l'esplorazione...

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

l'esplorazione...

Messaggioda paolo 76 » mer set 22, 2004 13:46 pm

E per di piu' la "disciplina nuova" che era l'arrampicata e che si stava affrancando dall'alpinismo 25 anni fa, oggi e' uno sport in cui gli spazi per la scoperta si sono ridotti, (come e' ovvio perche' i pionieri di quella che io chiamo l'epoca d'oro, hanno ampiamente esplorato).
Loro erano come Colombo, come Magellano, come Cook.. noi al massimo possiamo prendere i biglietti dell'aereo, ma non e' la stessa cosa...


Mi permetto di quotare Pietro per lanciare un sassolino.
Secondo me, pur concordando sul fatto che loro erano i magellano dell'epoca, mi vien da pensare che l'addomesticamento dell'arrampicata così ben evidenziato da Pietro sia in realtà, x gran parte, frutto di nostre costruzioni e non di una situazione reale. Per esempio prova ne sia il numero "esorbitante" di ripetizioni che ha avuto la casarotto allo spiz di lagunaz da quando è uscita la nuova guida delle pale. In altre parole, quello che voglio dire, è che gli spazi liberi (che in questo caso significa anche sconosciuti) sono ancora moltissimi, solo che ci siamo abituati bene: relazione alla mano e presuntuosa voglia di portatre a casa la salita piuttosto che girare per crode, sono i fattori che hanno realmente ucciso l'avventura. Io per primo sono ormai un paio d'anni che mi porto dietro due progetti di vie nuove in dolomiti, ma l'incognita di non riuscire, il lungo avvicinamento, la strizza di finire nelle peste, mi hanno (fin'ora) fatto desistere. Possibile che io sia un gran fifone e che i veri alpinisti che tanto sentono il bisogno di avventura vera non abbiano mai visto luoghi ancora "selvaggi" (Pietro, sia chiaro, non è riferito a te! :wink:). Ma quanti hanno girato a piedi le zone satelliti dei grandi massicci, e son tornati a casa con la convinzione che non ci sia più nulla da fare?? Secondo me pochi.
Possibile che, x es., i satelliti della Marmolada (da cima dell'uomo alla vallaccia) siano da considerare già zone esplorate (ma idem per il Larsec e il Lagorai)?? ... me bala n'ocio... (= non ci credo).

Rispetto all'epoca d'oro dell'alpinismo abbiamo sicuramente due grossi vantaggi: i materiali e la possibilità di arrivare ovunque in poco tempo. Il resto può ancora assomigliare a ciò che trovavano gli Alpinisti (:wink:). Chiaro che se si parte con la relazione a memoria l'esplorazioe resta a casa e rimane solo la ripetizione della via.

Che ne dite?
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Re: l'esplorazione...

Messaggioda Herman » mer set 22, 2004 13:54 pm

paolo 76 ha scritto:Che ne dite?


Che nel mio piccolo e limitatamente alle falesie hai ragione, spesso girando in auto vedo numerose pareti di bianco calcare e mi dico "dovrei andare a farci un giro perchè ci sono delle belle linee"...

Poi quando ho tempo preferisco andare ad arrampicare rimandando a quando piove l'esplorazione e quando piove preferisco andare in garage ad allenarmi o fare dell'altro...

Sono d'accordo con te, pareti e satelliti ce ne sono molte, forse si è un po' comodi o forse il modello "consumistico" ha intaccato anche il mondo dell'alpinismo e dell'arrampicata...
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Re: l'esplorazione...

Messaggioda aculnaig » mer set 22, 2004 14:09 pm

paolo 76 ha scritto:
E per di piu' la "disciplina nuova" che era l'arrampicata e che si stava affrancando dall'alpinismo 25 anni fa, oggi e' uno sport in cui gli spazi per la scoperta si sono ridotti, (come e' ovvio perche' i pionieri di quella che io chiamo l'epoca d'oro, hanno ampiamente esplorato).
Loro erano come Colombo, come Magellano, come Cook.. noi al massimo possiamo prendere i biglietti dell'aereo, ma non e' la stessa cosa...


