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L'orrido di Chianocco
...o forse l'orrendo orrido di Chianocco?
Questa che vi apprestate a leggere non è una vera new, anche perchè va a trattare un argomento che non riguarda propriamente l'attualità delle ulitme ore, ma merita secondo noi un attimo di riflessione. Col sopraggiungere del mese di luglio, sotto la grande spinta principalmente di Roberto Mochino, che ha subito trovato grandi consensi e sostegno nelle figure di Stefano "Stecca" Catalano e del sottoscritto Giacomo Negro, si è deciso di rispolverare dal cilindro delle falesie della Val Susa lo spot dell'Orrido di Chianocco, luogo storico molto frequentato un po' di tempo fà (un po' tanto...) e ultimamente caduto nell'oblio più totale della comunità arrampicante torinese. Questo in parte a ragione, perchè in questa zona vige il divieto di arrampicata da gennaio e giugno, per le solite questioni della nidificazioni dei rapaci (chi dovesse comunque avere notizie dei rapaci in questione, è pregato di farlo sapere, ci sono anche trasmissioni televisive che si occupano di casi di scomparsa...). Ma a ragione in parte, perchè nel resto dell'anno, la scalata è possibile, nonostante voci di corridoio perlassero anche di un ulteriore divieto per il resto dell'anno, per cause ancora da chiarire. Non che si sia obbligati ad andare a scalare dove piace a noi, questo sia chiaro fin da subito, ognuno va dove gli pare, ma una falesia a 40 minuti da Torino, dove si può scalare su calcare a buchi degno di posti ben più rinomati come Buoux o il Frankenjura (non sto esagerando, provare per credere!!), sarebbe veramente da non farsela scappare! Ma tutto questo serve per arrivare a dire cosa? sapendo, voi che leggete, quanto gli arrampicatori in primis siano sensibili al rispetto per l'ambiente in tutte le sue forme, e quanto poco incidano sul paesaggio i segni della scalata (dalle tracce di magnesite agi spit e catene di sosta), capirete quale possa essere il mio sdegno nel vedere come il più bell'orrido della Val Susa sia stato rovinato da quella c....a (leggi CAGATA) di una ferrata che hanno attrezzato! al di là dei primi pensieri che possono venire in mente, e cioè "ma uno che arrampica dà fastidio e uno cha sale su una scala a pioli di ferro, attraversa un ponte tibetano tirato con cavi d'acciaio e prosegue dall'altro lato, no?", è meritevole di menzione l'accortezza utilizzata nella realizzazione di tale opera, con impatto ambientale catastrofico (vale di nuovo il provare per credere), per materiali utilizzati, percorso scelto e quant'altro vi venga in mente. Tutto questo senza tenere nel minimo rispetto le vie d'arrampicata già esistenti, alcune delle quali si trovano ora troncate dal percorso ferrato. Tutto questo troviamo che rappresenti un ottimo esempio di come buttare nel cesso qualche "manciata" di euro, in nome di chissà quale ritorno economico, e in barba al millantato rispetto per l'ambiente (così facilmente sbandierato da troppi, ma da così pochi veramente applicato) e alla faccia di noi scalatori, presi in giro fin così troppo apertamente...vivssimi complimenti a chi di dovere! Claimbingneverdaaaiiissssss
Data di pubblicazione: 27/07/2005 0.00.00
