i miei "eroi" (...in alpinismo)

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda ICE&DRY » ven feb 25, 2011 13:02 pm

è come tornare alla "diatriba" pelè-maradona...

Non ci sarà mai un "vincitore", ognuno è figlio della propria epoca (così noi verremo ricordati come i lobotomizzati che non riescano a togliere di mezzo il nano bunga bunga..).

Va bene Piussi avrà ripetuto le vie di Bonatti più velocemente, ma pur sempre di ripetizione si tratta, l'intuito e l'arditezza di aprire una via nuova è un'altra cosa almeno secondo me, e soprattutto, per vie del calibro che ci ha lasciato Bonatti...
Pura esplorazione "futuristica" per l'epoca.

SUlle ripetizioni di Lacedelli, non so, esistono controversie (famosa la ripetizione della Bonatti-Ghigo al Gran Capucin con successive polemiche..), poi non vorrai paragonarmi Lacedelli a Bonatti, altra storia...

Comunque io non voglio dire che Bonatti era il numero uno e gli altri pippe, ognuno la pensa come vuole ci mancherebbe, anzi è interessante leggere i vari aneddoti sui vari alpinisti di ogni epoca.

Soltanto se devo scegliere uno e soltanto uno, fra tutti, scelgo Bonatti.
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Messaggioda Hal9000 » ven feb 25, 2011 13:57 pm

C'è stato anche un Coolidge che nel XIX secolo s'è fatto ben 1750 ascensioni, la Prima al Badile compreso!!! Poi, negli anni '10 la ciurma del Duca degli Abruzzi ha fatto passi da gigante nell'esplorazione ed a lui dobbiamo la conquista del Ruwenzori, spesso messa in terzo piano ma che anche oggi arrivarci è un'ardua impresa!!!
Secondo me l'alpinista più rappresentativo, che è passato attraverso varie epoche è stato Cassin: ha iniziato aprendo vie nuove sulla Grignetta negli anni '20, vie di IV e V, poi ha conosciuto Emilio Comici ed è passato al VI grado e sue sono alcune grandi, storiche imprese degli anni d'oro dell'alpinismo: la Cima Ovest di Lavaredo per la parete nord, il Pizzo Badile per la parete nord-est, les Grandes Jorasses per una via diretta alla cima principale da nord, lo spigolo sud-est della Torre Trieste, tutte vie di VI ed oltre.
Poi è passato anche alle spedizioni all'estero con la scalata del McKinley da sud (ancora oggi ardua via), la parete ovest dell'Jirishanca ed altro.

Sempre degli anni '30 Comici ha il merito che è stato il primo ad aver introdotto tecniche nuove per l'arrampicata ed il primo ad aver superato sistematicamente certi livelli di difficoltà (altri vi si erano cimentati certo ma seguendo anche il suo esempio), il primo a fare alpinismo invernale ed il primo a girovgare per il mondo in cerca di pareti (come in Egitto o in Grecia) e le sue vie sono veri capolavori, opere d'arte (non tutte ma la maggior parte)
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Messaggioda ICE&DRY » ven feb 25, 2011 15:53 pm

Hal9000 ha scritto:C'è stato anche un Coolidge che nel XIX secolo s'è fatto ben 1750 ascensioni, la Prima al Badile compreso!!! Poi, negli anni '10 la ciurma del Duca degli Abruzzi ha fatto passi da gigante nell'esplorazione ed a lui dobbiamo la conquista del Ruwenzori, spesso messa in terzo piano ma che anche oggi arrivarci è un'ardua impresa!!!
Secondo me l'alpinista più rappresentativo, che è passato attraverso varie epoche è stato Cassin: ha iniziato aprendo vie nuove sulla Grignetta negli anni '20, vie di IV e V, poi ha conosciuto Emilio Comici ed è passato al VI grado e sue sono alcune grandi, storiche imprese degli anni d'oro dell'alpinismo: la Cima Ovest di Lavaredo per la parete nord, il Pizzo Badile per la parete nord-est, les Grandes Jorasses per una via diretta alla cima principale da nord, lo spigolo sud-est della Torre Trieste, tutte vie di VI ed oltre.
Poi è passato anche alle spedizioni all'estero con la scalata del McKinley da sud (ancora oggi ardua via), la parete ovest dell'Jirishanca ed altro.

