Il mio caro amico Alberto

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Il mio caro amico Alberto

Messaggioda VECCHIO » dom mar 20, 2011 20:41 pm

Il mio caro amico Alberto ha fatto ancora click, perché la mia mente ha fatto up, anche se molto tempo dopo.

Una volta mi chiese: sai quale è il tuo grado ?
E subito dopo mi disse: se scali sul tuo grado scali per tutta la tua vita.

Fra gli esseri umani che scalano da più di 20 anni, ne ho conosciuti tanti che scalano sul 6a-6b, alcuni che scalano sul 7a-7b e pochini che scalano sul 8a-8b.
Ne ho visti però tantissimi che sembrano delle farmacie ambulanti, fasciati ed impasticcati alla grande, sofferenti di dolori quasi insopportabili, non di dolorini da affaticamento e da invecchiamento e che sembrano avere dei fisici quasi deformi.

La forza di volontà è la più grande forza che noi possediamo, ma spesso non ci permette di conoscere la nostra natura e ci distrugge.
Oggi ho capito ciò che mi diceva il mio amico.
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Re: Il mio caro amico Alberto

Messaggioda Giorgio Travaglia » dom mar 20, 2011 22:07 pm

VECCHIO ha scritto:Oggi

hai mica chiuso un tiro duro ? :lol:
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Messaggioda VECCHIO » mer mar 30, 2011 19:34 pm

No, Giorgio, ogni tanto ragiono, specialmente quando ho dei dolorini qua e là e ........... cerco giustificazioni, ma per me questa di Alberto è più un pensiero saggio che una giustificazione.
Bisogna cercare sempre di essere se stessi, non quello che dicono gli altri, ne tantomeno quello che vorremmo essere.
Se a me piacciono le placche della marmellata e non mi attirano gli strapiombi delle la varedo, vado più la che qui......... e poi finisco con l'amare la zuita e non farci niente............ strano essere l'uomo.
ciao
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Messaggioda Giorgio Travaglia » mer mar 30, 2011 20:01 pm

VECCHIO ha scritto:No, Giorgio, ogni tanto ragiono, specialmente quando ho dei dolorini qua e là e ........... cerco giustificazioni, ma per me questa di Alberto è più un pensiero saggio che una giustificazione.
Bisogna cercare sempre di essere se stessi, non quello che dicono gli altri, ne tantomeno quello che vorremmo essere.
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ciao

Lo dici ad uno che è intimamente convinto che la virtù sia la forza di seguire la propria natura, il proprio poter -essere :wink: Spinoza insegna...
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer mar 30, 2011 21:10 pm

Felicità sta nel conoscere i propri limiti ed amarli.
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Messaggioda marco* » dom apr 03, 2011 9:22 am

mi sa che questo Alberto che ha fatto click e poi up lo conosco... :lol:
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Messaggioda giorgiolx » dom apr 03, 2011 11:53 am

io non capisco niente di quello che scrive vecchio...forse più enigmatico di croda enigmistico
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Messaggioda VECCHIO » dom apr 03, 2011 21:21 pm

giorgiolux, chiedimi e ti spiego, se riesco, se però rischio di rovinare l'obiettivo che mi prefiggo di raggiungere con lo scritto, ti mando un mp.
ciao
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Messaggioda crodaiolo » dom apr 03, 2011 21:27 pm

giorgiolx ha scritto:io non capisco niente di quello che scrive vecchio...forse più enigmatico di croda enigmistico

strano...
io stavolta trovo il messaggio molto chiaro
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Messaggioda Hal9000 » ven apr 08, 2011 21:50 pm

Ne ho visti però tantissimi che sembrano delle farmacie ambulanti, fasciati ed impasticcati alla grande, sofferenti di dolori quasi insopportabili, non di dolorini da affaticamento e da invecchiamento e che sembrano avere dei fisici quasi deformi.


La domanda pregnante, secondo me, è: spingersi oltre i limiti che la nostra natura c'impone per poi ottenere una vacchiaia infernale, con dolori allucinanti, ne vale davvero la pena?
Forse...forse è interessante battersi per il raggiungimento del sempre più difficile, del perfetto, però il prezzo da pagare è alto ed a differenza del passato, oggi c'è molto meno da esplorare (e molta più gente che va in montagna) e forse sarebbe il caso di ridimensionare i propri obiettivi...

