ancor di piu sempre meno lo si puo' trovare nelle cosidette guide alpine,gente che ha trasformato la montagna in una banca di soldi facili...
per cui...affermazioni come quelle che seguono sono sempre ben accette..apparte le parti che ho messo in rosso che naturalmente non condivido...
[...preso a spasso per la rete...]
Alcune riflessioni sull'alpinismo classico
Sono consapevole di addentrarmi in una specie di girone dantesco, in un marasma generale d'opinioni, polemiche, idee, progetti, e soprattutto chiacchiere da bar, o meglio da rifugio, poiché di montagna stiamo parlando.
Nonostante tutto, desidero traghettarmi anch'io nel medesimo, esprimendo il mio umile e personale pensiero riguardo all'etica o presunta tale nell'apertura di vie nuove in montagna, e soprattutto all'uso degli spit.
Premetto, e in questo vorrei non essere frainteso, che non ho assolutamente niente in contrario se coloro che aprono vie nuove in montagna fanno uso degli spit, anche se queste in ogni caso dovrebbero essere aperte assolutamente dal basso, possibilmente ad una certa distanza da altre vie vicine, e senza intersecarsi con loro o, peggio ancora, con vie classiche.
Sono in ogni modo del parere che lo spit andrebbe usato con parsimonia e fatto d'obbligo oltre una certa difficoltà, che potrebbe essere il VI+.
Lo so, non si può obbligare la gente che va in montagna a seguire regole o imposizioni di questo tipo, poiché la montagna è sinonimo di libertà d'azione e d'idee su come e dove affrontarla.
Purtroppo però, devo affermare che spesso la montagna viene anche violentata: ebbene, signori miei, è proprio così!
In certi casi, è di violenza che si tratta, ed é quello che sta accadendo negli ultimi tempi sulle Dolomiti, patrimonio immenso di storia, letteratura e filosofia alpinistica, una delle poche o forse l'ultima oasi dove lo spit non ha ancora prevalso rispetto alla chiodatura tradizionale con chiodi dadi e friends.
A volte mi chiedo se pure noi montanari, guide alpine, Scoiattoli, alpinisti e scalatori vari ci rendiamo conto dell'immenso patrimonio che il Padreterno ci ha concesso.
Ebbene: vie aperte a spit sul III e IV grado, gli stessi chiodi piantati vicini a gigantesche clessidre od ottime fessure per chiodi da roccia; vie senza un minimo di logica, che, come spesso accade, non raggiungono la vetta della montagna; vie che s'incrociano una con l'altra, spesso anche con una dignitosa via classica; vie nuove aperte a spit dove esistevano già altri itinerari aperti da "puristi", i quali avevano probabilmente usato pochi chiodi o protezioni rimovibili.
Aggiungo che questo succede spesso quando non si ha cultura sufficiente, o la presunzione di sapere troppo, e magari sarebbe sufficiente chiedere agli alpinisti più anziani se per caso su quel camino, diedro, parete o spigolo c'erano già altre vie.
Inoltre vie o, per meglio dire, monumenti che hanno fatto la storia dell'alpinismo, sono stati profanati nei passaggi chiave con fori fatti col trapano per adattarvi l'odiata e luccicante placchetta.
Mi riferisco come avrete già immaginato, a qualche anno fa: esattamente al 1991, quando sulla via "Costantini-Apollonio" del Pilastro della Tofana di Rozes, durante un corso nazionale delle guide alpine, l'istruttore di turno si prese il permesso di perpetrare questa violenza.
Pochi giorni dopo, in occasione di un ennesimo corso - sempre di guide alpine, ma stavolta trentine -, sulla medesima via l'istruttore di turno si permise addirittura di togliere gli spit a suon di martellate.
Anche in questo caso, a mio parere, pur assolvendo il fatto, fu fatta una violenza: non doveva essere l'istruttore a farlo, perché lui stesso esattamente due anni prima aveva aperto una via non più di trenta metri a sinistra della Costantini, facendo uso di chiodi normali, ma anche di spit (la coerenza...).
Da parte mia, assicuro che quegli spit non avrebbero avuto il tempo di arrugginirsi in parete... Purtroppo debbo dire, ed è qui che volevo arrivare, che noi guide alpine in primis, Scoiattoli, alpinisti e montanari del luogo, non siamo buoni custodi delle nostre montagne: dovremmo essere un po' più gelosi, e non permettere a nessuno di fare queste cose.
È vero, le montagne sono di tutti e tutti hanno diritto a frequentarle, scalarle, e anche ad aprire vie nuove, ci mancherebbe altro: però sempre e in ogni caso con criteri sani, e dove ci sia ancora lo spazio disponibile.
Se un giorno, e auspico che questo benedetto giorno arrivi prima che sia troppo tardi, si deciderà di indire un incontro con tutte le guide del comprensorio dolomitico, Scoiattoli, Catores, Ragni, ecc., dal quale, parlando e ragionando assieme, uscissero idee nuove sul restauro delle vie classiche, e sulle norme per effettuare questi restauri si trovasse un accordo (in modo tradizionale, oppure con chiodature cementate delle soste su alcune vie classiche molto trafficate, o altro), ne sarei contentissimo.
Ritengo, che le eventuali modifiche debbano essere eseguite esclusivamente dalle guide alpine del luogo, e non, com'è successo, da esterni, guide alpine e non, o altri.
Auspico inoltre che si stabiliscano alcune regole sull'apertura di nuovi itinerari, specialmente sui "monumenti storici" dell'alpinismo classico (Tofana e Pilastro de Rozes, pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo, altre pareti dove le vie sono una vicina all'altra e non esistono più spazi sufficienti e logici).
Mi auguro insomma che si escogiti qualcosa di positivo, e si trovi una soluzione per conservare nel miglior modo possibile il patrimonio alpino e il bagaglio culturale che esso racchiude.
Chissà per quanto tempo ancora l'irriducibile alpinista classico troverà spazio e terreno adatto per difendere questa sua preziosa filosofia di vita!
Spero infine che questo oramai sparuto popolo d'ostinati, del quale ritengo orgogliosamente di fare parte, trovi ancora forze e idee per respingere l'assalto impietoso dell'esercito degli "spittomani".
Cortina d'Ampezzo, dicembre 2004.
Paolo Bellodis (Guida alpina)
[...fine...]
che dire,spero che non siano solo parole al vento detto cosi per andare controcorrente,ma che siano idee che vengono dal cuore..
se e' cosi,invito tal guida a passare una serata con me su in baita sorseggiando una bella grappa insieme alla salute dell'odiato spit!!!
naturalmente lo spit andrebbe abolito,inutile dire che al di sopra di un certo grado vada usato!!
se non si passa...si abbandona!!!
credo che passare a tutti i costi usando le modernita' piu assurde stia uccidendo la vera sfida di noi alpinisti con la parete,quella sfida che per anni ha animato i pionieri dell'alpinismo...
...spero che questo esempio sia seguito da molte altre persone che avranno il coraggio di uscire dal branco dei violentatori della roccia..
