Morire in soccorso.

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda Godurioso » mar dic 29, 2009 12:48 pm

Guarda Freeraf
che non hai capito

sto appunto dicendo che anche se volontari andare anche gratis a rischiare la vita secondo me non ha senso!!!

Sto estattamente parlando a loro favore, mi pare chiaro
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Messaggioda bernina4049 » mar dic 29, 2009 12:55 pm

Ieri ad un intervista al tg non ho capito bene se un membro del soccorso alpino ho un amico delle vittime ha risposto alle domenade sull'accaduto con tre semplici parole, tre parole che solo un alpinista o comuqnue chi frequenta la montagna possono capirne il significato, la sua risposta è stata:
"E' LA MONTAGNA"
parole vere semplici e piene di significato.!!!!
Un cordoglio alle vittime!!!
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Messaggioda pasasò » mar dic 29, 2009 13:24 pm

bernina4049 ha scritto:Ieri ad un intervista al tg non ho capito bene se un membro del soccorso alpino ho un amico delle vittime ha risposto alle domenade sull'accaduto con tre semplici parole, tre parole che solo un alpinista o comuqnue chi frequenta la montagna possono capirne il significato, la sua risposta è stata:
"E' LA MONTAGNA"
parole vere semplici e piene di significato.!!!!
Un cordoglio alle vittime!!!


mi associo al cordoglio per chi non c'è più e a questo commento.

Non voglio parlare del caso concreto perchè non conosco la geografia specifica del luogo ma esprimo un concetto generale che penso da vario tempo.

Credo che a tutti i livelli occorra tornare a vedere la montagna per quello che è, un aspetto della natura che non può e non deve sottostare alla volontà di potenza ed ai desideri dell'uomo. I nostri vecchi parlavano di umiltà, riverenza, verso la montagna, ora, che termini e concetti usiamo? Troppi escursionisti/sciatori in pista/ciaspolatori/alpinisti vivono la montagna non nel suo essere potenza della natura ma meramente come un parco sintetico di divertimenti dove dispiegare senza un concetto di limite e rinuncia le proprie azioni, chi per sua attitudine personale, chi per ignoranza ambientale specifica, chi per inconsci deliri di onnipotenza.

A volte capita che le conseguenze gravi le debbano pagare anche i volontari del soccorso alpino, che nel caso esista il concetto di eroismo dovrebbe essere attribuito per antonomasia a loro.

Spero che queste morti non siano successe invano.
Le previsioni davano brutto tempo, ma noi siamo Guzzisti e per noi l'acqua non è un problema, purché non ci tocchi di berla...by G.C Mandello
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Messaggioda Cosacco » mar dic 29, 2009 13:36 pm

Ovviamente sono contrario ad ogni voce che parla di chiusura della montagna, ma penso sarebbe opportuno mettere delle regole di responsabilità, cioè ritengo sarebbe giusto che ogni persona che effettua attività con un certo grado di difficoltà abbia una copertura assicurativa come responsabilità civile, inoltre dopo certi gradi di rischio valanghe l?obbligo di avere l?arva. E? chiaro che non parliamo di mettere posti di blocco per verificare l?equipaggiamento o il pagamento della polizza assicurativa, ma nel caso di bisogno a fine intervento di soccorso si potrebbe sanzionare i malcapitati?Credo sia il caso di cominciare anche a responsabilizzare-ci tutti anche i più "esperti"
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Messaggioda CCIAUCO » mar dic 29, 2009 14:06 pm

:cry:
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Messaggioda bernina4049 » mar dic 29, 2009 14:33 pm

