
-arrampicata in falesia e boulder: si parla dell'evoluzione di questa disciplina, e con un po' di "arroganza giovanile" (mi passate il termine, assolutamente bonario e senza accezione negativa?) sostiene, diversamente da molti, che siamo lontani dal limite, almeno finché i singoli sono possibili (come pare in molti progetti al top oggi), e quindi concatenare i movimenti dei tiri più difficili è solo questione di resistenza;
-tecnica e materiali: interrogato su possibili evoluzioni, ipotizza gomme speciali per tipo di roccia e/o per la stagione;
-allenamento: se non ti motiva uno forte come lui che ti scrive "penso che i maggiori miglioramenti che io possa ottenere nella mia arrampicata riguardino la forza, la flessibilità e la mentalità", non so cosa ci voglia per schiodarti dal divano;
-arrampicata in generale: affronta questioni etiche legate all'uso dei cosiddetti kneepad (ginocchiere, ma credo più precisamente imbottiture/fasciature per la coscia per i bloccaggi), o alle sikature nelle falesie.
Insomma, carne al fuoco per discutere ce n'è parecchia nell'articolo.

Il ragazzo è veramente in gamba, e nonostante l'avessi trovato un po' glaciale in altri video/interviste, apprendo con piacere che invece potrebbe essere un tipo alla mano, che "soffre" del fatto che la gente non si approcci a lui o sia timorosa/reverenziale solo perché è Alex Megos. Me lo rende più simpatico -e già mi stava simpatico quando diceva "se sono caduto, non è certo per il caldo, l'umido o altro, significa solo che non ero abbastanza forte"
