il libro mi é sembrato come stile un po' incolore e sciatto, senza molta passione e ricerca delle sfumature. non raggiunge le vette di mediocrità di Rotti e stracciati ma comunque sembra piu' una lista di eventi che un libro scritto con arte e fantasia
per quanto riguarda il materiale invece, semplicemente mostruoso, 30 anni di aperture, ripetizioni ardite, prime invernali, spedizioni, scoperte!!!
e il tutto con ritmi stakanovisti, dal venerdi' dopo il lavoro al lunedi' all'alba. Deve essere caduto nella caffeina quando era piccolo....
lo dice anche lui, "l'alpinismo l'ho amato alla follia" e si vede. ogni goccia della sua inesauribile energia converge verso i monti. per questo il libro si gusta veramente bene.
a livello umano il libro non aiuta a sentirlo vicino, ne risulta un personaggio egoista e poco sensibile anche se si capisce che é piu' dovuto dalla reticenza nell'aprirsi in un libro. qualkcosa traspare, come quando racconta del suicidio di Motti, ma appena accennato.
Fra l'altro mi ha impressionato la lista di amici che arrampicavano con lui e poi morti in vari incidenti, Meneghin, Grassi, Galante etc etc. Devono aver lasciato delle tracce indelebili...
insomma mi piacerebbe conoscerlo meglio.
qualcuno di voi lo conosce di persona


mi piacerebbe scoprire anche le zone che ha battuto in lungo e in largo in quel piemonte da cui provengo e di cui so' cosi' poco....