Cosacco ha scritto:Ovviamente sono contrario ad ogni voce che parla di chiusura della montagna, ma penso sarebbe opportuno mettere delle regole di responsabilità, cioè ritengo sarebbe giusto che ogni persona che effettua attività con un certo grado di difficoltà abbia una copertura assicurativa come responsabilità civile, inoltre dopo certi gradi di rischio valanghe l?obbligo di avere l?arva. E? chiaro che non parliamo di mettere posti di blocco per verificare l?equipaggiamento o il pagamento della polizza assicurativa, ma nel caso di bisogno a fine intervento di soccorso si potrebbe sanzionare i malcapitati?Credo sia il caso di cominciare anche a responsabilizzare-ci tutti anche i più "esperti"


una copertura assicurativa, be la cosa più sbagliata perchè dal mio punto di vista spingerebbe molti a osare di più tanto sarebbero coperti e remunerati dall'assicurazione in caso di incidente.
Bisogna fare solo una cosa aumentare la propria responsabilità e sopratutto mai superare i propri limiti!!!!!!!!!!! mai!!!!
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Messaggioda Cosacco » mar dic 29, 2009 14:48 pm

bernina4049 ha scritto:
Cosacco ha scritto:Ovviamente sono contrario ad ogni voce che parla di chiusura della montagna, ma penso sarebbe opportuno mettere delle regole di responsabilità, cioè ritengo sarebbe giusto che ogni persona che effettua attività con un certo grado di difficoltà abbia una copertura assicurativa come responsabilità civile, inoltre dopo certi gradi di rischio valanghe l?obbligo di avere l?arva. E? chiaro che non parliamo di mettere posti di blocco per verificare l?equipaggiamento o il pagamento della polizza assicurativa, ma nel caso di bisogno a fine intervento di soccorso si potrebbe sanzionare i malcapitati?Credo sia il caso di cominciare anche a responsabilizzare-ci tutti anche i più "esperti"


una copertura assicurativa, be la cosa più sbagliata perchè dal mio punto di vista spingerebbe molti a osare di più tanto sarebbero coperti e remunerati dall'assicurazione in caso di incidente.

Bisogna fare solo una cosa aumentare la propria responsabilità e sopratutto mai superare i propri limiti!!!!!!!!!!! mai!!!!


Punto primo La responsabilità civile paga i danni fatti agli altri e poi la storia che si osa di più è un falso problema, se si ragiona cosi non bisogna mettere le cinture di sicurezza non occorrre mettere le scarpe antinfortunistica ecc...
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Messaggioda Dolasilla » mar dic 29, 2009 15:05 pm

E mentre (come sempre succede in questi casi) divampano le polemiche, sia a livello di autorità competenti che in discussioni da bar, sei famiglie piangono i loro morti. :?
Sommo onore e riconoscenza a chi ha immolato la propria vita nel tentativo di salvare altre vite, ma rifiuto l'idea che in questa vicenda ci siano morti di serie A ed altri di serie B.

Ieri, ascoltando il telegiornale, mi ha molto colpita la pacata ma decisa affermazione di Maurizio Dellantonio (Presidente del Soccorso alpino provinciale), in collegamento telefonico da Alba di Canazei.
Al giornalista che "sfrucugliava" sul fatto che 4 volontari avesssero perso la vita per soccorrere 2 sprovveduti ha risposto: " ... noi evitiamo di giudicare la preparazione di chi va in montagna. Se c'è una chiamata noi andiamo e basta."
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Messaggioda ste_car » mar dic 29, 2009 17:11 pm

in linea generale non sopporto il fatto che in Italia (non so come sia all'estero tranne gli USA) tutte (o quasi) le forme di soccorso siamo a livello volontario. Non so, io lo trovo al quanto scandaloso. Il primo soccorso è una delle "azioni" più importanti che ci siano e noi abbiamo Soccorso Alpino, personale delle ambulanze a livello volontario...

Non so... solo io lo trovo scandaloso?

Non sarebbe corretto averle a livello professionistico? Gente che fa quello di mestiere sempre. Io non ho mai fatto il soccorritore ne su ambulanza ne altro (ci ho pensato mille e mille volte), per il semplice fatto che non mi sento all'altezza. Ho fatto qualche lezione di soccorso quando pensavo di entrare nella croce rossa, ma ho rinunciato perchè secondo me con le nozioni che mi stavano dando non avrei (io personalmente) soccorso neppure mia figlia che cade dalla bicicletta in cortile.

