Un urlo mancato

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Un urlo mancato

Messaggioda gug » mer dic 04, 2013 15:04 pm

Oggi pomeriggio a Camposolagna con Piergiorgio, splendido sole in una giornata tersa e fredda, roccia alla temperatura giusta e così naturalmente sparo un altro tentativo su Adelante Companeros.
Ora che ogni tentativo può essere quello buono, ogni giro sbagliato fa più male, ogni nuova attesa è più inquieta e ogni ripartenza è più difficile e così, mentre mi lego, anche se sono fermo, sento che si alza un po? la frequenza cardiaca. Un?ansia vecchia di mesi mi taglia in due il respiro, cerco di scacciarla dalla mia testa e mi alzo.
Vorrei che fosse più facile.

Il primo movimento è un dinamico con la destra per uscire dallo strapiombo accentuato da cui attacca la via e andare a prendere una tasca profonda, rinviare e poi incrociare con la sinistra su una tasca accanto. Da lì imposto il delicato allungo laterale per prendere la pinzata verticale con la destra e la prima sequenza dura è conclusa.
Cerco di respirare profondamente e rilassarmi e faccio la sequenza su buone prese per tornare a sinistra, alzarmi al bordo coi buchi profondi, da cui la via ricomincia a strapiombare fortemente, e rinviare il secondo spit.

Le condizioni sono perfette, le dita non si gelano, io mi sento benissimo e così mi alzo in laterale su un rovescio buono con la destra e prendo in allungo il bordo di un buco buono con la sinistra e rinvio la terza volta. Incrocio la destra sul bordo opposto del buco buono e prendo la piccola clessidra con due dita in spallata con la sinistra. Ora bisogna incrociare i piedi per passare dalla posizione frontale a una laterale e fare un difficile allungo per prendere il bordo svaso in incrocio con la destra e terminare la seconda sequenza dura. Adesso posso tornare frontale alzare le mani su belle prese e devo ricordarmi di poggiare i piedi sul buco dove prima avevo le mani che è difficile da vedere in strapiombo.

Ora devo resistere alla voglia che questa prova finisca in fretta e respirare, staccare la mano destra per riposarla e prendere un po? di magnesite. Lo faccio e poi alzo il piede destro in aderenza, rinvio in laterale il quarto rinvio, prendo la fessura verticale con la destra e in laterale mi allungo alto a un grande buco buono. Torno frontale e prendo un bordo netto con la destra e cerco di sfruttare di nuovo il riposo: da qui comincia il passo più duro della via dove dovrò anche andare alto sopra lo spit e come al solito rischierò un volo lungo.
Alzo la sinistra in alto e prendo la pinzata rovescia scomoda cercando di impugnarla meglio possibile per poter alzare i piedi e portarmi in laterale: come sempre mi sembra che non riuscirò a tenerla, ma come sempre invece la tengo e chiudo deciso il braccio destro.
Serve per lanciare alto e deciso a un piccolo buco netto con la destra, tirare un sospiro e rinviare il quinto spit. Sfrutto il monodito di sinistro e mi alzo per prendere il bordo svaso sotto il tetto che accentua il già forte strapiombo che non ha mollato più. Nuovo allungo che sembra non finire mai per prendere la presa netta di destra sopra il tetto: la raggiungo e rinvio il sesto e ultimo spit.

Mi impongo di scrollare il braccio destro, come mi ha ricordato tante volte Federico che altrimenti mi si può acciaiare nell'ultimo traverso o addirittura sull'ultima pinzata dove c?è l?ultimo passo duro della via, quello che sembrava impossibile quando ci ho fatto i primi giri.
Cerco di non pensare che gli ultimi cinque tentativi li ho sbagliati dopo l'ultimo rinvio, e cerco di trovare fiducia perché stavolta stringo la presa e sento che il braccio c'è.
Faccio il traverso a sinistra, prendendo il rovescio come ho visto fare ad Andrea, prendo la tasca orizzontale con la sinistra e ormai non ho più il minimo dubbio: mi sento tanto margine e la pinzata alta non è un problema. Alzo i piedi, prendo l'ultima tacca sopra il bombè con la sinistra, prendo la presa buona a spallare con la destra, sposto i piedi ed è fatta: ora rinvio la catena, penso, e caccio un urlo che mi sentono in tutta la Valsugana.

