il rischio...

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda sax » mer giu 28, 2006 18:52 pm

No ragazzi, scusate!!!! E' vero che ognuno in montagna fa quello che vuole.....tanto, male che vada ci sono quei coglioni del Soccorso Alpino che ti tirano giu', e pure gratis.....fosse per me che sono uno di quei coglioni che rischia la pelle, chi attacca una via tardi e soprattutto una grande via (per esempio sulla Trieste..) in quelle condizioni meteo meriterebbe di friggere.....ma stiamo scherzando? Si puo' scherzare con la propria pelle (anche questo e' discutibilissimo), ma non con quella degli altri! SCUSATE LO SFOGO......
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Messaggioda cialtrone » mer giu 28, 2006 19:15 pm

cuorpiccino ha scritto: Avete mai avuto amici o conoscenti colpiti da un fulmine? capita ogni tanto, anche seguendo tutti i comportamenti consigliati.
Ecco. Quoto quel fesso di Cuorpiccino per rispondere allo psicoterapeuta Paino.
L'acqua in montagna fa un gran bene.
La neve poi, non ne parliamo.

Ma, caro Paino, se l'acqua viene da nubi a sviluppo verticale, chiamati cumulinembi, è associata ad altra roba. Che non bagna: incenerisce.

Eddunque.

Il succo del discorso è questo, per quel che mi riguarda, senza boria nè astio verso categoria alcuna:

- nessuno mai riuscirà ad eliminare il rischio OGGETTIVO che esiste nell'andare per monti. Rischio oggettivo che esiste in qualsiasi attività umana che parte dal respirare stesso, ma che, QUANTITATIVAMENTE, si accumula maggiormente in alcune topologie di azione. Nello specifico, andare per monti è OGGETTIVAMENTE PIU' RISCHIOSO CHE GIOCARE A TRESETTE.

- è possibile eliminare del tutto il rischio soggettivo. Se vado a fare una nord con le espadrillas, il pericolo sono io, soggettivamente. Il suicidio in questi casi è un rimedio preciso.

- è possibile minimizzare il rischio oggettivo, legato alla forzante esterna (leggi ambiente), ma non eliminarlo. Tentando di applicare conoscenze e metodi. Uno dei rischi oggettivi maggiori è il tempo meteorologico. Da tutti i punti di vista. Inverni secchi producono condizioni differenti sulla roccia che inverni piovosi (esempio). Qualsiasi azione del tempo ha connnessioni dirette, indirette, lineari, non lineari, sui monti, nel tempo. E, per di più, anche sui protocristiani che salgono e scendono per roccette più o meno facili, più o meno fixate, più o meno chiodate.

- uno dei metodi più utilizzati per minimizzare il pericolo oggettivo alpino è la conoscenza delle previsioni meteo, in maniera adeguata, e appropriata. Ad aprile l'acqua che prendi sul Gran Carro è quantitativamente identica a quella che pigli a luglio. Ma i processi che la generano sono completamente differenti. Uno non prevede fulmini, l'altro si. Seguendo questo esempio, io ad aprile sul gran Carro ci vado, dal punto di vista della precipitazione, se acquosa, assolutamente tranquillo. So eventualmente cosa mi aspetta di ALTRO. Ovvero ISOLO IL PROBLEMA FULMINAZIONE. Non c'è. Chiamasi processo conoscitivo, lo stesso che prevede che se lo piglio in culo una volta, la seconda ed anche la terza so cosa mi aspetta. Se vado a luglio, sul Carro, posso comunque accertarmi se l'acqua che prenderò prevede fulmini. Se no, ISOLO ANCORA IL PROBLEMA. Se si, NESSUNO MI IMPEDISCE DI ANDARE IN MONTAGNA. Devo però essere consapevole che non CADRÀ SOLO ACQUA. Altrimenti faccio la figura del deficiente. Analoga figura di chi va in Dolomiti senza martello. In Dolomiti si va con il martello. Poi, una volta che so questa cosa, posso farne a meno, ACCETTANDO IL RISCHIO, OVVERO ALZANDO LA SOGLIA DI MINIMIZZAZIONE DEI PERICOLI.

