Rabanser, Club Alpino Accademico, Guide Alpine e Scuole CAI

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda LimaMike » ven mar 24, 2006 11:34 am

Sulla questione Guide-Istruttori mi sembra veramente assurdo richiedere ad una Guida Alpina di fare l'esame di Istruttore Nazionale per entrare in organico di una Scuola, ammesso poi che ci sia qualcuno interessato a questo, vista la situazione di concorrenza che si sta creando in alcune zone.


No, No guarda che ad una guida non viene ?richiesto? di partecipare ai corsi nazionali per entrare in un organico di una scuola.
Il titolo di guida è un titolo che garantisce preparazione e competenza e quindi basta e avanza ma quando escono i bandi per i corsi-esame vengono o almeno nella mia scuola si fa così, inviati a tutti i possibili candidati che il direttivo reputa essere idonei qualsiasi sia il loro titolo già acquisito.

Mi sembra assurdo come non possa essere "convalidato" il titolo di Guida e equiparato a INA, dato che gli esami per Guida sono senz'altro allo stesso livello (ma io credo che siano comunque più severi e più completi).


Kluge scrive:?Invece ha molto senso, perche il titolo di istruttore lo si prende per insegnare nelle scuole del CAI, e didattica ed obiettivi non sono gli stessi delle guide. Va da se che normalmente le guide non hanno problemi a superare un corso per istruttore nazionale. ?
E non posso che concordare

Kluge scrive: ?La situazione di concorrenza non ci deve essere, proprio perche' le scuole devono assolutamente evitare di diventare "l'alternartiva economica" della guida, e questo lo si sta predicando da tempo: evitare le attivita' di mero accompagnamento. ?
Anche qui non che concordare

Ma siete sicuri poi che sia così? Io avevo sentito dire che c'erano delle ipotesi per le quali una Guida poteva diventare Direttore di una Scuola del CAI.


Lo può fare ma solo se in possesso di un titolo nazionale.

Ammiro molto il CAAI come istituzione e mi sembra un bel concetto quello di radunare i migliori alpinisti, ma dovrebbe però essere aggiornato, altrimenti credo che sarà destinato ad estinguersi.


Su questo hai perfettamente ragione.

Salut
LM
Perchè arrampico? Semplice! perchè mi diverto.
LimaMike
 
Messaggi: 589
Images: 38
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: Trento

Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda Kluge » ven mar 24, 2006 13:19 pm

gug ha scritto:Però, negli ultimi tempi, le Guide stanno sempre più organizzando delle vere e proprie Scuole di Alpinismo con corsi con proposte didattiche analoghe a quelle del CAI. Questo soprattutto nelle città del Nord, ma pian piano la cosa si estenderà. Per questo è nata la famosa vertenza contro la FASI, ma piano piano la concorrenza con le scuole CAI si farà sentire.


La vertenza con la FASI e' nata (e da li il problema si sta espandendo a macchia d'olio) per tuttaltri motivi. Alle guide da fastidio che tutta una serie di associazioni (FASI compresa, ma ce n'e' una miriade) esercitano l'accompagnamento e l'insegnamento di attivita' alpinistiche. Per legge dello Stato questa attivita' puo' essere esercitata solo dalle guide, con l'eccezione per le scuole e gli istruttori del CAI, che pero' non possono percepire compensi, e devono esercitare le loro attivita' ESCLUSIVAMENTE all'interno del CAI.
Quindi le attivita' delle scuole del CAI sono protette dalla legge quanto quelle delle guide.
L'eventuale concorrenza tra corsi CAI e corsi di guide non e' un problema, anzi puo' essere un incentivo a migliorarsi.
La concorrenza da evitare e', come dicevo prima, nell'accompagnamento, che non deve rientrare negli obiettivi di una scuola CAI (per quanto possibile).
Ciao

l.
Avatar utente
Kluge
 
Messaggi: 121
Images: 3
Iscritto il: mar mag 31, 2005 15:23 pm
Località: Roma

Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda gug » ven mar 24, 2006 13:22 pm

Kluge ha scritto:Quindi le attivita' delle scuole del CAI sono protette dalla legge quanto quelle delle guide.
L'eventuale concorrenza tra corsi CAI e corsi di guide non e' un problema, anzi puo' essere un incentivo a migliorarsi.


Ciò non toglie che questa concorrenza comincia ad esistere perchè le Guide si stanno dedicando sempre più alla attività didattica e non solo all'accompagnamento.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

Traguardi Effimeri
Link per raccolta topic del forum
Avatar utente
gug
 
Messaggi: 6242
Images: 75
Iscritto il: ven lug 19, 2002 13:29 pm
Località: Recanati

Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda Kluge » ven mar 24, 2006 13:33 pm

gug ha scritto:
Kluge ha scritto:Quindi le attivita' delle scuole del CAI sono protette dalla legge quanto quelle delle guide.
L'eventuale concorrenza tra corsi CAI e corsi di guide non e' un problema, anzi puo' essere un incentivo a migliorarsi.


Ciò non toglie che questa concorrenza comincia ad esistere perchè le Guide si stanno dedicando sempre più alla attività didattica e non solo all'accompagnamento.


E' secondo te e' male? Dov'e' il problema?

Ti ricordo che le scuole del CAI non hanno scopo di lucro, avere piu' o meno allievi ai corsi e' solo un indice della capacita' della scuola, nessuno ci guadagna economicamente.

