Lettere di Sosta

[Mad]

Lettere di Sosta non è un libro di montagna. Lettere di Sosta non è nemmeno un libro. E' un diario in verticale. Un autoritratto. Un mondo, come quello reale, fatto di maledette placche, dove scivoli nell'ovvio... A volte piccole fessure, finestre dentro di sé, oppure fuori, in un'altro mondo. Magari una clessidra alla quale ci affidiamo a lungo (abbiamo bisogno di certezze). Oppure, se sei fortunato, un piccolo anfratto dove coccoli i tuoi tesori, il tuo amore, la tua vita. Poi vai avanti, ma a volte ci torni.

Il libro è un grido, anche, di dolore. E' così intimo che fa male, spesso ti viene da girare lo sguardo per pudore...

Adesso mi aspetto un pandemonio...

[pf]

Ciao a tutti.
Presenterò il libro a Trento, all'interno di MontagnaLibri, alle 11.30 di Venerdì 4 maggio.
La presentazione sarà accompagnata dalla visione di una serie di immagini dal libro e di me e Simone in montagna

[najaru]

sei tu che hai scrito il libro?

[pf]

Beh, sì, la parte scritta è mia...i dipinti sono di Simone.
Una terza persona ha dato molta ispirazione, a entrambi.

[gug]

Beh, sì, la parte scritta è mia...i dipinti sono di Simone.
Una terza persona ha dato molta ispirazione, a entrambi.

Alcuni racconti mi sono sembrati ermetici, probabilmente perchè manca la chiave di lettura (e che probabilmente è legata alla storia con questa ragazza). Un esempio è "Una corda dinamica".
E' vero anche che non ho letto tutti i racconti e che gli ho letti senza un ordine preciso e perciò forse mi sono perso qualcosa.

[pf]

Sono molto affezionato alla "corda dinamica" anche se oggettivamente ci sono dei racconti più riusciti e di valore.
Avevo appena scartato una mezza corda nuova e stavo preparando la roba per andare ad aprire Portami Via, e lessi l'etichetta. Mi fermai e inventai quella storia, giocando sui paradossi delle proprietà di una corda e di quelli che accadono in una storia d'amore. Ne è uscita una situazione inventata e una storia un pò surreale, e un critico ha definito il libro proprio con l'aggettivo surreale.
Non so mai dove mi conduce un testo, e così quasi sempre ci sono queste situazioni a più facce che a dir la verità, rileggendole, sorprendono anche a me. Proprio come scalare a vista, dove quasi mai alla fine di certi passaggi ti ritrovi ad avere composto la successione di gesti immaginata.
Io scrivo così, "a vista", non ho mai "lavorato" un testo.

[gug]

Sono molto affezionato alla "corda dinamica" anche se oggettivamente ci sono dei racconti più riusciti e di valore.
Avevo appena scartato una mezza corda nuova e stavo preparando la roba per andare ad aprire Portami Via, e lessi l'etichetta. Mi fermai e inventai quella storia, giocando sui paradossi delle proprietà di una corda e di quelli che accadono in una storia d'amore. Ne è uscita una situazione inventata e una storia un pò surreale, e un critico ha definito il libro proprio con l'aggettivo surreale.
Non so mai dove mi conduce un testo, e così quasi sempre ci sono queste situazioni a più facce che a dir la verità, rileggendole, sorprendono anche a me. Proprio come scalare a vista, dove quasi mai alla fine di certi passaggi ti ritrovi ad avere composto la successione di gesti immaginata.
Io scrivo così, "a vista", non ho mai "lavorato" un testo.

Pensavo che questo, come altri racconti del libro, fossero relativi tutti a una stessa storia vera e autobiografica.