C'è anche questo da dire: parlando sempre di montagna si dice di una via, ma il discorso vale anche per tutto il resto, se uno apre un itinerario di 8b, 8c, 9a, bene, la cosa gli da lustro, sarà una sfida interessante ma a portata di quanti? Quanti potrebbero apprezzare quest'opera? Se solo pochissimi possono aspirare a tanto che senso ha alla fine? finisce che non aggunge nulla di nuovo a tutto quello che già è stato fatto e detto e prima o poi finisce nell'oblio...

Concordo quindi con VECCHIO...
"...si è trattato solo di un errore umano."
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » sab apr 09, 2011 11:47 am

in effetti credo che il discorso sui limiti sia molto interessante.

è evidente che chi si dedica - a qualsiasi livello - a questo complicato passatempo che è l'arrampicata, ha in modo più o meno esplicito l'idea di confrontarsi con il limite. quando ho iniziato, un bel po' di tempo fa, mi ricordo di aver parlato con il vecchio proprietario di un famoso negozio specializzato. ai tempi avevo molti dubbi sul fatto di essere in grado di andare al di là del semplice escursionismo (anche adesso peraltro :P ...): lui mi aveva risposto qualcosa del tipo "le persone di solito non hanno consapevolezza delle proprie possibilità, si pongono dei limiti irragionevoli. almeno entro un certo grado chiunque può fare scalate".

alla fine ho dovuto dargli ragione, se persino uno come me, evidentemente negato come pochi per questo sport, è arrivato a togliersi qualche piccola soddisfazione.

il problema, per come la vedo, è che a un certo punto uno tende ad entrare in un loop, si fa trascinare dall'atmosfera più o meno esplicitamente competitiva del gruppo, e allora fatica a trovare la propria misura, a giocarsela entro i propri limiti. e allora subentra una sottile insoddisfazione che ricorda quella del capitalista miliardario, che a chi gli chiedeva "ma quanti soldi vuoi guadagnare ancora?!" rispondeva "un po' di più".

questo sarà anche una spinta a migliorarsi sempre, ma dal mio punto di vista "sapere quando è abbastanza " come dice Laozi, è una capacità fondamentale (non solo nell'arrampicata) che lo spirito del tempo tende a farci perdere. e il rischio à non solo quello di farsi male, ma anche quello di non divertirsi più.

il discorso è complesso e difficile da sintetizzare in un post, ma spero di aver reso un po' l'idea di una riflessione che da tempo mi frulla in mente.

limitati saluti
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Messaggioda VECCHIO » mar apr 12, 2011 22:24 pm

Forse ormai non siamo più capaci di essere soddisfatti di noi stessi.
Non sappiamo più che cosa significhi una vita semplice.
Non sappiamo più cosa significhi restare fermi a guardare, a contemplare.
Mah, forse siamo sempre più ignoranti della vita, credendo di sapere tante cose che non sono importanti nella vita.
Se provo a chiedermi in un qualsiasi momento:" mi serve?", finisco sempre col dire di no e lo dico quasi a tutto.
Però sono felice quando tocco la roccia e vivo un'avventura fra i monti.
SEMPRE
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Messaggioda EvaK » mar apr 12, 2011 23:07 pm

VECCHIO ha scritto:Se provo a chiedermi in un qualsiasi momento:" mi serve?", finisco sempre col dire di no e lo dico quasi a tutto.
Però sono felice quando tocco la roccia e vivo un'avventura fra i monti.
SEMPRE


quanto ti quoto.....

poi, per dire qualcosa di più: io non scalo certo da molto, mettendo insieme le cose sono circa 3 anni scarsi. Inizialmente scalavo con il paraocchi, per me vedevo solo scarpinate, vie di IV, niente di più perchè il resto era roba per gente che si tiene, un'altra categoria.
Il mondo si divideva tra il "paradiso di quelli che si tengono" e "la palude di quelli che non si tengono". Mondi incomunicanti e incomunicabili.
(e a prova di questo, qualcuno qui dentro sa che nel 2010 non volevo neanche venire al Multimedale perchè mi vergognavo... con tutta quella gente che si tiene!!!) vabbè mi tocca ringraziare il solito rompiballe dell'arterio...

