Visto che sono riuscito con tanto impegno e dedizione ad azzopparmi
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adesso ho finalmente tanto tempo libero per scrivere...
la mia edizione è corbaccio 2001. visto che non so esattamente in che limiti si possano riportare parti di libri, ne metto qualcuna della prefazione e riporto un po' di storia alpinistica dal changabang. resta inteso che se ciò dovesse violare qualche norma, ritirerò il topic.
Scrive Gogna: ... la salita del Changabang per la parete ovest, da parte di due uomini senza alcun aiuto esterno, è un fatto di storia e non di cronaca e che il libro che ne documenta l'origine, le fasi e la conclusione è un'opera su un fatto storico e non una relazione tecnica di una salita dfficile...
... la scalata del changabang ci giunse nell'ottobre del 1976, dopo un'estate abbastanza avara di successi della fantasia, se si esclude la torre di trango e soprattutto dopo un 1975 che aveva portato il successo dell'equipe di chris boninghton sulla parete sud ovest dell'everest. Ci giunse quindi in un caratteristico intervallo, i un momento d'empasse, come se fosse stato studiato apposta l'effetto teatrale da ottenere su uno spettatore, tale da farlo vibrare d'emozione e di partecipazione...
... la salita della parete ovest del changabang, condotta i povertà e assoluta limitazione di mezzi e di spreco, è stata una pagina fondamentale nella storia dell'alpinismo, per quella freschezza, per quell'imprevedibilità e per quella tenacia che sono le sue caratteristiche peculiari: il libro che ne narra le vicende non poteva che assomigliare all'avventura-madre...
Il changabang prima e dopo boardman e tasker (estratto da corbaccio 2001.)
Il c., una delle più belle montagne dell'Himalaya e del Garhwal, è alto 6894m... la sua storia alpinistica è assai recente, perché incomincia nel 1974, però da molto tempo il sogno di conquista della montagn apiù difficile dell'india aveva affascinato generazioni di alpinisti.
Tra le altre montagne del nanda devi sanctuary, F.Smythe la descrive come "un picco che precipita dalla vetta al ghiacciaio con una parete che sembra tranciata con un sol colpo di coltello". Anche l'accesso alla base è difficile e complicato, sia che si passi dal Dharansi Pass sia dalle selvagge gole del Rishi Ganga.
L'inglese W.Murray sostenne d'averne salito la cima nell'ottocento, ma lo stesso A.C. pensò a sconfessarlo.
Nel 1974, una forte spedizione di Boninghton (Haston, Scott, Boysen, Sandhu, Tashi Sherpa) si avvicinò alla montagna con l'intenzione di scalare la parete O. Boysen scrisse in seguito che "le rocce verticali e strabiombanti, chiazzate qua e là da macchie di ghiaccio ridicolmente ripide... rendevano tutto così ovviamente difficile da essere quasi una burla". si rivolsero così all'altro lato.. e scalarono il versante nevoso sotto la parete SE del kalanka e salirono in vetta al c. per la cresta NE.
Nella primavera del '76 i giapponesi Kobayashi, Aida, Ohno, Asano, Karino con Toda, attaccarono la cresta S e in 33 gg di lavoro riuscirono a piazzare corde fisse fino a 6850m e da lì raggiunsero tutti la vetta (cresta SO).
L'impresa di B&T 1976 ebbe luogo nella stagione post monsonica, proprio su quella parete che Boysen aveva definito una burla... quella vittoria fu di due uomini senza alcun aiuto esterno... e anche se non in stile alpino, è stata una pagina così fondamentale da ispirare l'intera generazione di giovani alpinisti di quegli anni.
Nello stesso periodo, un'altra spedizione britannica (Clark, Duff, Roberts, Rogers, Read) attaccava l'evidente sperone S, parallelo ma ben più verticale alla cresta S.... Dopo 18 gg rinunciarono sotto la difficilissima parete sommitale, risolero allora l'obiettivo di riserva l'imponente parete SE, in 3 gg di scalata in stile alpino, con discesa dalla via di boninghton. Un'impresa che ha poco da invidiare a quella più famosa di B&T.
Il 1978 vide... la fortissma spedizione (Kurtyka, Zurek, Mac-Intyre, Porter) affrontare lo sperone S. Riuscirono a vincere in 5 gg la parete sommitale che aveva respinto i britannici: una salita costellata di piccoli incidenti e di voli potenzialmente assai pericolosi.
Autunno 1980 spedizione neozelandese (Rothfield, Allen, Berry, Anderso, Noble, Dunlop, Miller, Hughes, Rheinberger)... che ripetè la via Boninghton... Hughes scomparve purtroppo nella via del ritorno.
Nel 1981 è la volta degli Italiani... (Lingua, Manera, Castiglia, Meneghin. Zuccon, Bonis, Crivellaro, Rocca, Sandestro).... aprirono una via parzialmente nuova sulla cresta S (chiamata appunto cresta S). Difficoltà dal IV+ al V+ e A2 su roccia, ghiaccio 70°e 80°.
Nel 1982 spedizione australiana (Moorhead, Mackenzie, Muir, Nottle)... attaccarono la cresta SO, da lì attraversarono sulla cresta S... discesero lungo la cresta NE e per il suo versante S fino al changabang glacer, e da lì con un'odissea di 4 gg rientrarono al C.B.
Per 13 anni la montagna fu chiusa dal governo indiano.
Nel 1996 i britannici Perkins, Murphy, Payne, Clyma fecero un tentativo lungo la parete N giungendo a poco più che metà parete.
Nel 1997 spedizione in stile alpino di Murphy, Payne, Clyma, Fowler, Cave e Sustad sulla parete nord... Tempo inizialmente pessimo, molta neve, vetta raggiunta... murphy purtroppo viene travolto da una valanga in discesa.
Nel 1998 spedizione Dusharin, Mariev, Shabalin, Volkov, Buhler con obiettivo ancora la parete N per una linea più a destra di quella seguita l'anno precedente, la cui linea era costituita da una sere di canalini ghiacciati. Dopo 5 + 13 gg di orde fisse e stile a capsula raggiunsero la vetta.
per chi voglia approfondire l'argomento, su FV hanno aperto questo gran bel topic,
http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic.php?t=11153
ciao pié