Cuorpiccino ha scelto una strada che ha un SENSO, da questo punto di vista. Danno temporali, oggi. Io NON MI MUOVO. Accetta a CARO PREZZO LA MINIMIZZAZIONE DEL RISCHIO. Ma Cuorpiccino, motivo per cui ho quotato in toto il suo scritto, SA, CONOSCE, cosa significa il sostantivo "TEMPORALE".
Enzolino ha scelto una strada che ha un senso. Oggi danno temporali. Vado in montagna a 5 minuti da un rifugio a fare monotiri. Se inizia a piovere, ho fisicamente il tempo per scendere, grattarmi i coglioni, e ritornare nel rifugio. MINIMIZZA IL RISCHIO, CON UNA SOGLIA PERÒ PIÙ ELEVATA RISPETTO A CUORPICCINO, MA IN COMPENSO IL PREZZO È MINORE: NON STA A CASA E SCALA. La soglia è più alta perchè, evidentemente, una volta arrivato al rifugio, non è più protetto che essere a Milano. Se cade un fulmine, la possibilità che colpisca il rifugio è maggiore che non quella che colpisca una abitazione in Milano. In aiuto vengono la fisica meteorologica, e la statistica. E non la sfiga, si badi, NON LA SFIGA.

Ci sono ovviamente migliaia di sfumature per fare questo giochino. Ma la coperta ha dimensioni finite, e quindi se tiri da una parte, scopri dall'altra.

Conclusione.
Ognuno faccia quel C@ZZO, QUEL GRAN C@ZZO CHE VUOLE, IN MONTAGNA.

MA, AGGIUNGO IO, ED È L'UNICA COSA CHE AGGIUNGO, SAPENDO PERÒ BENE COSA SI APPRESTA A FARE, IN CHE CONDIZIONI, E A CHE PREZZO.
ALTRIMENTI, caro Paino, SEI (singolare maiestatis) SOLAMENTE UN POVERO PIRLA. IN CERCA DI GUAI.
L'ignoranza costa sempre, ovunque, e comunque.

Chi riesce a farne a meno, della conoscenza, e gli va sempre bene, diventa un eroe.

Non entro nel merito, poi, del fatto che l'ignoranza in questo senso comporta poi l'intervento di persone che devono venirti a prendere. E che sanno assolutamente bene in che guaio si stanno infilando. Ma è solo un esempio. Non vorrei dare adito alla solita polemica che chi viene a prenderti lo fa per mestiere etc.etc... e chi glielo fa fare etc.etc...

Pisandlov, fratelli.
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Messaggioda biemme » mer giu 28, 2006 19:25 pm

ciao,
penso che molti, un temporale vero in montagna nn l'hanno vissuto "in diretta", ed è forse per questo che hanno verso i fulmini un atteggiamento a dir poco "sufficiente"

domenica siamo usciti su una cima minore del Gran Sasso col cielo completamente sereno e sotto un sole infernale: proprio all'ultimo tiro, alle nostre spalle è iniziato a tuonare di brutto e s'è formato un bel cumulo in un attimo, come solo in gran sasso e in dolomiti (caro grizzly)ho visto accadere, e purtroppo non raramente : mentre i miei soci in cima mi porgevano la mano del bergheil, non glie l'ho data, promettendo di farlo solo sul sentiero, e li ho letteralmente costretti a uscire DI CORSA dalla linea di cresta, ancora con le scarpette ai piedi (tanto io ero salito con gli scarponi :wink: 8) )

raggiunto il sentiero (per chi lo conosce, il ventricini all'altezza della nord della II spalla), tuonava ben bene, il nero si avvicinava in fretta da campo imperatore verso di noi, e mentre un paio di cordate si affrettavano a scendere in doppia lungo le calate della II spalla, ho visto il primo di una cordata di tre persone (erano le 16,20 circa :? ) attaccare, da terra, in totale serenità, una delle vie spittate sulla nord (mollosa grossezza, mi sembra)...arrivati alla seggiovia pioveva...la Provvidenza ha voluto che smettesse presto...

