Boardman e Tasker

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Boardman e Tasker

Messaggioda Pié » lun mar 02, 2009 15:31 pm

...Fu per me un un tiro perfetto. Ogni movimento era complicato, tecnico: però ogni due o tre movimenti potevo ristabilire un buon equilibrio.
Provai ed usai ogni tecnica di mia conoscenza, quasi istintivamente, facendo una serie di combinazioni tra la spaccata, l'incastro, la tecnica di camino, la Dulfer, sollevamenti atletici, incastro di dita, aderenza.
Le acrobazie allo spasimo sull'Upper Tower erano dimenticate, perché qui c'era terreno misto di roccia e ghiaccio e l'arrampicata richiedeva il massimo della tecnica. Sentivo che avevo un controllo perfetto e provavo l'emozione di vedere le corde che dalla mia cintura s'inabissavano libere nel vuoto. Ero leggero come l'aria che mi circondava, come se stessi danzando sulle punte, rilassato; misuravo ogni mossa alla ricerca di una vera economia della fatica. Parla con gli occhi, parla con le mani e lascia che tutto scorra dal cuore. La vera comunicazione, la vera comunione è fatta di silenzio. Cecov disse una volta che quando un uomo risparmia il massimo di movimenti in una certa azione, quella si chiama grazia. Era quella la mia unica ricerca, fino a che la corda che mi tirava mi ricordò che dovevo fermarmi e assicurarmi e che avevo un compagno. Guardando in basso verso Joe realizzai quanto si fosse fatto tardi. Il canalone era diventato un anfiteatro dorato, appoggiato al limite dell'oscurità..

Questo è un piccolo brano che mi aveva colpito molto tratto da "La montagna di luce" ed. Corbaccio. É un libro, scritto per me benissimo, che avevo letteralmente divorato e che parla di un'avventura totale compiuta da due uomini fuori dal comune. Quando l'avevo acquistato, non ne sapevo niente, al di fuori di quanto diceva Dal Pra nella sua intervista di Uomini & Pareti. Gogna traccia un profilo di Boardman e Tasker nella sua pre e post fazione del libro, ma tanto di più non ho trovato:

chi sa, parli! :wink:
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Messaggioda eugen » lun mar 02, 2009 16:47 pm

Mi hai fatto venire voglia di leggerlo... ce l'ho in casa, era di mio padre, ma non mi aveva mai attirato troppo... lo leggo e ti dico :D
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Messaggioda Pié » mar mar 03, 2009 10:32 am

eugen ha scritto:Mi hai fatto venire voglia di leggerlo... ce l'ho in casa, era di mio padre, ma non mi aveva mai attirato troppo... lo leggo e ti dico :D


A me è piaciuto davvero tanto, e la storia è veramente fuori dal comune... leggilo e poi ne riparliamo!

e beh, non c'è nessuno che sappia qualcosa di questi due personaggi?
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Messaggioda dademaz » mer mar 04, 2009 15:40 pm

bhe la montagna di luce è un vero capolavoro e boardman e tasker due visionari...le loro salite parlano chiaro ed anche il tentativo alla nord est dell'everest, dove poi appunto sono rimasti per sempre.

ovviamente enrambi molto british, scanzonati e scanzonatori, ma con idee semplici e chiare.

un libro, secondo me interessante, che delinea un po' i tratti di Tasker è quello scritto dalla sua compagna Maria Coffey...proprio in occasione della sua partenza per l'everest...oltre a far conoscere un po' meglio Tasker persona è interessante proprio il punto di vista 'esterno' di chi sta a casa!

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Messaggioda Pié » mer mar 04, 2009 19:11 pm

dademaz ha scritto:un libro, secondo me interessante, che delinea un po' i tratti di Tasker è quello scritto dalla sua compagna Maria Coffey...proprio in occasione della sua partenza per l'everest...oltre a far conoscere un po' meglio Tasker persona è interessante proprio il punto di vista 'esterno' di chi sta a casa!

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avevo visto il libro nei cataloghi, ma non l'ho mai preso temendo egoisticamente che fosse un po' "intristente"...

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Messaggioda Andreino » gio mar 05, 2009 10:17 am

Devo ammettere che mi manca ancora, "La Montagna di luce"...

Per ora ho solo sfiorato i due grandi alpinisti, in letteratura, in particolare nel libro di Ugo Manera, che li ha incontrati al Changabang, nei loro (e nei suoi) "giorni grandi"...