Mi permetto di quotare Pietro per lanciare un sassolino.
Secondo me, pur concordando sul fatto che loro erano i magellano dell'epoca, mi vien da pensare che l'addomesticamento dell'arrampicata così ben evidenziato da Pietro sia in realtà, x gran parte, frutto di nostre costruzioni e non di una situazione reale. Per esempio prova ne sia il numero "esorbitante" di ripetizioni che ha avuto la casarotto allo spiz di lagunaz da quando è uscita la nuova guida delle pale. In altre parole, quello che voglio dire, è che gli spazi liberi (che in questo caso significa anche sconosciuti) sono ancora moltissimi, solo che ci siamo abituati bene: relazione alla mano e presuntuosa voglia di portatre a casa la salita piuttosto che girare per crode, sono i fattori che hanno realmente ucciso l'avventura. Io per primo sono ormai un paio d'anni che mi porto dietro due progetti di vie nuove in dolomiti, ma l'incognita di non riuscire, il lungo avvicinamento, la strizza di finire nelle peste, mi hanno (fin'ora) fatto desistere. Possibile che io sia un gran fifone e che i veri alpinisti che tanto sentono il bisogno di avventura vera non abbiano mai visto luoghi ancora "selvaggi" (Pietro, sia chiaro, non è riferito a te! :wink:). Ma quanti hanno girato a piedi le zone satelliti dei grandi massicci, e son tornati a casa con la convinzione che non ci sia più nulla da fare?? Secondo me pochi.
Possibile che, x es., i satelliti della Marmolada (da cima dell'uomo alla vallaccia) siano da considerare già zone esplorate (ma idem per il Larsec e il Lagorai)?? ... me bala n'ocio... (= non ci credo).

Rispetto all'epoca d'oro dell'alpinismo abbiamo sicuramente due grossi vantaggi: i materiali e la possibilità di arrivare ovunque in poco tempo. Il resto può ancora assomigliare a ciò che trovavano gli Alpinisti (:wink:). Chiaro che se si parte con la relazione a memoria l'esplorazioe resta a casa e rimane solo la ripetizione della via.

Che ne dite?


Dico che abbiamo anche molto altro.
Cioè forse non è solamente una questione di un coraggio scomparso o di un alpinismo consumistico mordi e fuggi.
Forse il problema è che gli alpinisti di una volta non avevano molte altre opportunità, chissa se Piussi...il mio eroe ad esempio...potendo studiare, viaggiare, cononscere avrebbe preferito una comoda via ripetuta ad una lunga e faticosa nuova linea che toglie tempo e spazio a tutto il resto.
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Messaggioda pietrodp » mer set 22, 2004 14:35 pm

Col concetto di esplorazione non intendevo, sia chiaro, solo quella geografica.
Certo, anche l'esplorazione geografica e' importante, e oggi ad esempio dalle mie parti non e' assolutamente piu' possibile trovare una significativa parete di fondovalle che sia vergine, su cui nessun alpinista o arrampicatore abbia messo gli occhi, le mani, i chiodi.
In montagna spazi ce ne sono ancora, dietro l'angolo delle pareti alla moda, pero', ripeto, non e' esattamente questo cio' di cui stavo parlando nella mia citazione presa dall'altro post:
stavo invece parlando di una dimensione esplorativa che ha vissuto una fortunata generazione e che coinvolgeva tutto un altro ordine di cose:
- innanzitutto il poter esplorare -a livello tecnico- i limiti ancora sconosciuti di una disciplina che stava nascendo
- poi il poter provare l'ebbrezza di "rompere" con una tradizione alpinistica radicata da decenni, e con i vecchi matusa che la praticavano, forti delle novita' sensazionali che la nuova disciplina portava con se'
- poi ancora il trovare la forza e la motivazione di vivere liberi, passare i propri anni migliori tra campeggi di fortuna e bivacchi improvvisati, senza pensare al domani e senza alcun'altra preoccupazione che quella di scalare.

A questo punto quoto Acul:

aculnaig ha scritto:Dico che abbiamo anche molto altro.
Cioè forse non è solamente una questione di un coraggio scomparso o di un alpinismo consumistico mordi e fuggi.
Forse il problema è che gli alpinisti di una volta non avevano molte altre opportunità, chissa se Piussi...il mio eroe ad esempio...potendo studiare, viaggiare, cononscere avrebbe preferito una comoda via ripetuta ad una lunga e faticosa nuova linea che toglie tempo e spazio a tutto il resto.


..la penso un po' come lui, e aggiungo che, anche vivendo a Yosemite nei favolosi '70, magari non avrei comunque avuto il coraggio di vivere di aria e di scalata (cio' non toglie che mi sarebbe piaciuto vederla anche da seduto ai margini, quell'epoca! :roll: )
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Messaggioda erik. » mer set 22, 2004 14:36 pm

aculnaig ha scritto:
paolo 76 ha scritto:
E per di piu' la "disciplina nuova" che era l'arrampicata e che si stava affrancando dall'alpinismo 25 anni fa, oggi e' uno sport in cui gli spazi per la scoperta si sono ridotti, (come e' ovvio perche' i pionieri di quella che io chiamo l'epoca d'oro, hanno ampiamente esplorato).
Loro erano come Colombo, come Magellano, come Cook.. noi al massimo possiamo prendere i biglietti dell'aereo, ma non e' la stessa cosa...


