Fantozzi va in montagna

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda [ZANNA] » mer lug 12, 2006 9:51 am

Barba, ho riflettuto, le tue osservazioni meriterebbero una sequenza a parte.
Ma stamani ho scoperto che già esiste. Anzi, forse questa mia semplicemente corre sul binario parallelo.

http://www.forum.planetmountain.com/php ... sc&start=0

Non ringrazio Paolo, che l'ha aperta, solo perché con tutti questi complimenti poi lo Scatenatissimo di Cogoleto ci prende per froci.

Devo finire di leggerla, intanto ti riporto una frase di Enzolino che rende bene.
Enzolino ha scritto:Quello che ci puo' essere in comune tra il calcetto, l'alpinismo, la recita del rosario, l'apnea o il kendo consiste nel fatto che ci si puo' immergere totalmente in qualcosa che ci piace. Poi, ovviamente, quando la posta in gioco e' la vita, questo coinvolgimento puo' essere molto maggiore. Ed ecco la nostra nostalgia e verticalita'-dipendenza.


E una frase di Daffi, forse ancora più immediata, vissuta.
Daffi ha scritto:La risposta che mi sono data ieri sera, è che poi mi sento "centrata", senza ansie o preoccupazioni, semplicemente soddisfatta... non so pero' se è solo l'effetto delle endorfine e della stanchezza, o se c'e' qualcosa di piu'...
ma prima che l'ora sia venuta...
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Messaggioda fabri » mer lug 12, 2006 9:51 am

[ZANNA] ha scritto:
................
All'inizio pensi a tante cose. Una nuvola che riempie il silenzio. Poi piano piano la nuvola cala. I pensieri di casa se ne tornano a casa. E' come se d'improvviso ti togliessero lo zaino dalle spalle, ti senti più leggero. Un po' più animale.

Torni a casa che sei lo stesso c******e di prima, ovviemente. Però è bello.

Niente sfide, niente spaccamontagne cazzuti. Questo almeno vale per me.


Condivido?.

Normalmente vado in compagnia, ma ogni tanto viene fuori l?istinto del solitario.
Ci sono periodi in cui non mi passa nemmeno per la testa, e periodi come adesso che è l?attività principale.

Senza forzature, costrizioni, sfide?.


In particolare...

All'inizio pensi a tante cose. Una nuvola che riempie il silenzio. Poi piano piano la nuvola cala. I pensieri di casa se ne tornano a casa. E' come se d'improvviso ti togliessero lo zaino dalle spalle, ti senti più leggero. Un po' più animale.


Direi sintesi perfetta?

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Messaggioda barbablux » mer lug 12, 2006 12:25 pm

[ZANNA] ha scritto:
barbablux ha scritto:beh anche da parte mia i miei complimenti.

La motivazione della solitaria, se ho capito bene, un po' per sfida e un po' per necessità.

E' una condizione che non sono mai riuscito a metabolizzare: andare per montagna per me è soprattutto condividere delle esperienze con altre persone. Neppure per sfida lo farei mai: non trovo una motivazione interiore per cui dovrei sfidare la montagna, ed inoltre preferisco chiedere permesso, più che sfidare.

Ripeto, sono considerazioni mie. Per il resto complimenti, anche per il modo di raccontare l'avventura (non era premeditato il racconto? in tal caso ecco un motivo in più per compiere quest'esperienza)

:)


Giusto, sono considerazioni tue.

Solo una cosa mi devi spiegare. Da dove hai tirato fuori l'idea/sensazione/impressione che mi sarei fatto il seguente film:
1. Sarebbe molto figo se un centinaio di persone (peraltro non paganti :)) si leggessero una mia storiella.
2. Bisogna che la faccia particolare però, altrimenti, non se la fila nessuno. Quindi faccio la prima uscita in solitaria.

Mmm... E' vero che siamo in piena epoca mediatica, la gente fa i numeri pur di passare sotto riflettore un brandello della propria vita.
Ma, davvero, le mie motivazioni sono un po' diverse.


