FANTOZZI VA IN MONTAGNA - TERZA PARTE
La mia auto, in mezzo a mille altre. L'autostrada è strapiena, scorre lenta. Ho beccato il rientro dal mare.
E' curioso, ma non ho nessuna fretta. Va bene così.
Stanchezza, soddisfazione, fame, si sovrappongono tranquille, danzano nella testa, che si dilata, enorme, per contenere tutto. Sto bene.
Ogni tanto parte un flash. Una sequenza, un'emozione, un passaggio; un attimo e mi ritrovo in parete.
........
L'aria è fresca, di tanto in tanto spira una lieve brezza, molto piacevole.
Una leggera foschia appanna il cielo e toglie buona parte della vista sul mare. Peccato.
Ma in fondo mi va meglio così, mi ripara dal sole, che verso mezzogiorno viene a farmi visita.
Finalmente attacco il 5° tiro. La parete ora è meno appoggiata, la vetta si nasconde. Adesso iniziano i gradi duri
Il GRIGRI modificato sembra funzionare bene. Come un marito malfidato però ogni tanto lo controllo, lo riprovo, mi ci appendo, così, per darmi sicurezza. I maligni diranno che lo faccio per riposare un po'.
La verità è che per me modificare il GRI è stato un po' traumatico. Fino all?ultimo c?era qualcosa che non riuscivo a capire. Qualcosa che sfuggiva.
La domanda era: per quale motivo, se modificare il gri è tanto semplice, non ci ha pensato la PETZL? E poi: ma se quel triangolino di lamiera ce l'hanno messo a qualcosa dovrà pur servire! O no?
Il seghetto è partito tranciando i mille dubbi. Poi ho limato, cartavetrato, lappato... continuando a non capire. Finalmente ho passato corda dentro il GRI, l'ho fatto scattare e... bang! Improvvisamente è diventato tutto chiaro.
L'impressione è stata come rientrare in casa e scoprire che il gattino ti ha sbranato tutta la famiglia.
Lipperlì (lipperlì! ca%%o! è una vita che sognavo di usare questa parola!) ho pensato di buttare via tutto. Poi, per fortuna, mi è tornata alla mente una precisazione di Enzolino sull'uso del gri modificato che allora non avevo capito. L'ho riletta con calma, tornava tutto. Da allora ho sempre usato la "variante Enzolino" per l'autosicura.
L'arrampicata adesso è divertente. Sequenza di tre tettini, il primo si aggira sulla sx, il secondo sulla dx, il terzo va passato ma le prese sono buone. L'umore è ottimo. Tutto scorre liscio, ormai sono convinto di poter arrivare in cima, anche se si sta un po' rannuvolando e il dolore ai piedi non mi da tregua.
Scendendo per liberare ritrovo un traversino. Devo spostarmi a sx per recuperare il rinvio. Porto delicatamente il peso sul piede sx quando, improvvisamente, il piede scivola.
Da qui in poi il tempo si dilata; in un istante divento spettatore e protagonista dello stesso film.
Non vedo la mano sx ma percepisco distintamente i muscoli che vanno in tensione, serrando disperatamente la piccola presa tra le dita.
Poi sento un rumore strano, come un biscotto che si spezza. Solo un attimo dopo aver percepito il suono realizzo che la presa si è rotta e che il corpo sta ruotando in aria.
Beh, certo, ora sarebbe forte la tentazione di scrivere che mi son tenuto con l'unghia del mignolo dx o grazie a un incastro di pisello. Ma non è andata così: la destra per mia fortuna teneva un maniglione da giorno di festa e tutto è finito lì. La sensazione fisica di soddisfazione arriva come un?ondata calda.
Mi risistemo e mentre il tempo riprende il suo ritmo normale arrivano paura, sconcerto e tutto il resto. Come invitati ritardatari che si presentano a festa finita.
La mia prima presa rotta; beh, prima o poi doveva succedere.
Arrampicare...
per me che in montagna andavo solo a far sentieri è sempre stato un sogno. A volte capitava di incrociare ?quelli con le corde?. Ca%%o, che invidia! Ammirazione anche. Ma soprattutto la sensazione che loro vivevano la montagna in modo completo, totale.
Gambe e cuore. Questo è quanto serve per far sentieri, e non è poco. Dentro ci stanno costanza, determinazione, resistenza, capacità di attendere, voglia di soffrire. Gambe e cuore.
Ma per me, cresciuto ad arti marziali e sport da combattimento la montagna pareva offrire tanto di più.
Forza pura, velocità, riflessi, ritmo. Un altro ritmo. Tecnica, tanta tecnica. E poi l?ingaggio. Sissignori, l?ingaggio. Quella cosa per cui parti, ma non sai se arriverai in fondo. Di più: se scegli bene l?impegno, sai anche che sicuramente non arriverai in fondo se non darai il meglio di te. L?ingaggio è come un combattimento. L?ingaggio è combattimento.
ma prima che l'ora sia venuta...
guai a chi separa gli amanti.