Sondaggio per i solitari

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda federicopiazzon » ven lug 28, 2006 11:33 am

Enzolino ha scritto:
Roberto ha scritto:Fare una solitaria slegato è una calla, se si ha il grdo (ovvio), rispetto a fare una lunga solitaria autroassicurato, dove anche nei tiri slegato ti devi portare tutto in spalla.
Bonatti a Petit Dru o sul Cervino e Casarotto (ne dico una per tutte ma immenza come importanza) sull' immensa e pericolossissima Nord del Huascaran, sono al di la di ogni paragone, stratosferici!
Io penso esattamente il contrario.
I veri solitari sono quelli che vanno slegati, condizione pero' necessaria ma non sufficiente.
Sono veramente soli loro e la roccia.

Al contrario, la corda, il soloist ed anche lo zaino rappresentano delle "ancore di sicurezza", dei compagni di cordata per chi va senza partners.

Aggiungerei una cosa.
Avere qualcuno al campo base o al di la' della ricetrasmittente da un supporto morale che riduce il carattere solitario dell'esperienza.

Ciao :wink:

Lorenzo



Bonatti sul cervino aveva la compagnia di trentacinque kg di zaino da sgarrupare su per quella parete da incubo e le luci di zermatt(solo di notte con il sereno) con le quali comunicava a sua volta con una lampada o simili...se queste sono ancore... :roll:

Per quanto riguarda le imprese himalayane..beh si è detto grande solitario, non pazzo suicida..visto che la radio l'hanno inventata..

che ti leghi o no se sei solo sei solo!
Sono giochi diversi con regole diverse ma secondo me il rischio aumenta il valore della prestazione ma non l'intensità del'esperienza che vivi.
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Messaggioda Enzolino » ven lug 28, 2006 12:15 pm

federicopiazzon ha scritto:Bonatti sul cervino aveva la compagnia di trentacinque kg di zaino da sgarrupare su per quella parete da incubo e le luci di zermatt(solo di notte con il sereno) con le quali comunicava a sua volta con una lampada o simili...se queste sono ancore... :roll:

Per quanto riguarda le imprese himalayane..beh si è detto grande solitario, non pazzo suicida..visto che la radio l'hanno inventata..

che ti leghi o no se sei solo sei solo!
Sono giochi diversi con regole diverse ma secondo me il rischio aumenta il valore della prestazione ma non l'intensità del'esperienza che vivi.
Fondamentalmente credo che il solitario non esista, che sia solo un'invenzione, un'icona, un'archetipo.
Credo che la solitudine sia solo uno stato mentale.
Le ostilita' ambientali e il rischio accrescono il senso di isolamento ma si puo' essere nel deserto piu' desolato o nella parete piu' remota e sentirsi a casa propria in compagnia di mille testimoni ... il cielo, le nuvole, le pietre o la roccia. Allora il "solitario" alla fine capisce che in realta' non e' mai solo.

Parlando pero' di queste esperienze vissute senza altri compagni di cordata il discorso diventa molto soggettivo e legato alle circostanze.
Puoi avere familiarita' ed un'esperienza accresciuta negli anni che costruiscono intorno ad un'impresa una "comfort zone" che riduce significativamente il rischio. E cosi' fare una freesolo in headpoint o una solitaria in ambienti conosciuti hanno decisamente meno valore rispetto all'azione del climber che affronta imprese al di sopra del proprio limite.
Quindi il grado, o la lunghezza di una via son solo piccoli parametri rispetto a molte altri criteri che caratterizzano le "solitarie".

In questo senso ritengo che i confronti fatti da Roberto non hanno alcun senso e mi stupisco che li faccia (a meno che non voglia scherzare :D ).

Dal mio punto di vista soggettivo la corda e' un compromesso ed il suo utilizzo dimostra la nostra codardia, ma anche la nostra umanita'. L'headpoint (lavorare le vie da fare in freesolo) d'altra parte significa costruirsi delle corde psicologiche e riduce il valore di una solitaria.
I compagni alla base, il telefonino, l'elicottero, eccetera sono altrettante "corde" che riducono l'isolamento, allora spesso molte solitarie possono essere illusorie rispetto a quanto percepisce un comune spettatore.

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda federicopiazzon » ven lug 28, 2006 12:56 pm

Interessante...sulla prima parte sono d'accordissimo!


