Lammer & co.

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Messaggioda Moret » mer gen 15, 2003 17:35 pm

Ciao,
volevo comprare qualche titolo della vivalda e mi incuriosivano i libri dei pionieri dell'alpinismo ottocentesco, tipo il tedesco Lammer con "Fontana di giovinezza" o gli inglesi dell'Alpine Club (Mummery & co..).
Qualcuno ha letto qualcosa? Consigli?

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Messaggioda Davide62 » mer gen 15, 2003 22:16 pm

Se ti piace la retorica all'ennesima potenza .....
.....hai trovato una vera e propria "bibbia". 8O
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Messaggioda Moret » gio gen 16, 2003 10:44 am

Grazie David62,
ma potresti essere un poco più esplicito?
Io avevo iniziato a leggere Mummery, ma non mi aveva entusiasmato.....hai letto Lammer?
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Messaggioda Davide62 » gio gen 16, 2003 15:58 pm

Moret ha scritto:Grazie David62,
ma potresti essere un poco più esplicito?
Io avevo iniziato a leggere Mummery, ma non mi aveva entusiasmato.....hai letto Lammer?
Moret

Mummery al confronto è un anticonformista, Lammer invece pone la grandezza dell'uomo che lotta con l'alpe, entità nemica e aliena.
La sua opera "Fontana di giovinezza" non l'ho letta, ma mi è capitato molte volte di leggere alcuni brani tratti dalla stessa e per l'appunto citati proprio per la loro ridondanza e retorica.
E' stato l'autore prediletto dai tedeschi, che ne hanno tratto un modello da seguire, il filone "eroico" tipico dell'alpinismo mittel- europeo trova le sue origini proprio dalla filosofia lammeriana, poi viene alimentato dal nazionalismo nazista che vede gli alpinisti germanici come eroi incontrastati e purissimi signori delle vette.
Credo che possa essere una lettura interessante, è un mio giudizio personalissimo, solo se si vuole arricchire il proprio bagaglio di letteratura alpina.
Mummery, nonostante il suo spiccato senso "classista" e terribilmente anglosassone, rimane leggermente più moderno e "digeribile", ma sinceramente Lammer nei miei scaffali non lo vorrei.
Ciao
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Messaggioda Zio Vare » gio gen 16, 2003 16:03 pm

Davide62 ha scritto:Mummery al confronto è un anticonformista, Lammer invece pone la grandezza dell'uomo che lotta con l'alpe, entità nemica e aliena.

... scusate l'espressione: CHE PALLE CHE DEV'ESSERE STA ROBA!!!
:lol:
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Messaggioda Davide62 » gio gen 16, 2003 16:09 pm

Zio Vare ha scritto:
Davide62 ha scritto:Mummery al confronto è un anticonformista, Lammer invece pone la grandezza dell'uomo che lotta con l'alpe, entità nemica e aliena.

... scusate l'espressione: CHE PALLE CHE DEV'ESSERE STA ROBA!!!
:lol:

L'hai detto!!!!!!!!
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Messaggioda Moret » gio gen 16, 2003 16:51 pm

Grazie Davide62,
sei stato chiarissimo!!
Mi sa che lascerò Lammer in libreria....
:( :(

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Messaggioda pf » ven gen 17, 2003 12:35 pm

Ricordo che Asimov diceva che prima del 45 e a partire dal 1900 c'era un'atmosfera da tutti contro tutti, per cui ogni genere letterario ne era condizionato se non contaminato. Nella fantascienza gli alieni erano sempre dei mostri, per esempio. E nelle avventure ciò che si scopriva era sempre duro, violento, ostile etc...figuriamoci nell'alpinismo, dove peraltro, con l'equipaggiamento che avevano, le salite dovevano essere davvero sempre una sofferenza.
Anch'io trovo pallosi i libri di quel genere, mentre ho trovato incredibile il libro Endurance ( quello della Corbaccio), secondo me assolutamente alpinistico. Lì quello che accade agli uomini è incredibile, tuttavia la natura non diventa mai un nemico, nessuno la insulta o le domanda perchè.
Fabio

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Messaggioda Moret » ven gen 17, 2003 13:51 pm

Ciao fabio,
mi ero incuriosito su Lammer e company xche contemporanei del mio autore di montagna preferito, lo scrittore triestino J.Kugy che, pur essendo un pioniere anche lui (scalava tra 1885 e 1910), ti assicuro nei suoi libri ha ben poco da spartire con queste visioni della natura, della lotta con l'alpe o con il classismo snob alla Mummery. anzi, nelle sue pagine emerge una bellissima visione romantica della natura, dei monti e dei compagni di ascensione, che è quello che cercavo in qualche altro libro. Endurance non lo conosco, ma adesso che mi hai messo la pulce nell'orecchio vorrei saperne qualcosa di +.....

grazie

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Messaggioda Davide62 » ven gen 17, 2003 16:16 pm

palmafabio ha scritto:... nelle avventure ciò che si scopriva era sempre duro, violento, ostile etc...figuriamoci nell'alpinismo, dove peraltro, con l'equipaggiamento che avevano, le salite dovevano essere davvero sempre una sofferenza.
.

