Involuzione nel superamento della paura ad andare da primi

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda Elisetta » ven mag 23, 2008 9:06 am

Io devo dire....
Non so ancora se ho paura, se ne ho poca, se ne ho tanta...
Però una persona mi ha detto un suo parere.... secondo lui i miei amici, i ragazzi con cui vado a scalare, mi stanno "abituando male" perchè fanno subito vie difficli per me (6a, 6b per scaldarsi) e così io provo da seconda.... e mai da prima....
Allora lui l'ultima volta mi ha mandato su da pima su vie facili (4b, 5a per dirvi) per farmi avere un'idea e non farmi sempre fare le cose da seconda...
Quindi il suo ragionamento sarebbe, prima si va su da primi meglio è.
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Messaggioda albertograia » ven mag 23, 2008 9:46 am

ciao
ti riporto la mia esperienza personale, di uno scalatore 50enne che di fifa se la porta da sempre dietro nello zaino :D
in genere vedo che se lavoro molto in falesia su tiri al limite, magari provando con corda dall'alto, (magari perchè voio fa er grado :? ) vedo il riaffacciarsi della signora Paura.
oggi la mia cura o metodo è:
si tiri al limite anche con corda dall'alto o da primo, ma alterno tiri molto sotto al mio limite cercando di mettere meno protezioni possibili, quando mi sento meglio alzo il tiro e faccio tiri un po più difficili che conosco molto bene sempre con lo stesso metodo, spesso alterno anche tiri facili slegato (non lo consiglio logicamente è un mio metodo dopo molti anni, e su vie che conosco molto molto bene, anzi direi proprio di evitarlo) logicamente facco anche tiri dove devo mettere io le protezioni, e questo ultimo metodo è quello che mi da più soddisfazione e percezione di quello che faccio, mi da concentrazione, capacità di anticipazione, resistenza perchè si è obbligati a mantenere più tempo posizioni scomode, tutto questo funziona piuttosto bene, e mi aiuta, tenendo conto della mio poco tempo dedicato al verticale, con tutte le variabili della vita che complicano il tutto, stato d'animo del periodo, le varie paturnie o pippe mentali :) e stato del mio allenamento.
per esempio sono convintissimo, come dice nel suo intervento Elisetta, che un grande errore di oggi e il fatto che si tende a iniziare ad arrampicare subito su gradi come il 6a, che considero sempre un grado serio (magari essere sereno in montagna su quel grado, ce mettrerei no una, ma ducento firme :) ).
Quando inizio un amico al verticale, lo porto sempre su vie molto facili dove si puo arrampicare con serenita dedicando l'attenzione al gesto, al'ambiente, alla tecnica, e non pensare continuamente oddio mo volo, a quel punto non si scala più ma si va in protezione, irrigidendosi a scapito della gestualità e della fluidita .
dopo tutto questo la FIFA rimane :D ma è convogliata, controllata diventa una buona compagna che dispensa consigli.
Il grado non esiste........................................
esiste, esiste :(
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Messaggioda Gigi64 » mer giu 11, 2008 14:23 pm

X Albertograia,
ti rispondo con diversi giorni di ritardo dal tuo intervento.

Ho trovato molto interessante il tuo post, post da cui si possono trarre molti spunti.

Io ad esempio sto scalando tanto (beh, "tanto" col meteo attuale è una parola grossa!!! :( ) su gradi che mi impegnano ma che mi divertono.
Piuttosto che mettermi a lavorare quasi esclusivamente poche vie al limite, preferisco stare un po sotto e fare tanti tiri, e sempre da primo anzichè come nel lavorato che magari metti su la corda e passi molto tempo sui singoli passaggi con la corda dall'alto.

Poi butto dentro in una uscita qualche cosa magari da secondo (o sempre da primo, dipende...) su tiri oltre al limite, anche per aumentare la mia capacità tecnica, ma non ci passo l'intera giornata.
Il passare così la maggior parte del tempo ad andare da primo, me lo fa assimilare sempre di più.

Sulla questione del saltare le protezione, ho capito il principio e posso essere d'accordo, però ci sono ad esempio periodi, come questo, dove se dovessi farmi male avrei grossissimi problemi anche con il lavoro e il mio stato economico. Per questo, nonostante a volte lo faccio anch'io (quello di saltare qualche protezione sul facile, non dell'andare slegato, quello non l'ho mai fatto), pondero sempre molto bene il rischio e nel dubbio la protezione la metto.

