cimere ha scritto:Io ho iniziato seguendo il metodo caruso e ho notato che cercare di mettere in pratica i concetti fondamentali di equilibrio, spostamento del baricentro eccc... mi aiuta moltissimo.
Poi è ovvio (e lui stesso lo afferma!) che l'arrampicata non è solo una sequenza di posizioni fondamentali.
Mah, parlandone un po' piu' seriamente, la mia formazione su roccia e' passata, quasi 15 anni fa ormai, attraverso la "Gerva" del CAI di Torino. Al CAI si usa piu' o meno ufficialmente il metodo Caruso. Ma non sarebbe il CAI se non si facesse un casino tremendo anche su questo. I fondamentali movimenti dell'arrampicata si esplorano nelle prime due uscite su roccia. Ma poi ti buttano subito in ambiente e si arrampica molto con un istruttore che ti urla tutto il tempo di usare i piedi. A vedere che cosa era capace di fare Ugo Manera con scarpe inadatte e zaino in spalla c'e' da dire che con i piedi si puo' fare molto. Poi alla Gerva ho arrampicato per un anno solo su placche e muri verticali, quindi i piedi erano abbastanza fondamentali. Insomma Caruso o non Caruso mi hanno fatto una testa enorme su sti piedi e solo di tanto in tanto mi hanno suggerito di usare una qualche tecnica particolare da "manuale" (un incastro di mano o di dita, una Dulfer, un bilanciamento, un tallonaggio, un movimento laterale, etc.) per superare un passaggio. Mi lasciavano altrimenti provare a risolvere tutta la via d'istinto cercando di appoggiare sti benedetti piedi cercando l'equilibrio.
Non e' che oggi sia nella posizione di giudicare il metodo con cui ho imparato in modo oggettivo, ma in palestra piu' di una persona si e' fermata a commentare positivamente il mio "footwork". Persino Neil Gresham e Steve McClure hanno elogiato il mio footwork, notando pero' altre mille cappelle, ma questa e' un'altra storia. E' chiaro che non sono io che sono speciale, e' che qui, in particolare a Londra, la gente arrampica particolarmente male. Ed io infatti tra me e me penso "guardate che in Italia arrampicano tutti usando i piedi come e molto meglio di me perche' la gente non si chiude in scimmiodromi di plastica come fate qui". E forse proprio qui sta la chiave.
Anno dopo anno l'esperienza prende il sopravvento sull'istinto. Il 90% dei movimenti che fanno la mia arrampicata trovano posto in qualunque manuale di Caruso. Io stesso quando qualcuno mi chiede qualche suggerimento la butto subito sul tecnico, ma non e' cosi' che ho imparato io. Mi devo sforzare a bloccare le parole in bocca e dire "usa l'istinto, prova, cerca l'equilibrio". Perche' e' vero che esiste quasi sempre nel manuale un movimento che ti risolve il passaggio, ma e' anche vero che non ha senso imparare a memoria una dimostrazione di un teorema se non si ha la benche' minima idea del significato del teorema stesso. Viene facile imparare arrampicando sul molto facile su roccia con pendenze che abituano ed obbligano ad usare i piedi e cercare l'equilibrio. Viene praticamente impossibile se si inizia su un 5+ strapiombante a zanche su plastica.