Se le guide vogliono organizzare corsi "in concorrenza" con le scuole del CAI, che lo facciano, basta che non ci sia il tentativo di appropriarsi delle strutture del CAI come e' stato fatto tempo fa con un maldestro tentativo di accordo quadro piovuto dai vertici "politici" del CAI e delle guide e rimandato al mittente dalla base degli istruttori del CAI.
Invece molto spesso c'e' collaborazione tra guide e scuole CAI.
Un bravo professionista deve avere anche capacita' imprenditoriali per avere successo con le sue attivita'.
Ciao

l.
Avatar utente
Kluge
 
Messaggi: 121
Images: 3
Iscritto il: mar mag 31, 2005 15:23 pm
Località: Roma

Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda gug » ven mar 24, 2006 13:42 pm

Kluge ha scritto:
gug ha scritto:
Kluge ha scritto:Quindi le attivita' delle scuole del CAI sono protette dalla legge quanto quelle delle guide.
L'eventuale concorrenza tra corsi CAI e corsi di guide non e' un problema, anzi puo' essere un incentivo a migliorarsi.


Ciò non toglie che questa concorrenza comincia ad esistere perchè le Guide si stanno dedicando sempre più alla attività didattica e non solo all'accompagnamento.


E' secondo te e' male? Dov'e' il problema?

Ti ricordo che le scuole del CAI non hanno scopo di lucro, avere piu' o meno allievi ai corsi e' solo un indice della capacita' della scuola, nessuno ci guadagna economicamente.



Non volevo dire che era un problema, ma rispondevo alla tua osservazione

Kluge ha scritto:La situazione di concorrenza non ci deve essere, proprio perche' le scuole devono assolutamente evitare di diventare "l'alternartiva economica" della guida, e questo lo si sta predicando da tempo: evitare le attivita' di mero accompagnamento.


Probabilmente però capisco che intendevi sostenere che non ci deve essere concorrenza nell'accompagnamento, e non ti riferivi alla didattica.
Nella didattica questa concorrenza si sta verificando e spesso le Scuole CAi vengono proprio a costituire quella "alternativa economica " alle Guide che tu stigmatizzavi.
Purtroppo quando ciò accade, nella maggioranza dei casi non può che essere così, perchè quasi nessuna Scuola CAI può avere un organico al livello di quello di una Scuola Guide, dove praticamente tutti gli elementi sono Guide e quindi è come se fossero tutti INA.
Per gli IA o per gli IS è quasi impossibile essere a quel livello e quindi è naturale che la Scuola CAI diventi un'alternativa più economica e meno qualificata. Questo a parte poche eccezioni (la Scuola Graffer di LimaMike, probabilmente è uno di queste).
Quando ciò accadrà penso che le Scuole CAI potranno comunque fare i corsi di base, anche di roccia, dove sarà difficile che le Guide saranno concorrenziali come prezzi, visto il rapporto uno a due massimo che si deve avere per vie lunghe di roccia. Per i corsi avanzati, probabilmente le Guide prevarranno.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

Traguardi Effimeri
Link per raccolta topic del forum
Avatar utente
gug
 
Messaggi: 6242
Images: 75
Iscritto il: ven lug 19, 2002 13:29 pm
Località: Recanati

Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda cialtrone » ven mar 24, 2006 13:54 pm

gug ha scritto:
Kluge ha scritto:Quindi le attivita' delle scuole del CAI sono protette dalla legge quanto quelle delle guide.
L'eventuale concorrenza tra corsi CAI e corsi di guide non e' un problema, anzi puo' essere un incentivo a migliorarsi.


Ciò non toglie che questa concorrenza comincia ad esistere perchè le Guide si stanno dedicando sempre più alla attività didattica e non solo all'accompagnamento.
Bravo Gug. Il problema che hai centrato è IL problema.

Cari LM e Kluge. Non posso che essere totalmente in accordo con quello che scrivete. E' evidente. Almeno per uno che è attivamente impegnato nelle scuole del sodalizio. Io lo sono stato pesantemente, ora meno, molto meno. E' chiaramente ovvio che le scuole insegnano l'autonomia, e non potranno mai essere l'alternativa.
Ma.
Perchè ci sta un ma pesante.
Gug dice bene, anzi, benissimo.
Le Guide Alpine hanno cambiato regime e marcia.
E lo hanno fatto in conseguenza dei tempi (storici, intendo).
Sono professionisti.
E hanno ragione. Su tutto.
Loro, se vogliono, insegnano, se vogliono, portano. Insegnare e portare, lo sapete meglio di me, sono cose differenti. Ma loro, a titolo, possono fare quello che vogliono. E meglio, molto meglio di noi. Sono strutturati per farlo.