Quell'urlo ce l'ho dentro dalla scorsa primavera, quando già sentivo di avere la via in mano.
In quell'urlo so che si scaricheranno le tante preoccupazioni di questi mesi, le tensioni al lavoro, i pensieri della casa.
Quell'urlo è la medicina, quell'urlo è la droga naturale di ogni scalatore. Chi scala, scala per quell'urlo, vero o figurato, di quando raggiungi il sogno che hai immaginato per tanto tempo e poco importa che non hai vinto nulla, che non c'è nemmeno un avversario, che sei in una piccola falesia o su una grande parete e che non ci hai guadagnato niente.
E' quell'urlo il tuo premio, penso, e perciò ora vai a prendertelo.
Però....
Però....

Però alzo lo sguardo verso la catena e mi accorgo che non c'è il rinvio: calandomi per montare la via mi sono scordato di metterlo.
Poco male, penso, ho ancora molto margine stavolta e posso anche mettermelo il rinvio, cerco con la mano sul portamateriale e....i rinvii non ci sono!
Li ho lasciati tutti sotto. c***o non lo faccio mai, ne tengo sempre un paio con me! Ma perché proprio questa volta?
Guardo il moschettone in catena e vedo che la ghiera non è chiusa: ancora mi tengo, penso, e forse riesco a passare la corda dentro. Provo una, due, tre volte, ma la leva è troppo dura e non riesco e ora il braccio destro comincia a preoccuparmi: non ho più tanta autonomia.
Guardo ancora verso il basso, penso per un attimo di sganciare il rinvio sotto, ce l'ho all'altezza delle caviglie, ma poi se non riesco a rinviare la catena farei un bel volo e a quel punto non me la sento: capisco che devo prendere la catena!
La afferro e caccio un urlo, stavolta di incazzatura e non di esultanza come speravo.

Passo finalmente la corda, mi faccio bloccare e mentre scendo so che tecnicamente la via è liberata, Pier mi dice che me la potrei dare buona,eio ripenso alla sensazione di sicurezza che avevo oggi e credo che probabilmente è vero.
Ma poi ricordo la soddisfazione del primo giro in continuità con la corda dall'alto a Gennaio, ripenso ad inizio Agosto quando con Davide e Federico , ero arrivato all'ultima presa, avevo toccato la catena, l'avevo rinviata, ma avevo dovuto prendere il rinvio per passare la corda perché non ne avevo abbastanza.
E mentre mi slego capisco che fra pochi giorni sarò di nuovo qui per provare a chiuderla con tutte le regole: ho troppo bisogno di quell?urlo e non voglio rinunciarci.
Non dopo tutti questi mesi di attesa, non dopo essermi avvilito e poi avere ritrovato fiducia, non dopo avere aspettato il momento giusto, le condizioni ottimali, il compagno libero. Non dopo aver avuto paura del quarto spit lontano e poi aver dovuto imparare a non averne più.
Dovrò tornare e dovrò liberarla per la terza volta per meritarmi finalmente quell'urlo.

Perchè alla fine è sempre così: chi scala non vive più sereno :cry:



Ho scritto questo brano Venerdì scorso dopo essere tornato giù dalla falesia e l'ho messo su FB. Mi serviva come sfogo dalle emozioni provate e accumulate.
Però penso che sia più in tema qui, in un forum di montagna, e per di più ne è scaturita una bella discussione con Facebook con Bibez che volevo continuare qui

Bibez ha scritto:bel racconto. La via è buona, fatta, e stop. Senza se e senza ma. Sposta la ricerca dell'urlo su una linea un poco poco più dura. E' la Legge


gug ha scritto:Beh, Bibez, detta da te la cosa mi consola, vista la tua esperienza. Tra l'altro il tuo intervento mi da modo di ringraziarti perchè nel racconto ti ho citato, usando un paio di frasi di un post bellissimo che avevi scritto su FV e che mi era piaciuto moltissimo. Te n'eri accorto?
Comunque cercherò di seguire la legge che citi: del resto accanto ad Adelante Companeros, 7a, c'é Hobo, 7a+, (gradi Camposolagna :wink: )