Attenzione che con questo non voglio dire che non siano all'altezza (conosco fior di soccorritori del soccorso alpino e delle ambulanze (anche quelli che hanno soccorso me in occasione di un incidente).
Non capisco solamente perchè dobbiamo sempre vantarci di avere GRANDI VOLONTARI quando potremmo avere grandi professionisti.
Che, ha mio avviso se da volontari sono Grandi, da professionisti lo sarebbero ancora di più.

Scusate lo sfogo un poco OT forse...
"Tornate vivi, tornate rimanendo amici, salite in cima: in questo preciso ordine"

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Messaggioda selbego » mar dic 29, 2009 17:32 pm

Un pensiero anche da parte mia a tutti e sei; erano sicuramente persone che amavano la montagna e nella montagna hanno passato le loro ultime ore. Un particolare pensiero va a quei quattro volontari che hanno dato la loro vita per cercare di salvarla ad altri due; che venga ricordato il loro coraggio e il loro altruismo.
Fatti come questo, oltre che alla profonda tristezza, dovrebbero suscitare rispetto, alle persone che sono venute a mancare e anche alla montagna, che vorrebbe insegnarci a seguire le sue leggi e che non vorrà mai sottostare alle nostre.
Rispetto, non polemiche.
Bertolaso, per quanto possa essere condivisibile il suo intervento, di montagna ne sa ben poco, e allora che si occupi delle questioni di sua competenza e che faccia a meno di mettersi in mostra.

Pensare che forse si poteva evitare è la prima cosa che si fa appena capitano tragedie come questa, e allora subito a pensare ad aggiungere nuove leggi... Io sono dell'idea che in montagna le uniche leggi siano il rispetto, l'umiltà e il buon senso, il resto sono solo un "devi" o "non devi" che rompe solo i c.......i ad un amante della montagna. Le tragedie ci sono sempre state e ci saranno sempre, l'importante è saper imparare da questi fatti che altrimenti succedono per niente.
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Messaggioda mb » mar dic 29, 2009 17:40 pm

ste_car ha scritto:in linea generale non sopporto il fatto che in Italia (non so come sia all'estero tranne gli USA) tutte (o quasi) le forme di soccorso siamo a livello volontario. Non so, io lo trovo al quanto scandaloso. Il primo soccorso è una delle "azioni" più importanti che ci siano e noi abbiamo Soccorso Alpino, personale delle ambulanze a livello volontario...

Non so... solo io lo trovo scandaloso?

Non sarebbe corretto averle a livello professionistico? Gente che fa quello di mestiere sempre.


Sono in molti a ritenerlo scandaloso, secondo me invece va bene così.
Mi spiego: preparare dei professinisti con capacità adeguate richiede tempo e costi, e non è che il soccorso alpino sia richiesto con tanta frequenza. Sarebbe possibile avere solo un numero limitato di professionisti, a scapito quindi della capillarità del servizio.
Il soccorso volotario funziona perché permette di avere una rete estesa di stazioni con personale adeguatamente preparato in grado di intervenire in qualunque momento. Non è detto che una rete meno diffusa di professionisti avrebbe la stessa efficacia.

Dei professionisti con capacità di intervento in molti ambiti ci sono già, sono i pompieri. Sono in grado di intervenire nella maggior parte dei casi, quindi vale la pena sostenere costi per averne a disposizione in molte località (e nonostante questo hanno lo stesso grossi problemi di finanziamenti...)
Per ambiti specifici che richiedono una preparazione particolare, come soccorso alpino e speleologico, i soccorritori più adatti (in gran parte già preparati) sono proprio gli alpinisti e gli speleologi.
Quanto manca?
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Messaggioda ste_car » mar dic 29, 2009 18:41 pm

mb ha scritto: Sarebbe possibile avere solo un numero limitato di professionisti, a scapito quindi della capillarità del servizio.
Il soccorso volotario funziona perché permette di avere una rete estesa di stazioni con personale adeguatamente preparato in grado di intervenire in qualunque momento. Non è detto che una rete meno diffusa di professionisti avrebbe la stessa efficacia.

