la sorpresa. Basti dire che "Ponyo" inizia come la Sirenetta, ma poi prende una strada totalmente inaspettata, che tocca, incredibile a dirsi, pure lidi in qualche modo Lovecraftiani, ma senza tradire le sue tinte pastello. Nel mezzo ne succedono di tutti i colori (compresa una catastrofe very Ballard). Ma, come ci si può aspettare da un film di Miyazaki (con l'eccezione di Mononoke), a momenti tesi si alternano sempre momenti ilari e solari.
Attorno ai due protagonisti si muovono alcuni (non molti) personaggi di contorno. Fra tutti Lisa, la giovane mamma di Sasuke, una di quelle mamme sexy che ogni tanto appaiono nei film della Ghibli. Lisa (che guida peggio di Schumacher) lavora in un centro diurno di accoglienza per anziani non autosufficienti (prima volta che ne vedo uno in un cartone), e le vecchie signore del centro hanno anche loro un ruolo interessante -- che non svelerò.
La controparte di Lisa è Fujimoto, il padre di Ponyo. Fujimoto è una specie di Charles Dexter Ward (di nuovo i riferimenti a Lovecraft!) invecchiato, che invece di dannarsi l'anima per i Grandi Antichi se ne sta nella sua torre in fondo al mare, lui, le sue occhiaie e le sue camicie a strisce. Ogni tanto fa in giro con una specie di sottomarino organico a spargere filtri per le acque, in un (futile, ma non ridicolo) tentativo di mantenerne la salute. Fujimoto non approva l'interesse di Ponyo per la terraferma, e ne combina di tutte i colori per tenerla "a casa". Ma ha sottovalutato l'iniziativa e i poteri di sua figlia.
E non vi ho detto ancora CHI è la madre di Ponyo.
Qualcuno ha scritto che la cosa meno interessante di "Ponyo Sulla Scogliera" è la storia, e in un certo senso posso comprendere questo sentimento. Ma non perché la storia non sia interessante -- perché non è una storia nel senso hollywoodiano del termine. Sì, c'è una crisi da risolvere -- anzi, molte crisi -- ma Miyazaki non ci prende in giro: non fa finta di dire "oooohhhh -- che cosa terribile, c'è una spettacolare catastrofe in arrivo e i nostri eroi devono risolverla", sapendo benissimo che è proprio questa sequenza di crisi che il pubblico è venuto a vedere. E' un po' come il Dottor Who di fronte al mostro in "Tooth and Claw" - gli altri scappano orripilati, e lui (che, sia chiaro, contro i mostri combatte!) si gira ed esclama "Ma è bellissimo!" (con il sorriso più bello del mondo).
Perchè la cosa incredibile è che -- nella nostra epoca paranoica e spaventata, "Ponyo Sulla Scogliera" non è un film spaventato, o meglio: non è fatta da gente rosa dalla paura. Il mondo forse non ha le tinte pastello con cui lo descrive Miyazaki, ma il buon Hayao ci dice che , per quanto difficile e duro, ci sono sempre motivi per "cavalcare i merluzzi". Non sapete cosa voglio dire? Beh, guardatevi il film!