penso non ci sia nulla da dire, se non che il buon sax e chiunque di noi ha qlc esperienza di soccorso alpino, è inutile che si sfoghi così, perchè esisteranno sempre persone come questi tre, come quelli che attaccano la torre venezia alle 12, come quelli che s'incrodano su una scarpata di III grado perchè "in falesia faccio il 6b", come quelli che fanno scialpinismo "per corrispondenza" e rigorosamente senza arva, ecc.ecc.ecc... il soccorso alpino lavora (quasi sempre) per loro :?

ciao
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Messaggioda federicopiazzon » mer giu 28, 2006 19:29 pm

cialtrone ha scritto:
cuorpiccino ha scritto: Avete mai avuto amici o conoscenti colpiti da un fulmine? capita ogni tanto, anche seguendo tutti i comportamenti consigliati.
Ecco. Quoto quel fesso di Cuorpiccino per rispondere allo psicoterapeuta Paino.
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Ma, caro Paino, se l'acqua viene da nubi a sviluppo verticale, chiamati cumulinembi, è associata ad altra roba. Che non bagna: incenerisce.

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Il succo del discorso è questo, per quel che mi riguarda, senza boria nè astio verso categoria alcuna:




- nessuno mai riuscirà ad eliminare il rischio OGGETTIVO che esiste nell'andare per monti. Rischio oggettivo che esiste in qualsiasi attività umana che parte dal respirare stesso, ma che, QUANTITATIVAMENTE, si accumula maggiormente in alcune topologie di azione. Nello specifico, andare per monti è OGGETTIVAMENTE PIU' RISCHIOSO CHE GIOCARE A TRESETTE.

- è possibile eliminare del tutto il rischio soggettivo. Se vado a fare una nord con le espadrillas, il pericolo sono io, soggettivamente. Il suicidio in questi casi è un rimedio preciso.

- è possibile minimizzare il rischio oggettivo, legato alla forzante esterna (leggi ambiente), ma non eliminarlo. Tentando di applicare conoscenze e metodi. Uno dei rischi oggettivi maggiori è il tempo meteorologico. Da tutti i punti di vista. Inverni secchi producono condizioni differenti sulla roccia che inverni piovosi (esempio). Qualsiasi azione del tempo ha connnessioni dirette, indirette, lineari, non lineari, sui monti, nel tempo. E, per di più, anche sui protocristiani che salgono e scendono per roccette più o meno facili, più o meno fixate, più o meno chiodate.

- uno dei metodi più utilizzati per minimizzare il pericolo oggettivo alpino è la conoscenza delle previsioni meteo, in maniera adeguata, e appropriata. Ad aprile l'acqua che prendi sul Gran Carro è quantitativamente identica a quella che pigli a luglio. Ma i processi che la generano sono completamente differenti. Uno non prevede fulmini, l'altro si. Seguendo questo esempio, io ad aprile sul gran Carro ci vado, dal punto di vista della precipitazione, se acquosa, assolutamente tranquillo. So eventualmente cosa mi aspetta di ALTRO. Ovvero ISOLO IL PROBLEMA FULMINAZIONE. Non c'è. Chiamasi processo conoscitivo, lo stesso che prevede che se lo piglio in culo una volta, la seconda ed anche la terza so cosa mi aspetta. Se vado a luglio, sul Carro, posso comunque accertarmi se l'acqua che prenderò prevede fulmini. Se no, ISOLO ANCORA IL PROBLEMA. Se si, NESSUNO MI IMPEDISCE DI ANDARE IN MONTAGNA. Devo però essere consapevole che non CADRÀ SOLO ACQUA. Altrimenti faccio la figura del deficiente. Analoga figura di chi va in Dolomiti senza martello. In Dolomiti si va con il martello. Poi, una volta che so questa cosa, posso farne a meno, ACCETTANDO IL RISCHIO, OVVERO ALZANDO LA SOGLIA DI MINIMIZZAZIONE DEI PERICOLI.