Dei professionisti con capacità di intervento in molti ambiti ci sono già, sono i pompieri. Sono in grado di intervenire nella maggior parte dei casi, quindi vale la pena sostenere costi per averne a disposizione in molte località (e nonostante questo hanno lo stesso grossi problemi di finanziamenti...)
Per ambiti specifici che richiedono una preparazione particolare, come soccorso alpino e speleologico, i soccorritori più adatti (in gran parte già preparati) sono proprio gli alpinisti e gli speleologi.


alla rete "capillare" non ho pensato.. in effetti...
e il tuo discorso regge :wink: a mio avviso anche perchè siamo in italia, dove i soldi mancano sempre per tutto tranne che per auto blu e ponti vari sugli stretti...

che poi in ambito soccorso alpino speleologico debbano essere alpinisti o speleologi... beh.. è ovvio.... :!:
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Messaggioda Herman747 » mar dic 29, 2009 18:50 pm

bummi ha scritto:
Herman747 ha scritto:
bummi ha scritto:Ogni volta che muoiono dei soccorritori c'è qualche "benpensante" che si lancia in affermazioni strampalate perchè non tiene conto di due elementi fondamentali:
1) il CNSAS è una struttura che si fonda sul volontariato di appassionati di montagna che si mettono a disposizione di altri appassionati come loro;
2) quasi tutti gli incidenti che avvengono in montagna sono frutto di un errore, il fatto che vengano commessi da esperti cambia poco la cosa, sono essere umani anche loro e sbagliano come tutti gli altri.
Chi non tiene conto di questi due semplici elementi secondo me non capisce cosa significa avere la passione per l'alpinismo e cosa sia lo spirito di solidarietà che accomuna noi che abbiamo questa passione. Non conoscevo nessuno dei 4 soccorritori che sono morti, ma sono sicuro che incarnassero alla grande entrambi questi aspetti.


Ci sono diversi tipi di errori, un conto è quando avviene una valanga su un itinerario considerato a poco rischio,oppure su un itinerario ad alto rischio ma con basso pericolo di valanghe generale, un conto è una valanga in un posto ad alto rischio con alto rischio valanghe generale.
Andare a fare punta penia (per fare un esempio lampante) con pericolo 4 non è solo un errore di valutazione, è un incoscienza bella e buona soprattutto se ci si considera esperti. Stesso discorso per la val lasties,
Il soccorritore in montagna è un pò come il pompiere, si butta anche nel pericolo per una nobile causa
Il fatto oggettivo alla fine resta che 4 soccorritori sono morti per causa di 2 persone che hanno affrontato un itinerario risaputo (guide e quantaltro)da farsi con neve assestata anche se considerato facile e strafrequentato
Onore ai 4 soccorritori



Non credo che in montagna ci sia una scala di errori, un errore grosso non è diverso da un errore piccolo, sono sempre frutto di un'errata valutazione dell'uomo e sempre potenzialmente letali.
A maggior ragione se li si osserva dall'angolo visuale del soccorritore, che soccorre a prescindere dai motivi che hanno richiesto il suo intervento. Così come i vigili del fuoco che intervengono senza curarsi dei motivi che hanno provocato un incendio anche i volontari del CNSAS vanno comunque in montagna quando ci sono dei dispersi. Inorridirei se si prendesse la decisione di intervenire solo dopo aver valutato il comportamento tenuto da chi si va a soccorrere. Si aprirebbe uno spiraglio terribile.
Chi va in montagna e non rimane a casa commette sempre un errore, perchè si reca in un ambiente che non perdona disattenzioni di nessun genere. Noi che lo facciamo assiduamente siamo potenzialmente più a rischio di altri. Questa è la lezione che secondo me dobbiamo imparare da episodi simili.



