filosofia e marketing

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda VYGER » ven mar 02, 2007 19:11 pm

Poco da aggiungere.

La Klein, in "No logo" - un libro che non sono proprio riuscito a finire, ma con tesi interessanti -, aveva dato ampia diffusione a una strategia di marketing ormai consolidata già anni da: vendere, con un prodotto, una filosofia di vita e un'identità.

E segnalava anche che esistevano veri e propri cacciatori di tendenze, giovani che si "infiltravano" nei gruppi giovanili per individuare i trend nascenti e anticipare prodotti che ne costituissero un'espressione.

Nel mondo dei prodotti dell'arrampicata la necessità di infiltrarsi non si pone: molti dei proprietari delle aziende leader sono arrampicatori o alpinisti che "conoscono i loro polli", facendo parte della congrega.

Quanto al senso di spiacevolezza, e chi non lo proverebbe?
Chiunque - pur appassionato - faccia soldi o punti a un interesse personale con quello che per altri è una passione non è molto ben accetto.

La cosa mi fa venire in mente una storia di Chuang Tzu nella quale un artista realizzava l'opera perfetta solo una volta diventato immemore dei propri interessi e vantaggi, delle proprie aspettative personali, di sé e del mondo.
L'arrampicata, per certi versi, può essere considerata un'arte.
E perde qualcosa se l'ego vi si intrufola in modo troppo greve.

D'altra parte anche le aziende devono vendere per ricercare e realizzare prodotti di punta.
Sebbene, se fosse per il mio contributo agli acquisti, venderebbero solo poche aziende produttrici di materiale tecnico.

Passo e chiudo.
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot
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Messaggioda Davide62 » ven mar 02, 2007 19:57 pm

MarcoS ha scritto:avevo visto tempo fa il sito. alcune cose sono vere ma su altre il tizio è un po' squinternato...


Infatti :?
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Messaggioda gug » ven mar 02, 2007 20:04 pm

SteP ha scritto:Patagonia lo usa fin dall'inizio, questo metodo di marketing, ma non limitato ad una frase ma esteso a tutto lo stile di fabbricazione e vendita.
Gli altri mi sembrano che si siano accodati, forse per copiarne il marketing, ma limitandosi ad una frase e basta, e in tal senso sembra essere fine a se stessa.

..


Però ho sempre avuto la convinzione che Patagonia sia effettivamente un'azienda diversa come filosofia di base, e del resto Ivon Chouinard non era il classico signor Brambilla o magnate americano, ma un alpinista che ha partecipato a un grande periodo tecnico ed etico dell'alpinismo.
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Messaggioda SteP » ven mar 02, 2007 22:16 pm

gug ha scritto:
SteP ha scritto:Patagonia lo usa fin dall'inizio, questo metodo di marketing, ma non limitato ad una frase ma esteso a tutto lo stile di fabbricazione e vendita.
Gli altri mi sembrano che si siano accodati, forse per copiarne il marketing, ma limitandosi ad una frase e basta, e in tal senso sembra essere fine a se stessa.

..


Però ho sempre avuto la convinzione che Patagonia sia effettivamente un'azienda diversa come filosofia di base, e del resto Ivon Chouinard non era il classico signor Brambilla o magnate americano, ma un alpinista che ha partecipato a un grande periodo tecnico ed etico dell'alpinismo.

Ne sono convinto anch'io.
Ed infatti ho scritto che il loro marketing è
non limitato ad una frase ma esteso a tutto lo stile di fabbricazione e vendita

Oltre all'impegno alle problematiche ambientali, della marca apprezzo la qualità dei prodotti (purtroppo costosi), la chiarezza del sito sia in termini di spiegazione del prodotto che di prezzo (ancora raro trovare siti così di prodotti italiani), il fatto che indichino chiaramente dove il prodotto è stato fabbricato.
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Messaggioda gug » sab mar 03, 2007 10:16 am

Ho letto una volta sul loro catalogo il brano "Lasciate che le mie persone facciano surf" di Chouinard dove diceva che nella sua azienda è possibile lavorare in maniera flessibile, dato che se ci sono le onde o la giornata buona i dipendenti devono poter andare a fare surf o arrampicare, oppure devono potersi occupare dei figli e poi recuperare in altri orari. E' una cosa che avrei volentieri fatto leggere alle aziende italiane padronali....
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Messaggioda scheggia » sab mar 03, 2007 11:42 am

gug ha scritto:Ho letto una volta sul loro catalogo il brano "Lasciate che le mie persone facciano surf" di Chouinard dove diceva che nella sua azienda è possibile lavorare in maniera flessibile, dato che se ci sono le onde o la giornata buona i dipendenti devono poter andare a fare surf o arrampicare, oppure devono potersi occupare dei figli e poi recuperare in altri orari. E' una cosa che avrei volentieri fatto leggere alle aziende italiane padronali....


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Messaggioda Enzolino » sab mar 03, 2007 12:53 pm

gug ha scritto:Ho letto una volta sul loro catalogo il brano "Lasciate che le mie persone facciano surf" di Chouinard dove diceva che nella sua azienda è possibile lavorare in maniera flessibile, dato che se ci sono le onde o la giornata buona i dipendenti devono poter andare a fare surf o arrampicare, oppure devono potersi occupare dei figli e poi recuperare in altri orari. E' una cosa che avrei volentieri fatto leggere alle aziende italiane padronali....
In Svizzera non e' proprio cosi', ma quasi.
Puoi decidere di lavorare il 50, 80 o 100 %.
In certi posti contano il numero di ore di lavoro e se lavori piu' di quanto dovresti sei incoraggiato, se non costretto, a prendere vacanza.
Solo che qua non si gingischia e si lavora davvero (nel mio campo) ... ma di questo sono contento ... :D :wink:
In Grecia, il livello di pigrizia, secondo me, era osceno ... :( :wink:
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Messaggioda gug » sab mar 03, 2007 13:13 pm

Enzolino ha scritto:
gug ha scritto:Ho letto una volta sul loro catalogo il brano "Lasciate che le mie persone facciano surf" di Chouinard dove diceva che nella sua azienda è possibile lavorare in maniera flessibile, dato che se ci sono le onde o la giornata buona i dipendenti devono poter andare a fare surf o arrampicare, oppure devono potersi occupare dei figli e poi recuperare in altri orari. E' una cosa che avrei volentieri fatto leggere alle aziende italiane padronali....
In Svizzera non e' proprio cosi', ma quasi.
Puoi decidere di lavorare il 50, 80 o 100 %.
In certi posti contano il numero di ore di lavoro e se lavori piu' di quanto dovresti sei incoraggiato, se non costretto, a prendere vacanza.
Solo che qua non si gingischia e si lavora davvero (nel mio campo) ... ma di questo sono contento ... :D :wink:
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In Italia invece vige la mentalità che il dipendente deve sempre essere controllato e perciò bisogna che ci siano orari molto rigidi e presenza in luogo specifico. Questo anche per professionalità elevate che spesso potrebbero lavorare in orari flessibili o da casa. Per questa mentalità retrograda, ad esempio, il telelavoro non riesce a prendere piede, quando invece ci sarebbero molti vantaggi. Inoltre io sono convinto che le persone sarebbero anche disposte a guadagnare di meno pur di poter disporre di questa maggiore libertà, utile per poter seguire i figli, oppure non ammattirsi nel traffico tutti i giorni.
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