Ed il CAI, che non lo è, per emulazione, cerca di dare un tono alle sue scuole.
Più professionalità, ci vuole. (e lo leggo scritto preciso nelle tue parole: l'eventuale concorrenza tra corsi CAI e corsi di guide non e' un problema, anzi puo' essere un incentivo a migliorarsi.
E via: corsi di formazione istruttori di un mese, corsi regionali di due settimane. Impegni a nastro. Riunioni. Prove. Articoli. Web. Incontri di aggiornamento. Gite propedeutiche.
E questo, a casa mia, significa solo una cosa: costi in enorme aumento, dal punto di vista gestionale, e, dal punto di vista del sentimento, significa *pianificazione della passione*, ovvero come te la azzero in due lezioni.
Perchè, vero, concordate, mi pare, sul fatto che noi si faccia *per passione*, no?
E per sopperire ai costi, le scuole non possono che avvicinarsi ad una ottica più, come dire, commerciale? Facendo più corsi. Più corsi, più corsi. E se non fai i corsi, è un dramma.
E, non nascondiamoci, per cortesia: in questi corsi, il più delle volte non si fa altro che fare *mero accompagnamento*. La statistica della nostra scuola, grossetta, temo più grossetta della tua, Lima, è che su 25 allievi di qualsiasi corso, quelli che continuano nell'ottica del CAI, ovvero in automia, sono il 10%. Che significa 2.5 allievi (tra le altre cose, di questi 2.5 in genere 1 diventa aiuto istruttore dopo un paio di anni...).
Gli altri 20 e rotti te li ritrovi tra i coglioni l'anno dopo, a fare il corso avanzato, il corso de taglio e cucito, il corso de snowboard, il corso de fondo-escursionismo, il corso de ping-pong. Al CAI.

I corsi del CAI costano un c***o. Con 250 euro ti fai 4 finesettimana perfettamente accompagnato. Con 250 euro la guida alpina ti allaccia le scarpette una volta.
Dove sta il punto debole?
Il punto debole è in questo confronto che migliora entrambe. Che non ha senso.
Non ha senso, Kluge, che io sia appassionato di medicina, ma non medico, e per equipararmi ai medici, mi dia da fare per fare finta di esserlo. Non lo sarò mai, a meno che intraprenda quella strada.
I volontari medici non esistono.
Esistono, semmai, i medici volontari. Che decidono di mettere il loro professionismo a servizio di tutti, gratuitamente.

Secondo me non ha più senso il volontariato fatto in questo modo. Ovvero il volontariato che si confronta con il professionista, per emularlo ed avvicinarsi alla sua professione.
Non ha senso.

Ho assistito a teribbili riunioni nella mia scuola, nella scuola regionale, in scuola centrale, di gente abbruttita e preoccupata del fatto che si fanno pochi corsi, ci sono pochi allievi ai corsi delle sezioni, ci sono pochi allievi ai corsi regionali di alpinismo, ci sono pochi allievi ai corsi nazionali di alpinismo. Che bisogna impegnarsi di più. Che bisogna fare di più. Le riunioni della scuola centrale sono le più tristi alle quali io abbia mai partecipato.
Ti chiedo: dramma de che?
IL dramma è che per far finta di essere professionisti, si è piallata la parte *spontanea e genuina* del volontariato.
Se non fai i corsi, perchè nessuno te li chiede, te ne vai a scalare per i fatti tuoi.
Se ci sono persone che vogliono fare i corsi, gli insegni le due cose che servono a costoro per provare a muoversi sicuri in qualche parte sui monti.

Se però per fare due corsi ti devi dotare di struttura mastodontica totalmente volontaria, con costi inaccettabili per la gestione e sopravvivenza, inaccettabili a meno di farli gravare sugli stessi componenti attivi di tali corsi (leggi istruttori) vuol dire che qualcosa NON funziona.

E, di conseguenza, il mio stupido pensiero ha prodotto quanto segue:
se posso fare il volontario per passione, il cui scopo è comunicare la mia passione, lo faccio spontaneamente nella struttura più spontanea e volontaria del mondo
se devo fare il volontario per *mantenere* il volontariato e non la mia passione, a discapito, inoltre, di una struttura di professionisti, oggi esistente, oggi funzionante più che mai, in questo changed world, a me non mi frega più nulla, nè di manterere *professionale* il volontariato, fine a se stesso, nè di pestare i piedi a persone che ci portano a casa il pane.
Ecco perchè il mio pensiero è stupido. Perchè è un pensiero di rassegnata passione.

Buone tacche a tutti.
:-)
cialtrone
 

Messaggioda cialtrone » ven mar 24, 2006 14:03 pm

Ah, dimenticavo: tutto terribilmente OT!
Chiedo scusa a Gug.
Ma, del resto, lo avevo proposto, un eventuale altro topic...
L'argomento a me sta a cuore.
Saluti.
:-)
cialtrone
 

Messaggioda Aldino » ven mar 24, 2006 14:20 pm

Cialtrone ha fatto una disanima lucidissima e che condivido pienamente della situazione attuale dell'insegnamento nelle scuole del CAI.
Non ho certo la sua esperienza in materia, ma anch'io ho vissuto in prima persona gli ultimi vent'anni di una scuola, all'inizio con gratitudine e entusiasmo, con passione come dice lui, poi distaccandomi sempre di piu' e invocando (vox clamans in assemblee, riunioni, chiacchiere al bar, ma sempre in definitiva, in deserto), un ritorno alle origini che oramai forse non e' piu' possibile. E se lo e' lo e' solo attraverso lo smantellamento del mostro, delle patacche, dei programmi ecc. e la sua sostituzione con un sano spirito di club elitario...
Anche perchè quello che costa poco ed è troppo facile da ottenere non viene mai apprezzato, purtroppo.
Aldino
 
Messaggi: 469
Images: 20
Iscritto il: lun ago 26, 2002 14:23 pm

Messaggioda gug » ven mar 24, 2006 14:22 pm

cialtrone ha scritto:Ah, dimenticavo: tutto terribilmente OT!
Chiedo scusa a Gug.
Ma, del resto, lo avevo proposto, un eventuale altro topic...
L'argomento a me sta a cuore.
Saluti.
:-)


No, Cialtrone, rimaniamo quì, anche se è un pò OT, magari integro il titolo e se si affaccia qualcuno che vuole parlare anche del CAAI ben venga.

