A proposito delle monografie di Alp (Ortles-Cevedale)

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A proposito delle monografie di Alp (Ortles-Cevedale)

Messaggioda Fabrizio Righetti » mar set 06, 2005 13:41 pm

Ciao a tutti, prendo spunto dal recente topic sulla monografia di Alp sulle Dolomiti di Brenta per qualche considerazione personale circa la qualità di queste monografie.
Porterò anch'io ad esempio la penultima monografia e cioè quella sull'Ortles-Cevedale, gruppo montuoso che conosco molto bene e sul quale quindi mi azzardo a dare dei giudizio. Anche in questo caso la monografia mi è sembrata alquanto superficiale. Capisco che non si possa fare un trattato ma la dicitura stessa di monografia implica che ci debba essere un certo approfondimento sull'argomento e che gli argomenti non possano essere solamente sorvolati. Poi vista l'estensione del gruppo si poteva tranquillamente dedicare un numero solo all'Ortles come montagna (tra l'altro così la Vivalda si sarebbe tenuta in serbo una carta in più da giocare nel futuro), al contrario con un numero solo hanno liquidato un massiccio montuoso con quasi un centinaio di vette sopra i 3000 m sede di uno delle più estese areee protette d'Europa. Gli itinerari proposti mancano di fantasia, propongono ben quattro itinerari al Monte Cevedale ignorando montagne e vie che seppur poco conosciute (e qui dovrebbe essere il merito della monografia) farebbero la felicità di molti alpinisti. Poi ti propongono la Marletgrat all'Ortles che se la fanno due cordate all'anno è tanto. E' od almeno era il regno delle pareti glaciali ed allora perchè non inserire un paio magari di quelle meno conosciute (quelle più famose ormai le trovi relazionate ovunque) per dare un'idea a chi legge la rivista.
La storia alpinistica attuale è liquidata in due misere paginette e tra l'altro è stata scritta da L. Maspes (Rampikino) che seppur bravissimo arrampicatore mi risulta non frequentare assiduamente il gruppo (tanto evvero che riporta solo ciò che già è possibile trovare in rete ed anche nei commenti su Marco Confortola ci sono delle'imprecisioni'). Un'articolo, quello sullo scialpinismo con le foto storiche seppur interessante mi sembra un po un riciclo. Le fotografie di corredo alla rivista poi non sono all'altezza.
Insomma il mio giudizio è sicuramente negativo e mi domando di conseguenza se non ci sia un po di mafia anche nel chi deve scrivere gli articoli; c'era tanta gente che conosceva molto meglio la zona. A tal proposito è appena uscito un libro sul gruppo alpinistico di Bormio 'Folgore', che nemmeno è stato menzionato, ma tra i cui componenti ci sono profondi conoscitori della zona.
A voi ulteriori commenti ed approfondimenti.
Fabrizio
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Fabrizio Righetti
 
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Re: A proposito delle monografie di Alp (Ortles-Cevedale)

Messaggioda andreag » mar set 06, 2005 14:04 pm

Fabrizio Righetti ha scritto:Ciao a tutti, prendo spunto dal recente topic sulla monografia di Alp sulle Dolomiti di Brenta per qualche considerazione personale circa la qualità di queste monografie.
Porterò anch'io ad esempio la penultima monografia e cioè quella sull'Ortles-Cevedale, gruppo montuoso che conosco molto bene e sul quale quindi mi azzardo a dare dei giudizio. Anche in questo caso la monografia mi è sembrata alquanto superficiale. Capisco che non si possa fare un trattato ma la dicitura stessa di monografia implica che ci debba essere un certo approfondimento sull'argomento e che gli argomenti non possano essere solamente sorvolati. Poi vista l'estensione del gruppo si poteva tranquillamente dedicare un numero solo all'Ortles come montagna (tra l'altro così la Vivalda si sarebbe tenuta in serbo una carta in più da giocare nel futuro), al contrario con un numero solo hanno liquidato un massiccio montuoso con quasi un centinaio di vette sopra i 3000 m sede di uno delle più estese areee protette d'Europa. Gli itinerari proposti mancano di fantasia, propongono ben quattro itinerari al Monte Cevedale ignorando montagne e vie che seppur poco conosciute (e qui dovrebbe essere il merito della monografia) farebbero la felicità di molti alpinisti. Poi ti propongono la Marletgrat all'Ortles che se la fanno due cordate all'anno è tanto. E' od almeno era il regno delle pareti glaciali ed allora perchè non inserire un paio magari di quelle meno conosciute (quelle più famose ormai le trovi relazionate ovunque) per dare un'idea a chi legge la rivista.
La storia alpinistica attuale è liquidata in due misere paginette e tra l'altro è stata scritta da L. Maspes (Rampikino) che seppur bravissimo arrampicatore mi risulta non frequentare assiduamente il gruppo (tanto evvero che riporta solo ciò che già è possibile trovare in rete ed anche nei commenti su Marco Confortola ci sono delle'imprecisioni'). Un'articolo, quello sullo scialpinismo con le foto storiche seppur interessante mi sembra un po un riciclo. Le fotografie di corredo alla rivista poi non sono all'altezza.
Insomma il mio giudizio è sicuramente negativo e mi domando di conseguenza se non ci sia un po di mafia anche nel chi deve scrivere gli articoli; c'era tanta gente che conosceva molto meglio la zona. A tal proposito è appena uscito un libro sul gruppo alpinistico di Bormio 'Folgore', che nemmeno è stato menzionato, ma tra i cui componenti ci sono profondi conoscitori della zona.
A voi ulteriori commenti ed approfondimenti.
Fabrizio