Purtroppo ci sono periodi o situazioni personali per le quali puoi permetterti o meno di farti male (nonostante si cerchi ovviamente sempre di evitarlo!!!). Ad esempio, se lavori come dipendente con contratto indeterminato e ti fai male, hai una copertura che non avresti se il contratto è a tempo determinato, o se lavori per conto tuo, o se sei disoccupato e stai cercando lavoro (e non puoi permetterti di passare troppi mesi senza). Oppure potrebbe essere un grossissimo problema se hai una o più persone che dipendono da te (ad esempio un disabile, un anziano, ecc, ecc).
Questo non vuol dire scalare con la paranoia (altrimenti uno sta a casa! :D ), ma ponderare di più i rischi e nel dubbio lasciar perdere e fare cose più sicure...
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Messaggioda Dreamtime » mer giu 11, 2008 16:41 pm

Anche perchè è troppo bello arrampicare per rischiare di farsi male :wink:
Tu vedi delle cose e chiedi: perchè? Ma io sogno di cose che non ci sono mai state e forse non ci saranno mai, e dico: perchè no? -WOLFGANG GULLICH
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Messaggioda Enzolino » mer giu 11, 2008 16:56 pm

Il mio intervento nasce sia dall'esperienza che dalla lettura di diversi libri sull'aspetto mentale nello sport.

La paura e' un utile espediente che ci impedisce di ammazzarci.

Il punto e' capire quando utilizzarla a nostro vantaggio, perche' puo' creare dei blocchi mentali, puo' ridurre fortemente la prestazione, o addirittura puo' diventare pericolosa.

Una delle cause maggiori della paura sono i pensieri negativi. Ovvero visualizzare le conseguenze negative di un'esperienza.

Da notare bene, un conto e' fare un'analisi della situazione prima dell'azione per capire se ci sono dei rischi, un altro e' immaginare conseguenze tragiche o indesiderabili di una caduta e caricarle emotivamente in maniera negativa.
Una volta che ci si immerge nell'azione, la paura andrebbe messa da parte e bisognerebbe focalizzarsi sul processo dell'arrampicata senza dubitare ne' esitare.

Questo perche' la paura ed il dubbio hanno diversi effetti negativi: irrigidiscono la muscolatura (e quindi contribuendo alla contrazione degli antagonisti), programmano l'inconscio al fallimento, inibiscono la fiducia in se stessi e cosi' via.

Gli antidoti alla paura sono il rilassamento, la visualizzazione ed l'uso di mantra incoraggianti ...
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Messaggioda Gigi64 » gio giu 12, 2008 11:40 am

Enzolino ha scritto:Il mio intervento nasce sia dall'esperienza che dalla lettura di diversi libri sull'aspetto mentale nello sport.

La paura e' un utile espediente che ci impedisce di ammazzarci.

Il punto e' capire quando utilizzarla a nostro vantaggio, perche' puo' creare dei blocchi mentali, puo' ridurre fortemente la prestazione, o addirittura puo' diventare pericolosa.

Una delle cause maggiori della paura sono i pensieri negativi. Ovvero visualizzare le conseguenze negative di un'esperienza.

Da notare bene, un conto e' fare un'analisi della situazione prima dell'azione per capire se ci sono dei rischi, un altro e' immaginare conseguenze tragiche o indesiderabili di una caduta e caricarle emotivamente in maniera negativa.
Una volta che ci si immerge nell'azione, la paura andrebbe messa da parte e bisognerebbe focalizzarsi sul processo dell'arrampicata senza dubitare ne' esitare.

Questo perche' la paura ed il dubbio hanno diversi effetti negativi: irrigidiscono la muscolatura (e quindi contribuendo alla contrazione degli antagonisti), programmano l'inconscio al fallimento, inibiscono la fiducia in se stessi e cosi' via.

Gli antidoti alla paura sono il rilassamento, la visualizzazione ed l'uso di mantra incoraggianti ...


Come al solito Enzolino trovo molto interessanti i tuoi interventi su questi argomenti.
Mi sembra di vedere molta RWW in quanto scrivi... ne avevamo anche già parlato...

Puoi approfondire un po di più "l'uso di mantra incoraggianti"?

