nglblu ha scritto:Complimenti. Davvero complimenti. Un thread degno di Emilio Fede o Berlusconi o LaRussa.
Giovani = nullafacenti, casinisti, rivoluzionari e balle varie.
Il sottoscritto ha 31 anni, lavora sin da quando è diplomato (piu' di 10 anni) ed attualmente sta anche studiando all' Università. E nonostante studi e lavori, sto dalla parte di quell 1 su 5 che non lavora/studia.
perchè?
Scusa, ma se lavori e studi sei l'esatto opposto di quello di cui parla l'articolo. Che c'entri?
nglblu ha scritto:Perchè tu Ncianca non sei nient'altro che uno dei tanti, troppe persone che escono di casa, vedono che il loro giardino è pulito e non si rendono conto che invece vivono in una favelas. E allora sono gli altri gli sporcaccioni, non tu il fortunato. (e nel mentre parli da oltremanica per giunta!)
Ma che cosa vai blaterando?
nglblu ha scritto:1) il tasso di disoccupazione naturale (ovvero di chi non lavora effettivamente PER SCELTA), nei paesi con minor disoccupazione, si aggira sul 3-4%. Ora vorrai mica sostenere l'ipotesi per cui in Italia siamo cosi' fancazzisti, ma cosi tanto fancazzisti, che da noi quel 20% di giovani rientra nella "disoccupazione naturale" spero....
Di nuovo: ma che cosa vai blaterando? Queste cose eventualmente chiedile a chi ha fatto l'indagine o al limite a chi ha scritto l'articolo. Lo hai letto? Io non sostengo proprio un bel niente. Ho riportato un articolo di Repubblica poi supportato da un altro del Corriere.
nglblu ha scritto:2) l'obbligo di studiare PER LEGGE (e quiindi non per scelta) è sino ai 16 anni. Quindi quel 20% di persone che NON STUDIANO, significa che non frequentano l'Università. Ora, immagino tu sarai cosciente del fatto che gli studi universitari, per quanto oggi come oggi pressochè indispensabili, richiedono comunque una spesa sostenuta per la famiglia per minimo minimo 3-4 anni. Ora vorrai mica sostenere l'ipotesi che sono tutti in grado di mantenere i propri figli all' università per 3-4 anni e che quindi quel 20% di non-studenti non frequenti l'università solo perchè non ne ha voglia e non perchè non se lo permetta spero...
Hai anche tu frainteso mi sa. O forse non ho capito io l'articolo, ma mi sembra che non lasci molto spazio ad interpretazioni. Qui si parla di gente che non studia e non lavora, ma un lavoro non lo cerca neanche. Forse e' proprio perche' tu studi e lavori che non ti capaciti di come una simile aberrazione possa esistere. E se e' cosi', mi trovi sulla stessa lunghezza d'onda, perche' anche io ho dovuto rileggere quell'articolo un paio di volte per convincermi che proprio di questo si tratta: di giovani che hanno liberamente e scientemente scelto di non fare niente. Non e' la solita storia di gente che non trova lavoro o che non puo' permettersi di studiare. Leggi bene. Comunque e' proprio questo il tasto dolente.
nglblu ha scritto:3) Una volta laureato...che fai? Tu hai scelto di scappare dal' Italia. Dovrebbero per caso prendere tutti per forza questa scelta? (punto 4). No. Allora te ne stai qui e scegli se lavorare part time-sottopagato-a tempo determinato di 1 mese, oppure ascolti i suggerimenti dei tuoi genitori stessi che ti dicono "cerca qualcosa di meglio" (e non, come molti in malafede pensano "sto a casa tanto ci pensano i miei") e nel frattempo sei "mantenuto". Vorrai mica ora sostenere l'ipotesi che una volta laureato ti si aprono le porte del paradiso e c'è manna per tutti spero...
Quest'osservazione non ha niente a che fare con quello di cui si sta parlanto. Se vuoi sapere la mia personalissima opinione e' meglio non laurearsi. Ma, ripeto ancora una volta, l'articolo non parla di giovani che non trovano lavoro dopo la laurea.
nglblu ha scritto:4) Qualcuno per fortuna mette ancora (o ha ancora la possibilità) di mettere i legami affettivi davanti alle neccessità di sostenersi tutti i giorni e oper questo non sceglie di prendere e andarsene a cercare fortuna altrove. O forse preferisci sostenere l'ipotesi che tutto sommato, una donna si trova ovunque ma un lavoro no? Spero di no, perchè se questa è la tua opinione, quando ti mancherà un lavoro (e ti auguro caldamente di no), non avrai neppure piu' qualcuno che ti dirà "non prendere quel lavoro di merda che ti sfruttano, ti aiutero' io per un po'".
Se proprio vuoi andare cosi' tanto OT, beh ti posso solo dire che io ho personalmente avuto un culo tremendo. Lasciarsi la famiglia dietro e' qualcosa che facevano una generazione fa per vera e propria necessita'. Io l'ho fatto in cerca di piu' fortuna oltre a quella di cui gia' godevo. In un certo ho senso avevo di piu' da perdere ed infatti, credimi, ho perso molto. Ma sotto altri aspetto ho vinto. E non per merito mio. Per pura fortuna, perche' pur vivendo e lavorando in un mondo dove il merito viene pubblicizzato come l'unico modo per farsi strada nella vita, non credo affatto nella meritocrazia. Con l'allora mia fidanzata, che mi porto dietro dal liceo, abbiamo cercato "piu'" fortuna in due posti diversi entrambi lontani da casa e siamo poi approdati a Londra per puro caso. Questo perche' mio padre, uno di quelli che ha dovuto lasciare il paese per necessita', non avrebbe mai accettato che mi sposassi prima di avere "due lauree e due lavori" (riferendosi alla laurea e lavoro anche della mia fidanzata). La scelta quindi di mettere davanti lavoro e carriera, guarda un po', e' stata motivata dal nostro desiderio di sposarci. Situazione strana, no?
nglblu ha scritto:Tranquillo Ncianca, che prima o poi pesterai na merda anche tu e ti accorgerai che il tuo giardino è anche quello del tuo vicino, come il suo è il tuo.
Dovevi farti un giro da queste parti nei mesi subito dopo il collasso di Lehman. Allora potresti parlare di "merde pestate".
Sei andato OT di qualche anno luce nglblu. Se vuoi parliamo anche di queste cose, ma qui si parla di una aberrazione che giustamente fatichi a credere vera. Ed infatti possiamo anche pensare che Repubblica non avesse niente di meglio da scrivere quel giorno e che si siano inventato tutto di sana pianta... ma se e' vero e' un dato non dico neanche preoccupante, semplicemente aberrante. Perche' se lo dice Fede puo' fare anche ridere, ma se lo dice un istituto di statistica fa un po' meno ridere.