[Fotografia] 50 anni del World Press Photo

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[Fotografia] 50 anni del World Press Photo

Messaggioda Zio Vare » mar ott 11, 2005 10:30 am

50 anni di fotogiornalismo
http://www.worldpressphoto.nl/index.php ... width=high

Ci dovrebbe essere un libro che mi piacerebbe moltissimo avere

There is also a special album of all premier awardwinning photographs, Fifty Years World Press Photo (Dutch edition: 50 jaar World Press Photo is published by Sdu and Lannoo).

Immagine

sarebbe un bellissimo autoregalo natalizio :D

Un articolo da Repubblica

http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni ... remio.html

ERA il 4 settembre del 1957. Dorothy Counts mise piede, prima nera fra i bianchi, con altri tre neri come lei, nella Harding High Schools di Charlotte, North Carolina. Era prevedibile quale accoglienza fosse stata loro riservata: proteste, lancio di pietre, "tornatene da dove sei venuta". La sommossa si estese ad altre città, e lunga fu la battaglia per la conquista dei diritti civili. Ma Douglas Martin, fotografo dell'Associated Press, fermò nel tempo quegli istanti infiniti, Dorothy sulla strada della scuola, i lineamenti in tensione, gli studenti bianchi che la insultano. Come aver detto alla Storia "fermati un attimo" e quella s'è fermata. Sospesa negli scatti di chi c'era, ha scippato il presente e l'ha consegnato al futuro.

Sono tessere raccolte in cinquant'anni quelle che compongono il puzzle della Storia raccontata dal World Press Photo, il più ponderoso e prestigioso concorso di fotografia giornalistica del mondo, che premia le migliori foto dell'anno. I tredici membri della giuria esaminano, ogni dodici mesi, circa 70 mila foto, inviate da 4266 fotografi di 123 Paesi. Che raccontano i drammi individuali, collettivi, globali.

Organizzato dal 1955 dalla Foundation indipendente, con base ad Amsterdam, il premio spegne cinquanta candeline. E invita ad aprire gli occhi su Things as they are, "Le cose così come stanno", che è il titolo della pubblicazione preparata da World Press Photo per il compleanno. Centoventi servizi e ottocento scatti, insieme ai racconti di chi ha manovrato l'obiettivo. Perché le foto sono utili per ricordare, ma le parole dell'autore possono aiutare a capirne il senso più profondo.

A volte le didascalie sono stati d'animo. "Vincere con una foto di fame mi ha fatto vergognare", confessa Michael Wells, premiato nel 1980 per quella mano piccolissima e avvizzita di un bimbo, poggiata sul palmo grande, e vivo, di un missionario, realizzata nel distretto ugandese di Karamoja.

Altre volte, è la foto stessa che assegna all'occhio di chi guarda il compito di interpretare: come nel caso di quella che ritrae Salvador Allende, quell'11 settembre del 1973, nel palazzo della Moneda, protetto, ancora per poco e inutilmente, dalla guardia presidenziale. Fu pubblicata dal New York Times ma non se ne conobbe mai l'autore.

Certe volte non c'è bisogno di spiegare. Perché accanto al cadavere semisepolto di un bimbo ucciso a Bhopal dalle esalazioni della Union Carbide sarebbe inutile scrivere qualcosa. Così come per la bambina vietnamita che fugge dal napalm, nuda, le braccia spalancate, in mezzo a una strada. La fotografia "ha l'incisività di una massima, funziona come una citazione, avverte come un proverbio", dice Susan Sontag.

La protagonista di buona parte delle immagini di World Press Photo, tuttavia, è la morte, con la quale la fotografia ha stabilito fin dalla sua nascita un rapporto privilegiato. Presente o prossima, casuale o intenzionale, monito e denuncia e protesta. La caduta rovinosa di un motociclista durante una gara in Danimarca (1955, la prima foto premiata), la fine, nel Vietnam del Sud, del monaco buddista Thich Quang Duc che si lascia divorare dalle fiamme, l'esecuzione di un vietcong per mano di un sudvietnamita a Saigon.