Sempre degli anni '30 Comici ha il merito che è stato il primo ad aver introdotto tecniche nuove per l'arrampicata ed il primo ad aver superato sistematicamente certi livelli di difficoltà (altri vi si erano cimentati certo ma seguendo anche il suo esempio), il primo a fare alpinismo invernale ed il primo a girovgare per il mondo in cerca di pareti (come in Egitto o in Grecia) e le sue vie sono veri capolavori, opere d'arte (non tutte ma la maggior parte)


Disamina molto interessante e giusta la tua!

Coolidge l'avevo messo nel dimenticatoio! Cavolo ben 1750 ascensioni..
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Messaggioda selbego » ven feb 25, 2011 18:02 pm

8O
nessuno che mi cita DIBONA 8O

uno che ha operato in silenzio e onestà
uno che, in una settantina di vie aperte avrà usato si e no 10 chiodi in tutto
uno che andava su e giù slegato per la stessa via
uno che ai tempi del 4 grado aveva già superato il 6
uno che a sessant'anni scendeva il 4 con la faccia a valle 8O

lui si che era un eroe dell'alpinismo, specie se si pensa alle possibilità che aveva al tempo :wink:



senza nulla togliere agli altri, chiaro :wink:
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Messaggioda Skyzzato » sab feb 26, 2011 1:12 am

Per me, su tutti penso ...Bruno Detassis :roll:
per le linee aperte con il suo compagno di cordata Ettore Castiglioni, per l'umanità, per l'anti-ipertecnicismo, per la sua concezione della montagna non totalizzante sull'uomo.
Abbiamo visto uno spettacolo teatrale molto bello su Bruno e la sua vita a Rovereto in occasione del congresso SAT di quest'anno.
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Messaggioda Hal9000 » sab feb 26, 2011 12:25 pm

A proposito di Detassis c'è da citare un altro alpinista che è passato un pò nel dimenticatoio ma che in realtà non era certo di serie b: il grande Gino Soldà che ai suoi tempi, negli anni '30, ha aperto vie magnifiche, grandiose e temute con un limitatissimo uso dell'artificiale. Le sue più grandi realizzazioni furono il Campanile nord del Sassolungo (1050 m di V e VI, pochi chiodi e via poco ripetuta anche oggi), la parete sud-ovest della Marmolada (700 m fino al VI+ e qualche tratto di A1-A2), la parete nord-est del Dente del Sassolungo (350 m fino al VI+ e niente artificiale). Fu un grande campione anche nell'ambito dello sci ed in generale degli sport invernali, partecipò alle olimpiadi di Lake Placid ed a settannt'anni fu per 3 volte di fila campione mondiale di slaloom!! Nel '54 fu scelto per il K2 nonostante fosse al di sopra dei '40 anni, il più vecchio della spedizione!!
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Messaggioda Fokozzone » sab feb 26, 2011 14:19 pm

Alessandro Gogna distingue l' impresa, cioè la capacità del singolo di andare oltre a ciò che nella sua epoca si riteneva possibile, dalla realizzazione tecnica, che porta progresso alla disciplina dell' alpinismo.
Secondo Gogna, l' impresa tutt' ora insuperata è la scalata del monte bianco da parte di paccard e balmat.
Non credo che abbia tutti i torti e, in questo senso, dobbiamo citare i due pionieri come eroi.
Così pure non si possono dimenticare mummery, irving e mallory e altri grandi sognatori che hanno precorso i tempi, talvolta a costo di fallimenti letali.
Il discorso sulla sconfitta che è costata la vita è sottile: non riesco a considerare alla stessa stregua chi è caduto perseguendo un programma ragionevole, seppur enormemente ambizioso, da chi, preso da delirio di onnipotenza ha sfidato la realtà trovando la morte come logica conseguenza della sua folle sfida. Comunque alcuni di questi uomini scomparsi fallendo il tentativo non possono essere esclusi dal novero degli eroi.
Non faccio elenchi perché la distinzione è sottile e richiederebbe una conoscenza estremamente precisa dei progetti e delle circostanze specifiche.
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Messaggioda ncianca » lun feb 28, 2011 12:17 pm

Riccardo Cassin.

