da superpjimmy » mer gen 11, 2006 20:08 pm
Domani sera a «Geo & Geo» un documentario dedicato al sacerdote-alpinista chiavennasco In tv le imprese e il mistero di don Buzzetti
CHIAVENNA La sua morte in montagna è ancora avvolta nel mistero: scomparve mentre faceva ritorno in Val Codera dopo un'ascensione nel gruppo del Pizzo Badile nell'estate del 1934 e il suo corpo non venne mai ritrovato. La sua vita è insieme la testimonianza di una grande fede, di un forte impegno come pastore ed educatore e di una straordinaria passione per l'alpinismo. Perché la montagna, proprio quella, era l'altra ragione per la quale teneva lo sguardo puntato verso l'alto. A distanza di tanto tempo, il chiavennasco don Giuseppe Buzzetti - al quale è stata dedicata anche una cima: la Punta Buzzetti - non è stato dimenticato. Fu una di quelle figure di quei preti scalatori raccontati anche da Andrea Zannini in un bel libro («Tonache e piccozze») pubblicato lo scorso anno. E il suo percorso di sacerdote e alpinista sarà rievocata domani sera alle 18 in televisione da un documentario inserito nella scaletta del programma «Geo & Geo» di Rai Tre. A firmarlo è la regista Isabella De Felici, che si è basata sul libro «Il prete scomparso», scritto da Guido e Guglielmo Scaramellini, Paolo De Pedrini e Alberto Benini e che si è avvalsa . per gli aspetti organizzativi e logistici - anche della collaborazione degli alpinsti lecchesi Giuliano Maresi e Daniele Chiappa. Il documentario muove dalle imprese solitarie di don Buzzetti nel Masino Bregaglia, imprese che per la loro arditezza (alcune, per la mancanza di tracce, sono anche state messe in discussione) trascolorano nella leggenda. Su tutte, la sua fama si lega a due vie:quelle aperte sul Manduino e sul Pizzo di Prata. Di quelle ascensioni parla nel documentario Rossano Libéra, fortissimo (e poco noto) scalatore di Novate Mezzola, tra l'altro primo salitore invernale e solitario della parete Nordovest del Badile, che di don Buzzetti ha ripercorso i luoghi verticali con lo stesso spirito da "alpinista puro" e che di questo carattere distintivo del prete-alpinista (formatosi al seminario di Como e poi per un breve periodo impegnato anche in parrocchia a Maslianico) parla con passione e ammirazione. Con Libera hanno partecipato alle riprese l'alpinista Francesco Oreggioni e la guida alpina Teo Colzada. Allo storico Guido Scaramellini è affidato invece il compito di inquadrare la figura di don Buzzetti nella Chiavenna di quegli anni, fiorente borgo di confine animato di traffici e vera porta aperta sull'Europa Centrale. Il documentario si avvale anche di riprese aeree mozzafiato realizzate con collaborazione della Comunità Montana della Valchiavenna e del CAI di Chiavenna (di cui don Buzzetti fu uno dei fondatori) a bordo di un elicottero Ecureil messo a disposizione dalla Eliwork di Talamona e pilotato dal comandante Giampiero Petrelli. E non mancano le immagini di Pianazzola e di Uschione, quest'ultimo il luogo dove don Buzzetti era atteso per celebrare messa e dove invece non giunse mai il 14 luglio del 1934.
Però ti consiglio una sciarpa di seta ed un cielo rosso con le nuvole verdi ed i pesci blu.