Rabanser, Club Alpino Accademico, Guide Alpine e Scuole CAI

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda gug » mer mar 29, 2006 18:36 pm

Kluge ha scritto:
gug ha scritto:Il secondo motivo è che il livello richiesto alle Guide, come per qualsiasi ammissione a ordini professionali può anche costituire un filtro che faccia si che il numero dei professionisti non aumenti tanto da creare crisi per coloro che esercitano quella professione. Si può discutere se ciò sia giusto o no, non entro nel merito, ma ciò comunque accade da sempre in Italia ed è inutile nasconderlo.
Il terzo motivo è che raramente il livello richiesto per l'accesso ad una professione, per quanto alto, genera una crisi di vocazioni se quella professione è ambita.

Continui a contrapporre la figura di guida a quella dell'istruttore CAI.
A me interessa poco (per niente direi) cosa fanno le guide, a me interessa solo quali devono essere le caratteristiche di un buon istruttore, quale deve essere il suo livello "tecnico" minimo, ma soprattutto mi interessa la sua formazione.
Non capisco perche' devo avere una guida come unita' di misura della figura di istruttore, per l'ennesima volta: non e' una gara a chi ha il curriculum piu' prestigioso.



Faccio questa contrapposizione perchè era il tema della discussione OT (poi ratificato :wink: :lol: ) lanciato da Cialtrone.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda Kluge » mer mar 29, 2006 19:22 pm

Buzz ha scritto:Ma, nella realtà, scusate... il cai non lo fa già "accompagnamento"?

Forse non lo farà su cose "impegnative" ... ma le uscite di escursionismo... o di cicloturismo... o di sciescursionismo.... con "accompagnatori"... cosa sono?

Che differenza ci sarebbe nell'organizzare cose anche un pelo più impegnative come una via in montagna?

Parlo di differenza deontologica ... non pratica. Quella la vedo da me.

Cioè... quello che voglio dire è che sto problema "il cai non fa accompagnamento, quello lo fanno le GA" mi sembra uno spartirsi il campo in modo orizzontale.
Ovvero sopra un certo livello di difficoltà lo fanno le GA.

E' così?


Questo e' IL PROBLEMA.
Finche' nel CAI si organizzano attivita' tipiche di un associazione, come puo' essere l'uscita tra amici, non ci sono problemi, nel momento in cui le attivita' diventano un'alternativa economica alla prestazione di un professionista, allora si entra in un campo molto delicato.
E non dipende dalle difficolta', anche una serie di gite per prati in fiore se sono organizzate da una sezione del CAI come potrebbe farlo un'agenzia turistica sono, a mio parere, fuori luogo.
Una volta le sezioni erano luogo di incontro di amici che si organizzavano le loro attivita' in montagna, e in tante piccole sezioni e' ancora cosi'.
Adesso c'e' il pericolo che le sezioni diventino sempre piu' simili ad agenzie di viaggio, dove si va a scegliere il programma che piu' ti attira senza dover neanche pensare a tutti i noiosi dettagli che riguardano la logistica o quant'altro.
Secondo me su questo il CAI dovrebbe riflettere molto.
Ciao

l.
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Messaggioda biemme » mer mar 29, 2006 19:42 pm

Buzz ha scritto:Ma, nella realtà, scusate... il cai non lo fa già "accompagnamento"?
Forse non lo farà su cose "impegnative" ... ma le uscite di escursionismo... o di cicloturismo... o di sciescursionismo.... con "accompagnatori"... cosa sono?
........E' così?


non è così buzz

:roll:

è peggio di così 8)

perchè, quanto alle cose ?impegnative?,
portare (facendo accompagnamento puro) un gruppo cai (spesso molto numeroso) di giovani ? o più spesso di anziani - su un sentiero esposto o attrezzato, tanto per fare un caso che si vede spesso in giro per monti, è immensamente più rischioso che portare (facendo insegnamento) persone in parete (max 2 per istruttore) o a fare una scialpinistica (max 3-4 per istruttore)