Vedrò di riempire al più presto l'ammanco :wink:
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Messaggioda eugen » mar mar 10, 2009 19:53 pm

Veramente bello! Letto oggi in giornata, purtroppo non so niente di loro che non sia scritto in quarta di copertina... :D
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Messaggioda O_o » mar mar 10, 2009 20:36 pm

eugen ha scritto:Veramente bello! Letto oggi in giornata, purtroppo non so niente di loro che non sia scritto in quarta di copertina... :D


beh allora siamo in due scusate l'ignoranza ma chi sono?
NON ESISTONO MONTAGNE IMPOSSIBILI, ESISTONO SOLO UOMINI CHE NON LE SANNO SCALARE

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Messaggioda Pié » mer mar 11, 2009 18:40 pm

eugen ha scritto:Veramente bello! Letto oggi in giornata, purtroppo non so niente di loro che non sia scritto in quarta di copertina... :D


te l'avevo detto! nell'edizione che ho io se ne parla un po' di più...

O_o ha scritto:beh allora siamo in due scusate l'ignoranza ma chi sono?


:smt021 dannata gioventù! :lol: :wink:
quando ho un attimo di tempo scrivo due righe, comunque se non mi ricordo male nella biblioteca della sezione c'è una copia del libro... studia!!!! :wink:
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Messaggioda eugen » mer mar 11, 2009 19:11 pm

Pié ha scritto:
eugen ha scritto:Veramente bello! Letto oggi in giornata, purtroppo non so niente di loro che non sia scritto in quarta di copertina... :D


te l'avevo detto! nell'edizione che ho io se ne parla un po' di più...


Edizione Dall'Oglio "Exploits"?

Allora, cominiciamo con il riportare ciò che c'è scritto (il libro è dell'81, non erano ancora morti):

Boardman: direttore scuola internazionale alpinismo a Leyskin blablabla, fu uno degli scalatori che raggiunsero la vetta dell'Everest con la spedizione di Bonington lungo la parete SW nel 1975. Nel 1976 scala la parete ovest del Changabang con Tasker in una spedizione a due. Nel 1979, assieme a Tasker e Doug Scott, conquistò il Kangtchenjonga in una spedizione a 4.

Tasker: ha al suo attivo le pareti nord del Cervino, dell'Eiger, delle Jorasses e le invernali della nord del Breithorn e dell'Eiger. Nel 1975 con Dick Renshaw ha salito la cresta SE del Dunagiri.



Joe Tasker (May 12, 1948, Hull ? May 17, 1982) was one of the most talented British climbers during the late 1970s and early 1980s.[citation needed] Born into a traditional Roman Catholic family, he was one of ten children and spent his early childhood in Port Clarence, Middlesbrough then attended Ushaw Seminary, County Durham between the ages of 13 and 20, in training to become a Jesuit priest. Fascinated by a book recounting harrowing tales of tragic attempts to climb the North Face of the Eiger, he started climbing in a nearby quarry in 1966.

After leaving the seminary he first worked as a dustman before studying sociology at Manchester University. He improved his climbing skills during this time, graduating from rock climbing in Britain to harder routes in the Alps.

His regular climbing partner was Dick Renshaw, whom he had met at university. Together they climbed the North Face of the Eiger in the winter of 1975. This was followed later that year by the first ascent of the South-East ridge of Dunagiri (7066m), a Himalayan peak in the North-East corner of India. Running out of food and fuel on the descent, they were lucky to survive, although Dick Renshaw suffered frostbite in his fingers.

His first ascent in 1976 of the West Face of Changabang (6864m), which neighboured Dunagiri, saw his first partnership with Peter Boardman, and was widely acclaimed as a bold, magnificent feat of mountaineering. Both he and Boardman were invited to the K2 expedition led by Chris Bonington in 1978, which was abandoned after Nick Estcourt was killed in an avalanche. Following an unsuccessful attempt on Nuptse in the autumn of 1978, a small team consisting of Tasker, Boardman, and Doug Scott made an ascent of Kangchenjunga (at 8,598 m the third highest mountain in the world) by a new route from the North-West in 1979 (with Georges Bettembourg also on the team but not making the summit). A second attempt on K2 and a difficult Winter assault on the West Face of Everest both ended unsuccessfully.

