Viaggiare per scalare, viaggiare per imparare

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Viaggiare per scalare, viaggiare per imparare

Messaggioda cuorpiccino » gio dic 04, 2003 15:40 pm

Spostarsi dal proprio orticello casalingo, di boulder, falesie e montagne, permette di conoscere realtà differenti dalla nostra e, spesso, di confrontarci con passaggi, vie, salite "di riferimento", di capire chi "è forte" e chi "non è forte", di capire quale è lo stile "giusto" e quale no.
20 anni fa Buoux, Finale, il Verdon erano posti irrinunciabili per chi scalava in falesia, la sud della Marmolada il Civetta lo sono stato per chi arrampicava in montagna, così come il Monte Bianco, dall'altra parte delle Alpi, fontainebleu lo è stato per qualunque boulderista al mondo.
Questi posti hanno ancora il fascino e il significato di 20 anni fa o no? Ci sono posti "irrinunciabili", oggi, per ciò che rappresentano per l'arrampicata? E' cambiato il mondo dell'arrampicata, sono cambiati i posti o sono diventato troppo vecchio?
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Messaggioda fab » gio dic 04, 2003 16:01 pm

viaggiare per scalare... o sclare per viaggiare.....
la trovo veramente l'essenza di questo magnifico sport!
ti permette di vedere paesaggi nuovi, nuove culture, conoscere tanta gente, e sopratutto mettersi alla prova!
fantastico amo questo sport con tutto ciò che ne consegue, se avessi tempo lo dedicherei tutto ad andare lontano da casa mia!
e per quanto riguarda le vie di riferimento.. è stupendo affrontare un itinerario che detiene anche un valore storico, lo sento ancora più mio!
Sotto l'8c so tutti sentieri...

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Messaggioda pietrodp » gio dic 04, 2003 16:05 pm

Io direi che i posti che hai nominato sono ancora dei riferimenti, anche se piu' appannati rispetto al passato (si pensi a Finale.. in molti casi la scalata e' troppo.. tecnica per le tendenze attuali), ma ovviamente sono sorte nuove mecche, nuove falesie di riferimento, e penso al Ceuse, a Siurana, o a Cresciano per i blocchi, tutti posti dove uno forte va per confrontarsi con le migliori realizazioni del momento, o anche altri posti come le falesie inglesi o la val di Mello dove molti ormai vanno in pellegrinaggio per riscoprire uno stile. Per la montagna la Marmolada non muore mai, poi c'e' il Ratikon, il Wenden... insomma io penso che i riferimenti ci siano, alcuni durano piu' a lungo di altri, basta cercarli.

Forse 15 o 20 anni fa la ricerca del confronto attraverso il viaggio per scalare era piu' sentita perche' l'arrampicata era meno globale: si erano sviluppate tante scuole differenti in posti differenti e non c'era ancora uniformita' negli stili, nell'etica, nelle gradazioni, percio' era ancora piu' importante viaggiare per trovare il confronto.
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Re: Viaggiare per scalare, viaggiare per imparare

Messaggioda Rock » ven dic 05, 2003 11:10 am

cuorpiccino ha scritto:Spostarsi dal proprio orticello casalingo, di boulder, falesie e montagne, .....
Questi posti hanno ancora il fascino e il significato di 20 anni fa o no?
Secondo me sono ancora carismatici

Ci sono posti "irrinunciabili", oggi, per ciò che rappresentano per l'arrampicata?
Dipende un pò come affronti il mondo verticale per me ce ne sono di posto irrinunciabili

E' cambiato il mondo dell'arrampicata, sono cambiati i posti o sono diventato troppo vecchio?
Secondo me il mondo verticale è cambiato ma non per i posti ma per l' ideologia dell' arrampicata, ovviamente la mia deduzzione e solo per esperienza indirette (letture, racconti etc.). I posti ci sono vecchi e nuovi ma lo spirito è cambiato, tanta + competività sportiva (in sintesi il grado) e poco all' avventura (spedizione o grande ascensione)
Tu vedi delle cose e chiedi: perchè?
Ma io sogno di cose che non ci sono mai state, e che forse non ci saranno mai, e dico: perchè no?
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Messaggioda pf » ven dic 05, 2003 11:19 am

