Fuga dal Monte Agner

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda quilodicoequilonego » mar ago 08, 2006 14:31 pm

se vi si rompe una corda voi chiamate l'elicottero, io non ci penso neanche
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
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Messaggioda yinyang » mar ago 08, 2006 16:07 pm

quilodicoequilonego ha scritto:se vi si rompe una corda voi chiamate l'elicottero, io non ci penso neanche


ah ecco, non avevo capito l'ironia :lol:
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Messaggioda giangi4 » mar ago 08, 2006 16:44 pm

Provo a dirti la mia virgy:
Una componente fondamentale dell'alpinismo e' la liberta'.
Quando sei in montagna vuoi sentirti libero, anche se magari libero non lo sei mai,
ma l'importante e' quello che senti dentro.
Per questo l'alpinista non puo' accettare le regole, come in altri ambiti.
E allora, se non ci sono regole, come giustifichi la differenza tra arrivare in cima
ad una montagna scalandola o in funivia?
E qui subentra l'etica...
Non so se mi sono spiegato!

E poi all'etica e' facile accostare le parole avventura, eroi, sacrificio, storia, ego, morale e via discorrendo e questo rinforza parecchio l'amor proprio di molti...

Poi per fortuna quella parola -- liberta' -- nessuno la puo' sconfessare
e quindi ognuno e' libero di avere l'etica che vuole.
Il risultato e' che ogni etica genera un gruppo o il contrario, oppure
uno fa come vuole javascript:emoticon(':wink:')
Wink.
ciao
Mai morire!
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Messaggioda Vroni » mar ago 08, 2006 18:48 pm

Aldino Inviato: Lun Ago 07, 2006 9:57 am Oggetto:

--------------------------------------------------------------------------------

Tornando invece all'argomento chiedere soccorsi, sentite questa, è bellissima.
Mi hanno raccontato (di prima mano) di un soccorso a una cordata in difficoltà sulla via degli Scoiattoli sulla Scotoni.
Il capocordata era arrivato in cengia, ma non è riuscito a fare una sosta . Per di più non riusciva a recuperare le corde, bagnate.
Che fare? Aiut alpin!!!!

Certo Aldino, hai ragione, ma ti sei dimenticato un particolare, e cioè che quel giorno c'era un temporale con tuoni e fulmini che non ti dico... E poi erano le ore 20.30 quando hanno chiamato, il che vuol dire o rimanere su la notte sotto i tuoni, fulmini e grandine, o chimare i soccorsi. :roll: Se, allora critico che chi va a fare vie del genere non si sappia arrangiare. 8O
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Messaggioda Trespass » mar ago 08, 2006 21:00 pm

yinyang ha scritto:
quilodicoequilonego ha scritto:se vi si rompe una corda voi chiamate l'elicottero, io non ci penso neanche


ah ecco, non avevo capito l'ironia :lol:


Occhio che quilodice e quilonega.... :lol:
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Messaggioda xee » mer ago 09, 2006 0:18 am

Trespass ha scritto:
yinyang ha scritto:
quilodicoequilonego ha scritto:se vi si rompe una corda voi chiamate l'elicottero, io non ci penso neanche


ah ecco, non avevo capito l'ironia :lol:


Occhio che quilodice e quilonega.... :lol:


:roll:

...mai fidarsi!

8O


:lol:
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Messaggioda Supergnàs » mer ago 09, 2006 9:42 am

quilodicoequilonego ha scritto:se vi si rompe una corda voi chiamate l'elicottero, io non ci penso neanche


Qui neanche s'era rotta la corda, vero Quilodicoquilonego? Dovevano restare appesi!

Immagine
Invece, chissà da quanto erano là come salami,
però chiamano i soccorsi appena prima del buio,
così, per complicare la vita al soccorso alpino.