Ciò che dici è sacrosanto ed è ciò che vedo anch'io, però c'è un "però".
E' vero che le Scuole delle Guide stanno nascendo però è anche vero che le Scuole CAI sono una grande tradizione di questo sodalizio. Sono radicate in buona parte del territorio nazionale, anche dove di Guide ce ne sono pochissime e senz'altro non possono formare delle Scuole.
Io perciò penso che più che inseguire le Guide, e cercare di fare una concorrenza che è una battaglia già persa in partenza, le Scuole CAI dovrebbero formare la "base" di alpinisti e scialpinisti.
In questo potrebbero essere insuperabili per capillarità, costi e per trasmettere la passione e la cultura dell'Alpinismo con un obiettivo di rendere gli allievi indipendenti. Questo tra l'altro dovrebbe essere lo scopo del CAI e non quello di fare operazioni di marketing e monitorare numeri, trend, introiti e mode.
Poi per fare i corsi più specializzati o di più alto livello, se una Scuola CAI non può farlo, come è nella maggioranza dei casi, ben vengano le Guide.
Sopprimere le Scuole CAI, quindi mi sembrerebbe un'eresia e probabilmente non fa comodo neanche alle Guide, ma certo che cercare di essere un'alternativa paritaria a queste ultime mi sembra velleitario e inutile, proprio come dici tu.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

Traguardi Effimeri
Link per raccolta topic del forum
Avatar utente
gug
 
Messaggi: 6242
Images: 75
Iscritto il: ven lug 19, 2002 13:29 pm
Località: Recanati

Messaggioda MarcoS » ven mar 24, 2006 14:46 pm

gug ha scritto:
cialtrone ha scritto:Ah, dimenticavo: tutto terribilmente OT!
Chiedo scusa a Gug.
Ma, del resto, lo avevo proposto, un eventuale altro topic...
L'argomento a me sta a cuore.
Saluti.
:-)


No, Cialtrone, rimaniamo quì, anche se è un pò OT, magari integro il titolo e se si affaccia qualcuno che vuole parlare anche del CAAI ben venga.

Ciò che dici è sacrosanto ed è ciò che vedo anch'io, però c'è un "però".
E' vero che le Scuole delle Guide stanno nascendo però è anche vero che le Scuole CAI sono una grande tradizione di questo sodalizio. Sono radicate in buona parte del territorio nazionale, anche dove di Guide ce ne sono pochissime e senz'altro non possono formare delle Scuole.
Io perciò penso che più che inseguire le Guide, e cercare di fare una concorrenza che è una battaglia già persa in partenza, le Scuole CAI dovrebbero formare la "base" di alpinisti e scialpinisti.
In questo potrebbero essere insuperabili per capillarità, costi e per trasmettere la passione e la cultura dell'Alpinismo con un obiettivo di rendere gli allievi indipendenti. Questo tra l'altro dovrebbe essere lo scopo del CAI e non quello di fare operazioni di marketing e monitorare numeri, trend, introiti e mode.
Poi per fare i corsi più specializzati o di più alto livello, se una Scuola CAI non può farlo, come è nella maggioranza dei casi, ben vengano le Guide.
Sopprimere le Scuole CAI, quindi mi sembrerebbe un'eresia e probabilmente non fa comodo neanche alle Guide, ma certo che cercare di essere un'alternativa paritaria a queste ultime mi sembra velleitario e inutile, proprio come dici tu.


dici bene "dovrebbero" . Sta di fatto che, come dicono C e Aldino, il trend all'interno del Sodalizio purtroppo è un po' diverso.
Se sei mona e credi in Dio, crederai nel Dio dei mona
Avatar utente
MarcoS
 
Messaggi: 6675
Images: 159
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: PD

Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda biemme » ven mar 24, 2006 15:41 pm

cialtrone ha scritto:.......Cari LM e Kluge. Non posso che essere totalmente in accordo con quello che scrivete... Ma.
Perchè ci sta un ma pesante.........Ed il CAI, che non lo è, per emulazione, cerca di dare un tono alle sue scuole..........Secondo me non ha più senso il volontariato fatto in questo modo.......Ho assistito a teribbili riunioni.......
IL dramma è che per far finta di essere professionisti, si è piallata la parte *spontanea e genuina* del volontariato.......Se però per fare due corsi........, di conseguenza, il mio stupido pensiero ha prodotto quanto segue.........


caro mio, solo complimenti per aver saputo così bene riassumere e fotografare ALLA LETTERA la situazione : io ci combatto ancora...a dirti la verità anch'io non so per quanto ancora, perchè la spia "PALLE PIENE" sul mio cruscotto sta lentamente ma inesorabilmente raggiungendo il livello di accensione, come è già avvenuto, leggo, per te...probabilmente oltre al tuo pensiero stupido (incredibilmente uguale al mio), ho in comune con te anche le stesse esperienze :wink:

saluti (quasi) rassegnati
biemme
biemme
 
Messaggi: 1278
Images: 41
Iscritto il: dom dic 22, 2002 22:12 pm

Messaggioda MarcoS » ven mar 24, 2006 15:47 pm

...e perché non verificare (come però?) i REALI sentimenti della maggioranza degli istruttori in merito a tutto questo?
Sono più gli iperprestazionali e burocratici amanti della patacca o i desiderosi del "ritorno" ad un diverso spirito dell'insegnamento?
Se sei mona e credi in Dio, crederai nel Dio dei mona
Avatar utente
MarcoS
 
Messaggi: 6675
Images: 159
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: PD

Messaggioda Kluge » ven mar 24, 2006 16:33 pm

Mamma mia quanta carne al fuoco!!!
Vediamo se riesco a rispondere...

cialtrone ha scritto:Bravo Gug. Il problema che hai centrato è IL problema.