Bibez ha scritto:ops, veramente no, non me ne ero accorto... Certo, l'argomento mi è familiare, come lo è per la maggior parte dei climber. Ma per quanto riguarda l'aspetto etico, ribadisco quello che ti ho detto. E aggiungo: certo che uno non può considerare fallito un tentativo in cui arrivi in catena e per colpa di un moschettone vecchio e che non si apre, prendi la catena stessa. Quindi pensa al futuro... E non dimentichiamoci che è un gioco per noi stessi!


gug ha scritto:Sicuramente la categoria dei climber e' quella che eccelle in seghe mentali Razionalmente so anch'io che è come dici tu e come mi ha detto Pier appena sceso: eppure una parte della mia testa e' li. Però a volte questa pignoleria e' controproducente perché più sparo tentativi su quella via e meno ne provo altre.
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Messaggioda funkazzista » mer dic 04, 2013 15:28 pm

Non vale [-(
1. Avevi i rinvii già in posto (si, lo so che lo fanno anche Adamo Lontra e Cristiano Sciarma: embè?)
2. Ti sei attaccato alla catena.

Ma che, scherziamo?!?
Così so' bboni tutti! [-X







:mrgreen:
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Re: Un urlo mancato

Messaggioda paul mone » mer dic 04, 2013 15:50 pm

gug ha scritto:Ho scritto questo brano Venerdì


Faccia davanti alla catena, tranquillo, sposto un attimo un piede per moschettonare più comodamente e... volo giù. Tra l'altro era fine stagione, ho dovuto attendere un anno per chiuderla :-)

Altro caso, tiro di pura continuità, provandolo lascio un rinvio in catena perchè so che arriverò marcio all'ultimo movimento e non voglio che il vecchio moschettone di sosta mi faccia scherzi. Sfilando la corda il mio rinvio si attorciglia sulla catena e sul moschettone, non me ne avvedo e quando arrivo in catena, marcio come pensavo, e trovo il garbuglio cado nello sconforto e prendo la catena. Ancora da chiudere :-)

Il tuo caso però è diverso, io la considererei chiusa.

Ciao
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Messaggioda gug » mer dic 04, 2013 15:51 pm

Ma il punto interessante della discussione non è tanto se la via è buona o no, perchè razionalmente so benissimo che lo è.
Il punto è perchè anche con questa consapevolezza la mente continua a voler riprovare: Domenica ho provato persino a convincere mia moglie a venire a farmi sicura: è da nevrosi.
Se per culo fosse entrata la corda nel moschettone non ci avrei neanche fatto caso, ma così è davvero una psicosi.
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Re: Un urlo mancato

Messaggioda dang » mer dic 04, 2013 15:51 pm

gug ha scritto:
Oggi pomeriggio a Camposolagna con Piergiorgio, splendido sole in una giornata tersa e fredda, roccia alla temperatura giusta e così naturalmente sparo un altro tentativo su Adelante Companeros.
Ora che ogni tentativo può essere quello buono, ogni giro sbagliato fa più male, ogni nuova attesa è più inquieta e ogni ripartenza è più difficile e così, mentre mi lego, anche se sono fermo, sento che si alza un po? la frequenza cardiaca. Un?ansia vecchia di mesi mi taglia in due il respiro, cerco di scacciarla dalla mia testa e mi alzo.
Vorrei che fosse più facile.

Il primo movimento è un dinamico con la destra per uscire dallo strapiombo accentuato da cui attacca la via e andare a prendere una tasca profonda, rinviare e poi incrociare con la sinistra su una tasca accanto. Da lì imposto il delicato allungo laterale per prendere la pinzata verticale con la destra e la prima sequenza dura è conclusa.
Cerco di respirare profondamente e rilassarmi e faccio la sequenza su buone prese per tornare a sinistra, alzarmi al bordo coi buchi profondi, da cui la via ricomincia a strapiombare fortemente, e rinviare il secondo spit.

Le condizioni sono perfette, le dita non si gelano, io mi sento benissimo e così mi alzo in laterale su un rovescio buono con la destra e prendo in allungo il bordo di un buco buono con la sinistra e rinvio la terza volta. Incrocio la destra sul bordo opposto del buco buono e prendo la piccola clessidra con due dita in spallata con la sinistra. Ora bisogna incrociare i piedi per passare dalla posizione frontale a una laterale e fare un difficile allungo per prendere il bordo svaso in incrocio con la destra e terminare la seconda sequenza dura. Adesso posso tornare frontale alzare le mani su belle prese e devo ricordarmi di poggiare i piedi sul buco dove prima avevo le mani che è difficile da vedere in strapiombo.