Cuorpiccino ha scelto una strada che ha un SENSO, da questo punto di vista. Danno temporali, oggi. Io NON MI MUOVO. Accetta a CARO PREZZO LA MINIMIZZAZIONE DEL RISCHIO. Ma Cuorpiccino, motivo per cui ho quotato in toto il suo scritto, SA, CONOSCE, cosa significa il sostantivo "TEMPORALE".
Enzolino ha scelto una strada che ha un senso. Oggi danno temporali. Vado in montagna a 5 minuti da un rifugio a fare monotiri. Se inizia a piovere, ho fisicamente il tempo per scendere, grattarmi i coglioni, e ritornare nel rifugio. MINIMIZZA IL RISCHIO, CON UNA SOGLIA PERÒ PIÙ ELEVATA RISPETTO A CUORPICCINO, MA IN COMPENSO IL PREZZO È MINORE: NON STA A CASA E SCALA. La soglia è più alta perchè, evidentemente, una volta arrivato al rifugio, non è più protetto che essere a Milano. Se cade un fulmine, la possibilità che colpisca il rifugio è maggiore che non quella che colpisca una abitazione in Milano. In aiuto vengono la fisica meteorologica, e la statistica. E non la sfiga, si badi, NON LA SFIGA.

Ci sono ovviamente migliaia di sfumature per fare questo giochino. Ma la coperta ha dimensioni finite, e quindi se tiri da una parte, scopri dall'altra.

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MA, AGGIUNGO IO, ED È L'UNICA COSA CHE AGGIUNGO, SAPENDO PERÒ BENE COSA SI APPRESTA A FARE, IN CHE CONDIZIONI, E A CHE PREZZO.
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minnnnnnchia se ti quoto!!!!! :!: :!: :!:

comunque mioccugggino aveva un amico che è morto giocando a tressette...
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Messaggioda sax » mer giu 28, 2006 19:37 pm

No no. i VOLONTARI del Soccorso Alpino. non lo fanno per mestiere. fanno parte della ristretta (o larga?.... :roll: ) cerchia dei coglioni che credono in quello che fanno (chi glielo fa fare? ), certo che se chi va in montagna lo facesse con un minimo di sale in zucca, sarebbe meglio per tutti! Ragazzi, il temporale in montagna non e' solo acqua e freddo....e' molto piu' rischioso di quello che credete, basta una scarica a 30 metri e lo spostamento d'aria ti fa volare via come una foglia.....perche' prendersi rischi inutili? solo perche' il giorno di ferie e' quello e si deve portare a termine a tutti i costi la salita preventivata? Io penso che piuttosto a monte ci sia una scarsa conoscenza della montagna e dei rischi a cui si va incontro (vedi il meteo), per come la vedo io, non vale la pena rischiare, se non ci sono le condizioni meglio le gambe sotto il tavolo..... :wink:
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Messaggioda sax » mer giu 28, 2006 19:42 pm

Ah BIEMME! (che presumo stia per Bruno M.) non mi hai detto domenica che avevi aperto una via nuova sulla terza spalla! Forse per questo hai offerto il caffe' a tutti! :lol: Per l'occasione almeno una birra!!!!
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Messaggioda grizzly » mer giu 28, 2006 20:04 pm

A me ?sta storia di tirar fuori il Soccorso Alpino che si sacrifica per dei coglioni che vanno in montagna non mi quadra? come se ad uno che parte per le ferie vai a spiattellargli le statistiche sugli incidenti d?auto e dirgli? bravo bravo vai? intanto poi c?è l?ambulanza che viene a raccogliere i pezzi?
Indicare la prudenza in montagna è giusto e lecito.
Però ogni singolo caso richiede una valutazione. Sennò si fa come le vecchie nonne che raccomandano sempre la prudenza? una giaculatoria abbastanza inutile.
Io ho detto e ripeto che se mi si parla di Noire, con tempo incerto a breve, è da pazzi anche solo pensare di partire.
Però non è generalizzabile. La pioggia bagna sempre e i fulmini t?accappiano, ma delle valutazioni si possono e si devono fare.
Se non si compiono mai per paura di sbagliare e si rinuncia, ad ogni previsto temporale pomeridiano, si combina poco in montagna d?estate. Non si sceglie mai.
Ed è nell?ordine delle cose che una valutazione possa a posteriori rivelarsi sbagliata, ma perché è stata appunto una valutazione, se no ci sarebbe nemmeno stato da valutare.
Poi certo nasce spontanea la domanda perché rischi? Ma è una domanda, oserei definire insulsa, come chiedere perché scali?
A questo punto si dovrebbe solo più partire per vie da mezza giornata con meteo stabile. Una course di più giorni in autonomia diventa quantomeno esecrabile! Perché esistono previsioni meteo oggettive ad una settimana? Dieci giorni? Alla faccia del problema conoscitivo?
Ma fatemi il piacere!
L?importante è sapere cosa si potrebbe affrontare, a quali scelte ci si può trovar davanti, essere consapevoli insomma di ciò che si fa. Del rischio insito nella nostra attività, in particolari condizioni. Al limite prevedere ed essere capaci di una ritirata. Certo che so che così "alzo la soglia di minimizzazione del pericolo". Cazzarola? saprò ben la differenza tra arrampicare alla Sbarua in una giornata tersa e una via in montagna, d?estate, che mi richiede due, tre giorni con meteo non troppo perfetto?
Pensare di azzerare il rischio assumendo la decisione di non scegliere, di rinunciare sempre e comunque per un principio di assoluto azzeramento del rischio mi sembra proprio un idea alpinisticamente balzana, se poi si accompagnata al moralismo del sacrificio di alcuni per altri poveri idioti mi sembra la solita idea bigotta che salta fuori.
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Messaggioda biemme » mer giu 28, 2006 20:09 pm

