valassina95 ha scritto:Intervento a mio avviso molto interessante
Spiro è il Fallito per eccellenza
da pisolo » mer dic 10, 2014 14:54 pm
valassina95 ha scritto:Intervento a mio avviso molto interessante
da giudirel » mer dic 10, 2014 14:56 pm
pisolo ha scritto:Siamo sicuri che ci sia un senso? Voglio dire, non è che andare in montagna, se ci guardiamo allo specchio con onestà, non ha proprio alcun senso?
Per quel che ho capito io di Motti e dei suoi scritti, il fallito era colui che cercava di dare un senso alla sua vita attraverso la montagna.
pisolo ha scritto:fallito è chi si fa i selfie o le foto in diretta (al più in leggera differita) da mettere su facebook,
da pisolo » mer dic 10, 2014 15:03 pm
da Vigorone » mer dic 10, 2014 16:06 pm
giudirel ha scritto:Vigorone ha scritto:giudirel ha scritto:Vi ricordate
Era roba dilla' vero? Mi fai un sunto (o un link, cheèmeglio)??![]()
Sunto (dal vangelo secondo Rampik):
da Vigorone » mer dic 10, 2014 16:34 pm
giudirel ha scritto:pisolo ha scritto:Siamo sicuri che ci sia un senso? Voglio dire, non è che andare in montagna, se ci guardiamo allo specchio con onestà, non ha proprio alcun senso?
Per quel che ho capito io di Motti e dei suoi scritti, il fallito era colui che cercava di dare un senso alla sua vita attraverso la montagna.
Essì. Più o meno ci siamo. E soprattutto non fa un passo fuori dal rassicurante recinto del suo ambiente associativamente provinciale. Egli è il cajano.pisolo ha scritto:fallito è chi si fa i selfie o le foto in diretta (al più in leggera differita) da mettere su facebook,
Ora mi tokka a sfidarti a duello.![]()
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Ma ti rendi conto?
Come potrei resistere ala tentazione bellizzimo come sono?
Sempre lo faccio!
da VECCHIO » mer dic 10, 2014 16:43 pm
Payns ha scritto:....................... L'unica cosa che non posso fornirti è la tessera CAI. Buttata e mai più rinnovata dal 1983.
da Payns » mer dic 10, 2014 16:50 pm
VECCHIO ha scritto:Payns ha scritto:....................... L'unica cosa che non posso fornirti è la tessera CAI. Buttata e mai più rinnovata dal 1983.
Oh, questa è una bella notizia, bravo !!!
Ora che so questo magari possiamo cambiare visione reciproca e diventare amici.
Ti mando un MP così magari se vengo dalle tue parti ci conosciamo.
ciao
da Payns » mer dic 10, 2014 17:31 pm
Io sono del 1962. Ero impregnato dagli scritti di Motti. Anzi intossicato. Ogni volta che in edicola compravo l’ultimo numero della RdM sfogliavo velocemente per vedere se c’erano suoi scritti.
Non l’avevo mai conosciuto di persona e mi ero immaginato una persona se non scontrosa, perlomeno ombrosa e chiusa nei suoi pensieri. Ogni volta che lo leggevo il pensiero andava allo scritto di Gobetti e alle poche, scarne e reticenti parole di Giancarlo Grassi che lasciavano solo intuire la vicenda in Val Grande.
Poi nel 1981 in Sbarua trainandomi dietro un riluttante compagno ero diretto alla Motti-Grassi, al tempo una via-mito. Non volevo cammellarmi il canale fra il Cinquetti e il Rivero e risalivo velocemente la normale del settore centrale senza rinviare nulla in quanto una ragazza e un ragazzo salivano molto lentamente da secondi. In sosta il primo di cordata mi chiede: “Dove vai con tutta quella roba?”
In effetti ero stracarico all’eccesso di chiodi, nut, staffe ed altri ammennicoli…
Tronfio come solo un ragazzino di 19 anni può essere gli rispondo che ero diretto alla Motti-Grassi.
Alla risposta: “Ah, bella via…” mi giro ed è lui. Gian Piero Motti.
Quel giorno la Motti Grassi non fu salita. Rimanemmo all’uscita della normale per oltre due ore a chiacchierare e parlare. Non solo, ma anche di salite. Gian Piero ascoltava con reale interesse i miei sogni di ragazzino. Il ricordo è di una persona sagace, allegra disposta ad ascoltare e a scherzare con un ragazzino.
Il suo suicidio, forte di questo ricordo, rimane per me uno dei momenti più misteriosi della vita.
Sui forum, dopo un iniziale “payns” scelto per motivi goliardici, il mio nick è sempre stato “Antiche Sere” scelto consapevolmente.
da pablo75 » mer dic 10, 2014 17:42 pm
Payns ha scritto:Sono incasinato con il lavoro ma ricevute le notifiche e letto degli interventi decisamente interessanti e contrastanti fra di loro non sono riuscito a resistere. Alcune parti condivisibili, altre meno ma certamente interessanti.
