virgy ha scritto:Ciao Alberto, sax e company
Volvo solo capire, visto che io mi sto affacciando ora e provengo da un altro ambiente, quello marino e certe cose mi sfuggono, non le capisco.
Cioè sto notando che quando si parla di montagna viene fuori spesso la parola "etico", quando si parla di altri ambienti, questa parola viene sempre o quasi sempre omessa.
Perchè quando mettiamo ferraglia in montagna non è etico,e quando modifichiamo il paesaggio marino e di tanto, è normale.
Perchè pensare alla propria vita, quando si è in parete non è tanto etico, in altri ambienti, invece è un dovere?
Perchè rispettare una via alpinistica significa solo rifarla come l'ha fatta 'apritore, appunto, in epoche passate, remote....dove era etico anche morire in battaglia o era etico vivere sempre a contatto con incertezze e insicurezze riguardo al futuro, dove si moriva per una semplice influenza, dove il contatto con la natura e con la morte era una cosa quotidiana, normale e quindi appunto era etico, ma normalissimo rischiare.
Perchè in natura si deve rispettare solo la montagna, perchè il confronto leale deve avvenire solo con la montagna e non per altre cose che facciamo quotidianamente.
Che vuol dire avere un'impostazione classica? Che vuol dire lealtà nei confronti della montagna, quando proprio per andare in montagna e percorri una galleria non sei leale verso la montagna tagliata?
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E comunque non voglio addentrarmi in discorsi specifici di spit e non, di Agner e non, io so poco di montagna.
Quello che volevo capire è perchè, anche se i tempi sono cambiati e di eroico non c'è quasi più nulla, perchè dicevo, negli amanti della montagna, negli alpinisti più o meno classici c'è questo bisogno interiore di eticità
.....c'è il bisogno di ripercorrere le gesta di uomini che forse di eroico avevano meno di quello che pensiamo, uomini che tutto sommato preferivano forse rischiare la vita tra le rocce e pareti e non tra guerre e malanni all'epoca incurabili. (anche se tanto di cappello a quello che hanno fatto!)
insomma volevo capire l'uomo moderno e l'alpinismo , il bisogno umano e antico di questo uomo/alpinista moderno...
volevo solo capire questo, sinceramente, senza polemiche
perchè sono curiosa dell'uomo! (sax, non cominciare!)
Ciao a tutti
virgy
Ti fai e fai molte domande a cui non è facile rispondere.
Perchè ti piace la cioccolata e non la panna ?. Perchè si va ad arrampicare quando si sa che è pericoloso? Non a tutto c'è una risposta logica
Io di altri ambienti non so per cui non posso fare dei confronti anche se credo che per principio tutti gli ambienti debbano essere rispettati: mare, deserto, la natura in genere.
Comunque l'uomo è sempre stato attratto dai luoghi estremi.
Non è che mettere ferraglia in montagna non è etico non sono così assolutista. Però credo che alla base c'è un confronto , fisico/atletico ma anche psicologico quindi questo confronto è leale se vengono rispettati dei principi, primo tra tutti il rispetto di chi è passato prima e del modo in cui è stata concepita una via di come è stata salita una parete.
Questa attività è del tutto inutile ma bella e appagante. Il grande Terray ha scritto un libro famoso "I conquistatori dell'inutile" .
Alpinismo è adattarsi alla montagna, alla parete e io parto da questo principio nel mio modo di andare in montagna. Non sono contrario allo spit ma al loro uso sistematico si , al trapano si, alle catene alle soste si.
E poi guarda che anche oggi ci sono alpinisti moderni che fanno cose nuove "eroiche" come le chiami tu e non solo ripercorrono le orme dei vecchi alpinisti.
Ci sono quelli che aprono vie con il trapano ma anche quelli che non lasciano traccia sulla roccia o per lo meno non la bucano, anche per rispetto delle future generazioni e per dare alla montagna la possibilità di respingere chi tenta di salirla. Messner parlava dell' Assassinio dell 'Impossibile, cioè non uccidete l'avventura.
L'avventura rende interessante la vita. una vita preconfezionata è noiosa
proprio come una via completamente attrezzata dove basta solo portarsi i rinvii.
ciao Alberto