Per il resto.


Ovvio che l'adrenalina pesa, ma non è la componente più importante.

Tu vai in moto.

Mai fatta una vacanza in moto da solo?
Anche senza andare in paesi esotici, fatti un coast2coast nel centro italia, 4-5 giorni bastano, ti fermi in qualche paesino, dormi nel sacco a pelo.
Io non ho mai avuto una moto, ma a suo tempo mi sono girato la Toscana in vespa.

Oppure un trekking di un giorno. Va bene lo stesso.

All'inizio pensi a tante cose. Una nuvola che riempie il silenzio. Poi piano piano la nuvola cala. I pensieri di casa se ne tornano a casa. E' come se d'improvviso ti togliessero lo zaino dalle spalle, ti senti più leggero. Un po' più animale.

Torni a casa che sei lo stesso c******e di prima, ovviemente. Però è bello.

Niente sfide, niente spaccamontagne cazzuti. Questo almeno vale per me.


Seriamente, penso, nè 1. nè 2.
Tu hai sentito il bisogno di compiere la "tua" impresa, per una necessità interiore, e la cosa ti ha dato emozioni così intense da non poter fare a meno di raccontarle al mondo intero, che in questo caso è il forum.

Ecco, a questo punto sarebbe necessario fare chiarezza su perchè uno dovrebbe avere la necessità di andare in montagna. Non lo so ancora, so che ci penso, la risposta la troverò un'altra volta. Faccio una comparazione, con la maggior parte degli umani che aspettano il weekend, dopo una settimana di lavoro, per "rilassarsi". Anch'io, una volta, aspettavo il weekend per questo, ora, al contrario, mi libero durante la settimana della fatica fisica. Ma è un discorso troppo complicato per essere affrontato ora (magari chissà, prima o poi scriverò anch'io il mio libro).
Bella la frase "Torni a casa che sei lo stesso c******e di prima, ovviemente. Però è bello.", complimenti. E' tremendamente vera.
Vacanze da solo? Non mi sono mai azzardato, a me la solitudine fa sentire un'emarginato, non so perchè. Sei solo, in giro in moto o in montagna (non importa dove): incontri altri gruppi di persone, ti guardano, magari ci fai due parole, ma alla fine pensano tra sè "ma quello lì non ha proprio nessun amico?".
E' una condizione umana difficile da comprendere. E pensa che ci sono persone che arrivano a sposare la prima che trovano, pur di non stare soli.
Vado in montagna per cercare di capire perchè vado in montagna
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Messaggioda fabri » mer lug 12, 2006 13:30 pm

barbablux ha scritto:.....
Vacanze da solo? Non mi sono mai azzardato, a me la solitudine fa sentire un'emarginato, non so perchè. Sei solo, in giro in moto o in montagna (non importa dove): incontri altri gruppi di persone, ti guardano, magari ci fai due parole, ma alla fine pensano tra sè "ma quello lì non ha proprio nessun amico?".
E' una condizione umana difficile da comprendere. E pensa che ci sono persone che arrivano a sposare la prima che trovano, pur di non stare soli.


Se fosse una condizione stabile.....hai ragione.

Se invece è la condizione di alcuni momenti, devo dire ne sento proprio il bisogno. :P :wink:

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Messaggioda Daffi » gio lug 13, 2006 0:47 am

barbablux ha scritto:Vacanze da solo? Non mi sono mai azzardato, a me la solitudine fa sentire un'emarginato, non so perchè. Sei solo, in giro in moto o in montagna (non importa dove): incontri altri gruppi di persone, ti guardano, magari ci fai due parole, ma alla fine pensano tra sè "ma quello lì non ha proprio nessun amico?".
E' una condizione umana difficile da comprendere. E pensa che ci sono persone che arrivano a sposare la prima che trovano, pur di non stare soli.


