Un alpinista con la "A" ci ha lasciati.

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Un alpinista con la "A" ci ha lasciati.

Messaggioda Siloga66 » sab lug 30, 2011 10:43 am

Molti di voi lo avranno conosciuto se siete andati ad arrampicare dalle parti del Catinaccio, zona Roda de Vael. Ieri pomeriggio ci ha lasciati Bruno De Luca 48 anni, volto molto noto della Val di Fassa...guida alpina...membro del soccorso alpino di centro Fassa...gestore del Rifugio Roda de Vael...marito di una brava ragazza...padre di 2 figli e mezzo, mezzo perchè uno è in grembo a sua madre. Ieri al Rifugio Vajolet era in programma un incontro con Reinhold Messner. Ho pensato perciò di partire da Moena con la mia Mountain bike. Sono arrivato a Pozza poi ho preso la salita per Muncion fino a Gardeccia e proseguito sempre in bici fino al Vajolet. Ho ascoltato un grande Reinhold molto volentieri assieme a molta altra gente. E' stato ironico, divertente, simpatico proprio. Dopo circa 1 ora e mezza finisce il suo racconto in mezzo alle cime e inforcata la mtb decido di portarmi verso valle facendo però una variante: dal Vajolet scendo fino a Gardeccia, prendo il sentiero che dirige verso il Ciampedìe. Mi soffermo sulla sommità del Ciampedìe ad ammirare il Larsec davanti a me finalmente illuminato da un bel sole dopo giorni di nuvole e temporali. Dopo un periodo di tempo brutto è bellissimo rivedere i colori del sole pomeridiano baciare le guglie appuntite del Larsec. Sto per iniziare la discesa verso Vigo di Fassa quando vedo l'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites trafficare sotto la Roda di Vael. Ho pensato "ma chi sarà mai che ha chiesto aiuto in un ora non proprio solita (erano le 16,30 circa). Solo una volta raggiunto il paese di Pozza ed essermi fermato per la solita, immancabile birra del dopo gita, mi sento dire che è successa una disgrazia. Bruno era assieme ad un suo dipendente svizzero che aveva terminato il servizio presso il rifugio. Forse volevano immortalare in qualche foto l'amico svizzero sulle rocce. Infatti avevano con sè anche una corda. Il fatto è successo in quella paretina che sopra il Rifugio da accesso alla ferrata del Masarè oppure allo spigolo della Torre finestra. Molti di voi la conosceranno quella paretina: è una specie di camino alto una trentina di metri, attrezzato con un cavo d'acciaio dove ci sono anche dei pioli. Visto chje non c'era molta gente al rifugio hanno deciso così. Li ha seguiti un po anche il fedele cane ed anche la moglie di Bruno, Roberta Silva anche lei maestra di sci e con in grembo un figlio. Bruno si è fermato sopra la paretina dove c'è un terrazzino dove di solito ci si ferma. Si è girato per vedere se il compagno arrivava e poi verso valle per vedere la moglie. Qui è accaduto qualcosa che nessuno potrà mai spiegare. L'alpinista ha perso l'equilibrio o forse è scivolato dalla parte più esposta. E' ruzzolato per alcune decine di metri sbattendo la testa su dei spuntoni di roccia. Altre persone hanno assistito alla scena. L'amico che era con lui ha sentito un urlo e pure la moglie ha sentito il tonfo.
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Messaggioda Siloga66 » sab lug 30, 2011 10:55 am

La vita di Bruno Deluca nato a Pozza di Fassa nel 1963 è stata completamente dedicata alla montagna. Una vita da alpinista che gli ha riservato grandi soddisfazioni e che gli ha permesso di raggiungere alti livelli tecnici ed atletici. Bruno era un affermata guida di Fassa e beneamato membro del soccorso alpino fassano. In inverno faceva il maestro di snowboard sulle piste della valle. La suaprima scalata fu con il cugino Tone Cuz ed il compianto Tita Weiss sulla Torre Winkler. La sua seconda via fu la Maria al Pordoi con il cugino Germano Rasom. Tutti sono oggi membri del soccorso alpino. Da quel momento la montagna è diventata la sua vita con numerose scalate in Dolomiti, Alpi occidentali ed anche in giro per il mondo. Ma la sua passione era anche la neve, lo sci e lo snowboard che quando uscì subito entusiasmò. Fu un precursore dello sport della tavola tanto che la sua attività agonistica con la tavola lo vide vincere il titolo tricolore di slalom gigante nel 1993 e quello dei maestri di sci l'anno dopo. Partecipò anche alle gare di coppa del mondo. Chiusa la carriera di atleta decise di fare il gestore di rifugio. Un lavoro che richiede pazienza e simpatia e che molti non comprendono. Nel 1995 iniziò a gestire il rif. Re Alberto e vi rimase per 10 anni. Poi passò al Roda de Vael. Lassù Bruno ha portato il suo entusiasmo, la sua carica di spirito libero, e le sue competenze di gestore e di guida alpina. Amava la montagna di cui è stato vittima e la interpretava a tutto tondo. Con la tavola riusciva ad inventare, come un artista figure sulla neve ed anche a librarsi in aria staccandosi dal terreno e volare verso il cielo azzurro disegnando altre acrobatiche figure.
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Messaggioda il Duca » sab lug 30, 2011 11:11 am