Io ho un'esperienza davvero molto limitata(4 vie maxV e corte)però a seconda della situazione mi sono sentito incredibilmente solo ed abbandonato o in perfetta armonia con quello che facevo e dov'ero.
Porti dentro te stesso e tutto quello che sei quelli che ti vogliono bene tutte le tue idee e i tuoi pensieri, quelli di cui parli poco..sei tu all'ennesima potenza..in più tutto quello che ti circonda diventa amico compagno partecipe di ciò che stai cercando di fare, non più muto testimone ma vivo ed attivo complice!
Quando questo "stato" non c'è è meglio starsene a casa ho capito...ma è solo un fatto ambientale?
penso proprio di no..ne ho capito poco...si tratta più di conoscere se stessi che l'arrampicata solitaria.
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Messaggioda Roberto » ven lug 28, 2006 20:08 pm

Non attacchiamo con le solite discussioni fiume .... intendevo che per fare le solitarie tipo casarotto o Bonatti ci vuole tanto di più che per quelle slegato, dove basta la tasta ed il grado.
Ovvio che Huber è Huber, tanto di cappello e congratulazioni, ma sulla nord dello Huascaran non poteva farci nella con il suo 9A lavorato e 8 (non so che lettera) a vista.
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Messaggioda Enzolino » ven lug 28, 2006 20:40 pm

Roberto ha scritto:Non attacchiamo con le solite discussioni fiume .... intendevo che per fare le solitarie tipo casarotto o Bonatti ci vuole tanto di più che per quelle slegato, dove basta la tasta ed il grado.
Ovvio che Huber è Huber, tanto di cappello e congratulazioni, ma sulla nord dello Huascaran non poteva farci nella con il suo 9A lavorato e 8 (non so che lettera) a vista.
Secondo me i tuoi sono confronti superficiali e riduttivi che non hanno nessun senso.

Si puo' dimostrare esattamente il contrario di quello che hai detto.
Le solitarie tipo Casarotto e Bonatti richiedono solo molta pazienza ed esperienza.
Andare slegati significa avere confidenza col proprio corpo, con la roccia, richiede concentrazione, esperienza, autocontrollo, determinazione, tecnica, preparazione, lucidta', ecc esaltate al massimo perche' un minimo errore puo' diventare fatale.

Senza la corda e' come muoversi con la rete e l'esperienza puo' diventare puro tecnicismo.

Con la corda hai sempre la rete la' pronta a proteggerti.

Ma toglimi una curiosita', ma tu arrampicate slegato vicine al tuo limite ne hai mai fatto? :? :wink:
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Messaggioda enricoOvetto » sab lug 29, 2006 0:23 am

interessante questo topic... in questo periodo pensavo di fare la mia prima via in solitaria, una via facile, corta e che ho fatto più volte e questo topic mi stà spronando a farlo...
Siccome non so come reagirò pensavo di fare il primo tiro autoassicurato e poi, se mi sentirò bene, andrò avanti slegato... può andare come tecnica?
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Messaggioda Roberto » sab lug 29, 2006 11:31 am

Enzolino ha scritto:
Roberto ha scritto:Non attacchiamo con le solite discussioni fiume .... intendevo che per fare le solitarie tipo casarotto o Bonatti ci vuole tanto di più che per quelle slegato, dove basta la tasta ed il grado.
Ovvio che Huber è Huber, tanto di cappello e congratulazioni, ma sulla nord dello Huascaran non poteva farci nella con il suo 9A lavorato e 8 (non so che lettera) a vista.
Secondo me i tuoi sono confronti superficiali e riduttivi che non hanno nessun senso.

Si puo' dimostrare esattamente il contrario di quello che hai detto.
Le solitarie tipo Casarotto e Bonatti richiedono solo molta pazienza ed esperienza.
Andare slegati significa avere confidenza col proprio corpo, con la roccia, richiede concentrazione, esperienza, autocontrollo, determinazione, tecnica, preparazione, lucidta', ecc esaltate al massimo perche' un minimo errore puo' diventare fatale.

Senza la corda e' come muoversi con la rete e l'esperienza puo' diventare puro tecnicismo.

Con la corda hai sempre la rete la' pronta a proteggerti.