Poi qualcosa mi fa cambiare idea e inizio a pensare che non è il grado che divide le persone, ma il modo di vedere la scalata, la montagna , e la vita.
Sembra strano ma ho iniziato a migliorare (sempre nel mio infimo piccolo) quando ho smesso di cercarlo..... cioè arrampico sempre, vado se riesco anche in palestra la sera (x scalare e muovermi più che per allenarmi), ma quello che più è cambiato è non tanto il tempo passato in verticale, quanto la testa.

L'importante è sempre scalare per sè e non per gli altri, non per poterlo dire, ma per la gioia che dà il movimento, il superamento di un passaggio, la pelle d'oca che ti viene quando sei in alto e guardi verso i prati o le case della valle e tu sei su una galassia diversa.... quando ti alzi dal primo tiro e sparisce il quotidiano, e importa solo quello che stai facendo lì ed ora tu e il tuo compagno. La gioia della condivisione di un abbraccio o di una stretta di mano in cima.
Non so se sono cose semplici, vecchio. So che sono cose che riempiono il cuore, al di là del grado e dell'essere una schiappa come mi sento. Ma credo che almeno i sentimenti, quelli non abbiano grado.
"Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne" (Immanuel Kant)

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Messaggioda Kakkola » mer apr 13, 2011 12:41 pm

Bella, Eva! :)
Ma mi chiedo: tutto ciò è possibile anche facendo della semplice falesia?
Io sono bloccata, da una parte ho il desiderio di arrampicare, dall'altra l'inevitabile delusione che mi porterebbe andarci (sono paralizzata dalla paura, sia dell'altezza che di quella di non farcela) fa sì che la eviti.
Epperò continuo ad allenarmi, accumulando un potenziale fisico e tecnico anche rispettabile, ma che non so se sarò mai in grado di esprimere, in attesa che gli anni e l'esperienza mi riconducano a più miti consigli.
D'altro canto, se fare vie alpinistiche o anche solo vie multitiro è più che solo arrampicare - è condividere un'avventura, la falesia resta un terreno dove competizione e aspettative possono strozzarti.
Mi piacerebbe fare montagna, quella vera, ma figurarsi, a 6 metri da terra cominciano a tremarmi le gambe... :(
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Messaggioda Pié » mer apr 13, 2011 14:20 pm

Kakkola ha scritto:Bella, Eva! :)
Ma mi chiedo: tutto ciò è possibile anche facendo della semplice falesia?
Io sono bloccata, da una parte ho il desiderio di arrampicare, dall'altra l'inevitabile delusione che mi porterebbe andarci (sono paralizzata dalla paura, sia dell'altezza che di quella di non farcela) fa sì che la eviti.
Epperò continuo ad allenarmi, accumulando un potenziale fisico e tecnico anche rispettabile, ma che non so se sarò mai in grado di esprimere, in attesa che gli anni e l'esperienza mi riconducano a più miti consigli.
D'altro canto, se fare vie alpinistiche o anche solo vie multitiro è più che solo arrampicare - è condividere un'avventura, la falesia resta un terreno dove competizione e aspettative possono strozzarti.
Mi piacerebbe fare montagna, quella vera, ma figurarsi, a 6 metri da terra cominciano a tremarmi le gambe... :(


Ma sai, un suggerimento potrebbe esser quelli di arrivare all'arrampicata con un percorso graduale che passi dall'escursionismo. Da lì alle normali e così via, senza bruciare le tappe.. certo ci vuole tempo, ma un modo molto bello e pieno..
Spesso le vertigini e la paura irrazionale si vincono anche con l'abitudine..