sax ha scritto:Ah BIEMME! (che presumo stia per Bruno M.) non mi hai detto domenica che avevi aperto una via nuova sulla terza spalla! Forse per questo hai offerto il caffe' a tutti! :lol: Per l'occasione almeno una birra!!!!


il mondo è piccolo :wink: .... ma la birra.... media, me la offrirai tu alla prox volta 8) :lol:
ciao
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ps : guarda che il caffè era per ricambiare daniele del giro di birre di sabato :wink: .... per una via così potevo offrire tutt'al più ....la mancia al cameriere 8)
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Messaggioda sax » gio giu 29, 2006 0:19 am

Bruno....vada per la birra, a un amico non si rifiuta mai.....e poi non ti schernire..una via nuova e' sempre una bella cosa! soprattutto se non passa 1 metro vicino a un'altra come ormai capita spesso..... Ciao! Fabio

GRIZZLY non ti scaldare.....si stava perlando di partire per vie lunghe in condizioni sfavorevoli......E poi sai....personalmente mi tirava sempre il culo (scusa il termine...) raccogliere pezzi in giro di gente che arrampicava come me.....anzi ho detto mi tirava perche' gia' da un tot non sto piu' nel soccorso.....Ciao!
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Messaggioda Val Ter » gio giu 29, 2006 9:53 am

Chi si bagna si becca del c******e da chi e' rimasto a casa.

Chi rimane a casa si becca del c******e da chi e' andato lo stesso e ha trovato bello.

Alla fine che si vada o non si vada tutti coglioni siamo.

Io per primo ovvio.


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Messaggioda Gianbo » gio giu 29, 2006 10:36 am

quoto le posizioni (pur sempre troppo antagoniste) di Cialtrone

e aggiungo un dettaglio
spesso l'incoscienza del rischio si sviluppa anche grazie al deleterio contributo di chi dovrebbe insegnare e non lo fa

il sottoscritto, qualche lustro or sono, si è fatto un corso CAI tenuto da fior fiore di istruttori che ha portato un gruppo di 20 persone inesperte a fare una ferrata (a giugno) sotto un incipiente temporale che si è poi trasformato in pioggia e neve (abbondante)

pensate forse che ci hanno fatto tornare indietro?

gli istruttori del CAI hanno ammazzato più gente dei temporali...
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Messaggioda Val Ter » gio giu 29, 2006 10:41 am

Gianbo ha scritto:gli istruttori del CAI hanno ammazzato più gente dei temporali...


E qualcuno c'ha anche provato gusto.


