Lavorato in montagna

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Lavorato in montagna

Messaggioda the_serpent2006 » ven ago 11, 2006 20:46 pm

... riprendo dal topic qui sotto....

C'è chi insiste che il lavorato in montagna non c'è...

Credo che tutti siamo d'accordo che l'Eiger è una Montagna !!!!!!

Andatevi a vedere la news in primo piano oggi su PM:

Salita della via Yeti, parete Nord dell'Eiger.
Credete che l'abbiano fatta a vista?
Infatti, dalle parole del fortissimo arrampicatore:

"Yeti Part 2, Estate 2006
Le incredibili temperature giù in valle ci hanno condotti ancora sull'Eiger. E' arrivato il tempo per il mio progetto! Ho lavorato le sezioni bouldering della via: in un itinerario di mille metri d'altezza è importantissimo arrampicare il più efficientemente possibile per riuscire a salire in libera tutte le lunghezze! Ed io cercavo di salire in libera tutti i tiri in un giorno."

Grande impresa comunque, credo che siate d'accordo.

Ciao

T_S
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Messaggioda Mago del gelato » ven ago 11, 2006 23:14 pm

Che tipo di via è?
La liberazione dello spirito generò la liberazione del gesto, e nacque il Free Climbing
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Messaggioda Herman » ven ago 11, 2006 23:21 pm

Ma chi lo dice che il lavorato in montagna non c'è? Non ci dovrebbe essere perchè ipoteticamente non etico o perchè nessuno lo fa?

Secondo me ce n'è a pacchi, almeno ad alto livello...
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Messaggioda Zio Vare » ven ago 11, 2006 23:40 pm

Herman ha scritto:Ma chi lo dice che il lavorato in montagna non c'è?

infatti non capisco chi nega l'esistenza del lavorato in montagna; è pieno di interviste in cui si accenna alla fatica dei vari giorni per liberare tutte le sezioni e ripetere finalmente la via in libera.
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Messaggioda Silvio » ven ago 11, 2006 23:41 pm

Herman ha scritto:Ma chi lo dice che il lavorato in montagna non c'è? Non ci dovrebbe essere perchè ipoteticamente non etico o perchè nessuno lo fa?

Secondo me ce n'è a pacchi, almeno ad alto livello...



vedi Bubu Bole.



:wink: :wink: :wink:
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Messaggioda x » ven ago 11, 2006 23:53 pm

Herman ha scritto:......Secondo me ce n'è a pacchi, almeno ad alto livello...


Al livello di noi comuni mortali però non c'è.
Conosco ben poca gente che torna su una "via di montagna" :arrow: (quì si può discutere) per fare la libera. Normalmente, sempre per noi comuni mortali, o la fai a vista, o non la fai in libera....
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Messaggioda the_serpent2006 » sab ago 12, 2006 0:03 am

Il fatto è che tutte queste distinzioni che si fanno tra arrampicata sportiva, alpinismo, lavorato, non lavorato etc. etc. tendono ad azzerarsi mano a mano che sale il livello degli arrampicatori.
Come definire allora l'headpointing di moda nei paesi anglosassoni? Vie estreme protette "clean" che pero' possono essere ripetute solo dopo un lungo lavoro di preparazione e memorizzazione dei movimenti perché nella maggior parte dei casi una caduta significa ferita grave o morte.
Non è alpinismo perché non sono vie "di montagna", non è arrampicata sportiva perchè le protezioni sono aleatorie.
Io mi rifiuto di classificare in una scala di valori i vari stili di arrampicata.

Ma qui a volte ci si sente piu' "puri" perchè si è fatta una via non spittata (magari di quarto grado) invece di una bella salita anche molto difficile in libera su una via ben protetta.... non capisco, o meglio capisco ma non approvo....

Bye

T_S
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Messaggioda Herman » sab ago 12, 2006 0:30 am

x ha scritto:
Herman ha scritto:......Secondo me ce n'è a pacchi, almeno ad alto livello...


Al livello di noi comuni mortali però non c'è.
Conosco ben poca gente che torna su una "via di montagna" :arrow: (quì si può discutere) per fare la libera. Normalmente, sempre per noi comuni mortali, o la fai a vista, o non la fai in libera....


La questione allora è la definizione di "noi comuni mortali"...intendi il grado? E , se si, fino a dove arriva il comune mortale?
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Messaggioda federicopiazzon » sab ago 12, 2006 2:46 am

Silvio ha scritto:
Herman ha scritto:Ma chi lo dice che il lavorato in montagna non c'è? Non ci dovrebbe essere perchè ipoteticamente non etico o perchè nessuno lo fa?

