Sono stanco di piangere

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Sono stanco di piangere

Messaggioda Roberto » mar gen 20, 2009 12:39 pm

Sono stanco di piangere amici scomparsi in montagna.
Cosa cerchiamo in questo posto inospitale e senza scrupoli, così importante fino al punto che è accetabile morirne?
Lo so, questo è uno sfogo, con qualcuno o qualcosa me la dovrò pur prendere. La ?montagna? è solo una specie di palcoscenico dove alcuni di noi cercano un motivo, si illudono di ?essere?, altri mettono in scena le proprie vanità e presunzioni. ?Lei? è inconsapevole, solo pietre e ghiaccio, siamo noi che la carichiamo di significati, tutti esagerati, fuorvianti la realtà.
Giampiero aveva una famiglia stupenda, l? amore regnava tra di loro ed ogni volta che mi capitava di incontrarli vedevo l? armonia. Ora tutto è stravolto e nonostante ciò continuerò ad andare per monti, mi sentirò in diritto di rischiare di dare un dolore irraccontabile a chi mi ama. Sensibile solo al mio bisogno di ?essere? proseguirò a scalare cercando ogni volta un? emozione in più.
Andiamo in montagna per sentirci vivi, più vivi di chi si accontenta di fare il picnic ai bordi della strada. Passimo accanto alle loro tavolate e li schifiamo, ci sentiamo speciali: noi siamo alpinisti! Arroganti e presentuosi.

Ed io mi sento in colpa.
Gli dicevo: ?Vai, tu puoi farlo, non temere!?.
Lui, prudente di natura, riflessivo, mai avventato, andava solo dopo aver fatto i giusti passi. Non aveva nulla da chiedere all? alpinismo se non il piacere di goderne senza nevrosi; non aveva bisogno di una ?coperta di Linus alpinistica? come me, che senza scalata sono nulla.
Ho fatto mille cazzate nella mia vita alpinistica; sono stato avventato, frettoloso, mi sono improvvisato. Ne sono sempre uscito con danni contenuti, mi ?ha detto bene?. Giampiero no, non andava di fretta ed io a dirgli ?Vai, tu puoi farlo!?
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Roberto
 
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Re: Sono stanco di piangere

Messaggioda Omselvadegh » mar gen 20, 2009 12:50 pm

Roberto ha scritto:Sono stanco di piangere amici scomparsi in montagna.
Cosa cerchiamo in questo posto inospitale e senza scrupoli, così importante fino al punto che è accetabile morirne?
Lo so, questo è uno sfogo, con qualcuno o qualcosa me la dovrò pur prendere. La ?montagna? è solo una specie di palcoscenico dove alcuni di noi cercano un motivo, si illudono di ?essere?, altri mettono in scena le proprie vanità e presunzioni. ?Lei? è inconsapevole, solo pietre e ghiaccio, siamo noi che la carichiamo di significati, tutti esagerati, fuorvianti la realtà.
Giampiero aveva una famiglia stupenda, l? amore regnava tra di loro ed ogni volta che mi capitava di incontrarli vedevo l? armonia. Ora tutto è stravolto e nonostante ciò continuerò ad andare per monti, mi sentirò in diritto di rischiare di dare un dolore irraccontabile a chi mi ama. Sensibile solo al mio bisogno di ?essere? proseguirò a scalare cercando ogni volta un? emozione in più.
Andiamo in montagna per sentirci vivi, più vivi di chi si accontenta di fare il picnic ai bordi della strada. Passimo accanto alle loro tavolate e li schifiamo, ci sentiamo speciali: noi siamo alpinisti! Arroganti e presentuosi.

Ed io mi sento in colpa.
Gli dicevo: ?Vai, tu puoi farlo, non temere!?.
Lui, prudente di natura, riflessivo, mai avventato, andava solo dopo aver fatto i giusti passi. Non aveva nulla da chiedere all? alpinismo se non il piacere di goderne senza nevrosi; non aveva bisogno di una ?coperta di Linus alpinistica? come me, che senza scalata sono nulla.
Ho fatto mille cazzate nella mia vita alpinistica; sono stato avventato, frettoloso, mi sono improvvisato. Ne sono sempre uscito con danni contenuti, mi ?ha detto bene?. Giampiero no, non andava di fretta ed io a dirgli ?Vai, tu puoi farlo!?