Senza parole, veramente.
Se anche quelli che fanno scialpinismo non riescono a cogliere la differenza tra un itinerario generalmente sicuro e uno da fare con manto nevoso assestato associati ad un alto pericolo valanghe, forse allora hanno ragione a vietare il tutto.
Però spero che la direzione sia quella di spiegare a tutti, come dicono quelli del soccorso investire nella formazione, in modo da ridurre al minimo il rischio e che la gente come te capisca che
di errori ce ne sono tanti e di diversa natura, per ridurli al minimo ovviamente con la convinzione che è impossibile eliminarli totalmente.
La mia convinzione, forse utopica leggendo le tue dichiarazioni, è che la gente capisse che anche con elevato pericolo valanghe (3- 4) si possano fare itinerari con una grande percentuale di sicurezza, senza pensare che chi va in montagna con quelle condizioni è un "assassino"
Boh, 'n altra volta
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Messaggioda BRUNOZOE » mar dic 29, 2009 19:53 pm

..........condivido pienamete Herman....
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Messaggioda Godurioso » mar dic 29, 2009 21:30 pm

Ciao ragazz
qualcuno era al funerale oggi a Canazei? forse Siloga...

ho visto il servizio breve breve sul Tg, la chiesetta a cui hanno dato accesso giustamente solo ai familiari, ma tanta tanta gente fuori...

Inutile dire che queste morti mi hanno colpito assai e da credente spero che il buon Dio abbia un trattamento di notevole riguardo per questi quattro ragazzi perchè se lo meritano eccome....
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Messaggioda Valerio79 » mar dic 29, 2009 22:22 pm

Godurioso ha scritto:Eppoi il soccorso in montagna va assolutamente regolamentato in quanto parliamo di professionisti con le palle (non parliamo certo del volontariato in città su di un'ambulanza che con tutto il rispetto lo può fare chiunque) che meritano gettoni pesanti e tutele legali ben precise.
Quindi caro Bertolaso vedi di fare qualcosa e che queste quattro vite spezzate non lo siano state come al solito invano.


Guarda che non è così.
Ti posso garantire, al giorno d'oggi, che chi presta soccorso come volontario sulle ambulanze, ha la stessa preparazione tecnica di un professionista, anzi, se si fà con passione, in qualche caso, si può essere anche migliori.
Per quanto riguarda i rischi, credimi, esistono anche in ambulanza in città come dici tu, eccome se ci vogliono le palle.
Ad es. non è bello essere assaliti in un campo nomadi, essere accoltellati da un tossico, essere investiti su un incidente stradale, cappottarsi con l'ambulanza, perdere la patente in emergenza per un autovelox, tentare di rianimare una piccola creatura sotto lo sguardo dei genitori, sentire qualcuno che urla bruciando vivo dentro l'auto, raccogliere i pezzettini di qualcuno sulla ferrovia, molti soccorritori finiscono in cura psichiatrica a causa di alcuni interventi svolti, e quando sbagli vieni inc....o per bene.
Tutto questo gratis, solo per passione, se non c'è la passione e la preparazione, volontario e non, città mare o montagna, è impossibile svolgere queste attività.
Per fortuna in italia, i volontari 118 o che prestano altri indispensabili servizi non di emergenza, sono molti, garantendo così una copertura molto vasta, e tempi di intervento ridotti.


Sono andato OT, ma volevo chirire la situazione "volontario da città".
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Messaggioda bummi » mar dic 29, 2009 22:43 pm

Herman747 ha scritto:Senza parole, veramente.
Se anche quelli che fanno scialpinismo non riescono a cogliere la differenza tra un itinerario generalmente sicuro e uno da fare con manto nevoso assestato associati ad un alto pericolo valanghe, forse allora hanno ragione a vietare il tutto.
Però spero che la direzione sia quella di spiegare a tutti, come dicono quelli del soccorso investire nella formazione, in modo da ridurre al minimo il rischio e che la gente come te capisca che
di errori ce ne sono tanti e di diversa natura, per ridurli al minimo ovviamente con la convinzione che è impossibile eliminarli totalmente.
La mia convinzione, forse utopica leggendo le tue dichiarazioni, è che la gente capisse che anche con elevato pericolo valanghe (3- 4) si possano fare itinerari con una grande percentuale di sicurezza, senza pensare che chi va in montagna con quelle condizioni è un "assassino"