Cari LM e Kluge. Non posso che essere totalmente in accordo con quello che scrivete. E' evidente. Almeno per uno che è attivamente impegnato nelle scuole del sodalizio. Io lo sono stato pesantemente, ora meno, molto meno. E' chiaramente ovvio che le scuole insegnano l'autonomia, e non potranno mai essere l'alternativa.
Ma.
Perchè ci sta un ma pesante.
Gug dice bene, anzi, benissimo.
Le Guide Alpine hanno cambiato regime e marcia.
E lo hanno fatto in conseguenza dei tempi (storici, intendo).
Sono professionisti.
E hanno ragione. Su tutto.
Loro, se vogliono, insegnano, se vogliono, portano. Insegnare e portare, lo sapete meglio di me, sono cose differenti. Ma loro, a titolo, possono fare quello che vogliono. E meglio, molto meglio di noi. Sono strutturati per farlo.


Ma perche' le guide sarebbero meglio strutturate del CAI per quanto riguarda la didattica?
Non so se sono io che vivo in una situazione particolare (ma ne conosco tante altre), ma dove sarebbe questa grande riorganizzazione didattica delle guide?
Ci sono esempi importanti e meritevoli, Paolo Caruso e' uno dei migliori "insegnanti " di ecnica di arrampicata che conosco, ma la gran parte delle guide che conosco io sono ben distanti anche solo dalla mentalita' dell'insegnamento.
Semmai puo' essere piu' vero e verosimile che qualche istruttore del CAI si faccia prendere dalla voglia di alzare qualche lira scimmiottando (illegalmente) il lavoro di guida, fenomeno questo che stiamo cercando di combattere con forza, come anche cerchiamo di evitare che le scuole diventino ricettacolo di ex-allievi che non sanno o non vogliono neanche pensare a chi affidarsi per le loro gite domenicali.
Gli ex-allievi nella mia scuola non sono riammessi allo stesso corso.

cialtrone ha scritto:Ed il CAI, che non lo è, per emulazione, cerca di dare un tono alle sue scuole.
Più professionalità, ci vuole. (e lo leggo scritto preciso nelle tue parole: l'eventuale concorrenza tra corsi CAI e corsi di guide non e' un problema, anzi puo' essere un incentivo a migliorarsi.
E via: corsi di formazione istruttori di un mese, corsi regionali di due settimane. Impegni a nastro. Riunioni. Prove. Articoli. Web. Incontri di aggiornamento. Gite propedeutiche.
E questo, a casa mia, significa solo una cosa: costi in enorme aumento, dal punto di vista gestionale, e, dal punto di vista del sentimento, significa *pianificazione della passione*, ovvero come te la azzero in due lezioni.
Perchè, vero, concordate, mi pare, sul fatto che noi si faccia *per passione*, no?
E per sopperire ai costi, le scuole non possono che avvicinarsi ad una ottica più, come dire, commerciale? Facendo più corsi. Più corsi, più corsi. E se non fai i corsi, è un dramma.


Permettimi di dissentire su questo, per me e' passione anche l'aggiornamento continuo, e' qualcosa che farei comunque a prescindere dalla mia appartenenza ad una scuola, nessuno mi obbliga, se mi stufo sono libero di uscirne, e i costi di aggiornamento non vengono caricati sui bilanci della mia scuola (e men che meno della mia sezione), io percepisco rimborsi spese (magari simbolici) solo quando mi muovo per attivita' relative ai corsi della mia scuola o per i corsi e le riunioni della scuola interregionale (soldi che comunque non provengono se non in minima parte dai corsi per istruttori).
Dov'e' l'ottica commerciale? Io vedo solo una maggior preoccupazione ad aumentare il livello dell'insegnamento, cosa che per me e' sacrosanta ed assolutamente indipendente da quello che fanno le guide.
Non c'e' competizione.
Poi, ripeto, puo' anche darsi che in altri ambienti ed altre situazioni le cose cambino, io ti descrivo quello che succede nel centro-sud, dove operano poche guide (ma anche poche scuole del CAI) e non mi risulta ci siano dissapori tra le due categorie, anzi molte guide sono od erano istruttori CAI (quasi tutte mi pare).
Non c'e' nessuna esigenza di fare piu' corsi, a nessun livello.
E' molto piu' sentita l'esigenza di tenere alto il livello qualitativo degli istruttori.

cialtrone ha scritto:E, non nascondiamoci, per cortesia: in questi corsi, il più delle volte non si fa altro che fare *mero accompagnamento*. La statistica della nostra scuola, grossetta, temo più grossetta della tua, Lima, è che su 25 allievi di qualsiasi corso, quelli che continuano nell'ottica del CAI, ovvero in automia, sono il 10%. Che significa 2.5 allievi (tra le altre cose, di questi 2.5 in genere 1 diventa aiuto istruttore dopo un paio di anni...).
Gli altri 20 e rotti te li ritrovi tra i coglioni l'anno dopo, a fare il corso avanzato, il corso de taglio e cucito, il corso de snowboard, il corso de fondo-escursionismo, il corso de ping-pong. Al CAI.