Ma forse era per non essere visti e sputtanati dai turisti merenderos che hanno aspettato la notte fonda!
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Messaggioda quilodicoequilonego » mer ago 09, 2006 10:09 am

sembrano barzellette e invece.......

cmq come al solito il 90% della colpa è della stampa, che fa' passare per terribili imprevisti cose che vanno messe in preventivo in ogni salita

"per loro fortuna è arrivato l'elisoccorso..... " invece di "potevano e dovevano arrangiarsi ma era più comodo chiamare il soccorso e farsi portare al bar"

e magari quando ci scappa il ferito grave quello che serve per portarlo subito in ospedale, è in giro per ste puttanate, per quello che si è perso sul sentiero o quello che ha paura del freddo..... e l'altro intanto crepa
enzo
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Messaggioda Paolo Marchiori » mer ago 09, 2006 11:10 am

quilodicoequilonego ha scritto:se vi si rompe una corda voi chiamate l'elicottero, io non ci penso neanche


beh, dipende dalle situazioni, da dove sei, da quanti metri di corda resta utilizzabile. Se sei in mezzo a un paretone, sopra degli strapiombi, con ancora n metri da scalare e rimani con una corda inutilizzabile...io piuttosto che buttarmi di sotto, o scalare senza corda chiamo aiuto...
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Messaggioda Z » mer ago 09, 2006 11:24 am

virgy ha scritto: ma penso a come ci vogliono o a come ci vogliamo (senza dar la colpa agli altri).....tutti uguali, tutti con le stesse macchine che hanno gli stessi colori, tutti con gli stessi bisogni, con gli stessi desideri, con lo stesso cibo e gli stessi divertimenti, tutto deciso, inculcato e regolamentato....tutto, tutto....

non sarebbe bello che almeno la montagna potesse essere "vissuta" veramente da noi, in libertà, con buon senso, spontaneità e allegria?

Faccio un altro tentativo virgy, anche se mi pare che, contrariamente a quanto dici, tu abbia già una tua bella idea preconcetta che difficilmente potrà essere scalfita... :?
Perchè regole e libertà non possono essere coniugate?
Sembra un paradosso, ma ti sei mai chiesta se anche la libertà ha bisogno di regole?
Ti rispondo io: ce l'ha.
Provo con un esempio, in un ambito ristretto, senza andare nei massimi sitemi...
Gli scacchi. Ci sono alcune regole precise, inderogabili. All'interno di queste regole la libertà di ciascuno dei giocatori è assoluta. Hanno infinite possibilità. E nello stesso tempo la mossa di uno condiziona quella dell'altro.
Togliamo le regole dal gioco degli scacchi e il gioco stesso non esisterà più.
Nelle attività umane, semplicemente, la libertà (se intesa come totale arbitrio del singolo e assenza di regole) non esiste. E non può esistere. Da qui l'esigenza di individuare regole scritte condivise. E, dove questo non è stato ancora possibile, da qui il detto "la mia libertà finisce dove inizia la tua", cui però sfido chiunque a dare un senso compiuto, reale.
Pausa caffè :wink:
Z
 
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Messaggioda yinyang » mer ago 09, 2006 11:33 am

bravo Z!
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Messaggioda baston_contrario » mer ago 09, 2006 12:45 pm

Z ha scritto:Faccio un altro tentativo virgy, anche se mi pare che, contrariamente a quanto dici, tu abbia già una tua bella idea preconcetta che difficilmente potrà essere scalfita... :?
Perchè regole e libertà non possono essere coniugate?
Sembra un paradosso, ma ti sei mai chiesta se anche la libertà ha bisogno di regole?
Ti rispondo io: ce l'ha.
Provo con un esempio, in un ambito ristretto, senza andare nei massimi sitemi...
Gli scacchi. Ci sono alcune regole precise, inderogabili. All'interno di queste regole la libertà di ciascuno dei giocatori è assoluta. Hanno infinite possibilità. E nello stesso tempo la mossa di uno condiziona quella dell'altro.
Togliamo le regole dal gioco degli scacchi e il gioco stesso non esisterà più.
Nelle attività umane, semplicemente, la libertà (se intesa come totale arbitrio del singolo e assenza di regole) non esiste. E non può esistere. Da qui l'esigenza di individuare regole scritte condivise. E, dove questo non è stato ancora possibile, da qui il detto "la mia libertà finisce dove inizia la tua", cui però sfido chiunque a dare un senso compiuto, reale.
Pausa caffè :wink:


Scusa scusa... ma non mi trovi d'accordo.
Andar per rocce non avrebbe di per sè bisogno di regole codificate se non fosse per garantire la convivenza fra le persone, cioè per salvaguardare proprio quel principio per cui "la mia libertà finisce dove inizia la tua".