Vero, tanti la pensano cosi', sulla solitudine come emarginazione.. ma sei sicuro che, se te ne andassi in giro da solo, la gente penserebbe "ma quello non ha proprio nessun amico?"?
A me i solitari stanno simpatici, che siano camminatori, alpinisti, o barboni senza fissa dimora... mi sembrano marinai che affrontano il mare da soli, e in fondo un po' di coraggio ci vuole a contare solo su se stessi, senza la protezione del gruppo.

La libertà che hai quando sei solo, nessuno te la puo' dare... libertà di andare dove vuoi, libertà di stabilire contatti con le persone che incontri o di startene per i fatti tuoi semplicemente ad osservare, libertà di seguire l'ispirazione del momento... per me è una sensazione impagabile.
Dove saranno gli occhi tuoi
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Messaggioda fabri » gio lug 13, 2006 12:53 pm

Daffi ha scritto:
barbablux ha scritto:Vacanze da solo? Non mi sono mai azzardato, a me la solitudine fa sentire un'emarginato, non so perchè. Sei solo, in giro in moto o in montagna (non importa dove): incontri altri gruppi di persone, ti guardano, magari ci fai due parole, ma alla fine pensano tra sè "ma quello lì non ha proprio nessun amico?".
E' una condizione umana difficile da comprendere. E pensa che ci sono persone che arrivano a sposare la prima che trovano, pur di non stare soli.


Vero, tanti la pensano cosi', sulla solitudine come emarginazione.. ma sei sicuro che, se te ne andassi in giro da solo, la gente penserebbe "ma quello non ha proprio nessun amico?"?
A me i solitari stanno simpatici, che siano camminatori, alpinisti, o barboni senza fissa dimora... mi sembrano marinai che affrontano il mare da soli, e in fondo un po' di coraggio ci vuole a contare solo su se stessi, senza la protezione del gruppo.

La libertà che hai quando sei solo, nessuno te la puo' dare... libertà di andare dove vuoi, libertà di stabilire contatti con le persone che incontri o di startene per i fatti tuoi semplicemente ad osservare, libertà di seguire l'ispirazione del momento... per me è una sensazione impagabile.


Anch'io la penso esattamente così.
Solo che è una sensazione istintiva, caratteriale, difficile da spiegare (e da comprendere) per chi non l'ha.
Spesso, quando ho tentato di spiegarla, mi sono sentito dire: "Dai che è una scusa, vuol dire che non stai bene in nostra compagnia" :?
Magari èra una battuta....però....

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Messaggioda smilzo » ven lug 14, 2006 18:18 pm

Talor m'assido in solitaria parte,
Sovra un rialto, al margine d'un lago
Di taciturne piante incoronato.
Ivi, quando il meriggio in ciel si volve,
La sua tranquilla imago il Sol dipinge,
Ed erba o foglia non si crolla al vento,
E non onda incresparsi, e non cicala
Strider, né batter penna augello in ramo,
Né farfalla ronzar, né voce o moto
Da presso né da lunge odi né vedi.
Tien quelle rive altissima quiete;
Ond'io quasi me stesso e il mondo obblio
Sedendo immoto; e già mi par che sciolte
Giaccian le membra mie, né spirto o senso
Più le commuova, e lor quiete antica
Co' silenzi del loco si confonda
.



Leopardi, La vita solitaria
Chi troppo bara nulla stringe.
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Messaggioda drstein » sab lug 15, 2006 3:32 am