è immensamente più rischioso sia come rischi di incidenti, sia come responsabilità che ne derivano per gli accompagnatori et similia di questi megagruppi, e non solo in conseguenza di un incidente, ma anche in conseguenza di una possibile denuncia per esercizio abusivo di professione

sugli incidenti non lo dico io, ma le statistiche del cnsas, da sempre : vedi la voce escursionismo e poi confrontala con le altre (anche se le metti tutte insieme)

sulle responsabilità civili/penali, non lo dico io ma la legge

siccome però non ho voglia né tempo di scazzarmi ancora su queste storie (che già il cai ce n?ha d?avanzo, di problemi da affrontare, nelle scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata), ti dico che è un problema che ignoro, perché riguarda un mondo a me estraneo, quello degli escursionisti, sciescursionisti, sci-caini, accompagnatori giovanili, capigita e presidenti di sezione, del quale potrei dire cose senza cognizione, per cui fatti spiegare da questi ultimi (ce ne saranno senz?altro in ascolto, magari nell?area vie ferrate, mtb o trekking) se è così come dici tu? o se è peggio, e cioè come dico io....

... o se invece, come dice sempre il nostro nano pelato ( CHE-IDDIO-LO-STRAMALEDICA-E-FULMINI-PER-SEMPRE) : ?Non è vero niente, va tutto bene?.

ciao
biemme

ps : ehilà kluge, vedo che ormai hai messo radici tra la brutta gente di questo forum, te ne pentirai amaramente :lol:
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Messaggioda gug » mer mar 29, 2006 21:47 pm

Questo OT però non ve lo ratifico eh! :wink:
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Messaggioda Kluge » mer mar 29, 2006 23:36 pm

biemme ha scritto:ps : ehilà kluge, vedo che ormai hai messo radici tra la brutta gente di questo forum, te ne pentirai amaramente :lol:


Gia fatto :roll: :lol:
Ciao

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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda gug » gio mar 30, 2006 9:54 am

gug ha scritto:
LimaMike ha scritto:
Nel caso specifico. Il CAAI dovrebbe premiare "nel merito spontaneo", che, permettimi, cozza un pelo con la professione.


Su questo concordo con te ed in effetti L'accademico che partecipa ai corsi guida e, ovviamente, li supera ottenendone il titolo deve rinunciare al titolo di CAAI (leggi Furlani). Il percorso inverso mi sembra anacronistico ma la strada sarà più o meno la medesima: ovvero dimissioni e quindi l'iter per ottenere il titolo di CAAI.



a proposito di questo mi sembra anche in questo caso anacronistica questa distinzione e questa pregiudiziale verso la professione di Guida.
Capirei maggiormente un criterio di esclusione sull'effettivo stato di professionismo derivante dall'attività alpinistica.

Per esempio Manolo o Bubu sono Guide Alpine, ma in realtà sono professionisti nel senso che la loro attività alpinistica è la loro professione per via di contratti, conferenze, films etc...Questo tuttavia può accadere anche per chi Guida Alpina non è, per esempio Alex Huber.

Invece ci sono Guide Alpine che fanno la loro professione di accompagnamento e poi hanno un'attività alpinistica di alto livello che non gli procura di che vivere. Ermanno Salvaterra, ad esempio, ma anche altri, come Nicola Tondini, che conosco e che so che ruba tempo, per passione, al suo lavoro di Guida per ripetere o aprire vie come quelle che l'hanno portato alla ribalta ques'estate.

Quindi io farei più una distinzione in base a questi criteri più realistici, piuttosto che solo per il titolo di Guida. Altrimenti dovrebbero essere esclusi anche altri tipi di professioni che riguardano la montagna, ad esempio lo scrivere libri o guide, o gestire rifugi, o produrre o vendere materiale e quindi si andrebbe sull'assurdo.

Ammiro molto il CAAI come istituzione e mi sembra un bel concetto quello di radunare i migliori alpinisti, ma dovrebbe però essere aggiornato, altrimenti credo che sarà destinato ad estinguersi.
E' un pò come la vecchia regola delle Olimpiadi, che erano vietate ai professionisti, col risultato che alla fine alcuni professionisti a tutti gli effetti invece ci andavano, mentre altri ne venivano esclusi.