(Oltre ovviamente al Fortissimo)
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Messaggioda Hal9000 » lun feb 28, 2011 15:16 pm

Vorrei ricordare alcuni fortissimi arrampicatori, molto "locals" quali: Attilio Tissi, Alvise Andrich ed Ignazio Piussi.
Alvise Andrichè stato il protagonista di un'avventura davvero al limite nell'apertura della sua via alla Punta Civetta: con Ernani Faè si è spinto su per la verticale fessura di sinistra, in mezzo ad un'immensa placconata di rocce verticali e lisce, aprendo in arrampicata libera una via grandiosa di VI+, il suo storico passaggio, poco dopo la caverna, ha richiesto ore di sforzi al giovane Andrich allora 19enne ed un tratto in conserva al Faè che si è avventurato su per la placca di VI per permettere al compagno di finire il passaggio (in conserva sul VI+ e con soli 2 chiodi intermedi!!!! 8O ).
Attilio Tissi ci ha lasciato un repertorio di vie davvero da campione come la parete sud della Torre Venezia (VI-), lo spigolo ovest della Torre Trieste (V+, VI) ed il Campanile di Brabante, assurdo monolito dei Cantoni di Pelsa (con il traverso di VI).
Piussi non ha bisogno di presenazione, le sue vie parlano da loro: la direttissima alla Torre Trieste, la più grande arrampicata artificiale delle Alpi (VI+ e A3 per 700 m!! Liberata fino a 8a+), lo Spigolo della Su Alto (VI+ e A3 su muro giallo) e le spedizioni in capo al mondo tra cui anche i tentativi alla direttissima alla Nord dell'Eiger...
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Messaggioda crodaiolo » mar mar 01, 2011 21:34 pm

Hal9000 ha scritto:un tratto in conserva al Faè che si è avventurato su per la placca di VI per permettere al compagno di finire il passaggio
(in conserva sul VI+ e con soli 2 chiodi intermedi!!!! 8O ).


premesso che il racconto di Ernani Faè "Al limite del possibile sulla Punta Civetta" l'ho letto appassionatamente innumerevoli volte
ed ancora oggi lo trovo particolarmente coinvolgente... mi permetto di fare una piccola precisazione:
il tratto in questione - descritto da Faè come percorso in conserva - non è quello della placca di VI+, vera "chiave" della salita, bensì quello che lo precede...
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Messaggioda Danilo » mer mar 02, 2011 23:41 pm

crodaiolo ha scritto:
Hal9000 ha scritto:un tratto in conserva al Faè che si è avventurato su per la placca di VI per permettere al compagno di finire il passaggio
(in conserva sul VI+ e con soli 2 chiodi intermedi!!!! 8O ).


premesso che il racconto di Ernani Faè "Al limite del possibile sulla Punta Civetta" l'ho letto appassionatamente innumerevoli volte
ed ancora oggi lo trovo particolarmente coinvolgente... mi permetto di fare una piccola precisazione:
il tratto in questione - descritto da Faè come percorso in conserva - non è quello della placca di VI+, vera "chiave" della salita, bensì quello che lo precede...



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Messaggioda crodaiolo » gio mar 03, 2011 2:01 am

Danilo ha scritto:
crodaiolo ha scritto:
Hal9000 ha scritto:un tratto in conserva al Faè che si è avventurato su per la placca di VI per permettere al compagno di finire il passaggio
(in conserva sul VI+ e con soli 2 chiodi intermedi!!!! 8O ).


premesso che il racconto di Ernani Faè "Al limite del possibile sulla Punta Civetta" l'ho letto appassionatamente innumerevoli volte
ed ancora oggi lo trovo particolarmente coinvolgente... mi permetto di fare una piccola precisazione:
il tratto in questione - descritto da Faè come percorso in conserva - non è quello della placca di VI+, vera "chiave" della salita, bensì quello che lo precede...

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Danilo ha scritto:....questo è proprio essere bastardi dentro :smt036

come distruggere in un attimo un mito,magare pure local :smt022 :smt022

8O ... tutt'altro!
evidentemente hai frainteso : :? la mia era solo una - fors'anche futile - precisazione,
che nulla vuol togliere all'impresa dei due bellunesi, magistralmente descritta da Faè.