L'andar per rocce non è un'attività artificialmente costruita come può essere il gioco degli scacchi... è un istinto che l'uomo ha dentro di sè, e come tale non è soggetto a schemi precostituiti.
Vedo una parete di roccia... mi viene voglia di salirla. Il gioco è arrampicare... punto. Il *come* sta su un altro piano: che io la salga in ciabatte oppure con attrezzatura da spedizione patagonica, addentando tutti i chiodi con un vigliacco da 3 metri oppure slegato... per me *vale* comunque. Se mi dà soddisfazione.
L'unica limitante riguarda il rapporto con gli altri: se arrivo all'attacco in trattore, se apro fessure col flessibile, se disegno con la bomboletta sulle rocce, se... insomma, se altero in qualche modo il contesto manomettendo il tavolo da gioco, allora sì che non posso più considerarmi *libero* ma devo rendere conto anche agli altri del mio operato.

L'esigenza di avere regole deriva solo dal fatto che "la mia libertà finisce dove inizia la tua". Oppure nel caso io mi voglia confrontare con altri, ma questo è un altro discorso; fintanto che ciò che faccio lo faccio per me stesso, non ho bisogno di inscatolarlo dentro uno schema condiviso per attribuirgli valore.
Poi concordo con te che contestualizzare "la mia libertà finisce dove inizia la tua" sia in molti casi difficile ed opinabile, ma è la base della convivenza civile, e non solo nel mondo alpinistico. Ce dobbiamo da rassegnà. :wink:

Ciao !
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Messaggioda x » mer ago 09, 2006 13:12 pm

baston_contrario ha scritto:Scusa scusa... ma non mi trovi d'accordo.
Andar per rocce non avrebbe di per sè bisogno di regole codificate se non fosse per garantire la convivenza fra le persone, cioè per salvaguardare proprio quel principio per cui "la mia libertà finisce dove inizia la tua".

L'andar per rocce non è un'attività artificialmente costruita come può essere il gioco degli scacchi... è un istinto che l'uomo ha dentro di sè, e come tale non è soggetto a schemi precostituiti.
Vedo una parete di roccia... mi viene voglia di salirla. Il gioco è arrampicare... punto. Il *come* sta su un altro piano: che io la salga in ciabatte oppure con attrezzatura da spedizione patagonica, addentando tutti i chiodi con un vigliacco da 3 metri oppure slegato... per me *vale* comunque. Se mi dà soddisfazione.
L'unica limitante riguarda il rapporto con gli altri: se arrivo all'attacco in trattore, se apro fessure col flessibile, se disegno con la bomboletta sulle rocce, se... insomma, se altero in qualche modo il contesto manomettendo il tavolo da gioco, allora sì che non posso più considerarmi *libero* ma devo rendere conto anche agli altri del mio operato.

L'esigenza di avere regole deriva solo dal fatto che "la mia libertà finisce dove inizia la tua". Oppure nel caso io mi voglia confrontare con altri, ma questo è un altro discorso; fintanto che ciò che faccio lo faccio per me stesso, non ho bisogno di inscatolarlo dentro uno schema condiviso per attribuirgli valore.
Poi concordo con te che contestualizzare "la mia libertà finisce dove inizia la tua" sia in molti casi difficile ed opinabile, ma è la base della convivenza civile, e non solo nel mondo alpinistico. Ce dobbiamo da rassegnà. :wink:

Ciao !



Bravo Baston! Ho pensato qualosa di simile, ma no sarei stato in grado di descriverlo! :oops: :(

Bravo anche Z che ha dato un ottimo spunto di discussione!
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Messaggioda quilodicoequilonego » mer ago 09, 2006 13:38 pm

Paolo Marchiori ha scritto:
quilodicoequilonego ha scritto:se vi si rompe una corda voi chiamate l'elicottero, io non ci penso neanche


beh, dipende dalle situazioni, da dove sei, da quanti metri di corda resta utilizzabile. Se sei in mezzo a un paretone, sopra degli strapiombi, con ancora n metri da scalare e rimani con una corda inutilizzabile...io piuttosto che buttarmi di sotto, o scalare senza corda chiamo aiuto...