Ora devo resistere alla voglia che questa prova finisca in fretta e respirare, staccare la mano destra per riposarla e prendere un po? di magnesite. Lo faccio e poi alzo il piede destro in aderenza, rinvio in laterale il quarto rinvio, prendo la fessura verticale con la destra e in laterale mi allungo alto a un grande buco buono. Torno frontale e prendo un bordo netto con la destra e cerco di sfruttare di nuovo il riposo: da qui comincia il passo più duro della via dove dovrò anche andare alto sopra lo spit e come al solito rischierò un volo lungo.
Alzo la sinistra in alto e prendo la pinzata rovescia scomoda cercando di impugnarla meglio possibile per poter alzare i piedi e portarmi in laterale: come sempre mi sembra che non riuscirò a tenerla, ma come sempre invece la tengo e chiudo deciso il braccio destro.
Serve per lanciare alto e deciso a un piccolo buco netto con la destra, tirare un sospiro e rinviare il quinto spit. Sfrutto il monodito di sinistro e mi alzo per prendere il bordo svaso sotto il tetto che accentua il già forte strapiombo che non ha mollato più. Nuovo allungo che sembra non finire mai per prendere la presa netta di destra sopra il tetto: la raggiungo e rinvio il sesto e ultimo spit.

Mi impongo di scrollare il braccio destro, come mi ha ricordato tante volte Federico che altrimenti mi si può acciaiare nell'ultimo traverso o addirittura sull'ultima pinzata dove c?è l?ultimo passo duro della via, quello che sembrava impossibile quando ci ho fatto i primi giri.
Cerco di non pensare che gli ultimi cinque tentativi li ho sbagliati dopo l'ultimo rinvio, e cerco di trovare fiducia perché stavolta stringo la presa e sento che il braccio c'è.
Faccio il traverso a sinistra, prendendo il rovescio come ho visto fare ad Andrea, prendo la tasca orizzontale con la sinistra e ormai non ho più il minimo dubbio: mi sento tanto margine e la pinzata alta non è un problema. Alzo i piedi, prendo l'ultima tacca sopra il bombè con la sinistra, prendo la presa buona a spallare con la destra, sposto i piedi ed è fatta: ora rinvio la catena, penso, e caccio un urlo che mi sentono in tutta la Valsugana.

Quell'urlo ce l'ho dentro dalla scorsa primavera, quando già sentivo di avere la via in mano.
In quell'urlo so che si scaricheranno le tante preoccupazioni di questi mesi, le tensioni al lavoro, i pensieri della casa.
Quell'urlo è la medicina, quell'urlo è la droga naturale di ogni scalatore. Chi scala, scala per quell'urlo, vero o figurato, di quando raggiungi il sogno che hai immaginato per tanto tempo e poco importa che non hai vinto nulla, che non c'è nemmeno un avversario, che sei in una piccola falesia o su una grande parete e che non ci hai guadagnato niente.
E' quell'urlo il tuo premio, penso, e perciò ora vai a prendertelo.
Però....
Però....

Però alzo lo sguardo verso la catena e mi accorgo che non c'è il rinvio: calandomi per montare la via mi sono scordato di metterlo.
Poco male, penso, ho ancora molto margine stavolta e posso anche mettermelo il rinvio, cerco con la mano sul portamateriale e....i rinvii non ci sono!
Li ho lasciati tutti sotto. c***o non lo faccio mai, ne tengo sempre un paio con me! Ma perché proprio questa volta?
Guardo il moschettone in catena e vedo che la ghiera non è chiusa: ancora mi tengo, penso, e forse riesco a passare la corda dentro. Provo una, due, tre volte, ma la leva è troppo dura e non riesco e ora il braccio destro comincia a preoccuparmi: non ho più tanta autonomia.
Guardo ancora verso il basso, penso per un attimo di sganciare il rinvio sotto, ce l'ho all'altezza delle caviglie, ma poi se non riesco a rinviare la catena farei un bel volo e a quel punto non me la sento: capisco che devo prendere la catena!
La afferro e caccio un urlo, stavolta di incazzatura e non di esultanza come speravo.

