federicopiazzon ha scritto:Come potrà testimoniare MarcoS di istruttori seghe ce n'è na vita, almeno quanti ce ne sono di forti forti.
Questo è ovvio, visto che non c'è reale selezione, ciò che conta è la presenza.
Poi in realtà essere forti per insegnare conta da qua fin la...
Piuttosto fa un certo effetto pensare che una guida per poter insegnare ad andare si fa un mazzo tanto per vari anni ed è selezionata con perizia.
In realtà secondo me stiamo perdendo il filo del discorso andando a finire sul solito(giusto quanto triste) discorso sulla patacca..
Per me la questine è: se finisse la centennale esperienza del cai sarebbe davvero un male per chi va in montagna?
-La perdita di divulgazione come dicevo non è secondo me negativa in primo luogo per il minore afflusso che ciò comporterebbe nei siti alpini, in seconda analisi perchè non mi piace (parte de-)la culura che si crea e viene diffusa attraverso i corsi..l'idea sociale e consociativistica..la montagna come momento di aggregazione..e per ultima una certa dose(variabile) di pecoronità.
-la perdita di una struttura di riferimento nonchè di una "gerarchia" potrebbe inoltre dare una "rinfrescata" all'ambiente.. a dire il vero per ciò che ho potuto conoscere (sopratutto negli strati medio bassi) vige una certa chiusura culturale.. addirittura sembra che si siano chiusi e costruiti il loro mondo di alpinismo con la loro legge il loro modo di andare(che spesso va imposto e divulgato anche a chi non centra per nulla)...persino nelle riviste appaiono le performance caiane a scapito di quelle che non lo sono. Questo stato delle cose oltre che oggettivamente carico di una certa dose di ridicolo non è sicuramente sinonimo di ricchezza.
-La perdita di un ente che "curi" sentieri rifugi..e tutte le infrastutture montane(sono ricchezza o ipocrisia?) potrebbe avere a mio avviso due conseguenze:
O il parziale disuso delle stesse, l'eliminazione progressiva di alcune..
O un maggiore radicamento dell'uso e manutenzione delle stesse nella popolazione locale, sopratutto nei giovani.. questo potrebbe portare più consapevolezza e più rispetto...ma non è detto.
-il cnsas sicuramente soppravviverà alla cosa, ma ancor di più il soccorso alpino e queello speleologico che anzi spessissimo trovavano ragioni di forti lamentele per la loro sottoposizione al cai. Anzi in questa ipotetica Italia senza club alpino avrebbero più autonomia.
-le biblioteche potrebbero non fare una bella fine e mi dispiacerebbe molto, la donazione del loro patrimonio alle vicine biblioteche civiche risolverebbe tutto.
Insomma dal mio punto di vista l'alpinista medio non avrebbe svantaggi(n alcuni casi il contrario)....forse ci sarebbe chi non sa più che fare dove e con chi andare..chi perderà la passione ma non credo che sia questa la figura "media".
Mah... che adesso andare in montagna insieme ad altri sia indice di più o meno pecoronità...

...
E i corsi trasmettano una idea consociativistica...
Come già ho detto, si è liberi di pensare che cavolo si vuole... (nei limiti dati, e perchè poi mai nessuno indaga da dove nasca e come è possibile il suo pensiero...?) però non è andando in solitaria che ti astrai dalla oggettiva realtà sociale. Anzi è proprio questa ti permette di avere un margine di sopravvivenza in autonomia di qualche giorno e bon...
L'Ente, se leggi, è solo il Cai Centrale, che non cura proprio nessun sentiero (credo). Sono le sez. che fanno un gran lavoro e non so come si faccia a dire a tutti quelli che per le loro possibilità mettono a disposizione del tempo gratuitamente, e si impegnano per quel che possono, che sarebbe meglio si togliessero di mezzo.
Per quanto riguarda i rifugi a pensare alle migliaia di ore gratuite che ogni rifugio ha richiesto per venir installato, e reso funzionante... ora diventano ipocrisia! Mi viene proprio il dubbio che non sai nemmeno di cosa parli...