Pensa che quel brano l'ho letto tante di quelle volte che...
quando infine mi riuscì di ripeter la via - giunti alla cornice su cui Alvise era approdato dopo l'apnea su descritta -
toccando a me di partire... 8-[ beh, puoi immaginare quale fosse il fardello psicologico risultante dal non averci preso sonno più volte :oops:

Grandissimo Alvise Andrich! :D

Immagine
da : LA GRANDE CIVETTA di Alfonso Bernardi, ed.Zanichelli
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Messaggioda Hal9000 » mer mar 09, 2011 11:09 am

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Messaggioda ICE&DRY » lun mar 14, 2011 0:14 am

Hal9000 ha scritto:http://www.megavideo.com/?d=SANKOJW4
Da vedere :wink: :wink:


Bello!!

Grande Piussi!!!
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Messaggioda Chegul » mer mar 16, 2011 23:41 pm

Personalmente cito Detassis per le sue vie e lo stile! Spero a breve di poter ripetere qualcuna delle sue classiche. E poi sicuramente Preuss, uno che aveva idee visionarie e il coraggio di rischiare per portarle avanti.
anche sul trono più alto del mondo sei sempre seduto sul tuo culo.
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Messaggioda Hal9000 » gio mag 05, 2011 22:30 pm

Il bello è che le vie di Piussi son durissime anche ai giorni nostri, poco (e mal) chiodate, lunghe, con tanta artificiale spaccabraccia :cry:

Ultimamente leggevo la storia di Gianbattista Vinatzer, che aprì la via sulla parete sud della Marmolada, con difficoltà di VII- in libera, nel 1936, perchè non aveva il denaro per permettersi più chiodi e scarpe adeguate. Egli la aprì scalzo!!!

Poi volevo citare el sior Carlesso che negli anni '30 si era spinto fino al VIII- (6c+) in libera sulla Torre Trieste, Torre Valgrande e Sisilla
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Messaggioda delendais_18 » gio mag 05, 2011 23:04 pm

Nella categoria Eroi, solo tre nei miei pensieri:
- Pino Prati, visioni paurose e serenità alpina, presentimento ed accettazione della morte fissata su tela dall'amico Dario Wolf;
- Paul Preuss, "Cavaliere solitario" purezza del gesto assoluto, percorrere l'ascesa nei due sensi, come un cursore che corre lungo l'ordinata dello spirito;
- Gianni Comino, "Fantalpinismo", il redde rationem dei seracchi intriganti e menzogneri, impossibile sopravvivere, impossibile interrompere il gioco.

Via forum non mi dilungo a dispiegare cosa intenda per eroe, ma non dovrebbe esser difficile intuirlo.
Dall'Appennino alle Alpi...
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Messaggioda North Face » gio mag 05, 2011 23:05 pm

..li avete citati tutti, praticamente mancherebbe solo Simone Moro... :D :D :D

....Cmq a parte le cazzate, a me è bastato leggere anni fa il libro del Freney nel '61... da li Bonatti è diventato un po' la figura che rappresenta l'essenza dell' alpinismo..per me naturalmente...

..nessuno ha citato Compagnoni.... per la storia del K2..??... :roll:
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Messaggioda Hal9000 » ven mag 06, 2011 10:58 am

North Face ha scritto:..nessuno ha citato Compagnoni.... per la storia del K2..??...


Di Compagnoni personalmente non conosco le imprese prima e dopo il K2 :roll: . So di Lacedelli, che ha aperto durissime vie sulle Dolomiti, tra cui la famigerata lacedelli-Ghedina alla Cima Scotoni, per dire la più famosa
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Messaggioda North Face » ven mag 06, 2011 13:44 pm

Hal9000 ha scritto:
North Face ha scritto:..nessuno ha citato Compagnoni.... per la storia del K2..??...


Di Compagnoni personalmente non conosco le imprese prima e dopo il K2 :roll: . So di Lacedelli, che ha aperto durissime vie sulle Dolomiti, tra cui la famigerata lacedelli-Ghedina alla Cima Scotoni, per dire la più famosa


..si in effetti più che salire 100 volte il Cervino e fare da guida alpina, per il resto niente di cui ricordare..
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