Ma toglimi una curiosita', ma tu arrampicate slegato vicine al tuo limite ne hai mai fatto? :? :wink:
Se fai più attenzione a quello che ho scritto, ti accorgerai che non sto facendo una classifica su quali, dei due modi è il migliore, il più etico e nobile, il più appagante e così via; parlo solo della prestazione fisica (e non solo), dell' immane fatica che si affronta per fare una solitaria di una bigwall, specie se in quota e con condizioni meteo avverse (che è la norma se stai tanti gg in parete).
Fare una bella solitaria slegato, sarà elegante, sarà più "etico", ma si risolve in tempi più corti, senza sacconi da recuperare, senza tratti da fare per forza slegato, ma anche con il peso sulle spalle.
Senza contare che non è tutto oro quello che luccica, perchè la maggior parte di queste solitarie spettacolari hanno dietro accurate preparazioni, prove e riprove e sopralluoghi. Se si va slegati non si può sbagliare e quindi non si lascia nulla al caso. Al fruitore del gesto atletico resta il risultato, casomai bel filmato e documentato, senza tutto quello che c'è stato prima.
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Messaggioda quilodicoequilonego » sab lug 29, 2006 11:43 am

mettendo da parte i casi eccezionali, preferisco un "a vista" autoassicurato, ad un'arrampicata slegato su un superlavorato
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
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Messaggioda federicopiazzon » sab lug 29, 2006 12:37 pm

enricoOvetto ha scritto:interessante questo topic... in questo periodo pensavo di fare la mia prima via in solitaria, una via facile, corta e che ho fatto più volte e questo topic mi stà spronando a farlo...
Siccome non so come reagirò pensavo di fare il primo tiro autoassicurato e poi, se mi sentirò bene, andrò avanti slegato... può andare come tecnica?



secondo me è una gran fregatura...vai legato che è meglio,se vuoi alza il tiro di mezzo grado ma vai legato.
se fai come dici tu hai lo svantaggio del non avere assicurtazione più lo svantaggio del materiale in spalla;magari ti sembra una cosa da poco ma ti assicuro che certi zoccoli di III con il sacco e la corda a strascico sono una rogna che ti stressa per bene..e se vai su lo stress lo paghi dopo!
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Messaggioda federicopiazzon » sab lug 29, 2006 12:41 pm

Enzolino ha scritto:
Roberto ha scritto:Non attacchiamo con le solite discussioni fiume .... intendevo che per fare le solitarie tipo casarotto o Bonatti ci vuole tanto di più che per quelle slegato, dove basta la tasta ed il grado.
Ovvio che Huber è Huber, tanto di cappello e congratulazioni, ma sulla nord dello Huascaran non poteva farci nella con il suo 9A lavorato e 8 (non so che lettera) a vista.
Secondo me i tuoi sono confronti superficiali e riduttivi che non hanno nessun senso.

Si puo' dimostrare esattamente il contrario di quello che hai detto.
Le solitarie tipo Casarotto e Bonatti richiedono solo molta pazienza ed esperienza.
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sinceramente non credo che bonatti sul cervino potesse tanto volare...su una parete del genere in inverno le assicurazioni sono sempre piuttosto aleatorie e lo dice lui stesso nel libro.
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Messaggioda MarcoS » sab lug 29, 2006 14:23 pm

Prof. Wiki P.: fà 'na roba, dài....
un saltìn da Pangea, ti compri "Solitari" di F. Palma, libro parecchio interessante e per certi versi illuminante sulla psicologia di solitari anche completamente sconosciuti da noi.

Avrai materiale per le tue masturbazioni per tutto agosto.

e già che ci sono metto anche la mia, di pezza: sono d'accordo con Enzolino.
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Messaggioda Roberto » sab lug 29, 2006 17:28 pm

federicopiazzon ha scritto:
Enzolino ha scritto:
Roberto ha scritto:Non attacchiamo con le solite discussioni fiume .... intendevo che per fare le solitarie tipo casarotto o Bonatti ci vuole tanto di più che per quelle slegato, dove basta la tasta ed il grado.
Ovvio che Huber è Huber, tanto di cappello e congratulazioni, ma sulla nord dello Huascaran non poteva farci nella con il suo 9A lavorato e 8 (non so che lettera) a vista.
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Si puo' dimostrare esattamente il contrario di quello che hai detto.
Le solitarie tipo Casarotto e Bonatti richiedono solo molta pazienza ed esperienza.
Andare slegati significa avere confidenza col proprio corpo, con la roccia, richiede concentrazione, esperienza, autocontrollo, determinazione, tecnica, preparazione, lucidta', ecc esaltate al massimo perche' un minimo errore puo' diventare fatale.

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sinceramente non credo che bonatti sul cervino potesse tanto volare...su una parete del genere in inverno le assicurazioni sono sempre piuttosto aleatorie e lo dice lui stesso nel libro.
Idem per Casarotto allo Huascaran, dove la roccia è pessima; praticamente è come andare slegati ma con l' attrezzatura al seguito, non tanto per farsi uno straccio di sicurezza, quanto per portarsi dietro i viveri e l' attrezzatura per sopravvivere su paretone così severe, lunghe e difficlili.