Quest'estate partirò da solo.
Scelta e non ultima spiaggia, avrei potuto benissimo organizzarmi per andar via in compagnia ma la verità è che ne ho bisogno ogni tanto; e per i giochi del destino quest'estate bisogno e possibilità hanno trovato un momento comune.
Dico che ne ho bisogno e non so perchè, fondamentalmente sono uno molto di compagnia e sto bene tra la gente.. ma sto bene anche con me stesso, e mi piace l'idea di restare così, mi aiuta a riordinare le idee, a mettere le cose al loro posto, a centrare con più prcisione il baricentro.
Ho la fortuna di avere amici che lo capiscono e probabilmente ci passano a loro volta, per cui non sono incorso in critiche o tentativi di conversione.
Tantopiù che saremo sparsi per le Dolomiti in piccoli gruppi, e a tutti piace l'idea di potersi (non doversi) trovare, ma avere quella libertà individuale di scegliere, seguire l'istinto senza rendere conto a nessuno, senza che nessuno se n'abbia a male per le decisioni dell'altro. Credo sia una fortuna avere intorno gente che lo capisce.
Chi vorrà due chiacchiere, un sorriso, un caffè o un bicchiere di vino mi troverà tra le Mesule e passo Sella :wink:
Just believe, when you can't believe anymore..
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Messaggioda smilzo » lun lug 17, 2006 11:37 am

drstein ha scritto:Chi vorrà due chiacchiere, un sorriso, un caffè o un bicchiere di vino mi troverà tra le Mesule e passo Sella :wink:

Allora ci si vede alla Città dei Sassi. La corda la porto io.

Mi riconosci facilmente perché sto anch'io da solo. A parte mia moglie, le due bambine; Maria Chiara con i suoi due figli; mio cognato con la compagna e il bambino. In albergo ci sono pure la mamma di mia moglie e la nonna. Gli amici di Bari purtroppo sono in un altro albergo, abbastanza vicino al nostro.
E' VERO! 8O 8O 8O
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Messaggioda fabri » lun lug 17, 2006 12:55 pm

smilzo ha scritto:
drstein ha scritto:Chi vorrà due chiacchiere, un sorriso, un caffè o un bicchiere di vino mi troverà tra le Mesule e passo Sella :wink:

Allora ci si vede alla Città dei Sassi. La corda la porto io.

Mi riconosci facilmente perché sto anch'io da solo. A parte mia moglie, le due bambine; Maria Chiara con i suoi due figli; mio cognato con la compagna e il bambino. In albergo ci sono pure la mamma di mia moglie e la nonna. Gli amici di Bari purtroppo sono in un altro albergo, abbastanza vicino al nostro.
E' VERO! 8O 8O 8O


"....Ed erba o foglia non si crolla al vento,
E non onda incresparsi, e non cicala
Strider, né batter penna augello in ramo,
Né farfalla ronzar, né voce o moto...."


:D :D :D

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Messaggioda gug » lun lug 24, 2006 15:18 pm

oh, Zanna, ma non finisci di raccontarci questa solitaria e prima in montagna?
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda quchibu » lun lug 24, 2006 15:28 pm

già

e allora?
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Messaggioda zamas » lun lug 24, 2006 17:56 pm

Ma come ?!?

Torno oggi da due settimane di ferie e ritrovo il forum pieno di tonnellate dei soliti pallosi sproloqui dei troll, ma nessuna vivida descrizione
di atti arrampicatorii ?
Neppure quella che molti di noi aspettavano da ZANNA in questo topic.
:roll:

E allora ?
Vogliamo secernere il prosieguo di questo racconto ? :wink:
Lo scrivere metodico mi distrae dalla presente condizione degli uomini, cui la certezza di ciò, che tutto sta scritto, annienta o istupidisce. J.L.Borges - "La biblioteca di Babele"
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Messaggioda [ZANNA] » lun lug 24, 2006 20:22 pm

Benibenibeni. Prima o poi...

Ci sono due piccoli problemi. E' giusto che lo sappiate.

Problema numero 1: visto il tempo passato non mi ricordo un ca%%o. Quindi non so cosa scrivere.

Consigli?

Razza di c******e! Come non ti ricordi niente! Ma sei scemo! E allora cosa vai a scrivere robe del tipo: tre puntate, ora vi finisco la storia ecc ecc???
Sai cosa fai adesso? Metti lo zaino dentro la tua brava macchinetta, fai rotta verso Ovest e ripeti tutto da capo. Quaderno e penna sotto braccio, stavolta.

Che altro debbo fare... obbedisco. E così domenica scorsa (non ieri, quella prima), mi son rifatto da capo. Con il mio quadernino. E, detto tra noi, è stata nuovamente una figata.