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Messaggioda Pié » sab lug 30, 2011 11:40 am

un pensiero per lui e per la sua famiglia... ed anche per quel bimbo che non ha potuto conoscerlo..
evviva la burtleina!
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Messaggioda AndreaVe » sab lug 30, 2011 11:58 am

c***o, che brutta notizia :(

Ho avuto modo di conoscere lui e la moglie. Se di giorno erano troppo impegnati con i turisti che raggiungono il rifugio, la sera era un piacere stare al rifugio, sempre disponibili, sia lui che la moglie, a fare 4 chiacchere.

Di Bruno in Valle ne ho sempre sentito parlar bene (e qualche amica saliva al rifugio perchè c'era lui). Un alpinista con la A maiuscola, che però amava anche camminare, godersi il Catinaccio in modo diverso. L'ultima volta che l'ho incontrato è stato in sui prati della Valle del Ciamin, un paio di anni fa. Era fine settembre, aveva appena finito la stagione al rifugio e ne aveva approfittato per una camminata con la moglie e figli. Scambiammo due parole, senza fretta.

Un pensiero alla moglie e ai figli.
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Messaggioda Siloga66 » sab lug 30, 2011 12:26 pm

Di recente ho fatto la via Rizzi sulla est della Roda de Vael. Era primo mattino e vedendolo con la moglie fuori della porta del rifugio, ho appoggiato la corda su un tavolo e lo zaino ai piedi dello stesso. Entriamo nel bar, lui ci fa un caffè e poi mi chiede dove sono diretto. Saluto ed esco prendendo lo zaino e buttandomelo sulle spalle. Lui sta lì fuori e mi guarda andare con il mio amico. Quando ho fatto 30 metri mi urla dietro: "Ohh...Alberto...e questa non ti serve?" Era la mia corda che stavo dimenticando sul tavolo all'esterno. Mi ha lasciato fare quei 30 metri per vedere quanto sbadato ero.
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Messaggioda gatto alpestro » sab lug 30, 2011 18:11 pm

Le mie sincere condoglianze. Non lo conoscevo di persona ma l'ho visto l'anno scorso al rifugio, mentre portavo mio figlio a fare la ferrata del Masarè.

Mi permetto di mettere il link del rifugio per chi voglia vedere qualche sua foto:
http://www.rodadivael.it/ita/index.html
Il gatto dà l'emozione di accarezzare una tigre, ma con meno spese di mantenimento.
Cosa mi preoccupa nell'alpinismo? La gravità, direi. (alpinista tedesco)
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Messaggioda Picchio » dom lug 31, 2011 12:57 pm

Ieri ero fuori da una via e stavo aspettando i miei amici dietro di noi per scattare alcune foto, mi sono avvicinato all'ultima sosta e poi ho pensato che ero un po' stanco e non era il caso che mi sporgessi.
Poi oggi leggo che una "banalità" ha portato via questo grande alpinista.
Sono senza parole, non è giusto tutto ciò, Bruno non se lo meritava, eppure è successo, non posso che essere infinitamente triste e sperare che non abbia ad accadere un'altra volta ad un'altra persona come lui.
"Ma che dici ,allora perchè non vietare i ciclisti i motociclisti gli automobbilisti gli ecsursionisti i camioni e più ne più ne metta , col quelli l'ambulanza viene pure e la paghi pure"
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Messaggioda smauri » dom lug 31, 2011 15:13 pm

un pensiero, a lui ed a tutta la famiglia. :-(
...se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità,
rispondi che l'Arca di Noè è stata costruita da dilettanti ed il Titanic da professionisti...
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Messaggioda Freeraf » mar ago 02, 2011 11:27 am

Una notizia terribile davvero. Io ho avuto il grande onore di conoscerlo un paio di mesi fa. Era gentilmente venuto ad un incontro organizzato sul Pordoi dalla Scuola centrale di Alpinismo Giovanile del Cai ad una serata dove lui e Alessandro Gogna hanno esposto il loro punto di vista sulle ferrate e sul portare i bambini in ferrata. Ho avuto modo di capire la sua enorme passione per la montagna che valicava la sua attività di alpinista, mostrandoci come sapeva trasmettere ai ragazzi la passione per quell'ambiente con semplicità disarmante.
R.I.P. Bruno
...Maaa..se polo meter sot sgnapa???
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