Secondo me ce n'è a pacchi, almeno ad alto livello...



vedi Bubu Bole.



:wink: :wink: :wink:



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Messaggioda Enzolino » dom ago 13, 2006 17:40 pm

Per quanto mi riguarda esprimero' un giudizio molto soggettivo.

A me piace molto di piu' arrampicare a vista.

Occasionalmente mi piace anche riprovare una via sopra il mio livello diverse volte in falesia. Questo per allenamento ma anche un pizzico di gusto. Il gusto di percorrere una linea in libera e senza cadere.

Visto che di vie lunghe ce n'e' una marea ed ogni via lunga rchiede almeno una giornata, uno dei motivi che potrebbe spiegare la motivazione a lavorare vie lunghe e' la ricerca di prestigio.
Questo a livello amatoriale.

Quando si tratta invece di liberare una via aperta in artificiale, c'e' anche il gusto della sfida di dimostrare che e' possibile passare in libera la' dove si e' passati in artificiale. Inoltre si fa un servizio alla comunita' perche' ci andra' a ripetere una via artif in futuro, sara' in grado di stimare se potra' farla con o senza le staffe.

Il lavorato in montagna, d'altra parte, mi sembra oramai consolidato, anche se secondo me, lavorare una via lunga e' anche un modo di degradarla da un punto di vista dello stile.

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda the_serpent2006 » dom ago 13, 2006 18:41 pm

Arigonfia con "il degrado"........ (arigonfia, tipica espressione delle mi' parti, vuol dire "aridaje"...) ;)

ma che c'entra il degrado... la via non si degrada certo!!!
Se uno potesse, farebbe tutto a vista e sciolto. Ma dal momento che ti leghi alla corda cominciano i compromessi.
Tra tutti i compromessi, quello di provare piu' volte un passaggio duro è proprio quello meno "degradante" proprio perchè non lascia tracce fisiche (tipo chiodi in piu').

Per esempio chivuol fare una via "en solo" di livello alto e non ha intenzioni suicide, dovrà lavorarla, come hanno fatto i Giordani, i Gullich, i Manolo, gli Huber, gli Edlinger, e ci metto anche il grande soloista Alain Robert che ripeteva gli 8b in solitaria 20 anni fa, etc. etc., e quetso in montagna o meno.

Nel piu' piccolo, uno puo' provare piacere nel ripercorrere in scioltezza un itinerario che gli ha richiesto del duro lavoro di preparazione (includendo in questo la ripetizione dei tiri) prima della riuscita... non ci vedo degrado ci vedo un approccio sportivo come in tutti gli altri sport...

Ciao

T_S
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Messaggioda calabrones » dom ago 13, 2006 19:57 pm

Herman ha scritto:Ma chi lo dice che il lavorato in montagna non c'è? Non ci dovrebbe essere perchè ipoteticamente non etico o perchè nessuno lo fa?

Secondo me ce n'è a pacchi, almeno ad alto livello...


Mi intrometto, su PM c'è un articolo di Bubu Bole ke ha salito qualche via classica sul Bianco in libera (o quasi), comunque lui e compagno ci hanno messo 3 mesi, quindi c'hanno lavorato un bel po' ;)

Ora non ricordo di più comunque basta girar pagina ed andare a leggere...

Comunque tra i NO BIG, c'è gente che ripete la stessa via di montagna più volte all'anno, allora se non è lavorato quello ;)

Per es.: Mauro Corona, personaggio caratteristico di Erto, salito alla ribalta per i suoi libri, dice di aver salito il Campanile di V.M. almeno 160 volte.
E poi pensiamo ai corsi di roccia, gli istruttori a fine corso non portano gli allievi sulle solite 4 vie (5 torri, falzarego, campanile v.m.), dalle mie parti si! In modo da poter fare tutto in sicurezza e mostrare la propria dimestichezza agli allievi ;) :?:

Ciao
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Messaggioda Enzolino » dom ago 13, 2006 20:20 pm

T_S,

secondo il tuo parere lavorare una via lunga non la degrada.

Secondo il mio SI!

Il discorso sul compromesso non c'entra proprio nulla. O forse non l'hai spiegato bene. Il discorso e' quello sullo stile. Per me esiste una gerarchia dello stile e l'on sight sta prima dell'headpoint. E credo che questa gerarchia sia riconosciuta da tutti. Perche' fare una via a vista significa che sei padrone di quelle difficolta'.