Problema numero 2: leggibilità.

Qua andiamo sul difficile.
Ho avviato questa sequenza perché mi sentivo in debito con il forum, dal quale ho imparato un sacco di cose. Però non posso scrivere solo di dettagli tecnici... il tiro, la corda, la roccia. Non mi interessa e, francamente, non credo interessi a nessuno sapere come l'ultimo pirla è riuscito a scalare nientepopodimeno che un V grado sulle alpi apuane. Che ca%%o volete sia successo? Ve lo potete tranquillamente immaginare, cosa è successo.

Quindi?

Quindi devo scrivere del mio V grado. Che è una cosa ben diversa, forse più interessante, ma molto più difficile da scrivere.

Più difficile perché io non ce l'ho il dono. Purtroppo.

Non posseggo, cioè, quella invidiabile capacità che hanno alcuni di tradurre in parole e frasi le nuvole che si agitano nella loro testa. A me ci vuole tempo, il momento giusto, l'ora adatta. Una palla infinita. Ma grazie a Dio faccio un altro mestiere.
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Messaggioda gug » mar lug 25, 2006 0:00 am

Si, Zanna, ma ormai ti sei imbarcato, con buoni risultati nelle prime puntate e quindi devi continuare e finire :wink:
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda Gianbo » mar lug 25, 2006 10:40 am

[ZANNA] ha scritto:Più difficile perché io non ce l'ho il dono. Purtroppo.


e adesso che te ne sei accorto che vuoi fare?

sei sul passo chiave e abbandoni, ti ritiri?
dovevi pensarci prima, bello. Ora prosegui
al massimo azzeri, ma prosegui
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Messaggioda [ZANNA] » gio nov 16, 2006 16:19 pm

Due premesse.

La prima.
Mirò è morto pochi mesi fa. Aveva 14 anni ma non sembrava vecchio, forse perché era di pelo bianco, forse perché era sempre allegro. Mi correva incontro tutte le volte che lo andavo a trovare.

Ricordo la prima volta che lo portai alle cascine, era piccolissimo. Fu quella mattina che scoprì il piacere della corsa. Quando tornammo a casa era distrutto, si addormentò di botto. E nel sonno sognava di correre. Disteso su un fianco muoveva le zampe come se stesse ancora correndo. Mi fece una tenerezza infinita.

Ecco, non so perché, ma questo ricordo inevitabilmente si associa alla mia prima via in montagna.
Ed è per questo che dedico a lui questa "mia" prima via. Discreta via per un disceto compagno.

Seconda premessa.
Come ho accennato, ho fatto la via una seconda volta perché della prima non ricordavo molti particolari. Quello che scrivo adesso è, inevitabilmente, un mix delle due.

Terza premessa delle due annunciate.
L?avete voluto voi. Per me era finita qua. Così, beccatevi ?sta pappa riscaldata!
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Messaggioda [ZANNA] » gio nov 16, 2006 16:25 pm

FANTOZZI VA IN MONTAGNA - TERZA PARTE

La mia auto, in mezzo a mille altre. L'autostrada è strapiena, scorre lenta. Ho beccato il rientro dal mare.

E' curioso, ma non ho nessuna fretta. Va bene così.

Stanchezza, soddisfazione, fame, si sovrappongono tranquille, danzano nella testa, che si dilata, enorme, per contenere tutto. Sto bene.

Ogni tanto parte un flash. Una sequenza, un'emozione, un passaggio; un attimo e mi ritrovo in parete.

........


L'aria è fresca, di tanto in tanto spira una lieve brezza, molto piacevole.

Una leggera foschia appanna il cielo e toglie buona parte della vista sul mare. Peccato.
Ma in fondo mi va meglio così, mi ripara dal sole, che verso mezzogiorno viene a farmi visita.