Il mio pensiero.
Il mio pensiero ha una premessa. Riporto quanto ho scritto nel Blog di Gogna a proposito di Motti.Io sono del 1962. Ero impregnato dagli scritti di Motti. Anzi intossicato. Ogni volta che in edicola compravo l’ultimo numero della RdM sfogliavo velocemente per vedere se c’erano suoi scritti.
Non l’avevo mai conosciuto di persona e mi ero immaginato una persona se non scontrosa, perlomeno ombrosa e chiusa nei suoi pensieri. Ogni volta che lo leggevo il pensiero andava allo scritto di Gobetti e alle poche, scarne e reticenti parole di Giancarlo Grassi che lasciavano solo intuire la vicenda in Val Grande.
Poi nel 1981 in Sbarua trainandomi dietro un riluttante compagno ero diretto alla Motti-Grassi, al tempo una via-mito. Non volevo cammellarmi il canale fra il Cinquetti e il Rivero e risalivo velocemente la normale del settore centrale senza rinviare nulla in quanto una ragazza e un ragazzo salivano molto lentamente da secondi. In sosta il primo di cordata mi chiede: “Dove vai con tutta quella roba?”
In effetti ero stracarico all’eccesso di chiodi, nut, staffe ed altri ammennicoli…
Tronfio come solo un ragazzino di 19 anni può essere gli rispondo che ero diretto alla Motti-Grassi.
Alla risposta: “Ah, bella via…” mi giro ed è lui. Gian Piero Motti.
Quel giorno la Motti Grassi non fu salita. Rimanemmo all’uscita della normale per oltre due ore a chiacchierare e parlare. Non solo, ma anche di salite. Gian Piero ascoltava con reale interesse i miei sogni di ragazzino. Il ricordo è di una persona sagace, allegra disposta ad ascoltare e a scherzare con un ragazzino.
Il suo suicidio, forte di questo ricordo, rimane per me uno dei momenti più misteriosi della vita.
Sui forum, dopo un iniziale “payns” scelto per motivi goliardici, il mio nick è sempre stato “Antiche Sere” scelto consapevolmente.
Può darsi come dice Vecchio, che Motti fosse pieno d'alterigia. Come è anche quasi certo che nella realtà non fosse particolarmente amato dall'ambiente torinese. E' un fatto risaputo che il legame sopratutto cognitivo fra Motti e Grassi si spezzò in maniera irrimediabile.. Ma schedare ed uniformare una personalità come quella di Motti su singoli episodi è riduttivo. Quasi certamente il vero Motti non è quello freddo e altezzoso di Vecchio e nemmeno quello espansivo, solare e sorridente che ho incontrato io.
Di certo e il post di Gogna sul suo blog lo inquadra con una certa esattezza, la personalità di Motti era decisamente complessa ma sopratutto la sua capacità intellettuale decisamente superiore.
Il suo scritto più conosciuto, i fallliti, pochi hanno compreso quello che è in realtà, un messaggio di speranza ed un avvertimento a non trasformare un attività ludica e citando L. Terray "inutile", nell'unico scopo di una vita.
Un grande merito di Motti è di essere stato un grande innovatore in un ambiente ingessato come quello alpinistico degli anni 70. Sue sono le traduzioni dall'inglese degli articoli più innovatori e dirompenti comparsi sulla RdM che infatti con lui raggiungerà livelli qualitativi impensabili. Insomma pensateci. Le riviste del Cai pubblicavano gite sociali, la preghiera dell'alpino e qualche logorroico intervento di qualche presidente sezionale e lui traduceva e pubblicava articoli come quelli di Tasker o sull'uso degli stupefacenti in Yosemite.
Non era un teorico, o perlomeno un astratto. Lui per prima era stato un alpinista di razza, ma sopratutto un rocciatore di qualità finissima. Aveva il know how e interpretava lucidamente i cambiamenti. Motti per capirci non è "l'inventore" del Nuovo Mattino. Non inventa nulla ma comprende, anticipa e teorizza dei cambiamenti che saranno fondamentali.
Il Nuovo Mattino nasce a Torino, in Piemonte non per una supposta superiorità degli arrampicatori occidentali ma per una fortunata congiunzione di avvenimenti. Un gruppo di giovani cazzoni, anche un po' antipatici ma molto molto forti inseriti in un contesto tradizionalista e ingessato come quello alpinistico torinese. Motti fu il catalizzatore e l'interprete di questo cambiamento.
Ognuno di noi, che sia giovane o vecchio, forte o meno forte si porta dietro una piccola eredità di questo.
Il Motti che piace a me non è però il Motti dei falliti o del nuovo mattimo. E non mi identifico nemmeno nel Motti di arrampicare a Caprie, che è nella realtà un'invettiva che non mi piacque allora e non mi piace adesso. Il Motti in cui mi identifico ancora oggi è quello delle Antiche Sere. In un alpinismo in cui il valore non è dato dalla singola impresa ma dalla nostra capacità di interpretare le sensazioni e i nostri desideri.
da VECCHIO » mer dic 10, 2014 17:44 pm
da scairanner » mer dic 10, 2014 18:07 pm
VECCHIO ha scritto:alpinismo: direi l'uomo messo a nudo dalla natura sempre, nudo mentre vede la propria piccolezza e limitatezza, però talvolta scopre qualcosa di nuovo
per le altre cose si resta vestiti, al massimo ci si spoglia
Un pensiero di adesso.