In 1980 he met Maria Coffey, the girlfriend who wrote about her grief following his death in Fragile Edge (ISBN 0-89886-737-1). In 1981 he was part of the British team which made the first ascent of Kongur (7,649 m) in China, accompanied by Chris Bonington, Peter Boardman and Al Rouse. He disappeared with Boardman on May 17, 1982 on the North-East Ridge of Everest. The body of Peter Boardman was found in 1992, resting near the second pinnacle in the extremely difficult area of the "Three Pinnacles" on the middle north east ridge of Mt. Everest,[citation needed] but the body of Joe Tasker is still missing.



Peter Boardman (25 December 1950 ? 17 May 1982) was a British climber, Everest summiteer, and author of several mountaineering books. Born in Stockport, England, he began climbing in his teens, and at the age of 16 made his first visit to the Alps. He quickly became a proficient Alpine climber, and made the first British ascents of the North Face Direct of the Olan, the North Face of the Nesthorn and the North Face Direct of the Lauterbrunnen Breithorn.

After Stockport Grammar School, in which he now has a climbing wall dedicated to his name [1],he studied English at the University of Nottingham, where he was President of the Mountaineering Club, here he undertook his first expedition to the Hindu Kush of Afghanistan, climbing the North Face of Koh-I-Khaaik and making the first ascent of Kohi-Mundi. After Nottingham, Peter studied for a diploma in education at the University of Wales, Bangor, where he learnt some Welsh. He became a British Mountain Guide, and worked for the British Mountaineering Council. He was subsequently President of the British Association of Mountain Guides and Director of the International School of Mountaineering at Leysin.

A number of expeditions followed, and in 1975, he summited Everest via the South West face, as part of the second assault team, on an expedition on which fellow climber Mick Burke was tragically killed.

In 1976 he joined forces with Joe Tasker and climbed the West Wall of Changabang, at its time probably the hardest Himalayan climb in the world. His book about the experience The Shining Mountain is one of the outstanding works of mountaineering literature, and won the 1979 John Llewellyn Rhys Prize for literature.

After a failed attempt at K2, in which climber Nick Estcourt was killed in an avalanche, Boardman successfully climbed Kangchenjunga in 1979 via the North Ridge. He returned to K2 in 1980, reaching a height of 7975 metres. He was killed on the North-North East ridge of Everest in 1982, along with his climbing partner Joe Tasker. In 1992 Boardman's body was found by climbers from Kazakhstan in a sitting position near the Second Pinnacle "looking like he was asleep". Boardman's body was identified through photographs by relatives in the UK.


La seconda parte, quella in inglese proviene da wikipedia (penso l'avessi già vista anche tu). Ho provato anche a cercare su quella tedesca, ma purtoppo sono la fotocopia l'una dell'altra quelle due versioni degli articoli...
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Messaggioda Pié » sab mar 21, 2009 13:23 pm

Visto che sono riuscito con tanto impegno e dedizione ad azzopparmi =D> ](*,) adesso ho finalmente tanto tempo libero per scrivere...

la mia edizione è corbaccio 2001. visto che non so esattamente in che limiti si possano riportare parti di libri, ne metto qualcuna della prefazione e riporto un po' di storia alpinistica dal changabang. resta inteso che se ciò dovesse violare qualche norma, ritirerò il topic.

Scrive Gogna: ... la salita del Changabang per la parete ovest, da parte di due uomini senza alcun aiuto esterno, è un fatto di storia e non di cronaca e che il libro che ne documenta l'origine, le fasi e la conclusione è un'opera su un fatto storico e non una relazione tecnica di una salita dfficile...
... la scalata del changabang ci giunse nell'ottobre del 1976, dopo un'estate abbastanza avara di successi della fantasia, se si esclude la torre di trango e soprattutto dopo un 1975 che aveva portato il successo dell'equipe di chris boninghton sulla parete sud ovest dell'everest. Ci giunse quindi in un caratteristico intervallo, i un momento d'empasse, come se fosse stato studiato apposta l'effetto teatrale da ottenere su uno spettatore, tale da farlo vibrare d'emozione e di partecipazione...
... la salita della parete ovest del changabang, condotta i povertà e assoluta limitazione di mezzi e di spreco, è stata una pagina fondamentale nella storia dell'alpinismo, per quella freschezza, per quell'imprevedibilità e per quella tenacia che sono le sue caratteristiche peculiari: il libro che ne narra le vicende non poteva che assomigliare all'avventura-madre...