Io so solo che ogni volta che ho comprato un ALP-GM su gruppi che conoscevo bene ho pensato che con poco sforzo avrei potuto tranquillamente far di meglio io con qualche amico......Scarsi approfondimenti, scarsa fantasia, aspetti importanti del tutto trascurati, insomma spesso solo qualche bella foto e poco più.
Pure quelli su gruppi che non conosco non li ho trovati particolarmente entusiasmanti.
E anche il discorso delle mafiette per far scrivere gli articoli agli amici degli amici ha più di un fondo di verità...

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Messaggioda glk-f » mar set 06, 2005 16:46 pm

Leggo alp fin dal primissimo numero e dopo attente valutazioni, riflessioni, ripensamenti, il mio PERSONALISSIMO parere è che manca sempre QUALCOSA in più. Anch'io lo riscontro in modo particolare sulle monografie dei gruppi che conosco meglio.... Ma forse siamo sempre pronti a criticare, non lo so.... Comunque, ogni tanto è un bene fare 4 chiacchiere qui, magari la redazione potrebbe scovare qualche spunto, qualche nuova idea.... CIAO!
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Messaggioda mrt 88 » sab set 10, 2005 23:02 pm

volevo giusto fare una domanda...com'è che il pasquale nella monografia è sparito completamente??? se guardata anche nella cartina sul retro della prima non se ne avverte la presenza....



:?: :?: :?: :?: :?: :?: :?:
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Messaggioda mrt 88 » sab set 10, 2005 23:03 pm

a meno che non abbia un altro nome...è possibile?
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Messaggioda Brozio » dom set 11, 2005 20:29 pm

verissimo sono un po troppo superficiali le monogrefie potrebbero fare molto meglio!
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Messaggioda Fabrizio Righetti » lun set 12, 2005 13:11 pm

Ciao, il Monte Pasquale non ha assolutamente un altro toponimo. Però a proposito della bella parete NW del Pasquale esiste una stupenda fotografia del Sella scattata intorno al 1880 in cui è ben visibile un'enorme seracco proprio dove ora c'è (ed ormai è poca cosa) la pala ghiacciata sommitale. Il seracco si appoggiava sugli speroncini rocciosi che segnano questo versante e dei quali il più orientale delimita l'attuale canale di salita.
Ti dico tuttp ciò perchè diversi anni fa avevo intrappreso con altre persone dell'SGL (Servizio Glaciologico Lombardo) un'interessante lavoro sull'evoluzione delle pareti di ghiaccio e la parete NW del Pasquale era stata scelta come campione su cui monitorare le precipitazioni ed i fenomeni di ablazione.

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Messaggioda mrt 88 » lun set 12, 2005 14:29 pm

Fabrizio Righetti ha scritto:Ciao, il Monte Pasquale non ha assolutamente un altro toponimo. Però a proposito della bella parete NW del Pasquale esiste una stupenda fotografia del Sella scattata intorno al 1880 in cui è ben visibile un'enorme seracco proprio dove ora c'è (ed ormai è poca cosa) la pala ghiacciata sommitale. Il seracco si appoggiava sugli speroncini rocciosi che segnano questo versante e dei quali il più orientale delimita l'attuale canale di salita.
Ti dico tuttp ciò perchè diversi anni fa avevo intrappreso con altre persone dell'SGL (Servizio Glaciologico Lombardo) un'interessante lavoro sull'evoluzione delle pareti di ghiaccio e la parete NW del Pasquale era stata scelta come campione su cui monitorare le precipitazioni ed i fenomeni di ablazione.

Fabrizio


già, ma il pasquale non è assolutamente riportato sulla cartina, come è possibile???

avete fatto voi il sentiero glaciologico?
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