Eva, complimenti per le belle parole che hai scritto.
evviva la burtleina!
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer apr 13, 2011 17:48 pm

Kakkola ha scritto:Bella, Eva! :)
Ma mi chiedo: tutto ciò è possibile anche facendo della semplice falesia?
Io sono bloccata, da una parte ho il desiderio di arrampicare, dall'altra l'inevitabile delusione che mi porterebbe andarci (sono paralizzata dalla paura, sia dell'altezza che di quella di non farcela) fa sì che la eviti.
Epperò continuo ad allenarmi, accumulando un potenziale fisico e tecnico anche rispettabile, ma che non so se sarò mai in grado di esprimere, in attesa che gli anni e l'esperienza mi riconducano a più miti consigli.
D'altro canto, se fare vie alpinistiche o anche solo vie multitiro è più che solo arrampicare - è condividere un'avventura, la falesia resta un terreno dove competizione e aspettative possono strozzarti.
Mi piacerebbe fare montagna, quella vera, ma figurarsi, a 6 metri da terra cominciano a tremarmi le gambe... :(


personalmente, posso dire che soprattutto agli inizi ho sempre trovato più difficoltà in falesia che nelle vie di montagna.
questo probabilmente perché in falesia la performance è più spinta: mentre in montagna all'inizio ti portano a fare vie di terzo o quarto grado, in falesia già dalle prime volte rischi di trovarti a provare un 6a.

ma forse anche perché, venendo dall'escursionismo, la via "in ambiente" mi sembrava quasi una naturale prosecuzione dell'"andare in montagna" come l'avevo inteso fino ad allora. in falesia invece - così come in palestra indoor - il clima è completamente diverso.

comunque se posso dire, la paura dell'altezza si supera - almeno in buona parte - con l'abitudine. più complesso è l'altro tipo di paura che citavi. in effetti, al di là delle affermazioni politicamente corrette di facciata, l'ambiente dei climbers è fortemente competitivo; starci dentro da pippe non è proprio facilissimo. però sono convinto che anche questo si può imparare: a riconoscere i propri limiti, ad accettare che il bocia di 16 anni che ha cominciato ieri faccia 4 gradi più di te, a non farti girare le balle quando qualcuno ti racconta che "il 6c è un grado basso" - mentre dopo anni prendi ancora bastonate sui 5c...eccetera eccetera.

e soprattutto credo che questo aiuti a mantenere quella che si definisce "la giusta distanza". a sviluppare la capacità di godersi una passione intensa senza che diventi troppo totalizzante: senza che avanzare di grado diventi un'ossessione, senza strapparsi i capelli se tocca saltare un weekend in parete.

scusate la consueta prolissità

logorroici saluti
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Messaggioda Bear » lun apr 18, 2011 17:27 pm

Se posso...vi fate troppi problemi....personalmene mi rovina molto di piu' lavorare tutti i giorni...per gli acciacchi dovuti all'arrampicata male che vada un pò di mal di schiena e le dita doloranti.....ma credetemi c'è gente che stà molto peggio stando sul divano....
Poi se avete cosi paura della vecchiaia con acciacchi potete sempre mettervi anche voi sul divano...o stendervi con la coperta su un prato......



VECCHIO ha scritto:Forse ormai non siamo più capaci di essere soddisfatti di noi stessi.
Non sappiamo più che cosa significhi una vita semplice.
Non sappiamo più cosa significhi restare fermi a guardare, a contemplare.
Mah, forse siamo sempre più ignoranti della vita, credendo di sapere tante cose che non sono importanti nella vita.
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Messaggioda gug » lun apr 18, 2011 18:26 pm

Bel tema, ma nella proporzione indicata da Vecchio mi viene il dubbio che la causa non sia che il grado logora, ma che il grado lo hanno in pochi
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda VECCHIO » lun apr 18, 2011 19:39 pm

Per me ognuno ha il suo grado.

Gug per me pochi sanno nella vita chi sono e cosa possono fare.
Tutti noi cerchiamo di non essere noi stessi e ci facciamo sempre male.
E finiamo col dare la colpa ad altri od altro.

La metto sul ridere, noi tutti pensiamo: "piove, governo ladro"........... però prima che iniziasse a piovere non abbiamo preso l'ombrello e neppure ci abbiamo pensato.
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Messaggioda gug » lun apr 18, 2011 21:18 pm

"Il grado logora, chi non ce l'ha", parafrasando Andreotti :wink: :lol:
Comunque tu, con il livello di vie che hai all'attivo, non mi venire a dire che hai fatto il 6a per tutta la vita :wink:
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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