Il problema a volte è proprio che nella valutazione del rischio vedo che il rischio effettivamente c'è. Tipicamente un passaggio (per me) difficoltoso con ostacoli sulla linea di una potenziale caduta. Però in questo caso o si rinuncia o si prosegue senza pensare al rischio (questo nel momento dell'azione), fare una... via di mezzo alza molto il rischio di farsi male!
Però non è una cosa facile da applicare, un conto è conoscere il sentiero e un conto è percorrerlo... ;)

Invece un passaggio difficoltoso con una linea di una potenziale caduta senza problemi non mi da delle particolari remore, cioè, cerco sempre di non cadere e un po di paura c'è sempre, però sono più tranquillo e vado senza grossi problemi.
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Messaggioda cinetica » gio giu 12, 2008 14:12 pm

Enzolino ha scritto:Una delle cause maggiori della paura sono i pensieri negativi. Ovvero visualizzare le conseguenze negative di un'esperienza.

Da notare bene, un conto e' fare un'analisi della situazione prima dell'azione per capire se ci sono dei rischi, un altro e' immaginare conseguenze tragiche o indesiderabili di una caduta e caricarle emotivamente in maniera negativa.


Mi riconosco perfettamente in tale ragionamento. Il pensiero di quanto potrei farmi male cadendo compromette drasticamente sia le mie prestazioni sia il mio buonumore.

Mi è capitato di vedere gente farsi male in parete e di perdere completamente la voglia di arrampicare.
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Messaggioda gug » gio giu 12, 2008 15:19 pm

Enzolino ha scritto:Gli antidoti alla paura sono il rilassamento, la visualizzazione ed l'uso di mantra incoraggianti ...


Spiegami meglio l'uso dei mantra incoragganti che mi interesserebbero da approfondire.
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Messaggioda Enzolino » gio giu 12, 2008 15:41 pm

Gigi64 ha scritto: Puoi approfondire un po di più "l'uso di mantra incoraggianti"?
Nei libri di psicologia vengono chiamati "affirmations" = affermazioni, ma secondo me il termine mantra rende meglio.
Per mantra intendo delle brevi frasi, cariche di significato, che, come degli interruttori, innescano il manifestarsi di certi stati mentali.
Affinche' questo accada, bisognerebbe ancorare i mantra a quegli stati mentali, come calma, focus, scioltezza, energia, ecc, ed in seguito richiamarli quando ci servono, come se la nostra mente fosse un jukebox da cui prendere la musica che ci piace.

In generale.
Ci sono diverse modalita' con le quali il conscio puo' comunicare con l'inconscio.
Il rilassamento, l'emozione e la ripetizione (dalla quale consegue l'abitudine).
Se conscio e inconscio fossero rappresentabili come una clessidra, le emozioni e il rilassamento ne allargano il collo, mentre la ripetizione rappresenta un continuo stillicidio.

I mantra riguardano la ripetizione di una frase con parole positive ed emotivamente cariche.
Per fare un esempio, c'e' un caso famoso: Hans Lindemann.
L'uomo che per primo attraverso' l'atlantico, prima con una barchetta e poi col canotto.
Quando lo attraverso' con la barchetta si rese conto che poteva fare di piu' puntando sull'aspetto mentale.

Decise allora di attraversare l'atlantico in canotto, e questa volta uso' espedienti mentali che gli permettevano di ricorrere alle sue risorse interiori nei momenti di crisi. Spesso infatti ripeteva a se stesso "Ovest! Ovest!" (difatti dall'Africa andava verso l'America) oppure "Ce la faro'! Ce la faro'!"

Come risultato, anche quando stava per lasciarsi andare esausto e con le allucinazioni, dall'inconscio riaffioravano quelle frasi, che lo risvegliavano dal torpore recuperando energie dall'interno.
Insomma, secondo lui, e' stato grazie a queste strategie mentali che e' riuscito a realizzare un'impresa del genere.

Ovviamente questo e' un caso eccezionale, ma i principi sono applicabili allo sport.

Qua, ad esempio, anche se riguarda la corsa, descrive bene i tre aspetti che ho menzionato sopra: rilassamento, visualizzazione e affirmations o mantra. Purtroppo e' in inglese.

http://www.amazon.com/Running-Within-Ma ... 0880118326

Alcune cose del RWW riguardano elementi di PNL (Programmazione Neuro Linguistica) ma non dei mantra ...

I Militari, ad esempio, usano espedienti del genere come "Oltre la morte" o "Nessuna scelta", che li portano ad uno stato mentale privo di paura.
Ovviamente non siamo militari, ma questo e' un ulteriore esempio per rendere l'idea.