Tornando in topic originale, provo a riproporre questo tema.
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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda bummi » gio mar 30, 2006 10:49 am

gug ha scritto:...
Ammiro molto il CAAI come istituzione e mi sembra un bel concetto quello di radunare i migliori alpinisti, ma dovrebbe però essere aggiornato, altrimenti credo che sarà destinato ad estinguersi.
E' un pò come la vecchia regola delle Olimpiadi, che erano vietate ai professionisti, col risultato che alla fine alcuni professionisti a tutti gli effetti invece ci andavano, mentre altri ne venivano esclusi.


Sinceramente non ho mai capito bene a cosa serva il CAAI. Mi sà tanto di associazione snob e basta. Ma magari qualcuno di voi è in grado di spiegarmi che ha una sua utilità. Per ora non la vedo.
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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda gug » gio mar 30, 2006 14:19 pm

bummi ha scritto:
gug ha scritto:...
Ammiro molto il CAAI come istituzione e mi sembra un bel concetto quello di radunare i migliori alpinisti, ma dovrebbe però essere aggiornato, altrimenti credo che sarà destinato ad estinguersi.
E' un pò come la vecchia regola delle Olimpiadi, che erano vietate ai professionisti, col risultato che alla fine alcuni professionisti a tutti gli effetti invece ci andavano, mentre altri ne venivano esclusi.


Sinceramente non ho mai capito bene a cosa serva il CAAI. Mi sà tanto di associazione snob e basta. Ma magari qualcuno di voi è in grado di spiegarmi che ha una sua utilità. Per ora non la vedo.
bummi


...mah, io la vedo come un'onorificenza all'attività alpinistica e, sinceramente mi sembra una cosa valida. Un pò come i veri premi a singole imprese, solo che questa associazione tiene conto di tutta l'attività.
Oltre a ciò, so che il CAAI promuove iniziative culturali, ed esprime opinioni che, visto l'organico, hanno una certa rilevanza.
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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda bummi » gio mar 30, 2006 16:34 pm

gug ha scritto:
...mah, io la vedo come un'onorificenza all'attività alpinistica e, sinceramente mi sembra una cosa valida. Un pò come i veri premi a singole imprese, solo che questa associazione tiene conto di tutta l'attività.
Oltre a ciò, so che il CAAI promuove iniziative culturali, ed esprime opinioni che, visto l'organico, hanno una certa rilevanza.


Onorificenza un po' autarchica direi, chi la concede è a sua volta un "onorato", l'impressione che se ne ricava è quella di un mondo chiuso su se stesso. Si accede solo se presentati da altri membri del club, con regolette che non trovi nemmeno nel più snob dei circoli di golf. Se fosse solo un'onorificenza non ho mai capito perchè le Guida Alpine non possano accedervi mentre i c.d. alpinisti professionisti si.
Mi sembra molto poco oggettivo come riconoscimento, al pari dei premi.
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Messaggioda anti-cialtrone » ven mar 31, 2006 16:54 pm

biemme ha scritto:
Buzz ha scritto:Ma, nella realtà, scusate... il cai non lo fa già "accompagnamento"?
Forse non lo farà su cose "impegnative" ... ma le uscite di escursionismo... o di cicloturismo... o di sciescursionismo.... con "accompagnatori"... cosa sono?
........E' così?


non è così buzz

:roll:

è peggio di così 8)

perchè, quanto alle cose ?impegnative?,
portare (CUT) un gruppo cai (CUT) su un sentiero (CUT) è immensamente più rischioso che portare (CUT) persone in parete (CUT)


sugli incidenti non lo dico io, ma le statistiche del cnsas (CUT)
sulle responsabilità civili/penali, non lo dico io ma la legge (CUT)

... o se invece, come dice sempre il nostro nano pelato ( CHE-IDDIO-LO-STRAMALEDICA-E-FULMINI-PER-SEMPRE) : ?Non è vero niente, va tutto bene?.

ciao
biemme



Alé Biemme,
Quoto tutto, soprattutto l'inciso sul nano pelato :D :D :D

Faccio inoltre notare che tutta la discussione di queste 5 pagine palesa un'evidenza a me già nota: che la base dei cajani - in primis gli istruttori - è "avanti" anni luce - per sensibilità sociale, coerenza, passione per la montagna e senso dei valori - rispetto ai burocrati ingrigiti che stanno ai vertici del sodalizio.
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Messaggioda vito » ven mar 31, 2006 17:07 pm

anti-cialtrone ha scritto:
biemme ha scritto:
Buzz ha scritto:Ma, nella realtà, scusate... il cai non lo fa già "accompagnamento"?
Forse non lo farà su cose "impegnative" ... ma le uscite di escursionismo... o di cicloturismo... o di sciescursionismo.... con "accompagnatori"... cosa sono?
........E' così?