Le percentuali sono un po' piu' alte da noi, soprattutto negli ultimi anni ho avuto la grande soddisfazione di ritrovare in giro gruppi di ex-allievi sempre piu' frequentemente.
Sara' perche' non li permettiamo loro di ripetere i corsi?

Taglio il resto perche' non saprei bene come risponderti.

Solo una considerazione: ma siamo cosi' sicuri che il livello medio di preparazione delle guide sia cosi' superiore a quello degli istruttori del CAI?
A me non piace fare confronti, ognuno di noi, che ha frequentato le montagne e si e' trovato a confrontarsi con guide ed istruttori puo' essersi formato un opinione, questa superiorita' dei professionisti nei confronti del volontariato io non la darei per scontata.
E' chiaro che mantenere la qualita' elavata e' impegnativo (e lo e' per tutti, anche per i professionisti), come volontari si ha il vantaggio di poter decidere di smettere senza problemi quando si pensa che non ne valga piu' la pena.
Ciao

l.
Avatar utente
Kluge
 
Messaggi: 121
Images: 3
Iscritto il: mar mag 31, 2005 15:23 pm
Località: Roma

Messaggioda LimaMike » ven mar 24, 2006 18:04 pm

Il tempo è sempre poco ma questo argomento mi interessa molto e quindi provo a risponderti.

Loro, se vogliono, insegnano, se vogliono, portano. Insegnare e portare, lo sapete meglio di me, sono cose differenti. Ma loro, a titolo, possono fare quello che vogliono. E meglio, molto meglio di noi. Sono strutturati per farlo.


Guarda che il loro volersi chiamare Scuole nasce dal fatto ricopiare quelle del CAI proprio perché si sono accorti che la cosa funzionava e funziona tutt?ora.
Quella evidenziata non è differenza da poco e sono ancora poche le guide che insegnano.
Non poi così sicuro che il livello medio di preparazione delle guide sia cosi' superiore a quello degli istruttori del CAI, anche se non mi piace fare confronti sono sempre molto antipatici ma quando vado per monti mi guardo attorno.

Ed il CAI, che non lo è, per emulazione, cerca di dare un tono alle sue scuole.

Voglio pensare che non sia per questo motivo ma perché le considera un patrimonio notevole che non deve essere butta nel cesso ma giustamente valorizzato. Spero solo di non essere troppo ottimista o troppo disincantato

Più professionalità, ci vuole. (e lo leggo scritto preciso nelle tue parole: l'eventuale concorrenza tra corsi CAI e corsi di guide non e' un problema, anzi puo' essere un incentivo a migliorarsi. )

Certo che ci vuole, come bisogna cercare sempre di migliorarsi ma non per fare concorrenza alle guide ma perché non si può insegnare tanto per fare bisogna saperlo fare con passione (soprattutto) ma anche con competenza e appunto professionalità.

E via: corsi di formazione istruttori di un mese, corsi regionali di due settimane. Impegni a nastro. Riunioni. Prove. Articoli. Web. Incontri di aggiornamento. Gite propedeutiche.
E questo, a casa mia, significa solo una cosa: costi in enorme aumento, dal punto di vista gestionale, e, dal punto di vista del sentimento, significa *pianificazione della passione*, ovvero come te la azzero in due lezioni.
Perchè, vero, concordate, mi pare, sul fatto che noi si faccia *per passione*, no?

Non sono del tutto contrario al fatto che i nostri corsi-esami siano più ?impegnativi? per le ragioni espresse precedentemente ma è certo che non bisogna esagerare, non bisogna farsi prendere la mano proprio per evitare che la passione che rappresenta la molla che ci anima si spegna e passi in second?ordine.

E per sopperire ai costi, le scuole non possono che avvicinarsi ad una ottica più, come dire, commerciale? Facendo più corsi. Più corsi, più corsi. E se non fai i corsi, è un dramma.

Non sono d?accordo. I corsi possono essere programmati, messi in calendario ma se poi mancano allievi non si fanno punto e basta e come dici tu si va ad arrampicare o a sciare con gli amici.
Nella mia Scuola in alcuni anni i corsi non si sono fatti e non se ne è fatto un dramma, non solo se all?atto della programmazione dell?attività dell?anno successivo non si trova la persona disposta a dirigere un determinato corso non lo si mette in programma. Certo preme ma NON dobbiamo fare corsi tanto per farli o per forza.

E, non nascondiamoci, per cortesia: in questi corsi, il più delle volte non si fa altro che fare *mero accompagnamento*.

Non direi il più delle volte. Si accompagna ma è pure vero che dobbiamo fare di tutto affinché gli allievi possano apprendere l?apprendbile e in un futuro essere anche autonomi.

La statistica della nostra scuola, grossetta, temo più grossetta della tua, Lima, è che su 25 allievi di qualsiasi corso, quelli che continuano nell'ottica del CAI, ovvero in automia, sono il 10%. Che significa 2.5 allievi (tra le altre cose, di questi 2.5 in genere 1 diventa aiuto istruttore dopo un paio di anni...).