Passo finalmente la corda, mi faccio bloccare e mentre scendo so che tecnicamente la via è liberata, Pier mi dice che me la potrei dare buona,eio ripenso alla sensazione di sicurezza che avevo oggi e credo che probabilmente è vero.
Ma poi ricordo la soddisfazione del primo giro in continuità con la corda dall'alto a Gennaio, ripenso ad inizio Agosto quando con Davide e Federico , ero arrivato all'ultima presa, avevo toccato la catena, l'avevo rinviata, ma avevo dovuto prendere il rinvio per passare la corda perché non ne avevo abbastanza.
E mentre mi slego capisco che fra pochi giorni sarò di nuovo qui per provare a chiuderla con tutte le regole: ho troppo bisogno di quell?urlo e non voglio rinunciarci.
Non dopo tutti questi mesi di attesa, non dopo essermi avvilito e poi avere ritrovato fiducia, non dopo avere aspettato il momento giusto, le condizioni ottimali, il compagno libero. Non dopo aver avuto paura del quarto spit lontano e poi aver dovuto imparare a non averne più.
Dovrò tornare e dovrò liberarla per la terza volta per meritarmi finalmente quell'urlo.

Perchè alla fine è sempre così: chi scala non vive più sereno :cry:



Ho scritto questo brano Venerdì scorso dopo essere tornato giù dalla falesia e l'ho messo su FB. Mi serviva come sfogo dalle emozioni provate e accumulate.
Però penso che sia più in tema qui, in un forum di montagna, e per di più ne è scaturita una bella discussione con Facebook con Bibez che volevo continuare qui

Bibez ha scritto:bel racconto. La via è buona, fatta, e stop. Senza se e senza ma. Sposta la ricerca dell'urlo su una linea un poco poco più dura. E' la Legge


gug ha scritto:Beh, Bibez, detta da te la cosa mi consola, vista la tua esperienza. Tra l'altro il tuo intervento mi da modo di ringraziarti perchè nel racconto ti ho citato, usando un paio di frasi di un post bellissimo che avevi scritto su FV e che mi era piaciuto moltissimo. Te n'eri accorto?
Comunque cercherò di seguire la legge che citi: del resto accanto ad Adelante Companeros, 7a, c'é Hobo, 7a+, (gradi Camposolagna :wink: )


Bibez ha scritto:ops, veramente no, non me ne ero accorto... Certo, l'argomento mi è familiare, come lo è per la maggior parte dei climber. Ma per quanto riguarda l'aspetto etico, ribadisco quello che ti ho detto. E aggiungo: certo che uno non può considerare fallito un tentativo in cui arrivi in catena e per colpa di un moschettone vecchio e che non si apre, prendi la catena stessa. Quindi pensa al futuro... E non dimentichiamoci che è un gioco per noi stessi!


gug ha scritto:Sicuramente la categoria dei climber e' quella che eccelle in seghe mentali Razionalmente so anch'io che è come dici tu e come mi ha detto Pier appena sceso: eppure una parte della mia testa e' li. Però a volte questa pignoleria e' controproducente perché più sparo tentativi su quella via e meno ne provo altre.


Ascolta, se vuoi fare l'etico a tutti i costi cambi il moschettone e non metti lo slungo del rinvio che cosi' son boni tutti. :twisted:

Altrimenti te ne fotti e dai retta a quel saggio di bibez. :D
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Messaggioda funkazzista » mer dic 04, 2013 16:04 pm

gug ha scritto:Il punto è perchè anche con questa consapevolezza la mente continua a voler riprovare: [...] è da nevrosi.


giubi_pd ha scritto:ho adottato da tempo tre regole:

non rompere i co.....i
non farsi rompere i co.....i
non rompersi i co......i da soli

le prime due sono facili da applicare, ma quando si diventa esperti sulla terza, la vita diventa facile e senza problemi :lol: :lol:
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Messaggioda gug » mer dic 04, 2013 16:12 pm