Mi permetto di quotare Pietro per lanciare un sassolino.
Secondo me, pur concordando sul fatto che loro erano i magellano dell'epoca, mi vien da pensare che l'addomesticamento dell'arrampicata così ben evidenziato da Pietro sia in realtà, x gran parte, frutto di nostre costruzioni e non di una situazione reale. Per esempio prova ne sia il numero "esorbitante" di ripetizioni che ha avuto la casarotto allo spiz di lagunaz da quando è uscita la nuova guida delle pale. In altre parole, quello che voglio dire, è che gli spazi liberi (che in questo caso significa anche sconosciuti) sono ancora moltissimi, solo che ci siamo abituati bene: relazione alla mano e presuntuosa voglia di portatre a casa la salita piuttosto che girare per crode, sono i fattori che hanno realmente ucciso l'avventura. Io per primo sono ormai un paio d'anni che mi porto dietro due progetti di vie nuove in dolomiti, ma l'incognita di non riuscire, il lungo avvicinamento, la strizza di finire nelle peste, mi hanno (fin'ora) fatto desistere. Possibile che io sia un gran fifone e che i veri alpinisti che tanto sentono il bisogno di avventura vera non abbiano mai visto luoghi ancora "selvaggi" (Pietro, sia chiaro, non è riferito a te! :wink:). Ma quanti hanno girato a piedi le zone satelliti dei grandi massicci, e son tornati a casa con la convinzione che non ci sia più nulla da fare?? Secondo me pochi.
Possibile che, x es., i satelliti della Marmolada (da cima dell'uomo alla vallaccia) siano da considerare già zone esplorate (ma idem per il Larsec e il Lagorai)?? ... me bala n'ocio... (= non ci credo).

Rispetto all'epoca d'oro dell'alpinismo abbiamo sicuramente due grossi vantaggi: i materiali e la possibilità di arrivare ovunque in poco tempo. Il resto può ancora assomigliare a ciò che trovavano gli Alpinisti (:wink:). Chiaro che se si parte con la relazione a memoria l'esplorazioe resta a casa e rimane solo la ripetizione della via.

Che ne dite?


Dico che abbiamo anche molto altro.
Cioè forse non è solamente una questione di un coraggio scomparso o di un alpinismo consumistico mordi e fuggi.
Forse il problema è che gli alpinisti di una volta non avevano molte altre opportunità, chissa se Piussi...il mio eroe ad esempio...potendo studiare, viaggiare, cononscere avrebbe preferito una comoda via ripetuta ad una lunga e faticosa nuova linea che toglie tempo e spazio a tutto il resto.


Secondo me c'è un'altra importante considerazione da fare:il prestigio che porta nuova via.
è vero che ci sono ancora linee e posti da esplorare ma purtroppo come dici tu sono satelliti o sperduti in angoli remoti di gruppi piu' famosi....
...non dimentichiamo che molto spesso c'è presente una certa dose di egocentrismo e voglia di fare una cosa ancora mai fatta in molti fuoriclasse e non...
ad esempio se penso a Bole o ad Huber in dolomiti non mi vengono in mente grandi e mitiche aperture bensi' penso alle loro imprese come "prime" grandi ripetizioni in libera o free-solo di vie classiche.....
A mio parere l'avventura si puo' trovare anche ripetendo e difficilmente si potranno ancora aprire delle grandi classiche in stile classico (scusate la ripetizione)....forse ci saranno ancora delle nuove grandi aperture in stile moderno soprattutto se aperte in stile Wenden....Hard,long and Free....
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Messaggioda pietrodp » mer set 22, 2004 15:31 pm

Mah, secondo me l'evoluzione andra' ancora avanti, anche nello stile che il mio amico mpz123 chiama "classico"... :wink:
ma ancora non e' questo di cui parlavo quando ho scritto le frasi riportate da Paolo: io dicevo solo che una stagione di scoperta come quella vissuta dai pionieri del free-climbing e', probabilmente, irripetibile!!
Per tutto un contorno di cose, non solo per una questione geografica ne' tecnica: prima di tutto invece proprio per lo stile di vita che in molti luoghi al mondo si instauro' in quel periodo (forse perche' l'arrampicata ben si prestava ad una vita bohemien, un po' hippie, un po' vagabonda).
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Messaggioda aculnaig » mer set 22, 2004 17:09 pm

pietrodp ha scritto:Mah, secondo me l'evoluzione andra' ancora avanti, anche nello stile che il mio amico mpz123 chiama "classico"... :wink:
ma ancora non e' questo di cui parlavo quando ho scritto le frasi riportate da Paolo: io dicevo solo che una stagione di scoperta come quella vissuta dai pionieri del free-climbing e', probabilmente, irripetibile!!
Per tutto un contorno di cose, non solo per una questione geografica ne' tecnica: prima di tutto invece proprio per lo stile di vita che in molti luoghi al mondo si instauro' in quel periodo (forse perche' l'arrampicata ben si prestava ad una vita bohemien, un po' hippie, un po' vagabonda).