Non ho mai scalato in Verdon ( ma l'ho percorso in...body rafting!) e la ritengo una grave mancanza. Voglio assolutamente colmarla!
Sono stato contento di salire una via storica di Finale due anni fa, e sarei ancora più contento di salirne qualcuna a Totoga, che ritengo essere la falesia italiana più carica di storia: l'anno scorso ho salito Lucertola schizofrenica, ma tirando solo due lunghezze, e mi sono ripromesso di tornarci perchè i monotiri adiacenti erano superbi.
Giudicando dalle foto, mi attira Voralpsee, ovviamente Ceuse, e un bel pò di posti americani.
Ratikon e Wenden sono un altro mondo, per bellezza ed estetica. Qualsiasi falesia sparisce al loro confronto, e soltanto le foto di Trango, Yosemite e, perchè no, quelle recentissime del Marocco mi hanno dato gli stessi brividi.
Quanto al discorso livello...ogni volta che cambi falesia il primo approccio è un pò così, per esempio la Sardegna ha fama di essere generosa nei gradi ma affrontando i tiri di valore non ho proprio trovato differenza fra Jerzu, Cala Gonone, Finale, Lecchese; quando un tiro è difficile, lo è dappertutto! Infatti io chiedo sempre il nome del primo salitore...
Infine sono strafelice di arrampicare qualche settimana all'anno in Val Masino, è il posto più bastonante che abbia mai conosciuto e forse per questo ci sono molto affezionato.
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Messaggioda Maurizio » ven dic 05, 2003 11:19 am

Bel tema cuorpiccino!

secondo me è tutto immutato. Guardandosi intorno il mondo è ancora bello come non mai e vale la pena, oggi come ieri, di scoprirlo. Sono cambiate però le persone, ed è innegabile che le sale boulder, ad esempio, abbiano portato un nuovo modo di fare scalata, più vicino ad un normale dopolavoro che a quello che noi abbiamo conosciuto negli anni '80.
Non è il caso però di disperarsi, le cose son destinate a cambiare, e verrà il giorno che ai giovani climber i sassetti nel bosco vicino a casa non basteranno più.

ciao

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Messaggioda simo il 4 CG » ven dic 05, 2003 11:35 am

è l'avventura, l'esplorazione che da un senso al tutto
è bellissimo alzarsi alla mattina e pensare che sarà un giorno in montagna di avventura, di scoperta, di emozioni forti
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Messaggioda cuorpiccino » ven dic 05, 2003 11:38 am

Ci sono tanti posti che non conosco, che vorrei vedere per la loro importanza storica, Yosemite su tutti, ma anche Fontainebleu, altri semplicemente perché sono belli. Ma non è che viaggiare per scalare è una scusa, o alla fine si viaggia per viaggiare? o meglio non è che viaggiare per scalare è uno stile di vita (o una droga)?
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Messaggioda simo il 4 CG » ven dic 05, 2003 11:57 am

che bello sarebbe viaggiare e scalare e basta!!!
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Messaggioda Roberto » ven dic 05, 2003 12:06 pm

Sono un abitudinario, faccio fatica a staccarmi dai luoghi a cui mi lego, sia per affezione che per comodità.
Forse è per questo che l'impulso di viaggiare mi è sopraggiunto improvviso, come se avessi avuto bisogno di una lunga maturazione.
Ora che mi avvio verso l'improcrastinabile declino, ho mille progetti e sono preso dalla frenesia dell'esplorazione, del viaggio, proprio ora che certi impegni famigliari, rendono la cosa difficile... Ma è forse questo nuovo bisogno, che mi da la carica per vivere.
Non so come reagirò, quando certe cose non potrò più farle, quando sarò costretto a ridimensionare i miei sogni, non so se sarò capace di adattarmi!
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Messaggioda mauri » ven dic 05, 2003 12:07 pm