Personalmente posso capire che uno lavori ossessivamente una via in montagna quando questa possiede delle difficolta' di "frontiera". Quando la via artificiale e' storica, ma tollerare il lavorato come stile consolidato in montagna, scevro da critiche secondo me e' sbagliato.
La cultura del lavorato in montagna ha portato e porta le corde fisse lasciate per mesi. Il discorso dello stile diventa quindi anche un discorso di rispetto. Lo dimostra la polemica di qualche tempo fa sulle corde fisse e le prese segnate su Hotel Supramonte. Se questo non e' degrado di una via, dimmi cos'e'. Quindi personalmente l'idea del lavorato in montagna non mi piace.
E' cattivo stile.

Poi ognuno ha i suoi gusti: questi sono i miei.

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda the_serpent2006 » dom ago 13, 2006 20:53 pm

... certo che l'on sight sta prima dell'headpointing, ma il solo "all free" sta prima ancora dell'on-sight "roped" (tanto per rimanere negli anglicismi...).

Quindi quando tu ti leghi, "degradi" già il tuo stile (dal puro arrampicare slegato, al legarsi in cordata o in solitaria) facendo il compromesso tra stile, sicurezza, e necessità o voglia di finire la via in libera.

Quando il fine è una prima assoluta (ad esempio la libera di "bellavista" o del Nose) si giustifica meglio da parte di tutti il fatto di aver lavorato la via perchè nessuno è in grado fino a quel momento di farla "on sight".

Ma questo non degrada affatto la via perchè essa sarà sempre disponibile nel suo stato originario per il prossimo che voglia provarla tutta "on sight". Anzi il fatto che ci sia già passato uno anche se fortissimo, anche se dopo averla lavorata, puo' stimolare qualcuno a tentarla in questo stile.

Lasciare le corde fisse, segnare le prese è certo un degrado (anche se temporaneo), ma si tratta semplicemente di maleducazione e mancanza di rispetto; ma non è certo implicito nel concetto di "lavoro" di una via.

In ogni caso è preferibile lavorare (= allenarsi per fare) un tiro sprotetto per poi farlo da primo quando si è pronti, che farlo on sight dopo averlo reso (o averlo fatto rendere...) sicuro con i chiodi o gli spit (quando originariamente la via era stata aperta senza...).

Poi è logico che ognuno arrampica nello stile che preferisce, facendo i compromessi che vuole (ad esempio accontentandosi di un grado inferiore rispetto ad un altro possibile in stile "headpointing").

Non so se mi si piega.... ;)
T_S
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Messaggioda Enzolino » dom ago 13, 2006 23:03 pm

the_serpent2006 ha scritto:... Non so se mi si piega.... ;)
:D ... ti si spiega, ti si spiega ... e fondamentalmente penso che tu abbia ragione.
Difatti anche la corda e le protezioni, in qualche modo "degradano" nel senso di "addomesticano" una via.
Si tratta quindi di metterci d'accordo a livello individuale o collettivo in che misura abbia senso "addomesticare" o "degradare" una via.
E questo riguarda non solo la libera, ma l'arrampicata e l'alpinismo in generale. Ivi compreso lo stile alpino, o quello himalayano.

Nel mio modo modo di vedere individuale, quindi, lavorare una via lunga in montagna la degrada eccessivamente, a meno che non la si affronti in maniera diversa rispetto allo stile originario di apertura, in quanto si sta spostando in avanti uno standard rispetto agli apritori.

E quindi mi sembra piu' accettabile lavorare un'artificiale da fare in libera, o una Hasse Brandler da fare in free solo, o una via sportiva da fare slegati.

Ma mi sembra poco sensato lavorare una via lunga con delle difficolta' eccessivamente superiori al proprio livello.

Quindi, mi sembra, siamo punto e a capo. :D

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda lapippa » mar ago 15, 2006 19:08 pm

Minchia quante paranoie. Speriamo che la meteo migliore, così ve ne andate tutti in montagna e la finite di farvi le seghe mentali... :?
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Messaggioda Hercules » lun ago 21, 2006 16:25 pm

e' venuto il bello, lapippa caro, e in una illustre mailinglist di una seria associazione di arrampicatori e co. invece di apparirire una mail con oggetto tipo 'chi viene in falesia domani' 'chi ha la relazione della via tal dei tali' è stata proposta una cena. Io urlo al degrado! :D :wink:
Alte uirtus animosa cadit
(Sen. Hercules Furens v. 201)
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Messaggioda lapippa » gio ago 24, 2006 23:01 pm

Ma vai in c.,o. Anzi, aderisci al CCG se hai il coraggio.
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