Vado con un amico con cui ne abbiamo fatte tante in montagna, ma che per un motivo o per l'altro non vedevo da un po'. Lui ora gioca a inseguire il grado e sta frequentando più assiduamente i monotiri, con mio grande diletto nel prenderlo per il culo (s'è pure preso il gri-gri, rob de mac!). Oggi comunque una mezza giornata in falesia ci sta alla grande.
Arriviamo e l'amico (che ha una certa sovrastima di me) inizia a parlare coi vicini descrivendo imprese leggendarie: cime a 6000 metri, vie maledette di misto, notti appese in parete. Io cerco di farlo tacere, che poi altrimenti ci tocca dimostrare anche qualcosa. Mai lui va avanti e rincara la dose. Io ironizzo, cerco di cambiare discorso. Ma niente, è ormai lanciatissimo!
Partiamo ad arrampicare, partiamo mooolto bassi: 4c, 5a, 5b, altro 5a, ancora 5a (quelli faccio, eh!).
Poi attacchiamo un 5c (molto facile nel complesso, la difficoltà è tutta in due passaggi, quasi un bulder). Parto, giungo lì sotto e... al buchino da infilare arrivo mea! Prendo un lamone a sinistra, salgo come posso, cerco di allungare la mano, tocco il buco, ma quella roba non la tengo nemmeno se ci metto l'attak.
Sotto sento il mio amico che racconta dello spigolo nord in invernale, vorrei lanciargli addossi tutti i rinvii che ho nell'imbrago, uno dietro l'altro. Ma ormai è troppo tardi, sono lì appeso come un verme a quel maledetto 5c!
Mentre mi faccio calare, sfoglio mentalmente a velocità supersonica il vostro topic delle scuse del climber, ma nessuna è adatta... così una sola roba riesco a sbiascicare: "casso te devo di: nculet!".
Però una qual certa consolatio l'ho avuta poco dopo, quando ho sentito due scesi da un 6c dire: adesso siamo pronti per qualche torrione in Grignetta, facciamo il corso di alpinismo per imparare a fare le doppie e andiamo.
E allora l'ho pensato, come il cajano dell'apposito tocip: io di torrioni ne ho già fatti un cifro, FF di minchia, TIE'!