Il changabang prima e dopo boardman e tasker (estratto da corbaccio 2001.)
Il c., una delle più belle montagne dell'Himalaya e del Garhwal, è alto 6894m... la sua storia alpinistica è assai recente, perché incomincia nel 1974, però da molto tempo il sogno di conquista della montagn apiù difficile dell'india aveva affascinato generazioni di alpinisti.
Tra le altre montagne del nanda devi sanctuary, F.Smythe la descrive come "un picco che precipita dalla vetta al ghiacciaio con una parete che sembra tranciata con un sol colpo di coltello". Anche l'accesso alla base è difficile e complicato, sia che si passi dal Dharansi Pass sia dalle selvagge gole del Rishi Ganga.
L'inglese W.Murray sostenne d'averne salito la cima nell'ottocento, ma lo stesso A.C. pensò a sconfessarlo.
Nel 1974, una forte spedizione di Boninghton (Haston, Scott, Boysen, Sandhu, Tashi Sherpa) si avvicinò alla montagna con l'intenzione di scalare la parete O. Boysen scrisse in seguito che "le rocce verticali e strabiombanti, chiazzate qua e là da macchie di ghiaccio ridicolmente ripide... rendevano tutto così ovviamente difficile da essere quasi una burla". si rivolsero così all'altro lato.. e scalarono il versante nevoso sotto la parete SE del kalanka e salirono in vetta al c. per la cresta NE.
Nella primavera del '76 i giapponesi Kobayashi, Aida, Ohno, Asano, Karino con Toda, attaccarono la cresta S e in 33 gg di lavoro riuscirono a piazzare corde fisse fino a 6850m e da lì raggiunsero tutti la vetta (cresta SO).
L'impresa di B&T 1976 ebbe luogo nella stagione post monsonica, proprio su quella parete che Boysen aveva definito una burla... quella vittoria fu di due uomini senza alcun aiuto esterno... e anche se non in stile alpino, è stata una pagina così fondamentale da ispirare l'intera generazione di giovani alpinisti di quegli anni.
Nello stesso periodo, un'altra spedizione britannica (Clark, Duff, Roberts, Rogers, Read) attaccava l'evidente sperone S, parallelo ma ben più verticale alla cresta S.... Dopo 18 gg rinunciarono sotto la difficilissima parete sommitale, risolero allora l'obiettivo di riserva l'imponente parete SE, in 3 gg di scalata in stile alpino, con discesa dalla via di boninghton. Un'impresa che ha poco da invidiare a quella più famosa di B&T.
Il 1978 vide... la fortissma spedizione (Kurtyka, Zurek, Mac-Intyre, Porter) affrontare lo sperone S. Riuscirono a vincere in 5 gg la parete sommitale che aveva respinto i britannici: una salita costellata di piccoli incidenti e di voli potenzialmente assai pericolosi.
Autunno 1980 spedizione neozelandese (Rothfield, Allen, Berry, Anderso, Noble, Dunlop, Miller, Hughes, Rheinberger)... che ripetè la via Boninghton... Hughes scomparve purtroppo nella via del ritorno.
Nel 1981 è la volta degli Italiani... (Lingua, Manera, Castiglia, Meneghin. Zuccon, Bonis, Crivellaro, Rocca, Sandestro).... aprirono una via parzialmente nuova sulla cresta S (chiamata appunto cresta S). Difficoltà dal IV+ al V+ e A2 su roccia, ghiaccio 70°e 80°.
Nel 1982 spedizione australiana (Moorhead, Mackenzie, Muir, Nottle)... attaccarono la cresta SO, da lì attraversarono sulla cresta S... discesero lungo la cresta NE e per il suo versante S fino al changabang glacer, e da lì con un'odissea di 4 gg rientrarono al C.B.
Per 13 anni la montagna fu chiusa dal governo indiano.
Nel 1996 i britannici Perkins, Murphy, Payne, Clyma fecero un tentativo lungo la parete N giungendo a poco più che metà parete.
Nel 1997 spedizione in stile alpino di Murphy, Payne, Clyma, Fowler, Cave e Sustad sulla parete nord... Tempo inizialmente pessimo, molta neve, vetta raggiunta... murphy purtroppo viene travolto da una valanga in discesa.
Nel 1998 spedizione Dusharin, Mariev, Shabalin, Volkov, Buhler con obiettivo ancora la parete N per una linea più a destra di quella seguita l'anno precedente, la cui linea era costituita da una sere di canalini ghiacciati. Dopo 5 + 13 gg di orde fisse e stile a capsula raggiunsero la vetta.

per chi voglia approfondire l'argomento, su FV hanno aperto questo gran bel topic, http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic.php?t=11153
ciao pié
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