Uno degli aspetti più affascinanti di quest'attività è proprio questo. Ti porta a viaggiare, conoscere nuovi posti, nuova gente, confrontarsi per imparare.
I luoghi che hai citato (Boux, Cimai, Verdon, Fointaunbleau, Ailefroide, ecc) sono stati, e rimangono dei punti di riferimento. Solo chi è alla ricerca ossessionante del "grado" è costretto a rimanere nel proprio giardinetto.
Quando ero un po' più giovane, andavo molto in giro a scalare, ora per una serie di problemi, a fatica riesco a fare un paio d'ore d'auto per andare a Cresciano o a Ceuse, ma non smetto mai di sognare, appena sarò un po' più tranquillo, riprenderò a viaggiare. Voglio ritornare nei vecchi posti "storici" e nei nuovi! :wink:
8) Che te lo dico a fare?! 8)
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Messaggioda Spider » ven dic 05, 2003 12:34 pm

Mah, io amo così tanto viaggiare alla scoperta di posti e persone nuove che l'arrampicata "da viaggio" mi sembra quasi una "perdita di tempo".

Mi spiego: ho fatto parecchi viaggetti arrampicatori, ma mi sono reso conto che alla fine, la cosa che nel viaggio mi era piaciuta di meno era sempre l'arrampicata!
Nel senso, alla fine mi ricordo più i luoghi, le persone, le sensazioni... l'arrampicata passava sempre in secondo (o terzo, o quarto...) piano.

Diciamo che per me l'arrampicata è un pretesto per vedere posti e gente, sicuramente non è il fine di un viaggio.

Ad esempio, uno dei miei sogni è andare in Australia.
Figurarsi se, quando spenderò qualche migliaio di euri per il viaggio e avrò solo 2-3 settimane per vedere un continente intero, sprecherò delle giornate preziose arrampicando!
E lo stesso ragionamento, più in piccolo, mi ritrovo a farlo sempre più spesso...
...le uniche eccezioni sono le gite arrampicatorie in compagnia di amici "veri", ma, anche lì, non vado tanto ad arrampicare, quanto a passare delle giornate in compagnia all'aria aperta.

Ok, lapidatemi pure! :roll: :wink: :lol:
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Messaggioda Silvia L. » ven dic 05, 2003 12:51 pm

Io ho viaggiato un po' sia prima che dopo il "battesimo" verticale, e' dai tempi del liceo che praticamente un giretto a scalare da qualche parte fuori casa lo faccio io anno, adesso faccio fatica a partire senza scarpette al seguito e mi pento delle occasioni non colte o colte male, come ad esempio Fointaibleau nel 1986, con scarpette e pof ma senza tenenza :cry: (Il crash all'epoca non esisteva 8O ) .

Penso che come si va ad ammirare una citta' d'arte, per noi climber visitare una falesia "storica", vedere una via che ha rappresentato qualcosa, magari provarla e' fondamentale. Poi si torna sempre all'ovile di casa, ma sicuramente "cresciuti".

Quindi VIA A PREPARARE LO ZAINO!!! (Fosse cosi' semplice :( )

Certo che a tornare oggi a Buoux sai gli schiaffi che mi riprenderei :oops:
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Messaggioda mauri » ven dic 05, 2003 12:59 pm

Silvia L. ha scritto:Penso che come si va ad ammirare una citta' d'arte, per noi climber visitare una falesia "storica", vedere una via che ha rappresentato qualcosa, magari provarla e' fondamentale. Poi si torna sempre all'ovile di casa, ma sicuramente "cresciuti".