non è così buzz

:roll:

è peggio di così 8)

perchè, quanto alle cose ?impegnative?,
portare (CUT) un gruppo cai (CUT) su un sentiero (CUT) è immensamente più rischioso che portare (CUT) persone in parete (CUT)


sugli incidenti non lo dico io, ma le statistiche del cnsas (CUT)
sulle responsabilità civili/penali, non lo dico io ma la legge (CUT)

... o se invece, come dice sempre il nostro nano pelato ( CHE-IDDIO-LO-STRAMALEDICA-E-FULMINI-PER-SEMPRE) : ?Non è vero niente, va tutto bene?.

ciao
biemme



Alé Biemme,
Quoto tutto, soprattutto l'inciso sul nano pelato :D :D :D

Faccio inoltre notare che tutta la discussione di queste 5 pagine palesa un'evidenza a me già nota: che la base dei cajani - in primis gli istruttori - è "avanti" anni luce - per sensibilità sociale, coerenza, passione per la montagna e senso dei valori - rispetto ai burocrati ingrigiti che stanno ai vertici del sodalizio.
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te ghe propri rasun :!:
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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda biemme » lun apr 03, 2006 16:24 pm

bummi ha scritto:
gug ha scritto:...
Ammiro molto il CAAI come istituzione e mi sembra un bel concetto quello di radunare i migliori alpinisti, ma dovrebbe però essere aggiornato, altrimenti credo che sarà destinato ad estinguersi.
E' un pò come la vecchia regola delle Olimpiadi, che erano vietate ai professionisti, col risultato che alla fine alcuni professionisti a tutti gli effetti invece ci andavano, mentre altri ne venivano esclusi.


Sinceramente non ho mai capito bene a cosa serva il CAAI. Mi sà tanto di associazione snob e basta. Ma magari qualcuno di voi è in grado di spiegarmi che ha una sua utilità. Per ora non la vedo.
bummi


giusto per rientrare in topic,
circa una delle utilità che ha (o dovrebbe avere) il caai, (ma anche le guide, il cai, ecc.), copioincollo questo post di Supergnàs, scritto su "schiodando allegramente" ... mi sembra che possa avere cittadinanza più qui che là, come utile spunto di discussione (ce n'è di che discutere :wink: )
saluti
biemme