Il discorso potrei allungarlo ancora ma ora non posso ... spero pero' di essere stato sufficientemente chiaro ... :wink:
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Messaggioda cristiano_bonetti » gio giu 12, 2008 15:49 pm

Io arrampico pochissimo a vista perché lo trovo poco motivante, mentre faccio molto lavorato, dapprima magari da secondo e poi, quando arrivo in catena una volta, allora cerco di liberare il tiro da primo.
Mi sono accorto che, facendo poco a vista, alla fine, quando capita una via nuova potenzialmente alla mia portata, la temo ...

Ho altresì notato che, per superare la paura, ci si deve abituare piano piano, ovvero, nel mio caso, fare a vista gradi minori in modo da superare gradualmente lo stress ...

Nel tuo caso ti consiglierei, quando fai una via bene da secondo ed hai margine, allora falla da primo, magari scegli linee protette bene in modo da essere tranquillo ... alla fine avrai molta più soddisfazione ...
Ogni volta che parli di un grado che non fai prima devi fare almeno 100 trazioni ...
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Messaggioda cinetica » gio giu 12, 2008 16:01 pm

cristiano_bonetti ha scritto:Io arrampico pochissimo a vista perché lo trovo poco motivante, mentre faccio molto lavorato, dapprima magari da secondo e poi, quando arrivo in catena una volta, allora cerco di liberare il tiro da primo.
Mi sono accorto che, facendo poco a vista, alla fine, quando capita una via nuova potenzialmente alla mia portata, la temo ...

Ho altresì notato che, per superare la paura, ci si deve abituare piano piano, ovvero, nel mio caso, fare a vista gradi minori in modo da superare gradualmente lo stress ...

Nel tuo caso ti consiglierei, quando fai una via bene da secondo ed hai margine, allora falla da primo, magari scegli linee protette bene in modo da essere tranquillo ... alla fine avrai molta più soddisfazione ...


caro cristiano,
forse non ha ben capito la questione... noi arrampichiamo gia tutti da un po' di tempo e credo tutti all'unanime ci sforziamo di arrampicare da primo il piu possibile (a vista e non) perchè è il modo migliore per vincere la paura e avere le soddisfazioni più belle.
Inoltre quasi tutti andiamo a fare vie di più tiri e li, nel bene e nel male, non puoi solo andare da secondo.
Saluti
:wink:
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Messaggioda cinetica » gio giu 12, 2008 16:36 pm

gug ha scritto:
Enzolino ha scritto:Gli antidoti alla paura sono il rilassamento, la visualizzazione ed l'uso di mantra incoraggianti ...




alcuni trovano utile anche cantare o fischiettare,
una mia amica trova rilassante il rito di prendere la magnesite dalla saccoccia.
:roll:
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Messaggioda Enzolino » ven giu 13, 2008 7:24 am

cinetica ha scritto:
gug ha scritto:
Enzolino ha scritto:Gli antidoti alla paura sono il rilassamento, la visualizzazione ed l'uso di mantra incoraggianti ...




alcuni trovano utile anche cantare o fischiettare,
una mia amica trova rilassante il rito di prendere la magnesite dalla saccoccia.
:roll:
Secondo me, le due cose, hanno due signifcati diversi.

Cantare e fischiettare distrae la mente discorsiva facendo agire il corpo in pilota automatico (= guidato dal subconscio).
Il carattere deleterio della mente discorsiva nei confronti di un prestazione si vede, ad esempio, nella slackline.
Piu' ci sforziamo di equilibrarci, peggio e'.
Se invece ci rilassiamo ed i pensieri scompaiono, si riescono a fare piu' metri senza cadere ... almeno per me e' cosi' ...
A volte, sulla slack, uso dei mantra che ripeto continuamente e, come per incanto, riesco ad andare alla fine e tornare indietro quando prima facevo solo pochi metri prima di cadere ...

I rituali invece fanno da ancoraggio e ci preparano ed introducono mentalmente all'arrampicata ...
Io, ora, ne uso diversi per l'arrampicata, che sono pochi esercizi di stretching, infilare l'imbrago e indossare la magnesite ...

Quando facevo molte freesolo ne avevo uno in particolare: indossare il bandana.
Questo semplice gesto funzionava, per me, come un interruttore che mi introduceva al freesolo mode ... :wink:
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Messaggioda gug » ven giu 13, 2008 13:16 pm

cristiano_bonetti ha scritto:Io arrampico pochissimo a vista perché lo trovo poco motivante, mentre faccio molto lavorato, dapprima magari da secondo e poi, quando arrivo in catena una volta, allora cerco di liberare il tiro da primo.
Mi sono accorto che, facendo poco a vista, alla fine, quando capita una via nuova potenzialmente alla mia portata, la temo ...

