c.caio ha scritto:flow ha scritto:Ritengo sia giusto consentire a chi abbia voglia di scalare con protezioni mobili, oltretutto con un approccio meno invasivo e più rispettoso dell'ambiente e della roccia, di poterlo fare.
...senti un po'... se vuoi sostenere l'arrampicata trad va benissimo e posso anche essere daccordo con te, pero' lascia stare la questione del meno invasivo e piu' rispettoso perche' sembra che chi scala (o attrezza) vie a spit sia invece invasivo e poco rispettoso.
E' un paragone assai infelice.
Dispiace se il messaggio è stato inteso in questo modo. Scalo soprattutto su vie sportive e, quando è possibile, su itinerari trad. E sono riconoscente nei confronti di chi attrezza falesie a spit. Mi è capitato più di una volta di dare un contributo economico, anche simbolico, quando ho incontrato un chiodatore che sapevo aver attrezzato la falesia dove ero stato ad arrampicare.
Ciò che voglio dire è che possono essere individuati spazi per entrambi i tipi di scalata. Certe aree specifiche, dove c'è stato un tentativo di sviluppare l'arrampicata clean con proposte concrete (es. Capo testa, vedi intervento di Maurizio O. sul blog di AG), varrebbe la pena preservarle e valorizzarle in quell'ottica evitando di aprire altre vie a spit che potrebbero, ragionevolmente, essere chiodate in settori limitrofi. Sono d'accordo che il magnesio può avere un impatto negativo sulla roccia e sull'ambiente. Ma se al magnesio (a cui in certi luoghi si potrebbe rinunciare, e questo sarebbe un gesto che riterrei responsabile) aggiungiamo anche gli spit, il risultato è che l'impatto ambientale è, a mio parere, maggiore. Il mio ragionamento era riferito alla situazione specifica di quell'area.
L'arte di salire in alto è dono degli dei, e molto spesso non è elargita al pari delle fibre bianche dei muscoli (Manolo)