>Non conosco la tua realtà ma ovviamente mi fido. I tuoi numeri sono più o meno quelli che registro nella mia scuola con una sola differenza chi viene l?anno successivo al corso avanzato (noi organizzavamo solo quella di scialpinismo e biennalmente) sono tra quel 10% che poi continua l?attività. Ripetenti non nego c?è ne sono ma la nostra politica è quella di discentivare e di accettarli solo se restano posti liberi a disposizione.

Secondo me non ha più senso il volontariato fatto in questo modo. Ovvero il volontariato che si confronta con il professionista, per emularlo ed avvicinarsi alla sua professione.

D?accordo. Infatti io volontario devo confrontarmi con il professionista per crescere non solo come persona che va in montagna e vuole essere aggiornato e preparato ma anche come istruttore.

Ecco perchè il mio pensiero è stupido. Perchè è un pensiero di rassegnata passione.

Bhè allora siamo in tanti ad esserlo. In fine un invito. Io sulle persone ?di rassegnata passione? scommetterei ancora magari in altra realtà e ambiente ma ci scommetterei.

Salut
ML
Perchè arrampico? Semplice! perchè mi diverto.
LimaMike
 
Messaggi: 589
Images: 38
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: Trento

Re: Rabanser e Club Alpino Accademico: una curiosità

Messaggioda anti-cialtrone » ven mar 24, 2006 18:37 pm

cialtrone ha scritto:
(CUT)...
Le Guide Alpine hanno cambiato regime e marcia.
E lo hanno fatto in conseguenza dei tempi (storici, intendo).
(CUT)...
Ed il CAI, che non lo è, per emulazione, cerca di dare un tono alle sue scuole.
(CUT)...
Buone tacche a tutti.
:-)


Eeeh, lo sapevo, mio stimato Cialtrone.
Anche la mia è una vita cajana un po' triste, ultimamente, ma non perché "rassegnata", quanto piuttosto perché costantemente "moderata".
Mi sento troppo il Casini-Mastella della situazione (e non è un atto di autostima, evidentemente).
Né troppo cialtrone (sono la tua antitesi, d'altraparte... no?), né troppo emulo dei Maestri Guide Alpine.

Lontano dagli estremismi e dagli assoluti, applico la filosofia del "fare (e provare a insegnare) quello che posso", cercando umilmente di farlo nel migliore dei modi.
Perchè comunque andare in montagna non è come giocare a bocce (o a curling :-) ) e, al di là della lodevole *passione* che ci porta a sopravvivere nellitaliadeicaimanicheaborrisconoilvolontariatoperchénonproducereddito, di "darsi un tono" (leggi: studiare, aggiornarsi, recepire novità) credo che gli istruttori CAI abbiano comunque sia il bisogno, sia il dovere.
Senza scimmiottare le guide, certo.
Senza inseguire aspetti commerciali che spettano ai professionisti.
Senza lasciarsi sedurre dal tecnicismo e dall'iper-preparazione.
Restando un po' cialtroni, dunque.

Ma non troppo.
Perché la *passione* che mi (ci) muove è comunque e indissolubilmente legata a oltre 100 anni di storia, quelli del CAI, che non sono solo cento anni di mezzi barcaioli e di invenzioni tecniche, ma anche cento anni di cultura e di etica dell'andare per monti, di imprese e tragedie umane... Sì, umane. Ed è impossibile, per chi è mosso da vera *passione* disgiungere la tecnica dalla cultura, la didattica dall'etica (altrimenti non sarebbe più *passione*... no?)
Perché la *passione" che mi (ci) muove non deve farci perdere il rispetto per chi, neofita, si avvicina alla montagna e chiede un consiglio. Pur nella gratuità (parola oramai inusitata, qualcuno qui avrà un sussulto!) della nostra risposta, credo siamo tutti daccordo che essa debba essere la più mirata, competente ed esauriente possibile. Ecco dunque la necessità di aggiornarsi e migliorarsi costantemente.

Altrimenti meglio darsi davvero alle bocce.
In cui peraltro sono molto più forte che in alpinismo (P.S. ti aspetto nelle pinete delle mie terre, dove i pensionati accudiscono campetti di bocce niente male... per una dimostrazione pratica ;-) )

M
Avatar utente
anti-cialtrone
 
Messaggi: 61
Images: 1
Iscritto il: gio apr 21, 2005 1:00 am
Località: Milano

Messaggioda gug » sab mar 25, 2006 0:23 am

Kluge ha scritto:Solo una considerazione: ma siamo cosi' sicuri che il livello medio di preparazione delle guide sia cosi' superiore a quello degli istruttori del CAI?
A me non piace fare confronti, ognuno di noi, che ha frequentato le montagne e si e' trovato a confrontarsi con guide ed istruttori puo' essersi formato un opinione, questa superiorita' dei professionisti nei confronti del volontariato io non la darei per scontata.


Dai Kluge, non scherziamo per favore.
Il livello di una Guida, anche la più scarsa è anni luce sopra quello della media degli IA e degli IS (ex AI). Per i Nazionali forse si può discutere, ma la maggior parte delle volte nelle Scuole gli INA sono pochi, alcune Scuole fanno fatica ad averne uno ( il Direttore).
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

Traguardi Effimeri
Link per raccolta topic del forum
Avatar utente
gug
 
Messaggi: 6242
Images: 75
Iscritto il: ven lug 19, 2002 13:29 pm
Località: Recanati

Messaggioda Donatello » sab mar 25, 2006 1:30 am

Nella scuola dove insegno io nell'organico c'è una guida alpina, anzi c'è l'attuale presidente della guide alpine, e fa parte dell'organico come un normalissimo istruttore (quindi con non più del rimborso spese standard).

