da VECCHIO » mar mar 02, 2010 16:21 pm
da smauri » mar mar 02, 2010 17:01 pm
da crodaiolo » mar mar 02, 2010 23:01 pm
VECCHIO ha scritto:Forse comincio a capire qualcosa di complesso... sul mio albero...
da arteriolupin » mar mar 02, 2010 23:26 pm
VECCHIO ha scritto:...
Tutta la storia dell'uomo racconta che LUI può morire facilmente quando si muove nella NATURA ed è per questo motivo che LUI con i suoi simili ha costruito le SOCIETA', usando la tecnologia.
No, la tecnologia non è mai stata usata per costruire le società. Le società sono forme "evolute" - più o meno - di comunanza tra simili. E' l'evoluzione del concetto di branco. Tecnologia è tutt'altro, fa parte del processo di acculturazione.
LUI muore sempre se fa un passo sbagliato oltre ciò che conosce e controlla.
LUI muore sempre, punto e basta. E' il destino del singolo. Altro è la perpetuazione presunta del gruppo sociale... O della specie, a scelta. Il fatto di andare a conoscere è insito nello spirito e, se non ci fosse stato e non ci fosse, non esisterebbero società, cultura e tecnologia.
Da qualche tempo LUI sente, per la montagna, la necessità di ?far conoscere le regole della natura?(?), di ?far insegnare le leggi della montagna?(?) e poi di far regolamenti, di far punire ... di far porre, anche lì come nelle sue società, la sicurezza come fondamento(?).
Ogni società ha necessità di regole per poter sopravvivere ai singoli. Le regole sono quelle fondate sulla necessità imposta dalal convivenza... Fin qui, nulla di strano. Più strano, se non poco chiaro, fare appello alle regole per non accollarsi l'onere di dover spiegare fatti gravi o, ancor peggio, prendere le proprie responsabilità
Valeruz dice chiaro e semplice: ?la mancanza di cultura, cultura della montagna, causa la maggior parte degli incidenti? ? e chiama ?incidenti? i fatti che LUI non si spiega.
Non so se il problema sia la spiegazione o la comprensione delle cose da parte di Valeruz. Il termine "incidenti" in sé vuol dire molte cose. Forse troppe...
Ma costruirsi una cultura è faticoso, molto faticoso e richiede sacrifici e tempo, molto tempo; non solo bisogna leggere e studiare, ma bisogna ?confrontarsi e mettersi in gioco con gli altri? (e questo è proprio difficile) e provare le ?idee? in campo aperto, a lungo, affinandole con intelligenza ed umiltà, dubitando sempre di esse e di sé stessi, senza crearsi ?tabù?: insomma usare il proprio cervello e fare delle scelte, non scegliere solo quello che fanno o dicono gli altri.
Questa, caro Vecchio Paopanza, te la sottoscrivo in pieno. La vera cultura è quella tràdita, tramandata, frutto dell'esperienza di anni, messa a confronto con il proprio sviluppo e con quello delle persone che ci fanno l'onore di discutere con noi. Non è istruzione, è cultura, questa...
LUI però è più felice se è ignorante e così è più facile divertirlo con scemenze e gestirlo con slogan vuoti ed in più consuma abbuffandosi: questo è ora il fondamento del benessere della SOCIETA'.
No, è il fondamento del benessere di pochi che, sulla base dle vecchio panem et circenses, trova più semplice far credere alla maggioranza di essere felice per propinare dal cibo alle idee in un sol blocco, così, a scatola chiusa...
LUI ora deve avere fretta, perché viene ossessionato dal continuo e veloce cambiamento che chiama divertimento, e deve mirare in modo edonistico e narcisistico semplicemente quasi solo al piacere fisico, basandosi esclusivamente e facilmente sulle sensazioni che prova.
O sulle sensazioni che si è ormai convinto, causa terzi, di dover provare?
LUI deve affidare ad altri (pochi) il compito di conoscere e creare tecnologia e deve scegliere altri come LUI senza nessuna cultura specifica, ai quali assegnare il compito di scrivere liberamente delle regole adatte a LUI, senza ?condizionamenti?.
LUI delega tutto, anche il chi, dove, come, quando e perché: non si accorge, per ora, che si chiude sempre più in un piccolo mondo di specchi, preconfezionato in grande serie, dove si vede importante insieme ad altri come LUI.