Supergnàs ha scritto:Visto che sta ritornando la bella stagione, pubblico questo articolo trovato su Lo Scarpone di qualche tempo fa (gennaio?).E' presente anche nell'ultimo numero della stessa pubblicazione un trafiletto che dice, in sintesi, che il quanto riportato è stato sottoscritto dalle Guide del Trentino, dell'Alto Adige, dal CNSAS ed altri organismi, ad eccezione delle Guide del Veneto. Non ho sottomano il testo, che si trova in un trafiletto blu: se qualcuno volesse pubblicarlo mi sembra una interessante opportunità di discussione. Una mia curiosità: La sensibilità verso questo tipo di problematiche è presente solo in zone tipo le Dolomiti, come citato nel testo, oppure c'è una certa sensibilità anche in altre zone?
Citazione:
Una serie di riflessioni sul tema ?Alpinismo in Dolomiti: sicurezza nel rispetto della tradizione? vengono sintetizzate in un documento del Club Alpino Accademico Italiano nelle pagine dello Scarpone a corollario del convegno nazionale svoltosi il 24 settembre al passo Pordoi con la partecipazione di oltre 70 accademici. La relazione introduttiva del presidente del Gruppo orientale, organizzatore del convegno, riguardava la debolezza delle ragioni addotte per giustificare la modifica con perforazione dello stato di chiodatura delle vie alpinistiche storiche. ?Questi itinerari tracciati dai nostri padri?, ha sottolineato a sua volta Rolando Larcher, ?sono come le macchine d?epoca: vanno mantenute certamente in sicurezza ma con materiali e pezzi di ricambio originali dell?epoca. La scusa della sicurezza sarebbe un grande errore storico?. Al termine del dibattito sono state sintetizzate alcune riflessioni. ?Concetti tipo ?mettere in sicurezza? una via?, si legge, ?sono ambigui e pericolosi. Con l?infissione di anelli resinati e/o spit alle soste l?alpinista tende a ritenersi più sicuro ed è portato ad arrampicare con lo stesso spirito con cui ci si muove nelle falesie attrezzate, dove non vige il motto ?vietato volare?; in realtà le conseguenze, in caso di caduta in montagna, sono sempre drammaticamente più gravi e nulla cambia se la sosta è rinforzata a perforazione in considerazione che il carico dinamico su di essa, se realizzata con due buoni ancoraggi tradizionali, non sarà mai tale da determinarne il collasso?. Il CAAI rivolgendosi quindi a tutto l?ambiente alpinistico auspica che:
1) si sospendano le inutili azioni di perforazione sulle vie classiche invitando nel contempo ogni alpinista esperto a sostituire con chiodi tradizionali e cordini le eventuali protezioni ormai obsolete e malsicure ogni qualvolta si presenti il caso;
2) le scuole di alpinismo riprendano con più energia l?istruzione sull?uso del martello, chiodi attrezzatura di una sosta e, nel contempo, diano anche più spazio alla storia e alla cultura generale dell?alpinismo;
3) si apra un confronto tra le varie generazioni alpinistiche di ogni zona alpina per valutare eventuali interventi di risanamento tradizionale e/o ripristino di situazioni preesistenti.
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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda bummi » lun apr 03, 2006 17:08 pm

biemme ha scritto:
giusto per rientrare in topic,
circa una delle utilità che ha (o dovrebbe avere) il caai, (ma anche le guide, il cai, ecc.), copioincollo questo post di Supergnàs, scritto su "schiodando allegramente" ... mi sembra che possa avere cittadinanza più qui che là, come utile spunto di discussione (ce n'è di che discutere :wink: )
saluti
biemme

Supergnàs ha scritto:Visto che sta ritornando la bella stagione, pubblico questo articolo trovato su Lo Scarpone di qualche tempo fa (gennaio?).E' presente anche nell'ultimo numero della stessa pubblicazione un trafiletto che dice, in sintesi, che il quanto riportato è stato sottoscritto dalle Guide del Trentino, dell'Alto Adige, dal CNSAS ed altri organismi, ad eccezione delle Guide del Veneto. Non ho sottomano il testo, che si trova in un trafiletto blu: se qualcuno volesse pubblicarlo mi sembra una interessante opportunità di discussione. Una mia curiosità: La sensibilità verso questo tipo di problematiche è presente solo in zone tipo le Dolomiti, come citato nel testo, oppure c'è una certa sensibilità anche in altre zone?
Citazione:
Una serie di riflessioni sul tema ?Alpinismo in Dolomiti: sicurezza nel rispetto della tradizione? vengono sintetizzate in un documento del Club Alpino Accademico Italiano nelle pagine dello Scarpone a corollario del convegno nazionale svoltosi il 24 settembre al passo Pordoi con la partecipazione di oltre 70 accademici. La relazione introduttiva del presidente del Gruppo orientale, organizzatore del convegno, riguardava la debolezza delle ragioni addotte per giustificare la modifica con perforazione dello stato di chiodatura delle vie alpinistiche storiche. ?Questi itinerari tracciati dai nostri padri?, ha sottolineato a sua volta Rolando Larcher, ?sono come le macchine d?epoca: vanno mantenute certamente in sicurezza ma con materiali e pezzi di ricambio originali dell?epoca. La scusa della sicurezza sarebbe un grande errore storico?. Al termine del dibattito sono state sintetizzate alcune riflessioni. ?Concetti tipo ?mettere in sicurezza? una via?, si legge, ?sono ambigui e pericolosi. Con l?infissione di anelli resinati e/o spit alle soste l?alpinista tende a ritenersi più sicuro ed è portato ad arrampicare con lo stesso spirito con cui ci si muove nelle falesie attrezzate, dove non vige il motto ?vietato volare?; in realtà le conseguenze, in caso di caduta in montagna, sono sempre drammaticamente più gravi e nulla cambia se la sosta è rinforzata a perforazione in considerazione che il carico dinamico su di essa, se realizzata con due buoni ancoraggi tradizionali, non sarà mai tale da determinarne il collasso?. Il CAAI rivolgendosi quindi a tutto l?ambiente alpinistico auspica che:
1) si sospendano le inutili azioni di perforazione sulle vie classiche invitando nel contempo ogni alpinista esperto a sostituire con chiodi tradizionali e cordini le eventuali protezioni ormai obsolete e malsicure ogni qualvolta si presenti il caso;
2) le scuole di alpinismo riprendano con più energia l?istruzione sull?uso del martello, chiodi attrezzatura di una sosta e, nel contempo, diano anche più spazio alla storia e alla cultura generale dell?alpinismo;
3) si apra un confronto tra le varie generazioni alpinistiche di ogni zona alpina per valutare eventuali interventi di risanamento tradizionale e/o ripristino di situazioni preesistenti.