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Messaggioda grizzly » gio giu 29, 2006 11:01 am

Ma figurati, sax, se mi scaldo? però, a parer mio, non si parla solo più di partir o meno per vie lunghe con meteo brutto a breve? Non c?è stato nessuno che abbia mai detto che non è una idea da pazzi il farlo.
E intendiamoci, pazzi perché il raggiungimento dell?obiettivo alpinistico: ossia vetta con ritorno alla base, avrebbe pochissime probabilità di riuscita.
E? un discorso interessante, ma spessissimo condito da tutt?altro genere di considerazioni? La più banale è quella rappresentata da chi il lunedì vuol andare sulla nord delle Droites? poi il mercoledì comincia dire che il meteo non è tento bello, per arrivare al venerdì e sceglie la via a 20 minuti dall?auto, perché forse piove il pomeriggio?
Senz?altro non rischierà mai di rimanere sotto un temporale alle Droites? ma non mi rompa più il c***o con le Droites?
C?entra qualcosa questo con l??oggettività? delle previsioni meteo? Evidentemente no, se si ripete sistematicamente per settimane? mesi, anni.
Ora mi si dice che è la cosa, invece, più saggia da fare? io dico semplicemente che è l?idea più banale che viene in mente a chi in realtà non ha assolutamente per la testa di far vie impegnative in montagna.
Perché, volente o nolente, per arrivar a far vie di un certo impegno, occorre essere sicuri di sapersi muovere anche in situazioni di meteo sfavorevole, e non è che se per anni si è saliti la via spittata, attrezzata a calate con catene d?ormeggio, a mezz?ora dall?auto e ti trovi inguaiato sotto un temporale tiri fuori il manuale di sopravvivenza? di acqua devi averne già presa e esserne uscito più volte.
(Mi si dice per puro culo? ma se c?è culo c?è sfiga o no? No invece, la sfiga non esiste, solo l?ignoranza, invece il culo si? boh? Dilemmi epistemologici?)
Quindi da questo punto di vista, alpinistico, al momento di considerazioni UTILI ne son uscite poche? Si è scoperto che l?acqua bagna, i fulmini cadono in particolare d?estate e quindi? di non partire, mai. Così si è sicuri di non rischiare.
Altrimenti, se va bene, si è eroi?
A me interesserebbe invece, senza moralismi, eroi e altre altisonanti minchiate, entrare nel merito di come compiere una valutazione, nella reale possibilità oggettiva di essa.
E anche, anziché affidarsi sempre alla (non) decisione di non partire, penso sia più utile ragionare su come pianificare eventuali possibilità di ritirate, strategie di percorsi, orari, tempi di percorrenza, materiali, tecniche? insomma ragionare su cosa fare per uscire da eventuali guai e di come essere preparati per applicarli, per minimizzare il rischio in una situazione dove la soglia di minimizzazione del pericolo si è elevata senz?altro.
Il dire solo e sempre stai a casa, così sicuro non ti metti nei guai? e se vai non è che la dimostrazione della tua beata ignoranza, ornata da un più o meno velato ardimento d?antan? è fuori luogo con l?alpinismo.
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Messaggioda Val Ter » gio giu 29, 2006 11:08 am

Ue' grizzly t'sei an camin che t'diventi n'filosofo.

Lasme fa' l'riassunto per chi ca l'ha nen voja da lesi tut.

Lu fasu an italian, va', parei a capisu tuti.


"Chi vuol fare trova sempre modo.

Chi non vuol fare trova sempre una scusa."


Ciau ne'.


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Messaggioda yinyang » gio giu 29, 2006 11:20 am

OT

gri, secondo me, per un pessimista (quale io sono) la risposta è si:
esiste il culo ma non la sfiga

cioè se ti va bene, c'hai culo
se ti va male, non è sfiga, è quello che dovevi aspettarti
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Messaggioda Wagoo » gio giu 29, 2006 11:28 am

Personalmente però più che preoccuparmi dei fulmini generalmente quando mi son ritrovato ad arrampicare sotto la pioggia temevo le scariche di sassi,la ben più alta possibilità di caduta del primo di cordata e il calo fisico dovuto dal freddo... Di persone folgorate ne ho sentito parlare solo riguardo alle vie ferrate.
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Messaggioda andreag » gio giu 29, 2006 11:54 am

Wagoo ha scritto:Personalmente però più che preoccuparmi dei fulmini generalmente quando mi son ritrovato ad arrampicare sotto la pioggia temevo le scariche di sassi,la ben più alta possibilità di caduta del primo di cordata e il calo fisico dovuto dal freddo... Di persone folgorate ne ho sentito parlare solo riguardo alle vie ferrate.