Finalmente attacco il 5° tiro. La parete ora è meno appoggiata, la vetta si nasconde. Adesso iniziano i gradi duri :)

Il GRIGRI modificato sembra funzionare bene. Come un marito malfidato però ogni tanto lo controllo, lo riprovo, mi ci appendo, così, per darmi sicurezza. I maligni diranno che lo faccio per riposare un po'.

La verità è che per me modificare il GRI è stato un po' traumatico. Fino all?ultimo c?era qualcosa che non riuscivo a capire. Qualcosa che sfuggiva.

La domanda era: per quale motivo, se modificare il gri è tanto semplice, non ci ha pensato la PETZL? E poi: ma se quel triangolino di lamiera ce l'hanno messo a qualcosa dovrà pur servire! O no?

Il seghetto è partito tranciando i mille dubbi. Poi ho limato, cartavetrato, lappato... continuando a non capire. Finalmente ho passato corda dentro il GRI, l'ho fatto scattare e... bang! Improvvisamente è diventato tutto chiaro.
L'impressione è stata come rientrare in casa e scoprire che il gattino ti ha sbranato tutta la famiglia.

Lipperlì (lipperlì! ca%%o! è una vita che sognavo di usare questa parola!) ho pensato di buttare via tutto. Poi, per fortuna, mi è tornata alla mente una precisazione di Enzolino sull'uso del gri modificato che allora non avevo capito. L'ho riletta con calma, tornava tutto. Da allora ho sempre usato la "variante Enzolino" per l'autosicura.


L'arrampicata adesso è divertente. Sequenza di tre tettini, il primo si aggira sulla sx, il secondo sulla dx, il terzo va passato ma le prese sono buone. L'umore è ottimo. Tutto scorre liscio, ormai sono convinto di poter arrivare in cima, anche se si sta un po' rannuvolando e il dolore ai piedi non mi da tregua.

Scendendo per liberare ritrovo un traversino. Devo spostarmi a sx per recuperare il rinvio. Porto delicatamente il peso sul piede sx quando, improvvisamente, il piede scivola.

Da qui in poi il tempo si dilata; in un istante divento spettatore e protagonista dello stesso film.

Non vedo la mano sx ma percepisco distintamente i muscoli che vanno in tensione, serrando disperatamente la piccola presa tra le dita.
Poi sento un rumore strano, come un biscotto che si spezza. Solo un attimo dopo aver percepito il suono realizzo che la presa si è rotta e che il corpo sta ruotando in aria.

Beh, certo, ora sarebbe forte la tentazione di scrivere che mi son tenuto con l'unghia del mignolo dx o grazie a un incastro di pisello. Ma non è andata così: la destra per mia fortuna teneva un maniglione da giorno di festa e tutto è finito lì. La sensazione fisica di soddisfazione arriva come un?ondata calda.

Mi risistemo e mentre il tempo riprende il suo ritmo normale arrivano paura, sconcerto e tutto il resto. Come invitati ritardatari che si presentano a festa finita.

La mia prima presa rotta; beh, prima o poi doveva succedere.


Arrampicare...
per me che in montagna andavo solo a far sentieri è sempre stato un sogno. A volte capitava di incrociare ?quelli con le corde?. Ca%%o, che invidia! Ammirazione anche. Ma soprattutto la sensazione che loro vivevano la montagna in modo completo, totale.

Gambe e cuore. Questo è quanto serve per far sentieri, e non è poco. Dentro ci stanno costanza, determinazione, resistenza, capacità di attendere, voglia di soffrire. Gambe e cuore.

Ma per me, cresciuto ad arti marziali e sport da combattimento la montagna pareva offrire tanto di più.

Forza pura, velocità, riflessi, ritmo. Un altro ritmo. Tecnica, tanta tecnica. E poi l?ingaggio. Sissignori, l?ingaggio. Quella cosa per cui parti, ma non sai se arriverai in fondo. Di più: se scegli bene l?impegno, sai anche che sicuramente non arriverai in fondo se non darai il meglio di te. L?ingaggio è come un combattimento. L?ingaggio è combattimento.
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