(X Enzolino: sulle mie poche esperienze slegato mi sono sempre tenuto ampiamente sotto il mio grado limite, non mi va di rimmetterci la pelle :wink: )
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Messaggioda faustodossi » sab lug 29, 2006 22:34 pm

ebbene vi eravate scordati di un certo Maurizio Giordani, il ragazzo che qualche anno fa, e si gli anni passano anche per lui, si è fatto tutta la via dei TEMPI MODERNI slegato, e poi non solo quella via, anche da ricordare la salita della via ATTRAVERSO IL PESCE in assoluta mondiale in inverno.
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Messaggioda lucasignorelli » sab lug 29, 2006 23:54 pm

Roberto ha scritto:
sinceramente non credo che bonatti sul cervino potesse tanto volare...su una parete del genere in inverno le assicurazioni sono sempre piuttosto aleatorie e lo dice lui stesso nel libro.


In realtà a quell'epoca non il volo era proibito anche se si scalava in due - le protezioni erano aleatorie, le corde certamente non avevano i carichi di adesso, e gli imbraghi, quando c'erano, erano ben poco sicuri, e cadere con la corda legata in vita era un metodo sicuro per fottersi le costole.

Eppure, in molti dell'epoca arrampicavano ben vicini se non oltre il limite di sicurezza (se non BEN oltre, vedi Comici), e le cadute in realtà erano, in termini relativi, fatti abbastanza rari - la maggior parte degli incidenti avvenivano per scariche, eventi metereologici, oppure problemi con le doppie. In assoluto, se si tiene conto del numero di praticanti e della disponibilità di vie, il numero di incidenti in parete è sicuramente più alto adesso (e la mortalità relativa è più bassa più che altro per la maggiore e migliore medicalizzazione del soccorso).
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Messaggioda Enzolino » dom lug 30, 2006 22:26 pm

Roberto ha scritto:Se fai più attenzione a quello che ho scritto, ti accorgerai che non sto facendo una classifica su quali, dei due modi è il migliore, il più etico e nobile, il più appagante e così via; parlo solo della prestazione fisica (e non solo), dell' immane fatica che si affronta per fare una solitaria di una bigwall, specie se in quota e con condizioni meteo avverse (che è la norma se stai tanti gg in parete).
Fare una bella solitaria slegato, sarà elegante, sarà più "etico", ma si risolve in tempi più corti, senza sacconi da recuperare, senza tratti da fare per forza slegato, ma anche con il peso sulle spalle.
Senza contare che non è tutto oro quello che luccica, perchè la maggior parte di queste solitarie spettacolari hanno dietro accurate preparazioni, prove e riprove e sopralluoghi. Se si va slegati non si può sbagliare e quindi non si lascia nulla al caso. Al fruitore del gesto atletico resta il risultato, casomai bel filmato e documentato, senza tutto quello che c'è stato prima.
Io mi riferivo a questa tua frase " il vero solitario forte non lo fa il grado o la proteggibilità della via, ma la lunghezza (infatti, il più grande è Casarotto)" che puo' essere intesa anche per quanto riguarda l'aspetto mentale.
Sulla parte riferita sopra ti do ragione, le big wall fatte autoassicurati sono molto piu' impegnative fisicamente.
Per il resto, come ci sono vie slegate preconfezionate, ci sono anche le solitarie lunghe.
C'e' poi da tenere conto di un fatto importante. Nelle solitarie autoassicurati si puo' sempre decidere di scendere e tornare indietro, e questo significa che si puo' decidere na solitaria con leggerezza.

Nelle freesolo questo nella stragrande maggioranza dei casi non e' possibile, allora si innescano meccanismi mentali molto particolari sulla scelta di una solitaria. Una volta partiti non si puo' piu' tornare indietro, allora l'arrampicata puo' diventare un viaggio breve, ma eventualmente piu' intenso rispetto alle solitaria con la corda.

