ecco le domande che nel mio girare a parlar di montagna tra piccoli pargoli mi viene sempre fatta?
caro AM..ma le' vero che per essere un grande alpinista Orobico bisogna essere un amatore di sfasciumi?



la mia risposta...
cari ragasssi...le mia ira sta storia..leggende metropolitane..oppure storie inventate dai merenderos che se non hanno roba dsolida in mano..denigrano la vera lotta all'alpe!

la roccia è per natura sfasciumata..l'arte dell'alpinista sta nel saperla accarezzare con dolcezza quando serve..e se la si rispetta non ti rimane mai in mano!
questo per dire che non è vero che esistono orobie sfasciumate..esistono invece Orobie da amare ed apprezzare per come sono,rocce che da anni combattono il loro equilibrio una sopra l'altra..e il buon alpinista le sa cavalcare senza smuoverle..il cattivo alpinista invece,presuntuoso..nn solo non e' capace di arrampicare sugli sfasciumi..ma ne scende sempre a braghe piene...anzi diciamolo viene respinto..e per questo il cattivo alpinista cerca sempre di denigrarla!
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l'aria e' frizzante..tiica di queste belle giornate di inizio estate,dove pero' le pareti nord ci ricordano che sulle nord..le' semper nord anche in estate

saliamo veloci un sentiero da qui a poco diventera' fin troppo frequentato per gente selvaggia come noi..questo il rovescio della medaglia delle nostre amate orobie..
arriviamo che ancora non albeggia ad una struttura caiana che domina il fondovalle,l'uomo non diventera' mai grande fin che non capira' che i rifugi sono la principale devastazione delle montagne..
faccio un sospiro profondo..e proseguiamo..
ci si addentra nel cuore delle Orobie,alzo lo sguardo, e cime a me amate mi sorridono come fantasmi nella notte si ergono sopra noi miserabili esseri ai suoi maestosi piedi!
la neve fatica a lasciar la conca ed è giusto cosi, noi umilmente entriamo in punta di piedi , pian piano l'occhio blu della conca inizia a rifarsi vivo..e ogni giorno diventera' sempre piu grande,,fino a poter far rispecchiare i giganti nelle sue limpide e cristalline acque..
ci sediamo su un masso dei tanti..senza dir parola passiamo qualche minuto in assoluto silenzio..le nostre anime hanno sempre bisogno di questi intimi momenti con le nostre cime di sempre dove sono state scritte pagine di alpinismo eroico..
lasciamo alle spalle la solitudine notturna di questa valle e risaliamo verso nord..c'e' ancora un passo che ci separa dalla nostra parete dei sogni..siamo al passo che albeggia..guardando il Lupazzo ci piange il cuore, sempre piu piccino..e un pensiero va ai prossimi futuri alpinisti che non lo vedranno manco piu

risaliamo velocemnte la dorsale che porta alla nostra parete, e poi ci abbassiamo con qualche doppia ai suoi piedi..
quando buttimao la prima doppia sappiamo gia che la lotta e' iniziata,sara' lunga e non indolore..dopo questa doppia non si torna piu indietro!
la parete si presenta ancora severa come giusto che sia,ma noi cerchiamo appunto questo,siamo pronti per questo non siamo alla ricerca di facili emozioni
ci portiamo all'attacco,dove esattamente 30 anni fa con un forte e poco loquace alpinista della valle iniziammo una scalata..che dopo 3 giorni e di tormenta ci aveva restituito alla base in pessime condizioni spirituali e fisiche

tiro dopo tiro ripercorro passi gia conosciuti,la roccia e' tipica del posto,ma con differenza che sulla nord a tratti e' davvero eccezzionale,le leggende metropolitane di stolti individui mi rimbalzano per tutta la salita
arriviamo a 3/4 della via..qui gia mezzo secolo fa era stata l'ultima sosta di 2 forti alpinisti seriani (scuola Nembrini)..qui finiva anche la mia corsa trent'anni fa...qui oggi non deve finire perche' oggi ho capito che la roccia puo' vivere il suo equilibrio precario passandoci sul velluto..
pietra dopo pietra,scaglia dopo scaglia lascio la sosta,un lungo traverso mi fa vedere la luce,pianto 1 chiodo soft che entra facilmnete tra curve bizzarre..il socio trattiene il fiato 20 metri sotto..mi alzo di altri 10 metri,sono momenti che conosco fin troppo bene..la saliva viene a mancare..il carburante c***o e' giu alla sosta

so gia che un volo porterebbe me e chiodo dolce 30 metri sotto la sosta..ma quel chiodo dolce fa la differenza perche' psicologicamente mi porta dopo altri 10 metri fu una vena sanissima..la carta vincente della salita e della via e' tutta qui..sotto le mie vecchie mani..l'accarezzo e talmente sana e ruvida che mi leviga i calli..tolgo dalla tasca un vecchio chiodo,chiedo perdono alla roccia e lo infilo in una piccola fessura orizzontale..rinvio..e mi lascio quasi sfinito su di esso..

ora posso respirare dopo metri su metri di apnea..la saliva torna a circolare..urlo al socio di raggiungermi..
qualche istante dopo alzo gli occhi..sopra di me solo un cielo terso, da sud alcune nebbie risalgono come giusto che sia..
il socio mi raggiunge..passiamo5?..forse 6 minuti in silenzio abbracciati..
Lui sa quanto ci tenevo a questo groppo che da 30 anni non mi mollava..
allafine ci buttiamo sfiniti sui sfasciumi che salgono dall'altro versante..
chiudo gli occhi..e cerco di abbracciare sotto di me questo magnifico dente che in questa giornata mi ha fatto vivere emozioni indescrivibili!