La rivista Lo Scarpone: alpinismo in camicia nera

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La rivista Lo Scarpone: alpinismo in camicia nera

Messaggioda davi » lun ott 16, 2006 21:28 pm

Serafin, Roberto - Scarpone e moschetto : alpinismo in camicia nera / Roberto Serafin e Matteo Serafin - Torino - 2002

Molti giovani goliardi hanno lasciato le città e le valli, hanno lasciato i libri e la picozza, hanno impugnato il moschetto per la difesa dell'onore e della grandezza della patria." Lo Scarpone, 16/11/1935

Questa frase apre alla lettura di Scarpone & moschetto, un nuovo interessante volume della collana Tascabili, diretta da Mirella Tenderini.

Gli autori sono Roberto Serafin, giornalista che da una quindicina d'anni si prende cura de "Lo Scarpone", ed il figlio Matteo.
La possibilitá di accedere agli archivi completi di questa importante rivista di alpinismo, la piú antica e ricca di tradizioni, ha stimolato i Serafin ad analizzare e a tracciare la storia della nascita e dello sviluppo di questo periodico, fondato in piena era del fascio.

Il "ventennio" ha proposto ed imposto molti modelli di comportamento, le figure e le attivitá nazionali sono state enfatizzate, utilizzando lo sport e l'attivitá fisica come un distintivo da esibire al pubblico delle nazioni avversarie e amiche.

Scarpone e moschetto ricostruisce le vicende alpinistiche degli anni Trenta attraverso le pagine de "Lo Scarpone" e di altri giornali d'epoca, per restituire alla memoria una storia e una mentalitá che é stata troppo frettolosamente rimossa una volta finita la guerra.

Curiosa immagine di Mussolini al Terminillo: sciatore senza sci...
Da quelle pagine, al di lá delle vicende politiche che l'hanno determinato, emerge tutto un modo di concepire e di praticare gli sport di montagna che nonostante le evoluzioni e le "dissacrazioni" successive, ´ ancora oggi piú presente di quanto comunemente si pensi.

Riesaminare con spirito critico ma sereno gli scritti di quegli anni, significa riscoprire le radici di una cultura alpinistica con cui ancora oggi occorre fare i conti quando si parla di montagna.

Gli autori prendono in esame gli argomenti piú significativi imposti dal regime all'organo di stampa dedicato alla montagna: si inizia con i rapporti tra alpinismo e impero, negli anni della ricerca del "posto al sole", dell'alpinismo e il fascismo, con il suo compattamento intorno al Duce.

Un capitolo particolarmente ampio é dedicato ad Angelo Manaresi, soprannominato Il podestá delle altezze, presidente del CAI tra il 1930 e il 25 Luglio del 1943, che per oltre un decennio é stato il propugnatore dei desideri del regime nell'ambito dell'Associazione stessa, scrivendo anche molti articoli sulla rivista.

Anche Dino Buzzati tra gli autori dello Scarpone
Una delle maggiori ambizioni del fondatore Gaspare Pasini é stata quella di avere sullo Scarpone una terza pagina che riuscisse ad ospitare alcune tra le maggiori firme giornalistiche dell'epoca, ponendosi come riferimento il Corriere della Sera, il giornale piú prestigioso d'Italia; ecco allora la corsa per avere sullo Scarpone giornalisti come Cesco Tomaselli, Renato Simoni, il musicista Ildebrando Pizzetti e infine lo scrittore Dino Buzzati, giovane ma giá famoso.

Di certo una delle questioni maggiormente dibattute sulla rivista fu quella ambientale, con la polemica se fosse lecito lasciare coprire i monti dalle ragnatele dei cavi funiviari o della cementificazione del Breuil, dove Lo Scarpone fu tra i maggiori difensori della wilderness di allora.

Questo libro é sicuramente un documento interessantissimo sul periodo storico che tanto ha influito sulle vicende della nostra patria e che ha lasciato cicatrici che ancora oggi sono purtroppo visibili.

Gli autori sono grandi conoscitori della rivista e della sua storia oltre che di quella italiana; ne é cosí scaturita un'opera molto interessante che permette di conoscere uno degli aspetti forse poco noto, ma non meno importante della nostra storia e del CAI.

Viene in tal modo illustrato il desiderio di fare apparire il nostro paese e il suo governo come un qualcosa di forte e di invincibile, questo attraverso anche il dominio sull'Alpe...



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davi
 
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