climbalone ha scritto:Vero solo in parte, perché comunque ci sono delle regole e delle definizioni.
Per esempio "la prima salita in stile alpino della cima blabla". Qualcuno avrà pur definito cos'è lo stile alpino.
Diciamo che in mancanza di un ente codificatore, la comunità alpinistica stessa, e le associazioni che in parte la rappresentano, hanno contribuito a definire cosa si intende per alpinismo e anche classificare e distinguere tutta una serie di modi diversi di interpretarlo.
E poi, come negli altri sport, ci sono competizioni, record, e classifiche.
Esempio di competizione: quella abbastanza recente per la prima donna che conquistasse i 14 ottomila.
Esempio di record: il primo / la prima che <aggiungete qui quello che volete>
Esempio di classifiche: quelle in cui siamo implicitamente incasellati dai gradi di difficoltà.
Ad ogni modo, secondo me non è riduttivo definirlo uno sport, anzi primeggia fra tutti gli sport:
- A livello fisico, è quello che più di tutti in assoluto impegna tutte le parti del corpo, anche più del nuoto.
- A livello tecnico, implica una serie impressionante di abilità, soprattutto se si considerano i vari tipi di terreno e di scalata. Nemmeno la vela, credo, si possa avvicinare.
- A livello mentale, coinvolge in modo così ampio e completo, che non so quale altro sport possa essere comparabile.
mi permetto di dissentire sostanzialmente su tutto.
le regole e le definizioni NON ci sono, nel senso stretto dello sport. ciò che nel 1930 poteva valere come regola o definizione, nell'alpinismo di ora può essere anacronistica od addirittura abolita.
la prima donna che conquista i 14 ottomila: da sola? in che stile? chi ha definito cosa è uno stile e quanti sono gli stili? chi abilita l'uso di telefono satellitare, di gps, di altri strumenti? quante prove è necessario fornire? su che supporto? in quanto tempo sono stati percorsi tutti i 14 ottomila? in inverno? in primavera? chi definisce cosa è l'inverno alpinistico (eh sì, caro, perchè 7 anni fa dal 1 dicembre al 28 febbraio c'è stato un inverno sulle alpi con minime in montagna di -2 e massime di 15 e tutti quelli che han fatto "invernali" in quell'inverno parte della comunità dell'alpinismo li snobba...)
quella che tu chiami comunità alpinistica è un magma in completa e perenne evoluzione, che partecipa attivamente a definire, di volta in volta, le sue regole, tra l'altro non sempre condivise, dove non vi sono approcci democratici nel concorrimento delle regole stesse, ed in genere ha la meglio chi rompe di più il c_azzo; la comunità alpinistica non ha delegato alcuno a formare un coacervo di persone preposte e, dunque necessariamente avulse all'attività stessa, alla giurisdizione dell'alpinismo, cosa che invece accade in tutti gli sport.
un altro banale esempio: il concetto di "libera" è cambiato nel tempo dell'alpinismo in maniera sostanziale. nonostante questo, c'è ancora tra gli alpinisti che caga_il_cazzo su cosa sia la libera (ovunque) pensando di avere ragione a priori. in questo l'alpinismo non ha saputo nemmeno mutuare questa definizione dall'arrampicata sportiva, sua figlia illegittima e disconosciuta poichè immorale e sudicia.
quanto alla superiorità dell'alpinismo rispetto agli altri sport, forse non sei mai stato agonista in alcuno sport, altrimenti difficilmente parleresti così. anche qui non sono in accordo nè condivido. mettiti un paio di guantoni da box, e ne riparliamo di fisicità; mettiti addosso un paio di sci da fondo ed un fucile a tracolla (biathlon) e poi riparliamo di aspetti tecnici; mettiti addosso delle scarpe coi tacchetti per giocare al calcio od al rugby e poi riparliamo dell'aspetto tattico.
io lascerei la definizione di sport a ciò che HA e PERMETTE delle regole aprioristiche e condivise da tutti, fra tutte quella che permette la redazione di una classifica dove si decide chi è il più bravo di quello sport e basta, e non di un dettaglio di quello sport. di fatto, piaccia o no, l'unico sport che l'alpinismo ha generato è l'arrampicata sportiva: punto.
mi accontenterei di buttare l'alpinismo (che già non si sa cosa sia) nelle attività definite "pratica", come la cucina, dove ognuno ci può vedere quel che vuole e ci mette quel che vuole, perculamento compreso.
mi guarderei bene dal catalogare come "arte" queste pratiche dal momento che faccio fatica ad individuare quella vastità di sentimenti umani (etici, estetici, morali, sociali, politici, ... ) che ogni forma d'arte ritenuta tale rappresenta ora e sempre.
invece suggerirei un indagine di tipo psicanalitica alla cultura dell'alpinismo, che in ogni momento ha sempre voluto dichiararsi sopra tutto e tutti, contro tutto e tutti; che questo atteggiamento racchiuda, alla fine, solamente un infantile tentativo di dare a ciò che evidentemente non ce l'ha, una dignità suprema (alpinismo maestro di vita...)? non si arriva alla fine a voler negare con tutte le forze, con l'azione opposta di dichiararsi i migliori, la propria totale inutilità?
da questo punto di vista, rileggere quei pochi alpinisti che sono stati anche degni scrittori e pensatori di qualcosa potrebbe valerne la pena.
ciao