Ma per favore.... se non capite 'na emerita cippa statevi zitti almeno invece di sparare cassate a caso....
:evil: :evil: :evil:

Scusate, ma su 'sta cosa dei temporali estivi ci ho il nervo scoperto, sottovalutarli è un grave errore che non si dovrebbe assolutamente commettere.
Finiteci in mezzo a uno su qualche cima una volta sola, e se ne uscite vivi vedrete che non vi dimenticherete più di cosa vuol dire sentirsi il centro di un tiro al bersaglio in cui solo se hai culo non vieni preso....
:? :? :?


Per quelli poi che dicono che bisogna sempre andare, poi si vede quel che succede, e che il rischio fulmini non è poi così alto, ricordo che un anno fa il povero Lorenzo Massarotto, non l'ultimo alpinista della domenica, ha perso la vita per un fulmine che lo ha colpito e sbalzato giù dalla cima su una stupida guglia delle piccole dolomiti dopo aver fatto una vietta di cinque tiri di quarto grado giusto perchè le previsioni davano temporali e quindi non voleva impegnarsi su una via più lunga...
:cry: :cry: :cry:

Andrea
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Messaggioda sax » gio giu 29, 2006 12:04 pm

Uffa.... La solita storia di chi ce l'ha con gli istruttori del CAI......volete capirlo o no che non si puo' generalizzare? :roll: Nelle Scuole del CAI c'e' gente competente e anche meno competente, come in tutte le strutture di volontariato in Italia.....Diciamo che dipende da chi manda avanti la baracca (Il Direttore), la preparazione tecnica e didattica degli istruttori! Caro Giambo, quello che hai descritto esserti successo in un corso CAI e' diciamo (per essere delicati) disdicevole, ma ti posso assicurare che non e' assolutamente la regola! Nella mia Scuola non sarebbe sicuramente successo, perche' la prima cosa che ci interessa trasferire ai ragazzi che vengono, e' il rispetto della montagna in tutte le sue forme.

GRIZZLY sono completamente daccordo con te.......l'essenziale e' essere in grado di valutare appieno quello che si fa.... :D
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Messaggioda Max Z. » gio giu 29, 2006 12:12 pm

Wagoo ha scritto:Di persone folgorate ne ho sentito parlare solo riguardo alle vie ferrate.


Si vede che non leggi abbastanza... :twisted:

Mi permetto, visto che avevo iniziato questo topic e da qualcuno secondo me continua ad essere travisato.
Io ho beccato parecchie volte acqua, grandine e neve in parete. Questo era maltempo, ho fatto le doppie, oppure se non conveniva sono uscito dalle via, non ho a dire il vero paura di prendere acqua e freddo, è una cosa a cui tutto sommato credo dui essere preparato. Se l'acqua arriva mentre sei in camini e colatoi e ovvio che devi cercare una via di fuga laterale, per il pericolo di sassi ecc.
Ma il pericolo, mi riferisco soprattutto a Grizzly, qui non è il maltempo che l'alpinista preparato dovrebbe saper affrontare. Tutte le previsioni possono sbagliare ed una perturbazione può arrivare parecchie ore prima del previsto oppure tu puoi metterci parecchie ore più del previsto a salire.
Ma una perturbazione non è un temporale. Io non ho esperienza di alpi occidentali, non credo siano molto diverse dalle dolomiti in fatto di temporali.
Se tu ti trovi in un punto tanto elevato ed esposto come la torre Trieste o la torre Venezia durante un temporale improvviso, di quelli che si scatenano in mezzora partendo da una bella giornata di sole com'era sabato, fai da parafulmine. Non c'è storia, non è esperienza, bravura, preparazione, rischio che fa parte dell'alpinismo. Come può essere una via su roccia marcia, un tiro improteggibile, la neve, il ghiaccio. Non i fulmini. Qui è culo. Se non ce l'hai muori. E' successo al fratello di Messner, guida alpina, scaraventato fuori da una sosta in discesa dalle Torri del Vajolet (che non sono la Torre Trieste!!). E' successo, se non erro, a Massarotto al termine di una breve via sulle piccole dolomiti.
Il rischio, alla fine si basa sulle probabilità.
Se la probabilità che ti vada bene è alta si parla di sfiga, quando ti va male, se la probabilità che ti vada bene è bassa si parla di culo quando ti va bene.
Nei 2 esempi che ho fatto (Messner e Massarotto) probabilmente è sfiga, perchè era gente veloce uscita presto da vie brevi e per loro veloci, nell'esempio di sabato scorso è culo che tutto sia andato bene (credo, non ho letto i giornali..).
Ogni rischio, inoltre, si compone di una parte ponderabile ed una imponderabile. O, se vogliamo, di una componente soggettiva ed una oggettiva. Un tiro marcio o sprotetto generalmente è ponderabile. Se sei in gamba è più probabile che te la cavi. E' soggettivo. Un sasso che ti arriva addosso secondo me è una via di mezzo, ci sono situazioni in cui è molto poco probabile altre (cordate sopra di te su fessure friabili,per fare un esempio stupido dove puoi cercare di prestare attenzione, e sperare che il sasso non superi la resistenza del tuo caschetto.
I fulmini, per me, sono l'imponderabile.
Non mi interessa raccontare o leggere le diverse esperienze di "io ho affrontato temporali che voi umani non poterste neance immaginare", nè a raccontare le mie esperienze. Il fulmine è un pericolo OGGETTIVO che in certe situazioni può essere particolarmente alto. La pioggia, la roccia marcia, il freddo, arrampicare slegati, sono rischi SOGGETTIVI dipendono dalla tua preparazione, possono essere altissimi per qualcuno e bassissimi per un altro.
Quindi, per me, chi si caccia "consapevolmente" in una situazioine "da fulmini" come quella di sabato è un incosciente, punto e basta.
Ultima modifica di Max Z. il gio giu 29, 2006 12:18 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda sax » gio giu 29, 2006 12:15 pm

andreag ha scritto:
Wagoo ha scritto:Personalmente però più che preoccuparmi dei fulmini generalmente quando mi son ritrovato ad arrampicare sotto la pioggia temevo le scariche di sassi,la ben più alta possibilità di caduta del primo di cordata e il calo fisico dovuto dal freddo... Di persone folgorate ne ho sentito parlare solo riguardo alle vie ferrate.



Ma per favore.... se non capite 'na emerita cippa statevi zitti almeno invece di sparare cassate a caso....
:evil: :evil: :evil:

Scusate, ma su 'sta cosa dei temporali estivi ci ho il nervo scoperto, sottovalutarli è un grave errore che non si dovrebbe assolutamente commettere.
Finiteci in mezzo a uno su qualche cima una volta sola, e se ne uscite vivi vedrete che non vi dimenticherete più di cosa vuol dire sentirsi il centro di un tiro al bersaglio in cui solo se hai culo non vieni preso....
:? :? :?


Per quelli poi che dicono che bisogna sempre andare, poi si vede quel che succede, e che il rischio fulmini non è poi così alto, ricordo che un anno fa il povero Lorenzo Massarotto, non l'ultimo alpinista della domenica, ha perso la vita per un fulmine che lo ha colpito e sbalzato giù dalla cima su una stupida guglia delle piccole dolomiti dopo aver fatto una vietta di cinque tiri di quarto grado giusto perchè le previsioni davano temporali e quindi non voleva impegnarsi su una via più lunga...
:cry: :cry: :cry:

Andrea
Ripeto quello che ho gia' detto.....I fulmini sono una roulette russa, e' questione di culo.......io ho beccato tre temporali, (vi assicuro non cercati....capita) uno sulla torre Delago, lontano 1979, la settimana dopo nello stesso punto ci ha lasciato le penne Sigfried Messner, un'altro sul salame (terrificante! proprio in cima!) due settimane dopo sono morti in tre......il terzo all'uscita della scoiattoli alla Scotoni, metto le mani sulla cengia di uscita e una scarica (per fortuna superficiale) mi ha stecchito un braccio per piu' di due ore... HO AVUTO CULO!!! 8O E scusate se prima di partire ci penso due volte...... :lol: (non sara' mica che porto anche un po' sfiga?) :oops:
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