E poi il massacro di Sabra-Shatila, il corpo di un uomo malato di Aids, il lenzuolo bianco che copre un bimbo afgano ucciso dagli stenti, la disperazione di una donna indiana alla quale lo tsunami ha spazzato via tutta la famiglia, i piccoli corpi mutilati dei ragazzini di Kuito, Angola, le madri che seppelliscono i figli. Insomma, tutte le brutture del mondo, e quindi "Le cose, così come stanno".

(9 ottobre 2005)
Zio Vare
 
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Re: [Fotografia] 50 anni del World Press Photo

Messaggioda .:eZy:. » mar ott 11, 2005 10:45 am

Zio Vare ha scritto: A volte le didascalie sono stati d'animo. "Vincere con una foto di fame mi ha fatto vergognare", confessa Michael Wells, premiato nel 1980 per quella mano piccolissima e avvizzita di un bimbo, poggiata sul palmo grande, e vivo, di un missionario...

Grazie Zio per il bel topic ... ma ti giuro che al di là dell'estetica, del valore e soprattutto del significato di queste foto, quello che mi resta dentro è un senso di vergogna e smarrimento: una carrellata di splendidi scatti che fanno male, più di qualsiasi altra cosa ...
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Messaggioda Zio Vare » mar ott 11, 2005 10:58 am

Certe immagini sono mazzate, pugni nello stomaco.
Da quando ho visto questa foto l'anno scorso
http://www.worldpressphoto.nl/index.php ... width=high
ogni tanto mi torna in mente. c***o, un bambino, nelle braccia del padre incappucciato rinchiuso nel filo spinato.
Mi prende male. Ma è realtà.
Anche le foto di sport sono intense. Stupende.
la galleria 2005
http://www.worldpressphoto.nl/index.php ... width=high
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Messaggioda .:eZy:. » mar ott 11, 2005 11:05 am

bellissime :P

un po' come il nostro album :roll: :lol: :lol:

:wink:
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foto...

Messaggioda brunoz » mar ott 11, 2005 11:57 am

Ciao !! :|
Mamma mia, ma che bel ritratto della razza umana da spedire in giro per
l'universo :!: :evil: E' già difficile vivere (o, meglio, sopravvivere) senza aver
bisogno di dover fare i conti con chi ti vuole sbudellare o affamare... che
minkia di mondo... altro che sonde spaziali che viaggiano portando segni
della nostra terra quali Beethoven, il canto dei fringuelli e il rumore delle
onde... e immagini di un mondo perfetto... questo è un mondo infetto da
odio, paura, egoismo... :evil:
Miao
Immagine "Siate il cambiamento che volete vedere nella società."
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Messaggioda Zio Vare » mar ott 11, 2005 13:24 pm

L'anno scorso a Torino hanno organizzato il Paraolympic day, una manifestazione per la promozione dello sport tra i disabili. Ho visto dei veri campioni correre senza vedere, fare salto in alto senza una gamba, giocare a tennis su una sedia a rotelle, a basket, a ping pong... all'inizio hai la sensazione che ci sia quasi un certo disagio nel vedere lo sport praticato dai disabili, ma il disagio non è loro, è di chi guarda. In realtà c'è solo da stimarli.
Stessa sensazione che ho riprovato vedendo questa foto
http://www.worldpressphoto.nl/index.php ... width=high
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Re: [Fotografia] 50 anni del World Press Photo

Messaggioda Spider » mar ott 11, 2005 15:06 pm

A volte le didascalie sono stati d'animo. "Vincere con una foto di fame mi ha fatto vergognare", confessa Michael Wells

Immagine

:( :( :( :( :(
Le migliori escursioni e vie alpinistiche nelle Dolomiti su www.abcdolomiti.com
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Messaggioda dags1972 » mar ott 11, 2005 15:16 pm

belle foto
belle
belle
tanti saluti e buone salite a tutti
Alberto Giacomo Letizia Elena e Daniele
----
Un uomo rassegnato è un uomo morto prima di morire
---
Al diavolo il futuro, nel futuro siamo tutti morti
dags1972
 
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