io sono ancora qua, non sono un pazzo che decide di farsi del male o peggio, eppure, valutando le situazioni per le quali tanti chiedono l'intervento del soccorso, io e chi era con me, avremmo potuto chiamarlo almeno una ventina di volte per cose peggiori.... invece ci siamo arrangiati e senza subire neanche un graffietto.... magari un po' di paura, un po' di fame, un po' di freddo, molto stress...

ma quelle sono lezioni che servono ad imparare a cavarsela, e magari a prevenire le rogne....
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Messaggioda giangi4 » mer ago 09, 2006 15:38 pm

Ecco alcuni episodi di questi giorni:

http://www.webdolomiti.net/soccorso_alpino/index.htm?


INTERVENTO DIFFICILE NELLA NOTTE: RECUPERATI 2 ALPINISTI SULLA PICCOLA DI LAVAREDO

Auronzo di Cadore (BL), 08-08-06
E' stata necessaria tutta l'esperienza dei tecnici del Soccorso alpino di Auronzo per recuperare questa notte due alpinisti, un tedesco e un americano, T.M., 44 anni, di Heidelberg, M.Y., 40 anni, di San Francisco, bloccati in una situazione molto rischiosa sulla Piccola delle Tre Cime di Lavaredo. I due, dopo aver risalito lo spigolo Giallo, trovatisi sull'anticima della Piccola, hanno visto gli spit di uscita della via Glowaz, un itinerario strapiombante per alpinisti più che esperti, e si sono calati in corda doppia. Più o meno a metà, hanno impigliato le corde e, non in grado di recuperarle, hanno tagliato due spezzoni di 15 metri per cercare di proseguire, finchè uno è finito bloccato su una sosta, mentre l'altro è rimasto a penzolare nel vuoto a 5 metri di distanza dalla parete, senza riuscire a risalire. Dopo le 21, hanno chiamato il Suem 118. I tecnici della Stazione di Auronzo, con informazioni poco chiare, sono arrivati alla base della parete pensando di trovarli sulla via normale di discesa. Purtroppo, invece, si è presentata loro tutt'altra situazione con un intervento già difficile alla luce del giorno. Sono state valutate le differenti ipotesi operative, come portare in vetta 12-15 persone con il materiale per ridiscendere. Ma ci sarebbe voluto troppo tempo e molto rischio per i volontari. Tre tecnici della Stazione, tra i più esperti, hanno risalito la normale e cominciato a calarsi in corda doppia. Un'operazione fattibile solo per chi conosce perfettamente la via e l'ha più volta percorsa sia in salita che in discesa. Dopo numerose doppie e salti nel vuoto, recuperando il materiale impigliato nella roccia, li hanno raggiunti alle 2.45. Dal basso, due tecnici della Stazione del Soccorso alpino di Dobbiaco si sono avvicinati per parlare con loro, stimolandoli in continuazione a muoversi per non rischiare l'ipotermia. Quando i tre volontari si sono avvicinati dall'alto, prima di tutto li hanno recuperati, permettendo all'alpinista fermo da ore nella stessa posizione, di raggiungere la parete, poi lentamente hanno continuato a scendere assieme a loro in corda doppia. Alle 5.15 erano alla base dove attendevano le altre squadre della Stazione di Auronzo che hanno fatto da supporto all'operazione, assieme ai Vigili del fuoco di Dobbiaco che hanno illuminato la parete con due fotocellule. I due alpinisti, malgrado il freddo e la difficoltà nei movimenti dovuta alla posizione a lungo mantenuta, erano illesi.

ESCURSIONISTI PERDONO LA VIA DEL RIENTRO SUL CIVETTA

Zoldo Alto (BL), 08-08-06
Quattro escursionisti di Padova, dopo una gita sul Civetta, in ritardo e affaticati, hanno smarrito il sentiero della via normale mentre scendevano verso valle al buio e a nulla sono valse le torce che avevano con loro. Alle 22.30 hanno chiesto l'intervento del Soccorso alpino, fermi su un ghiaione innevato. Una squadra di 2 tecnici della Stazione di Valle di Zoldo li ha individuati e raggiunti, per poi accompagnarli fino a Pecol di Zoldo, dove sono arrivati all'una e mezza.