Il problema è quel maledetto del metereologo, che quando fa la sua lezione vuole sempre un sacco di soldi... azz... ma quest'anno... che accoglienza gli stiamo preparando... :twisted:
Immagine
Avatar utente
Donatello
 
Messaggi: 6175
Images: 165
Iscritto il: dom set 26, 2004 22:11 pm
Località: Milano

Messaggioda Kluge » sab mar 25, 2006 1:34 am

gug ha scritto:Dai Kluge, non scherziamo per favore.
Il livello di una Guida, anche la più scarsa è anni luce sopra quello della media degli IA e degli IS (ex AI). Per i Nazionali forse si può discutere, ma la maggior parte delle volte nelle Scuole gli INA sono pochi, alcune Scuole fanno fatica ad averne uno ( il Direttore).


Guarda, non voglio andare sul personale.

Considera che in una scuola la responsabilita' di un gruppo viene data ad un titolato e la direzione di una scuola e' affidata ad un nazionale.

Ora spiegami come UNA guida, seppur bravissima e' in grado di gestire un corso da sola, ma forse sei piu' informato di me e conosci scuole costituite da consorsi di guide nel centro sud (non e' ironico, mi interessa davvero)?

Cerchiamo di tenerci sul concreto, le situazioni possono cambiare a secondo delle regioni in cui ti trovi, ma mediamente dove ci sono tante guide ci sono anche tanti nazionali, almeno credo, correggimi se sbaglio.
Nella mia scuola ci sono tre nazionali e un altro paio nell'altra scuola della mia sezione (Roma), a Roma ci saranno forse tre/quattro guide attive.

E le scuole del CAI hanno una tradizione e un bagaglio didattico che non teme confronti con quello delle guide.

Io sono ben cosciente di essere inferiore tecnicamente, ed ormai anche fisicamente, di una guida mediamente brava, ma anche di molti miei colleghi, ma credo di avere molta esperienza di didattica, sono circa venti anni che insegno nei corsi oltre ad andare in montagna, qualcosa vorra' dire, non credi?
Ciao

l.
Avatar utente
Kluge
 
Messaggi: 121
Images: 3
Iscritto il: mar mag 31, 2005 15:23 pm
Località: Roma

Messaggioda Herman » sab mar 25, 2006 23:56 pm

Donatello ha scritto:Il problema è quel maledetto del metereologo, che quando fa la sua lezione vuole sempre un sacco di soldi... azz... ma quest'anno... che accoglienza gli stiamo preparando... :twisted:


Lo squartatore di paper? Il lettore delle interiora? Preparategliene una bella zuppa di influenza :mrgreen:
Herman
 
Messaggi: 10453
Images: 64
Iscritto il: lun set 08, 2003 10:18 am

Messaggioda gug » dom mar 26, 2006 16:15 pm

Kluge ha scritto:
gug ha scritto:Dai Kluge, non scherziamo per favore.
Il livello di una Guida, anche la più scarsa è anni luce sopra quello della media degli IA e degli IS (ex AI). Per i Nazionali forse si può discutere, ma la maggior parte delle volte nelle Scuole gli INA sono pochi, alcune Scuole fanno fatica ad averne uno ( il Direttore).


Guarda, non voglio andare sul personale.

Considera che in una scuola la responsabilita' di un gruppo viene data ad un titolato e la direzione di una scuola e' affidata ad un nazionale.

Ora spiegami come UNA guida, seppur bravissima e' in grado di gestire un corso da sola, ma forse sei piu' informato di me e conosci scuole costituite da consorsi di guide nel centro sud (non e' ironico, mi interessa davvero)?

Cerchiamo di tenerci sul concreto, le situazioni possono cambiare a secondo delle regioni in cui ti trovi, ma mediamente dove ci sono tante guide ci sono anche tanti nazionali, almeno credo, correggimi se sbaglio.
Nella mia scuola ci sono tre nazionali e un altro paio nell'altra scuola della mia sezione (Roma), a Roma ci saranno forse tre/quattro guide attive.

E le scuole del CAI hanno una tradizione e un bagaglio didattico che non teme confronti con quello delle guide.

Io sono ben cosciente di essere inferiore tecnicamente, ed ormai anche fisicamente, di una guida mediamente brava, ma anche di molti miei colleghi, ma credo di avere molta esperienza di didattica, sono circa venti anni che insegno nei corsi oltre ad andare in montagna, qualcosa vorra' dire, non credi?


Kluge, io non sto parlando del centro-sud, dove questo fenomeno non è ancora nato e forse non si svilupperà mai. Io sto parlando di città del nord dove si sono formate scuole guide, con organici formati esclusivamente da guide. In quel caso, il livello è sicuramente maggiore della maggior parte delle scuole CAI.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

Traguardi Effimeri
Link per raccolta topic del forum
Avatar utente
gug
 
Messaggi: 6242
Images: 75
Iscritto il: ven lug 19, 2002 13:29 pm
Località: Recanati

PrecedenteProssimo

Torna a Generale

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

Forum.Planetmountain.com

Il Forum è uno spazio d’incontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dell’alpinismo, dell’arrampicata e dell’escursionismo.

La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.