E' il principio del Grande Fratello, orwelliano, non televisivo La delega al pensiero ed allo stabilire prima e soddisfare poi i bisogni corporali e mentali...
Ma bisogna sottolineare che la società attuale non fa più guerre mondiali e la fame è sotto controllo..., LUI muore per vecchiaia, incidenti, malattie e ? fatalità.... ora è centrale la protezione dei ?deboli?, ma non devono mai diventare forti, LUI deve starsene felice in fila o in greggi.
Le guerre sono solo state sostituite da altri sistemi, più subdoli, di "controllo malthusiano"... Quanto scrivi vale solo, purtroppo o per fortuna, per le sole società tecnologicamente avanzate.
Oggi LUI vive in quello che ho letto si chiama ?il periodo politico dell'irresponsabilità da sicurezza tecnologica?: LUI si affida ciecamente alle regole, ma così, senza cultura, quando va nella NATURA ora LUI muore più facilmente che in passato.
Morire nella natura può equivalere, nelle condizioni attuali ad una sorta di triste catarsi... Ma anche smeplicemente di fato avverso o di mancanza di calcolo adeguato. Senza proiezioni filosofeggianti...
Forse LUI è tornato alle sue origini, quando viveva sugli alberi.
LUI ha fatto costruire e fa costruire sempre e dovunque ALBERI che sono le sue SICUREZZE, perché non riesce, o magari non vuole o forse non deve conoscere la NATURA.
LUI con stupida facilità ora può, deve e vuole solo seguire semplici regole e rispettare ?tabù? per illudersi di vivere nella NATURA: senza conoscere nulla si diverte ed è felice, tanto se muore, dopo non gli importa.
Questa condizione assestata potrà cambiare solo se LUI riacquisterà il piacere della curiosità dell'avventura nella natura..... usando in modo intelligente la sua tecnologia e senza affidarsi ciecamente a tutti i suoi alberi portatili fatti di specchi....
Dovrà riprendersi la responsabilità di sé stesso e di ciò che fa, non dare la colpa della sua nullità e dei suoi fallimenti ad altri od altro .
Difficile o impossibile? (Orwell, Asimof, Vogt, Ballard, Dick...)
Magari mi sbaglio e finora solo pochi ominidi sono scesi dagli alberi... il mio è un bell'albero...
Mancava solo una citazione adeguata: "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"... Poi saremmo stati a posto...
Leggerti non è sempre facile, Pao...
Però mi hai costretto a pensare...
L'uomo può riprendere la propria dimensione se non rinuncerà a pensare, a confrontarsi,a voler conoscere. Per conoscere, però, dovrà saper mantenere il legame con la tradizione. Senza la storia, non c'è possibilità di costruire un qualsiasi futuro.
Al di là della citazione Cristicchiana, mi par eche il tuo post sia un po' pessimista. Non lo sarei.
Hai citato una marea di cose... Hai avanzato idee, talvolta confuse, talvolta volutamente nebulose.
Se il tuo scopo è fare riflettere, secondo me, dovresti rendere più appetibili ed avvicinabili i frutti del tuo albero dei dubbi. AL momento, sono troppo alti e non si capisce se tali frutti siano gustosi o meno. E non tutti hanno la volontà di conoscere, di andare a "provare".
Io scendo dal mio albero e per curiosità mi "lancio" verso l'albero della conoscenza, verso il peccato originale. Ma con questo non so se sono nel giusto. Magari no, magari ha ragione chi rimane sul proprio albero, con più o meno specchi.
Risposte precise non ne troverai, ma il solo fatto di aver posto queste riflessioni indica che sei sceso dall'albero e che la situazione, per quanto tragic,a non è priva di vie d'uscita.
Magari, afforntando un tema alla volta dei mille che hai sfiorato...
Buona Serata
...ma per fortuna c'è Carla Bruni... PERCHE' LUI NON CAPISCE MAI ?
da crodaiolo » mar mar 02, 2010 23:52 pm
da arteriolupin » mar mar 02, 2010 23:56 pm
da crodaiolo » mer mar 03, 2010 0:04 am
arteriolupin ha scritto:Ed ora mi vedo il Vecchio su di un albero, intento ad urlare: "Voglio una donnaaaaaaaaaaaa"...
da VECCHIO » mer mar 03, 2010 1:01 am
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