Non mettevo un allungo per rinviare prima, ma solo un rinvio su uno dei fix della catena. Per di più stavolta sono rimasto lì a provare per 3 o 4 tentativi: non ho dubbi tecnici.
Però nella mia testa vorrei rifarla e ficcare quella c***o di corda nel moschettone e lanciare quell'urlo: perchè? Cosa cambia? Non c'é neanche un arbitro, un avversario, una gara!
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Messaggioda grizzly » mer dic 04, 2013 16:22 pm

Non ho capito perché non volevi toccare la catena se eri arrivato... e se non è stata in qualche modo risolutiva, d'aiuto, ecc...?
Cià la scossa elettrica?? :lol:
Comunque effettivamente può essere una psicosi... d'altra parte si arrampica... :lol:
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Messaggioda nuvolarossa » mer dic 04, 2013 17:08 pm

Se hai provato a moschettare il ghiera tre volte prima di prendere la catena in mano la via è stra-chiusa, ha ragione bibez.

D'altra parte capisco anche te, il coitus interruptus non è pratica piacevole, specie quando te lo stai già godendo in testa.

Allenati, migliora, chiudi vie più dure e poi quel tiro rifallo un giorno per riscaldamento... :wink:
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Messaggioda EasyMan » mer dic 04, 2013 17:48 pm

Perchè nella tua testa è una "regola" del gioco .

Farla bossando la regola nel tuo intimo non ti soddisfa perchè senti di esserti ingannato.

o accetti la tua regola e la fai come desideri o rivedi la regola perchè forse rende il tuo obiettivo irraggiungibile

Le soluzioni sono entrambe vere e valide.
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Messaggioda dang » mer dic 04, 2013 17:49 pm

gug ha scritto:Non mettevo un allungo per rinviare prima, ma solo un rinvio su uno dei fix della catena. Per di più stavolta sono rimasto lì a provare per 3 o 4 tentativi: non ho dubbi tecnici.
Però nella mia testa vorrei rifarla e ficcare quella c***o di corda nel moschettone e lanciare quell'urlo: perchè? Cosa cambia? Non c'é neanche un arbitro, un avversario, una gara!


La mia era una battuta! :lol:

Diciamo che tu sei molto severo con te stesso, io adesso lo sono molto meno.

Una volta ho chiuso un tiro passeggiando ma avevo i primi due rinvii moschettonati.
Farlo moschettonando i primi due rinvii secondo me cambia.
Dalla facilita' con cui l'ho fatto, sarei portato a dire che l'avrei fatto comunque. Ma non ci posso mettere la mano sul fuoco.

Prima o poi lo rifaro' in stile migliore.

Per ora me lo do come salito con i primi due moschettonati.

Pero' non e' che non ci dormo la notte eh? :smt003
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Messaggioda dang » mer dic 04, 2013 17:56 pm

EasyMan ha scritto:rivedi la regola perchè forse rende il tuo obiettivo irraggiungibile


Pero', da come ha descritto la situazione, se il rinvio fosse stato al suo posto non avrebbe avuto nessun problema a moschettonarlo.

Quindi in un contesto come quello si trovano tutti quelli che arrampicano nel lavorato (moschettone appropriato al rinviaggio della sosta al suo posto) il tiro sarebbe chiuso e basta. Anzi, sarebbe bastato averlo appeso all'imbrago.

Il problema di gug e', ma se in fondo so di avere la coscienza a posto, perche' il tarlo continua a rodermi?

Almeno cosi' l'ho capita io.
dang
 
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Messaggioda EasyMan » mer dic 04, 2013 18:06 pm

dang ha scritto:Il problema di gug e', ma se in fondo so di avere la coscienza a posto, perche' il tarlo continua a rodermi?

Almeno cosi' l'ho capita io.


Perchè secondo me non ha la coscienza a posto, non che non ce l'ha in senso assoluto (me ne guarderei bene di dirlo :mrgreen:) ma dentro di se sente di non aver giocato "correttamente" e questo limita il valore della sua impresa.

Ti consiglio di lasciare un'attimo questo project per altri e poi di riprovarlo finchè non lo fai con le tue "regole".
EasyMan
 
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Messaggioda coniglio » mer dic 04, 2013 18:27 pm

figata.
mi è capitata la stessa cosa.
allora ho trovato questa etica via d'uscita:
ho preso la corda.
ho fatto il gesto di passarla.
poi l'ho lasciata.
il socio ha recuperato un pò di lasco.
...e poi son saltato giù.

venga.
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Messaggioda coniglio » mer dic 04, 2013 18:28 pm

dang ha scritto:Il problema di gug e', ma se in fondo so di avere la coscienza a posto, perche' il tarlo continua a rodermi?