Non conosco bene i posti di questa tragedia quindi non so se il luogo dove si è staccata la valanga fosse considerato sicuro anche con grado 3-4, tu stesso hai detto che ci sono itinerari sicuri anche con quel grado di pericolo. Il mio era un discorso più generale.
Proprio perchè sono uno scialpinista ho detto fin dall'inizio che morire in montagna presuppone un errore umano (escluse le fatalità, che proprio perchè sono tali sono confinate ad essere pochissime). Aggiungo che morire sotto una valanga è un errore grave e questo a prescindere dal grado di pericolo che è stato dato dal bollettino valanghe, soprattutto quando a morire sono ben 6 persone.
Ma come ha detto giustamente uno dei soccorritori citato qui sul forum "è la montagna". L'alpinismo non esiste senza il rischio di morire.
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Messaggioda bummi » mar dic 29, 2009 22:46 pm

Valerio79 ha scritto:
Godurioso ha scritto:Eppoi il soccorso in montagna va assolutamente regolamentato in quanto parliamo di professionisti con le palle (non parliamo certo del volontariato in città su di un'ambulanza che con tutto il rispetto lo può fare chiunque) che meritano gettoni pesanti e tutele legali ben precise.
Quindi caro Bertolaso vedi di fare qualcosa e che queste quattro vite spezzate non lo siano state come al solito invano.


Guarda che non è così.
Ti posso garantire, al giorno d'oggi, che chi presta soccorso come volontario sulle ambulanze, ha la stessa preparazione tecnica di un professionista, anzi, se si fà con passione, in qualche caso, si può essere anche migliori.
Per quanto riguarda i rischi, credimi, esistono anche in ambulanza in città come dici tu, eccome se ci vogliono le palle.
Ad es. non è bello essere assaliti in un campo nomadi, essere accoltellati da un tossico, essere investiti su un incidente stradale, cappottarsi con l'ambulanza, perdere la patente in emergenza per un autovelox, tentare di rianimare una piccola creatura sotto lo sguardo dei genitori, sentire qualcuno che urla bruciando vivo dentro l'auto, raccogliere i pezzettini di qualcuno sulla ferrovia, molti soccorritori finiscono in cura psichiatrica a causa di alcuni interventi svolti, e quando sbagli vieni inc....o per bene.
Tutto questo gratis, solo per passione, se non c'è la passione e la preparazione, volontario e non, città mare o montagna, è impossibile svolgere queste attività.
Per fortuna in italia, i volontari 118 o che prestano altri indispensabili servizi non di emergenza, sono molti, garantendo così una copertura molto vasta, e tempi di intervento ridotti.


Sono andato OT, ma volevo chirire la situazione "volontario da città".


Sono lieto che tu abbia puntualizzato questo punto. Si tende spesso a confondere professionalità con professione. In Italia abbiamo tantissimi volontari dotati di un elevato grado di professionalità, spesso superiore a quella di molti professionisti.
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Messaggioda margnac » mar dic 29, 2009 22:47 pm

[quote="julius"] ).... è spesso abbandonato a se stesso, senza adeguato sostegno e adeguati finanziamenti.

:?: Non mi risulta.....!!
Ultima modifica di margnac il mar dic 29, 2009 23:21 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Godurioso » mar dic 29, 2009 22:50 pm

Scusa Valerio
non volevo mancare di rispetto a nessuno tantomeno ad alcun tipo di soccorritore... è che probabilmente ho un esempio fuorviante quale quello di mia cugina che ha appena cominciato qui a Bologna: ragazza giovane, inesperta, gettata nella mischia con qualche ora di corso, probabilmente come in tutte le cose nella vita la teoria conta come il due di briscola. E' la pratica che ti forma e ti fa crescere in esperienza...
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