Si, indubbiamente salire montagne in quelle condizioni aveva una componente di alea grandissima, ciò non toglie che nessuno mai come Lammer abbia esaltato in maniera davvero barocca la lotta e la sfida con la morte.
Ci sono scrittori ancor più "antichi", e cito Horace Benedict de Sassure, scienziato ginevrino del '700, che nonostante le durissime "lotte contro l'Alpe assassina" hanno conservato nei loro scritti una freschezza, una spontaneità e una contemporaneità che ancor oggi (prosa e vocaboli un pò desuedi a parte), si fanno leggere volentieri.
Non ho mai sopportato il sillogismo "scalo le vette e sono un superuomo", lo trovo davvero di un'incredibile boria.
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Messaggioda Moret » ven gen 17, 2003 17:32 pm

Davide62 ha scritto:[Non ho mai sopportato il sillogismo "scalo le vette e sono un superuomo", lo trovo davvero di un'incredibile boria.


condivido pienamente :!:

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Messaggioda lavoisier » sab lug 10, 2004 13:30 pm

Sto leggendo "Fontana di giovinezza" in questi giorni, o meglio, sto cercando faticosamente di andare avanti.
Retorica all'ennesima potenza, esaltazioni della virtù eroica dell'uomo che va solo incontro alla montagna e alla morte...
L'unica cosa veramente interessante sono le descrizioni dei metodi (veramente pionieristici e...a culo) usati: nessun tipo di sicurezza!
Addirittura in un capitolo racconta di come, dopo essere caduto in un crepaccio, riesce ad uscirne gradinando la parete!
Da quel che ho capito, il Lammer girava specialmente da solo, non utilizzando altro che piccozza e ramponi nel periodo invernale. Lui stesso ammette che si rifiutava risolutamente di chiedere alle guide che trovava nei posti dove andava informazioni circa lo stato del ghiaccio e cose simili. Insomma, sicuramente un pezzo d'archeologia...se si riesce a scremare dalla scrittura pesantissima.
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Messaggioda cuorpiccino » lun lug 12, 2004 9:02 am

Io ho letto fontana di giovinezza. Diciamo che ti devi porre nello stato mentale giusto. Da un certo punto di vista si potrebbe dire "un viaggio di ricerca" su come a quei tempi l'alpinismo era pensato e vissuto in certi ambienti. Nel suo modo di affrontare l'alpinismo, Lammer è quasi un'icona di follia, imprudenza, sfida continua contro la montagna. Nonostante tutto ciò, è morto vecchio nel suo letto.
Il più grande alpinista è quello che si diverte di più
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Messaggioda Enzolino » lun lug 12, 2004 9:56 am

Complimenti a Cuorpiccino.
Di libri che ho iniziato a leggere e non ho finito ce ne sono molto pochi ma, sebbene parli di esperienze alpinistiche, "Fontana di Giovinezza" e' uno di questi!
Per me era troppo pesante, pieno di retorica e quasi totalmente privo di quella freschezza, serenita' e consapevole leggerezza che, fortunatamente, ha caratterizzato l'approcio alla montagna qualche decennio piu' tardi. Insomma, sebbene potrei condividere un certo atteggiamento di Lammer i rare circostanze, per me era veramente eccessivo!
In conclusione, come icona dell'alpinismo eroico estremo si potrebbe leggere, ma ... du palle!!!

Ciao

Lorenzo
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Messaggioda cuorpiccino » lun lug 12, 2004 14:44 pm

Titolo: Arrampicarsi all'inferno
1962 titolo originale The Climb Up to Hell
Autore: Jack Olsen
Pagg. 322 con 30 fotografie fuori testo b/n
Editore: Longanesi, 2° Edizione italiana, Milano 1964
Collana: "La vostra via sportiva" direttore Gianni Brera

Questo è un bel libro, per chi vuole atterrirsi di racconti di alpinismo terribili.
Il link porta alla recensione sul sito di intraisass

http://www.intraisass.it/recstor13.htm
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