Ciao :cry:

Lorenzo
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Messaggioda Roberto » lun lug 31, 2006 10:12 am

Enzolino ha scritto:
Roberto ha scritto:Se fai più attenzione a quello che ho scritto, ti accorgerai che non sto facendo una classifica su quali, dei due modi è il migliore, il più etico e nobile, il più appagante e così via; parlo solo della prestazione fisica (e non solo), dell' immane fatica che si affronta per fare una solitaria di una bigwall, specie se in quota e con condizioni meteo avverse (che è la norma se stai tanti gg in parete).
Fare una bella solitaria slegato, sarà elegante, sarà più "etico", ma si risolve in tempi più corti, senza sacconi da recuperare, senza tratti da fare per forza slegato, ma anche con il peso sulle spalle.
Senza contare che non è tutto oro quello che luccica, perchè la maggior parte di queste solitarie spettacolari hanno dietro accurate preparazioni, prove e riprove e sopralluoghi. Se si va slegati non si può sbagliare e quindi non si lascia nulla al caso. Al fruitore del gesto atletico resta il risultato, casomai bel filmato e documentato, senza tutto quello che c'è stato prima.
Io mi riferivo a questa tua frase " il vero solitario forte non lo fa il grado o la proteggibilità della via, ma la lunghezza (infatti, il più grande è Casarotto)" che puo' essere intesa anche per quanto riguarda l'aspetto mentale.
Sulla parte riferita sopra ti do ragione, le big wall fatte autoassicurati sono molto piu' impegnative fisicamente.
Per il resto, come ci sono vie slegate preconfezionate, ci sono anche le solitarie lunghe.
C'e' poi da tenere conto di un fatto importante. Nelle solitarie autoassicurati si puo' sempre decidere di scendere e tornare indietro, e questo significa che si puo' decidere na solitaria con leggerezza.

Nelle freesolo questo nella stragrande maggioranza dei casi non e' possibile, allora si innescano meccanismi mentali molto particolari sulla scelta di una solitaria. Una volta partiti non si puo' piu' tornare indietro, allora l'arrampicata puo' diventare un viaggio breve, ma eventualmente piu' intenso rispetto alle solitaria con la corda.

Ciao :cry:

Lorenzo
Più o meno concordo, anche se resto sempre "poco entusiasta" delle solitarie senza corda, che hanno sempre quel non so che da funambolo, atleta del brivido senza rete, giocoliere che vuole stupire il pubblico.
Alcune sono certo grandissime salite, ma l' eccessiva spettacolarità del gesto, mi da l' impressione di un discostarsi dalla linea mentale dell' alpinismo .... Ovvio che queste sono elucubrazioni di un vecchio scarpone, forse un po legato ad un modo superato di salire le pareti delle montagne ed anche un po invidiosetto di chi riesce a farlo senza corda :wink:
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Messaggioda Enzolino » lun lug 31, 2006 10:48 am

Roberto ha scritto:Più o meno concordo, anche se resto sempre "poco entusiasta" delle solitarie senza corda, che hanno sempre quel non so che da funambolo, atleta del brivido senza rete, giocoliere che vuole stupire il pubblico.
Alcune sono certo grandissime salite, ma l' eccessiva spettacolarità del gesto, mi da l' impressione di un discostarsi dalla linea mentale dell' alpinismo .... Ovvio che queste sono elucubrazioni di un vecchio scarpone, forse un po legato ad un modo superato di salire le pareti delle montagne ed anche un po invidiosetto di chi riesce a farlo senza corda :wink:
Io credo che ci sia un sacco di gente che arrampica slegata senza dirlo a nessuno. In inghilterra ricordo una ragazza che arrivava in falesia in bici, si faceva 5-7 vie slegata e tornava a casa in bicicletta. C'erano persino climbers che arrampicavano slegati in gruppo quasi per gioco. A volte lo facevo coi miei amici, ma ogni tanto mi tiravo indietro quando per me la salita era troppo rischiosa o non me la sentivo.
Questo vale per la falesia ma lo stesso vale per le vie lunghe, nel senso che ci sono climber che arrampicano slegati su vie lunghe senza necessariamente farsene un vanto.

Insomma, la spettacolarita' vale per gli osservatori o per le riviste, ma secondo me bisogna guardare soprattutto all'esperienza in se'.

Per mia esperienza l'arrampicata autassicurati offre si' l'adrenalina ed e' un'esperienza forte, ma e' decisamente piu' goffa, meno attraente, appagante e piacevole di quella fatta senza corda.
In fin dei conti credo che sia una questione di vocazione. Per questo penso che le classifiche non abbiano senso.

A me poi attrae l'aspetto mentale.
Senza corda mi identifico di piu' nell'arrampicata, nella roccia o nella montagna, perche' la corda e la tecnica rappresentano una fonte di distrazione. Quella identificazione con la roccia di cui ho detto sopra, che per me e' molto piacevole ed appagante, mi e' capitata con la corda solo quando son stato piu' di un giorno in parete.

Magari a te o ad altri interessa piu' la grande avventura, allora vedete piu' appagante l'arrampicata autoassicurati.

Ciao :wink:

Lorenzo
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