DIFFICILE RECUPERO DI UN'ESCURSIONISTA SUL SENTIERO DIBONA

Cortina (BL), 07-08-06
E' scivolata per 25 metri in un canale, fermandosi su un ghiaione che ne ha attutito la caduta. Partita da Ospitale di Cadore col proprio compagno, un'escursionista, M.K., 59 anni, ungherese, stava percorrendo il sentiero Dibona. Sopra l'arrivo dell'ovovia del Cristallo, ai 3.000 metri di quota di forcella Staunies, ha perso l'equilibrio volando nel crepaccio. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato verso le 16.20 ed ha per primo sbarcato il tecnico di elisoccorso. Successivamente in due rotazioni ha fatto scendere con un verricello di 15 metri 2 volontari della Stazione di Cortina, un finanziere e il medico. Le forti raffiche di vento hanno però impedito un ulteriore avvicinamento. La donna è stata, quindi, calata lungo i 20 metri che la separavano dall'arrivo dell'impianto di risalita. Stabilizzata, le è stata allestita un'asse sulla quale stendere la gamba ferita ed è stata trasportata in ovovia - rimasta aperta per consentire il soccorso - fino a Son Forca. Da lì per un tratto sul fuoristrada per raggiungere l'alicottero, che l'ha infine condotta al Codivilla con una probabile frattura ad una caviglia

PADRE E FIGLIO BLOCCATI IN MARMOLADA

Rocca Pietore (BL), 07-08-06
Partiti a piedi da Pian dei Fiacconi, padre e figlio di Sesto Fiorentino (FI), L.A., 39 anni, e M.A., 10 anni, hanno attraversato il ghiacciaio fino a punta Rocca e hanno raggiunto il rifugio Serauta, dove però gli impianti erano già chiusi. Dato che il bambino, stanco e infreddolito, non riusciva più a proseguire, il padre ha chiamato il Suem 118. Ultimato il recupero dell'escursionista ferita, l'elicottero di Pieve di Cadore si è quindi diretto in Marmolada, dove il tecnico di elisoccorso ha imbarcato entrambi con un verricello di 15 metri. Trasportati a passo Fedaia, sono stati accompagnati in fuoristrada alla loro macchina da una squadra del Soccorso alpino della Val Pettorina.


Il primo e' gia' stato citato, ma qui e' riportata meglio la dinamica; a mio parere come e' stato gia' detto dovevano chiamare prima
Sul secondo bisognerebbe stendere un velo pietoso: come al solito si approfitta del telefonino per non programmare adeguatamente l'uscita e poi nei momenti di difficolta' si chiama il soccorso
Sul terzo poco da dire: sempre all'occhio in montagna, mai distrarsi, sembra una stupida tiritera ma alla fine e' la cosa piu' importante e piu' difficile
Il quarto e' quello piu' interessante: ma si puo' portare un bambino di 10 anni fin lassu' senza pensare alle possibili difficolta'? Quel padre sarebbe da prendere a calci in culo!!! scusate l'espressione...
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Messaggioda virgy » mer ago 09, 2006 16:27 pm

Vi leggo sempre volentieri e non ho dei forti preconcetti, altrimenti non mi porrei delle domande, non mi nascerebbero curiostà e non aspetterei le vostre risposte o i vostri interventi.

Anch'io la vedo dura paragonare il gioco degli scacchi con l'alpinismo...sono diversi. Negli scacchi si cerca soddisfazione nel gioco (con regole) e soprattutto il vincere....non la libertà o l'etica ecc ecc
Nell'alpinismo, penso, si cercano ed entrano in ballo altri componenti, altri punti di arrivo o di partenze e penso che chi fa dell'alpinismo non necessariamente cerca il "gioco" con una regolamentazione decisa a priori......anzi!
Almeno penso.....

Ancora una volta mi sento vicina agli interventi di Baston, anche se, ripeto vi leggo tutti molto volentieri, ringrazio anche giangi4 che ha individuato un altro "movimento" importante dell'alpinismo....la libertà.
:wink:
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