Bellissimi pensieri Roberto!
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Messaggioda alemaiale » mar gen 20, 2009 13:03 pm

Siamo quello che siamo Robbè, alla montagna il nostro essere non gli è mai interessato. Lei è viva e ce lo trasmette e noi ci sentiamo in un limbo ogni volta che ci andiamo.
Aver spronato un amico non a mai precluso averlo portato a una cattiva sorte, purtroppo questa è una ruota che gira, e noi ci siamo dentro senza aver la possibilità di decidere chi o cosa.
Un abbraccio Roberto ti sono vicino
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Messaggioda pasasò » mar gen 20, 2009 13:19 pm

sarà banale, sono anche motociclista e sinceramente sia in montagna che in strada ho perso vari amici.

tutti però li voglio continuare a ricordare dove loro hanno cercato la loro vita, purtroppo perdendola, convinto che se abbandonassi le mie/nostre passioni abbandonerei un po' anche loro.

sii forte in questo triste momento
ciao
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Messaggioda five.eight* » mar gen 20, 2009 14:01 pm

pasasò ha scritto:sarà banale, sono anche motociclista e sinceramente sia in montagna che in strada ho perso vari amici.

tutti però li voglio continuare a ricordare dove loro hanno cercato la loro vita, purtroppo perdendola, convinto che se abbandonassi le mie/nostre passioni abbandonerei un po' anche loro.

sii forte in questo triste momento
ciao


vicinissimo a questo pensiero
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Messaggioda dmax » mar gen 20, 2009 14:03 pm

Anche io sono motociclista e queste domande me le sono poste qualche anno fa. Se vuoi la moto e` ancora piu` pericolosa, perche` mentre in montagna si puo` cercare di essere prudenti, in moto la tua vita e` veramente nelle mani degli altri.

Mi sono fatto queste domande ed anche io sono stato male al pensiero che si`, in effetti stavo mettendo a rischio i miei affetti per una mia passione. E devo ringraziare mia moglie che di fronte a queste mie domande, ha dato lei stessa alcune risposte.

E` giusto? E` sbagliato? Non lo so. Credo che la vita non vada buttata via in modo incosciente, ma anche che vada vissuta e non sprecata standosene seduti su una sedia - cosa che peraltro non ti garantisce di vivere a lungo, come purtroppo sanno i piccoli angioletti morti in una scuola del Molise qualche anno fa.

Forse dobbiamo essere piu` fatalisti, se deve succedere, succedera`, ed accettare la morte come cosa sempre possibile e non come evento da rimuovere ed esorcizzare.
Personalmente, la coscienza della mia mortalita` mi sta portando a vivere piu` serenamente e meglio, perche` cerco di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo: e voglio quindi morire sapendo di aver vissuto una vita giusta, amando la mia famiglia, rispettando gli altri, essendo onesto, e assaporando (con moderazione) le belle cose che la vita ci offre.
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Messaggioda Davide62 » mar gen 20, 2009 14:35 pm

Capisco, condivido ma non so cosa dire.
Sono solo molto addolorato.
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Messaggioda ravanator » mar gen 20, 2009 14:40 pm

bellisime parole.
grazie, hai dato anche a me la possibilita' di "sentire" quello che frulla in pancia e in testa....
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Re: Sono stanco di piangere

Messaggioda Gibolla » mar gen 20, 2009 15:10 pm

Roberto ha scritto:Sono stanco di piangere amici scomparsi in montagna.
Cosa cerchiamo in questo posto inospitale e senza scrupoli, così importante fino al punto che è accetabile morirne?..

Non so Roberto... forse noi stessi... su piani diversi cerchiamo di riempire un vuoto

Roberto ha scritto:...Ed io mi sento in colpa.
Gli dicevo: ?Vai, tu puoi farlo, non temere!?. ...