Forse Motti si è ucciso perchè aveva visto la decadenza dell'alpinismo italiano e se ne sentiva un poco responsabile?
Non era riuscito a superare le sue analisi generando alternative, non era riuscito a proporre delle alternative nuove, aveva cercato di portare qui da noi idee "straniere" senza "adattarle" alla nostra cultura ?
Alpinisticamente si può dire che tutto il suo bellissimo discorso sia stato alpinisticamente sterile ?
O, come mi sembra di aver capito da Vyger, era un figlio molto intelligente e colto dei suoi tempi che non è riuscito a "creare" qualcosa di nuovo ?
Igor aveva appena fatto il pesce (nel '81) !
Teorie, fantasie le mie, ma se non fantastico non riesco a capire chi è l'uomo.
da pisolo » mer dic 10, 2014 18:23 pm
VECCHIO ha scritto:Forse Motti si è ucciso perchè aveva visto la decadenza dell'alpinismo italiano e se ne sentiva un poco responsabile?
da giudirel » mer dic 10, 2014 18:29 pm
VECCHIO ha scritto:Forse Motti si è ucciso perchè aveva visto la decadenza dell'alpinismo italiano e se ne sentiva un poco responsabile?
da Drugo Lebowsky » mer dic 10, 2014 23:24 pm
Payns ha scritto:Il suo scritto più conosciuto, i fallliti, pochi hanno compreso quello che è in realtà, un messaggio di speranza ed un avvertimento a non trasformare un attività ludica e citando L. Terray "inutile", nell'unico scopo di una vita.
da sergio-ex63-ora36 » gio dic 11, 2014 0:48 am
pisolo ha scritto:...
io parlavo di separare l'alpinismo dalla Vita, l'alpinista dalla Persona. A me non è che mi importi molto di dove sono state aperte le vie, in mezzo ai ghiacci o su una pila di rocce in bilico, non sta lì il valore, ma come le approcci e perché, e quale lezione ne trai. Le motivazioni di Cassin che sale la Walker sono tristemente prevedibili (e anche lì son convinto che più di un paio di tiri decenti non ci sono, il resto è una fetecchia, ma "il nome è tutto"), quelli di Motti che si ritrova su un prato dopo il Nanchez e coglie determinate cose sono, a mio parere, di gran lunga più intriganti
...
da A.D.V. » gio dic 11, 2014 1:40 am
da il Duca » gio dic 11, 2014 9:07 am
sergio-ex63-ora36 ha scritto: a forza di separare della "Vita" rischia di restar poco...un po' di sana armonia con tutto ben amalgamato, quella è la mia meta...
e guardando da fuori, alla fine, a sensazione, mi da l'impressione di una "Vita" più "gustata" ed equilibrata quella di Cassin...
da Vigorone » gio dic 11, 2014 10:30 am
pisolo ha scritto:VECCHIO ha scritto:Forse Motti si è ucciso perchè aveva visto la decadenza dell'alpinismo italiano e se ne sentiva un poco responsabile?
Vedi vecchio, se io sono ossessionato dai manga porno e mi invitano ad un convegno letterario su Pirandello, non posso dire che Pirandello fosse ossessionato dai manga porno. Quella è una mia ossessione, non un ossessione di Pirandello. Non posso costruire un discorso sulle ossessioni di un altro partendo dalle mie. Sappiamo quanto tu ci tenga al futuro dell'alpinismo italiano ma qui, forse, si parla d'altro
da pisolo » gio dic 11, 2014 11:01 am
sergio-ex63-ora36 ha scritto:pisolo ha scritto:...
io parlavo di separare l'alpinismo dalla Vita, l'alpinista dalla Persona. A me non è che mi importi molto di dove sono state aperte le vie, in mezzo ai ghiacci o su una pila di rocce in bilico, non sta lì il valore, ma come le approcci e perché, e quale lezione ne trai. Le motivazioni di Cassin che sale la Walker sono tristemente prevedibili (e anche lì son convinto che più di un paio di tiri decenti non ci sono, il resto è una fetecchia, ma "il nome è tutto"), quelli di Motti che si ritrova su un prato dopo il Nanchez e coglie determinate cose sono, a mio parere, di gran lunga più intriganti
...
a forza di separare della "Vita" rischia di restar poco...un po' di sana armonia con tutto ben amalgamato, quella è la mia meta...
e guardando da fuori, alla fine, a sensazione, mi da l'impressione di una "Vita" più "gustata" ed equilibrata quella di Cassin...![]()
(a prescindere dal suicidio anche se non è facile e neanche rispettoso farlo in realtà...)
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