Ok, ma oltre a fare questi proclami sulla carta il club cosa fa?
Se questa fosse la posizione ufficiale degli accademici mi chiedo se chi fra di essi si sia reso autore di richiodature (e ve ne sono stati diversi...) sia poi stato espulso.
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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda anti-cialtrone » lun apr 03, 2006 17:27 pm

bummi ha scritto: (CUT)
Ok, ma oltre a fare questi proclami sulla carta il club cosa fa?
Se questa fosse la posizione ufficiale degli accademici mi chiedo se chi fra di essi si sia reso autore di richiodature (e ve ne sono stati diversi...) sia poi stato espulso.
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Bummi, bummi...
L'Italia *è* il paese dei proclami.
E, sinceramente, che vi sia (o vi sia stato) qualche comportamente di esponenti del CAAI eticamente discutibile, a me frega abbastanza poco (per niente, oserei dire).
E anche a te, tuttosommato... Che ti cambia?
Vuoi mettere con i condannati in via definitiva che siedono nel nostro bel Parlamento? Non riusciamo a toglierci dai maroni quelli... figurati gli accademici poco accademici.

E poi, qualche bella affermazione di princìpi e di lodevoli intenzioni non si nega mai a nessuno...
Basta che non cadiamo nel tranello di Biemme ;-) :lol: e finiamo a parlare di "spit sì, spit no".

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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda bummi » lun apr 03, 2006 17:41 pm

anti-cialtrone ha scritto:
Bummi, bummi...
L'Italia *è* il paese dei proclami.
E, sinceramente, che vi sia (o vi sia stato) qualche comportamente di esponenti del CAAI eticamente discutibile, a me frega abbastanza poco (per niente, oserei dire).
E anche a te, tuttosommato... Che ti cambia?
Vuoi mettere con i condannati in via definitiva che siedono nel nostro bel Parlamento? Non riusciamo a toglierci dai maroni quelli... figurati gli accademici poco accademici.

E poi, qualche bella affermazione di princìpi e di lodevoli intenzioni non si nega mai a nessuno...
Basta che non cadiamo nel tranello di Biemme ;-) :lol: e finiamo a parlare di "spit sì, spit no".

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Forse non hai seguito la discussione dall'inizio. Qui non stiamo parlando di spit e chiodi, ma del CAAI.
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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda anti-cialtrone » lun apr 03, 2006 18:26 pm

bummi ha scritto:
anti-cialtrone ha scritto:
Bummi, bummi...
L'Italia *è* il paese dei proclami.
E, sinceramente, che vi sia (o vi sia stato) qualche comportamente di esponenti del CAAI eticamente discutibile, a me frega abbastanza poco (per niente, oserei dire).
E anche a te, tuttosommato... Che ti cambia?
Vuoi mettere con i condannati in via definitiva che siedono nel nostro bel Parlamento? Non riusciamo a toglierci dai maroni quelli... figurati gli accademici poco accademici.

E poi, qualche bella affermazione di princìpi e di lodevoli intenzioni non si nega mai a nessuno...
Basta che non cadiamo nel tranello di Biemme ;-) :lol: e finiamo a parlare di "spit sì, spit no".

