Ma non è questa la notizia; stavolta voglio fare solo un?osservazione marginale.
Per tutta l?escursione, dalla base alla vetta e ritorno, la musica d?accompagnamento è stata sempre e solo una: il fastidioso ronzio delle moto sulla strada del passo.
Ora io credo che chiunque ami davvero la montagna, una delle cose che apprezza di più dei luoghi alpini sia il vasto silenzio che vi si respira. O almeno quello che vi si dovrebbe respirare.
Ebbene questo piacere viene invece spesso negato da quell?isterico ronzio che trapassa l?aria indenne per chilometri senza subire attenuazioni fino ad arrivare a percuotere i timpani di chi non ne vorrebbe proprio sapere.
Ora io capisco anche bene che a una passione non si comanda, e che la moto sia per molti una grande passione. Ma perché, mi chiedo, deve essere tanto invasiva per gli altri? Io capisco bene l?ebbrezza della velocità, comprendo il senso di libertà e di potenza che può fornire un ruggente 1000 tra le gambe, ma perché un godimento individuale deve violentare i godimenti altrui? D?altra parte sono certo che se le moto venissero private del loro rombo nevrotico buona parte del piacere di chi le cavalca svanirebbe, perché quella musica per altri insopportabile a loro piace davvero e li esalta.
Altra considerazione.
Un motociclista non è mai solo, di solito arrivano a gruppi di minimo cinque, spesso una dozzina o più. Eppure, considero, la moto dovrebbe essere simbolo di indipendenza e libertà, no? perché mai intrupparsi in code obbligatorie quando una delle aspirazioni del centauro dovrebbe essere invece quella di liberarsi delle code e degli ingorghi? Se a questa gente piace la gita sociale, mi dico, potrebbero affittare un pullman, così avrebbero agio non solo di ubriacarsi a piacimento ma portandosi una chitarra potrebbero anche cantare ?La mula de Parenzo? tutti insieme in allegria.
Beh certo una soluzione per me ci sarebbe: scegliere mete escursionistiche lontanissime da ogni strada così da frapporre cuscini d?aria o di roccia talmente spessi da isolare del tutto dai fastidiosi rumori, impresa non facile visto il potere di penetrazione di questi. Sarebbe dunque ben possibile progettare escursioni di questo tipo, ma in tal modo la geografia delle aree frequentabili verrebbe di molto limitata.
Insomma soluzioni vere al problema non ce ne sono. Mi devo dunque rassegnare alla considerazione che viviamo in un mondo violento dove la prevaricazione viene premiata mentre la tolleranza viene richiesta solo da una parte: quella di chi non vuole disturbare nessuno.

Sulla vetta del Monte Cernera

L'invasione del Passo Giau