Ho capito benissimo di cosa parli, ma la tua idea è troppo radicata a QUEL stile e quel periodo.
Per questo dico che secondo me è ripetibile! Non solo credo che quello stesso periodo è la ripetizione di un altro.
Certo sono diversi tra di loro.
La differenza sta nel viverlo.
Se ti lasci sfuggire il tuo ti tocca vivere quello degli altri.
Tu stesso hai detto che non saresti riuscito a vivere di sola aria e arrampicata.
E' ovvio, abbiamo tante cose oggi da fare...la nostra amicizia ne è una prova.

Quando ho iniziato ad arrampicare ho vissuto un periodo che non mi vergogno a dire sia stato il mio Yosemite.
Anche con voi mi accade lo stesso....arampicata, manovre di corda, cime, gri-gri. 6a-6c-7a resting no resting e ancora battute, vino, birra, amici, risate, nuovi posti, nuove facce poi arte, letteratura, musica, scienza, esperienze e viaggi e tutto!....Spider!!! :lol:
C'è tanto al mondo, tante cose oggi noi sappiamo e possiamo condividere!!
Bho ogni volta che sto con voi, andiamo ad arrampicare e poi a mangiare e si parla si discute e si ride, si prova la via ma non viene, e uno dice una cosa e un altro parla di un libro....io così ho il mio Yosemite...e mi piace da matti! :wink:
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Messaggioda Davide62 » mer set 22, 2004 17:17 pm

E' un gran bell'argomento e necessita di una risposta pertinente e intelligente.
Ho inteso ciò che voleva dire Pietro, vorrei poter farvi sentire ciò che provavo, quando senza una relazione o un nome in mente, andavo sulle cime facili del Monte Bianco.
Ogni angolo, ogni cresta era un terreno inesplorato per me.
Sempre in quegli anni, o forse prima, vicino a casa in montagna c'era (e c'è ancora) un canalone, fatto di roccette e di erba ripida.
Salirlo era come inoltrarmi in un universo fatto di scoperte.
Ma questa non è una risposta intelligente , è una sensazione distante nel tempo e che non riesco più a recuperare.
Ha ragione Pietro quando dice che alcuni momenti sono passati e irripetibili.
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Messaggioda pietrodp » mer set 22, 2004 18:32 pm

:)
Ok, d'accordo con Gian e Davide, tutti abbiamo vissuto in una qualche misura la nostra Yosemite, la nostra esplorazione dell'arrampicata (che coincide col momento dell'apprendistato, quando si scopre un mondo: quando uno non ha piu' niente da imparare, magari non si diverte piu'.. :? .. Per fortuna che io ho ancora tanto da imparare :wink: ).

Ma io comunque nel post citato da paolo76 parlavo dell'Eta' dell'Oro che ha vissuto l'Arrampicata con la A maiuscola, e non la nostra piccola arrampicata :wink:
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Messaggioda erik. » gio set 23, 2004 11:10 am

pietrodp ha scritto::)
Ma io comunque nel post citato da paolo76 parlavo dell'Eta' dell'Oro che ha vissuto l'Arrampicata con la A maiuscola, e non la nostra piccola arrampicata :wink:


Non avevo capito bene quale voleva essere il fulcro del discorso....
sono abbastanza concorde con il pensiero di Pieri e ho avuto le stesse idee leggendo la vita di Lin Hyll....
...la cosa che piu' mi ha colpito non è tanto il genere di vita che facevano i vari personaggi in Yosemite e dintorni ma la "particolarità" e quasi la "sofferenza" al mondo esterno di tutti loro...
ho assaporato che piu' che una scelta coraggiosa la loro sia stata l'unica possibilità per sentirsi realizzati nella vita e per dimostrare a se stessi il loro valore e il loro coraggio....
Penso anche che questo sia comune a molti forti arrampicatori che come tutti gli artisti sono sicuramente persone "particolari".
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Messaggioda aculnaig » gio set 23, 2004 12:01 pm

Io forse sono andato fuori tema (tanto per cambiare :lol: )
ma avrei ancora qualcosa da dire, non volevo contrapporre ne paragonare la nostra piccola Yosemite con il periodo d'oro che citi tu (tra la'ltro molto affascinante).
Volevo dire che sono così preso dal mio tempo, da quello che faccio, dalle opportunità che il mondo mi offre che non riesco a vedere la fine di questa esplorazione.
Anche se io oggi decidessi di smettere di arrampicare inizierei qualcosa di altrettanto eccitante....e io in questo vedo lo Yosemite.
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