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Forse non hai seguito la discussione dall'inizio. Qui non stiamo parlando di spit e chiodi, ma del CAAI.
bummi


Lungi da me voler fare il "pignolo della situazione" ma l'articolo riportato da Biemme parla proprio di spit e chiodi. E chi ne parla è il CAAI.
Detto questo, mi eclisso.

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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda biemme » mar apr 04, 2006 19:16 pm

anti-cialtrone ha scritto:.............Lungi da me voler fare il "pignolo della situazione" ma l'articolo riportato da Biemme parla proprio di spit e chiodi. E chi ne parla è il CAAI.
Detto questo, mi eclisso.
M


ciao,
lungi da voler pignoleggiare sulle pignolerie 8) , anche a me non interessa più di tanto nè il caai nè i suoi scopi, ma io avevo scritto: "giusto per rientrare in topic, circa una delle utilità che ha (o dovrebbe avere) il caai, (ma anche le guide, il cai, ecc.)...ecc.ecc....." ,

che poi l'articolo postato vertesse più o meno sulla diatriba "spit e chiodi", era un dettaglio, perchè io intendevo dire - così rispondendo a chi si chiedeva che utilità avesse l'accademico - che il caai è un organismo associativo che si riunisce periodicamente, anche con convegni nazionali cui partecipano oltre 70 associati, per discutere di temi legati a montagna, ambiente, alpinismo ed etica..... magari parleranno anche di 100 temi, 1 dei quali (quello postato) parla di spit e chiodi

dunque non preoccuparti, anticialtrone, non ho teso nessun tranello "spit si - spit no"
:roll:
mi sorge piuttosto un dubbio : e se al prossimo convegno nazionale del caai discutessero di come si modifica un grigri ? 8)

saluti
biemme
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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda anti-cialtrone » mer apr 05, 2006 19:48 pm

biemme ha scritto: (CUT) mi sorge piuttosto un dubbio : e se al prossimo convegno nazionale del caai discutessero di come si modifica un grigri ? 8)

saluti
biemme


:) :) :) Siamo poi così sicuri... che al CAAI sappiano dell'esistenza del grigri, vile e diabolico oggetto ("comunista" direbbe il nanopelato) che nulla ha a che vedere con l'epica lotta con l'alpe? :) :) :)
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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda gug » gio apr 06, 2006 9:57 am

anti-cialtrone ha scritto:
biemme ha scritto: (CUT) mi sorge piuttosto un dubbio : e se al prossimo convegno nazionale del caai discutessero di come si modifica un grigri ? 8)

saluti
biemme


:) :) :) Siamo poi così sicuri... che al CAAI sappiano dell'esistenza del grigri, vile e diabolico oggetto ("comunista" direbbe il nanopelato) che nulla ha a che vedere con l'epica lotta con l'alpe? :) :) :)
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...guarda: sapendo che dell'Accademico fa parte gente come Larcher, Maurizio, Svab, Rabanser e così via, io ho l'opinione che il Club sia davvero l'elite dell'Alpinismo nazionale e non mi da assolutamente l'impressione che sia un'accolita di parrucconi. :wink:
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Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda bummi » gio apr 06, 2006 10:49 am

gug ha scritto:...guarda: sapendo che dell'Accademico fa parte gente come Larcher, Maurizio, Svab, Rabanser e così via, io ho l'opinione che il Club sia davvero l'elite dell'Alpinismo nazionale e non mi da assolutamente l'impressione che sia un'accolita di parrucconi. :wink:


Al di là del fatto che secondo me il CAAI non rappresenta affatto la c.d. elite dell'alpinismo italiano (ce n'è più di uno che ha un curriculum assolutamente modesto o sul quale si nutrono forti dubbi), continuo a non comprendere la sua utilità.
Anche sulla storia degli spit e dei chiodi, per esempio, sono convinto che ci sono posizioni variegatissime al suo interno e che non tutti la pensano allo stesso modo.
E poi, tornando in tema, questa storia che alcuni professionisti non possano farne parte (leggi Guide Alpine) ed altri invece si (giornalisti del settore, scrittori di libri, ecc.) dà a questa pseudo-associazione una credibilità molto bassa.
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