Ho altresì notato che, per superare la paura, ci si deve abituare piano piano, ovvero, nel mio caso, fare a vista gradi minori in modo da superare gradualmente lo stress ...

...


Mi riconosco molto in questa descrizione: quest'anno ho liberato a Marzo una via che avevo lavorato l'inverno (dovrebbe essere la mia migliore prestazione sul lavorato) e da allora ho cercato di scalare sempre a vista e da primo, su difficoltà dapprima più basse del limite per poi cercare di provare tiri al limite. Purtroppo i risultati sono lenti a vedersi, anche perchè con tutta la pioggia che sta facendo non riesco ad avere la continuità che vorrei, però mi sembra di sentire un miglioramento.
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Messaggioda giorgiolx » lun lug 28, 2008 10:56 am

riesumo questo topic per raccontare il mio ritorno alla roccia....

in aprile mi sono rotto un piede scalando dopo un volo da paura e solo ieri ho potuto rimettere le mani sulla roccia. Siamo andati a finale per cui chiodatura non proprio ideale per riprendere ma insomma qualche tiro l'ho fatto.
Paura tantissima, in placca dove i chiodi erano non proprio vicini mi tremavano le gambe e la testa proprio non andava...dopo tutti questi mesi di inattività forzate non riesci a capire se quando strizzi una tacca o un buco le dita terranno oppure no.
Arrampico da un po e le regole del gioco le conosco...so quando sei al limite su qualche tacchetta o buchetto a volta ti si apre la mano all'improvviso o ti scivola via; beh ieri e sabato non ne avevo voglia di volare per cui non mi fidavo perchè sentivo che l'avambraccio e dita non mi permettono di tenere per molto tempo le prese ma soprattutto non riuscivo a capire se e come potevo rimanere appeso.

poi incredibile è stato constatare che in 3 mesi e poco più o perso completamente la sensibiità dei piedi.
Io sono alto e magro per cui prediligo le placche dove i piedi sono fondamentali, anche se non sono un fuoriclasse e stilisticamente non sono bello da vedere, insomma i piedi li so usare abbastanza.
Ieri mi accorgevo che quando appoggiavo i piedi non riuscivo a capire se tenevano o no, mi semprava che scivolassero sempre.


in definitiva ho constatato due blocchi unno tecnico e uno psicologico.
Quello tecnico è la disabitudine ad arrampicare perdendo tutti gli automatismi e la sensibilità.
Quello psicologico è che ad ogni metro pensavo...non ho voglia di farmi ancora male e stare fermo altri 3 mesi, o almeno non oggi...non subito, speriamo di arrivare in catena
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Messaggioda nglblu » gio lug 31, 2008 9:40 am

Non mi son letto tutti i reply ma mi auguro che il discorso si riferisca all' andare da primi in ambiente e NON in falesia!
La paura in falesia non esiste dai....
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Messaggioda giorgiolx » gio lug 31, 2008 16:17 pm

nglblu ha scritto:Non mi son letto tutti i reply ma mi auguro che il discorso si riferisca all' andare da primi in ambiente e NON in falesia!
La paura in falesia non esiste dai....


ti assicuro che ero in falesia e mi tramavano le gambe...e non solo :roll:
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Messaggioda nglblu » gio lug 31, 2008 17:37 pm

Ok, ci credo.
Ma in falesia il fattore paura "nn ha senso"...
In falesia bisogna dare il massimo, osare nell'incertezza totale, cadere!
La paura in falesia è il vero fattore oggettivamente limitante.
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Messaggioda giorgiolx » gio lug 31, 2008 19:06 pm

nglblu ha scritto:Ok, ci credo.
Ma in falesia il fattore paura "nn ha senso"...
In falesia bisogna dare il massimo, osare nell'incertezza totale, cadere!
La paura in falesia è il vero fattore oggettivamente limitante.


si, ma io tornavo da un infortunio, preprazione non ce n'è e la paura di rifarti male è tanta...la mente e il fisico ti bloccano incredibilmente.
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Messaggioda nglblu » ven ago 01, 2008 12:37 pm

Uh pardom, dell' infortunio non avevo letto!
Allora capisco benissimo le tue buone ragioni! per fortuna non mi sono mai fatto male..
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