Perchè è ingegnere?









:lol: :lol: :lol:

ps. racconto splendido.
anche se tornerai però non sarà lo stesso urlo che
ti si è ghiacciato in gola...ma va bene lo stesso. a muerte.
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Messaggioda Danilo » mer dic 04, 2013 19:22 pm

@gug
per me è fatta
ma l'hai salita con un certo margine o sei uscito scannato?
no perchè anche queste cose hanno una certa importanza,eh :lol:
il forum è morto
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Messaggioda Stef » mer dic 04, 2013 23:20 pm

gug ha scritto: perchè razionalmente so benissimo che lo è.


:roll:
a me è successa una roba simile prima che arrivasse la neve, dovrò aspettare fine giugno per chiudere il tiro...
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Re: Un urlo mancato

Messaggioda cru » gio dic 05, 2013 0:14 am

gug ha scritto:Chi scala, scala per quell'urlo, vero o figurato, di quando raggiungi il sogno che hai immaginato per tanto tempo e poco importa che non hai vinto nulla, che non c'è nemmeno un avversario, che sei in una piccola falesia o su una grande parete e che non ci hai guadagnato niente.
E' quell'urlo il tuo premio, penso, e perciò ora vai a prendertelo.



Giusto. Alla fine l'unico giudizio valido e' quello personale. Quindi, nonostante sia un interessante spunto di discussione, ti servira' a ben poco il parere di altri.

[modalita' seria off]

p.s. per fortuna certi gradi a vista non ce li ho, altrimenti leggendo queste descrizioni dettagliate le vie sarebbero tutte superflash.

comunque in sintesi son tutte zanche fino a prima di questo traversino con uscita su tetto?

attendo relazione tecnica dettagliata di macondo e cobra :roll:
Sul marso te ghè da 'ndare a roda alta!
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Re: Un urlo mancato

Messaggioda gug » gio dic 05, 2013 9:58 am

cru ha scritto:
gug ha scritto:Chi scala, scala per quell'urlo, vero o figurato, di quando raggiungi il sogno che hai immaginato per tanto tempo e poco importa che non hai vinto nulla, che non c'è nemmeno un avversario, che sei in una piccola falesia o su una grande parete e che non ci hai guadagnato niente.
E' quell'urlo il tuo premio, penso, e perciò ora vai a prendertelo.



Giusto. Alla fine l'unico giudizio valido e' quello personale. Quindi, nonostante sia un interessante spunto di discussione, ti servira' a ben poco il parere di altri.

[modalita' seria off]

p.s. per fortuna certi gradi a vista non ce li ho, altrimenti leggendo queste descrizioni dettagliate le vie sarebbero tutte superflash.

comunque in sintesi son tutte zanche fino a prima di questo traversino con uscita su tetto?

attendo relazione tecnica dettagliata di macondo e cobra :roll:


Diciamo che ci sono zanche ma 3 o 4 prese cattive, cattivi riposi e strapiomba di 5 m su 15 di altezza
Mi spiace per la descrizione, ma era un espediente retorico per rendere lo sforzo fisico e mentale prima della sorpresa finale :wink:
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda gug » gio dic 05, 2013 10:04 am

dang ha scritto:
EasyMan ha scritto:rivedi la regola perchè forse rende il tuo obiettivo irraggiungibile


Pero', da come ha descritto la situazione, se il rinvio fosse stato al suo posto non avrebbe avuto nessun problema a moschettonarlo.

Quindi in un contesto come quello si trovano tutti quelli che arrampicano nel lavorato (moschettone appropriato al rinviaggio della sosta al suo posto) il tiro sarebbe chiuso e basta. Anzi, sarebbe bastato averlo appeso all'imbrago.

Il problema di gug e', ma se in fondo so di avere la coscienza a posto, perche' il tarlo continua a rodermi?

Almeno cosi' l'ho capita io.


Hai capito perfettamente: perchè nella mente dei climber nascono queste psicosi?
In altri sport non accade
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