Comprendo il senso delle tue parole ma non condivido il fatto che tu ti senta in colpa, sminuendo Giampo e la sua intelligenza.
Voglio credere che lui fosse ben conscio della sua scelta.
...maybe someday we will meet
and maybe talk but not just speak ...
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Messaggioda cinetica » mar gen 20, 2009 15:18 pm

dmax ha scritto:Forse dobbiamo essere piu` fatalisti, se deve succedere, succedera`, ed accettare la morte come cosa sempre possibile e non come evento da rimuovere ed esorcizzare.
Personalmente, la coscienza della mia mortalita` mi sta portando a vivere piu` serenamente e meglio, perche` cerco di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo: e voglio quindi morire sapendo di aver vissuto una vita giusta, amando la mia famiglia, rispettando gli altri, essendo onesto, e assaporando (con moderazione) le belle cose che la vita ci offre.


quoto

a tutti tocca morire e non sempre una vita più lunga è sinonimo di vita più felice.
l'altro giorno sono andato in ospedale a trovare una persona molto anziana, ho incontrato un sacco di vecchi sofferenti e malati e ho subito pensato che morire vecchi e malati in ospedale non è affatto augurabile.

Comunque mi dispiace molto per la famiglia.
"Forse essere vivi è proprio questo:andare alla ricerca degli istanti che muoiono". Muriel Barbery dall'Eleganza del Riccio
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Messaggioda Andreino » mar gen 20, 2009 15:22 pm

cinetica ha scritto:a tutti tocca morire e non sempre una vita più lunga è sinonimo di vita più felice.


Grazie, bella frase.
La custodirò, non ci avevo mai pensato in questi termini precisi...
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Messaggioda Gigi64 » mar gen 20, 2009 15:50 pm

Ho letto con molto interesse le parole di Roberto, e anche le vostre.

Io, oramai molti anni fa, ho perso una cugina di primo grado, per una malattia. Io sono figlio unico e lei era figlia unica, per me era come una sorella ed è stato il lutto più doloroso della mia vita. Avevamo la stessa età, avevamo tutti e due 27 anni quando lei se n'è andata...

Per me è stato come se mi avessero portato via una parte di me, quasi fisicamente, come se mi avessero strappato una parte della mia carne, ho visto lo strazio immenso e senza fine dei miei zii, i suoi genitori, ma anche dei miei, e del marito (era sposata da 8 mesi). Tutto questo mi è rimasto sempre dentro e mi ha fatto riflettere sul dolore che potrebbero provare i miei cari, i miei genitori in particolare (io non ho figli) se dovesse succedere a me.
A volte in montagna, o in altre situazioni, tutto questo mi è tornato in mente, in certi momenti sai che non devi pensarci perchè potrebbe essere più pericoloso che pensarci, specialmente quando sei in una situazione di non ritorno, ma "prima" a volte ci ho pensato, e a volte ho rinunciato...

Penso che la vita sia fatta di compromessi, tra una persona e l'altra, ma anche con se stessi. Certo, "compromesso" è una parola che ci piace poco, ma significa trovare una via di mezzo tra le cose, una via che ci porta a soddisfare le nostre passioni, perchè una vita senza passioni non vale la pena di essere vissuta, ma... anche sapendo quando è il momento di rinunciare, per quel grande dono che ci è stato dato che è la nostra vita, ma anche per tutte quelle persone per le quali la propria vita senza di noi perderebbe quasi ragione di essere...

Il problema è sempre dove si deve trovare quel compromesso... il problema come al solito è nell'equilibrio tra le cose...
Forza SCOTT!!!
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Messaggioda valli » mar gen 20, 2009 16:17 pm

Il tuo sfogo è cosa naturale Roberto quindi non te ne preoccupare... anzi forse buttar fuori qualche parola e sentimento ti lascia respirare un pò.. Anch'io ho perso un grande amico anni fa e ogni anno torno sulla sua montagna... passo dopo passo lo stomaco mi si chiude, mi scende qualche lacrima... poi se guardo più su mi sembra di vederlo sorridere e allora mi si quieta l'animo... la passione che ci lega alla montagna è più forte e continua anche se alcuni sono qui e altri lassù... e continua insieme a loro.. il nostro passo e la loro ombra affettuosa.. un abbraccio
.....torna sempre sui tuoi passi, non farti sviare dai consigli di un alpinista sconosciuto....
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Re: Sono stanco di piangere