Quindi VIA A PREPARARE LO ZAINO!!! (Fosse cosi' semplice :( )

Certo che a tornare oggi a Buoux sai gli schiaffi che mi riprenderei :oops:

Mi piace! :wink:
Sono stato a Bleau 3 volte e nel giorno di scarico ho visitato Parigi. Città stupenda, meravigliosa, ma mentre ero in giro, con le dita e i muscoli dolenti, il mio pensiero era già al settore che avrei visitato il giorno dopo e quante bustine di Aulin avrei dovuto prendere per non sentire i dolori.
8) Che te lo dico a fare?! 8)
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Messaggioda aculnaig » ven dic 05, 2003 14:25 pm

io non conosco tanti posti, ma tra le cose che mi affascinano di più dell'arrampicata sono gli spostamenti, la possibilità di conoscere nuove persone....possibilmente non del forum :lol:
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Siiii Viaggiare...

Messaggioda 23piddu » mer dic 10, 2003 12:41 pm

Anche ora dopo un bel po di viaggi non riesca a smettere...e anzi vedere delle nuove immagini di nuove pareti e posti mi fanno pensare quanto tanto ho da scoprire........
Certo faccio un po a cazzotti :oops: con le esigenza della mia vita ma basta mettermi in viaggio anzi solo preparare lo zaino e subito rinasco :)
Continuo a partire ed a scoprire nuove sensazioni...legati ai posti storici e non.... :D
"Combattuto spesso, perduto a volte,
abbattuto mai";)
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Messaggioda faccino » mer dic 10, 2003 17:19 pm

Ho appena provato la sensazione del viaggio per andare ad arrampicare, è completamente diverso da ogni altro tipo di viaggio... Non vai a vedere dei posti, vai ad intergire con loro.
E' stupendo sapere la storia e contribuire ad essa.
Altre volte sono partito per andare ad arrampicare ma la sensazione che mi ha dato fontainebleau è stata diversa, quasi totalizzante: quando ero li in mezzo ai sassi non era importante chi c'era o cosa faceva, l'iportante era il misurarsi con qualcosa di talmente bello da essere irreale.
La salita è conoscenza, la discesa verità.
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Messaggioda Enzolino » mer dic 10, 2003 19:51 pm

Per me viaggiare e' come andare al mare.
Non basta bagnarsi lo sguardo di onde, orizzonte e cielo, ma anche il corpo e l'anima devono "bagnarsi", essere parte del paesaggio ... essere il paesaggio.

In maniera simile l'arrampicata ci permette di contemplare scenari incredibili non solo con gli occhi, ma anche col corpo. Essere parte di quella parete infinita e bellissima.
Il rischio e', comunque, quello di avere il paraocchi, di vedere solo il paesaggio fisico e non quello culturale, sociale ed etnico.

Viaggiare da un lato relativizza le problematiche locali, ma dall'altro le assolutizza in quanto ci fa capire che sono belle nella loro unicita'.

Viaggiare aiuta a creare ponti tra la nostra visione e quella degli altri. Aiuta a creare scambio e, quindi, ricchezza.

Viaggiare fa capire che in fondo il nostro tetto e' semplicemente un pezzo di cielo stellato.
Eppure, paradossalmente, ogni tanto ho bisogno di tornare a "casa". Per recuperare me stesso, le mie radici, perche' viaggiando troppo a volte ci si relativizza, ci si perde e bisogna ritrovarsi.

Ciao

Lorenzo
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Messaggioda valbelluna » gio dic 11, 2003 9:13 am

scalare per schiodare, scalare per piombare
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Messaggioda sergio teresi » gio apr 08, 2004 12:07 pm

Ciao Valbelluna,

mi sembra di capire che sei un amante del duro chidato lungo; ha fatto una della tante vie aperte dai tuoi conterranei bellunesi Valmassoi, Svaluto, Da Pozzo (Gigi), Dall'Omo? Oppure di Hainz, tipo le vie sulla GeierWand o la sua via sul Sass dla Crusc, perché lì, te lo assicuro di chidi da togliere ce ne sono pochi...

Comunque stimo da tua etica "parca" anche se è un po' "Classista" e ricorda anche l'annosa diatriba tra Alpinisti di Città e local montanari...


S
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