Messaggioda Raven » mar gen 20, 2009 19:14 pm

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Messaggioda genk » mar gen 20, 2009 19:36 pm

forse andiamo in montagna perchè è là dove noi siamo veramente noi...dove riusciamo ad essere...senza nient'altro.

io continuo comunque a pensare che sì, la montagna è un rischio...ma un rischio piacevole, perchè nella vita è bello vivere, ma è bello anche morire contenti
http://nonnos-house.miniville.fr/

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Messaggioda Roberto » mar gen 20, 2009 19:53 pm

Non so che aggiungere a quello che ho scritto, vi ringrazio per le belle parole.
No! Una cosa la posso dire ... quello che è accaduto a Giampiero rafforza la mia visione negativa della vita, la profonda ingiustizia e disparità di trattamento che abbiamo e la consapevolezza che proprio non vale la pena illuderci di un qualche senso a questo cammino verso la morte che è la vita.
Uno immagazzina dentro se esperienze, cresce, fa di se un prezioso magazzino di relazioni, di staria, di cultura. Durante la vita cerca inutilmente di comunicare agli altri quallo che ha dentro e poi tutto finisce e tutto si perde. Uno spreco enorme ed ingiusto!
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Messaggioda n!z4th » mar gen 20, 2009 19:55 pm

Sarebbero parole le mie.

Cedo il testimone e tengo i pensieri per me.
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Messaggioda Cine » mar gen 20, 2009 22:02 pm

Tu non hai colpe e lo sai bene.

E' la vita di chi va in montagna, il pericolo è sempre dietro l'angolo ed ognuno ne è consapevole.

Certo è giusto riflettere, è giusto a volte chiedersi perchè.....e finchè si trova una risposta nel cuore, è giusto andare avanti.

Purtroppo a volte il dolore è grande....è questo il lato negativo a cui dobbiamo esser preparati.
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Messaggioda Raven » mar gen 20, 2009 22:35 pm

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Messaggioda SteP » mar gen 20, 2009 23:36 pm

Roberto ha scritto:... quello che è accaduto a Giampiero rafforza la mia visione negativa della vita, la profonda ingiustizia e disparità di trattamento che abbiamo e la consapevolezza che proprio non vale la pena illuderci di un qualche senso a questo cammino verso la morte che è la vita.
Uno immagazzina dentro se esperienze, cresce, fa di se un prezioso magazzino di relazioni, di staria, di cultura. Durante la vita cerca inutilmente di comunicare agli altri quallo che ha dentro e poi tutto finisce e tutto si perde. Uno spreco enorme ed ingiusto!


Come molti qui dentro, le tue parole mi hanno colpito.
Come molti, anch'io ho perso persone amiche, qualcuna anche qualcosa di più, scomparse troppo presto per il mio "orologio". Un incidente in montagna a 17 anni; un incidente in auto a 19; un infarto a 28; un cancro a 38 (lei no, lei non doveva morire; era il suo lavoro studiare il cancro; e per i suoi studi aveva vinto un riconoscimento internazionale, beffardamente poco prima che il cancro vincesse lei).
E come te mi sono chiesto anch'io il senso, o, come scrive Guccini
Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire,
spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire, se presto hai dovuto partire...

Ho cercato e cerco tutt'ora le risposte a questo senso; e in parte le ho trovate. Non preconfezionate nella ritualità delle religioni.
Per il dolore, risposte ne ho trovate con Terzani e il suo "La fine è il mio inizio".
E non mi vergogno a piangere ancora adesso. E ripensando alle persone care ostinandomi nel
Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi...

in parte sconfiggo la loro morte.
Il loro ricordo dentro di me è parte del mio "io". Ho nel cuore una immagine, nel racconto "Occhi di cane azzurro" di Marquez, nella quale il narrante spera, una volta morto e sepolto sotto un albero di melo, di poter essere svegliato un giorno dal morso di un bambino che addenta una mela di quell'albero.
Ecco il mio "io" è il morso di quel bambino.
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